La vita è un piacere, ma senza la morte che piacere è?
“Così passammo quella tragica serata, stando sotto i libri, guardare la televisione e poi altre cose simili. Quella serata sembrava non trascorrere mai, stavamo da soli nel letto e per ammazzare il tempo, giocavamo a carte. Ma niente, l’oscurità si faceva sentire dentro ai nostri cuori, che parevano due pompe che spruzzavano acqua a non finire. Si sentiva chiaramente un odore di morte, un profumo molto aspro che segnava la nostra vita. Non so come sia successo, ma il nostro percorso si concluse così, come meno te l’aspetti. Appena chiudemmo gli occhi, il giorno dopo non ci svegliammo e solo da allora i nostri amici e parenti scoprirono che fummo morti. Così è stato, forse Dio ci voleva bene perciò ha fatto giungere l’ora della nostra vita al culmine, cioè al suo massimo splendore. Io e mio fratello morti per dissolvenza per una mano da quassù, mah. Quello che vi sto raccontando sembra un episodio di un telefilm horror, oppure drammatico, ma non è così. Se posso dire la mia, io mi sono meritato il Paradiso perché non ho provocato nessun'azione contro i dieci comandamenti, mai bestemmiato, mai rubato e mai ucciso. Io sono morto all’età di 16 anni, perciò mi restava ancora molto da vivere, ma ripeto che non so come sia successo. Mi dispiace aver dovuto lasciare (per un caso ancora non risolto): la mia casa, la mia fidanzata, i miei parenti, i miei amici, il mio sport preferito, la mia città, la mia regione, la mia nazione, il mio continente e la mia cara e amata Terra. A quest’ultima va fatto un ringraziamento molto speciale, perché è il luogo in cui sono nato, vissuto e morto e sono felice che non sia ancora scomparsa dalla faccia dell’Universo. Il mio corpo è rimasto integro e riposa nella bara del cimitero della mia città. Uffa, quanto mi manca quel caro e adorato corpo dove lì potevo piangere per un qualcosa che ho subito e ridere per un qualcosa che ho combinato oppure per alcune battute di spirito. Insomma, il mio destino e quello di mio fratello è stato segnato così. Dio, o caro Dio perché non ci hai fatto vivere per un qualche altro annetto? Mi dispiace che hai infranto la vita di un giovane, ma allo stesso tempo sono rimasto contento perché almeno ti ho incontrato per la prima volta. Quanto è stato bello, eravamo nella tua sala per aspettare il mio giudizio finale, cioè se ero valido per entrare nel tuo mondo, e tu per rincuorarmi mi hai fatto vedere un libro in cui c’erano scritti tutti gli accaduti positivi su di me, dicendomi che ero giusto per giungere al Paradiso. Ah! Che bei ricordi. Sai, ti vorrei rivedere un’altra volta, però so che non è possibile perché tu devi osservare TUTTI i comportamenti di tutti i terrestri. È stato bello anche quando ho viaggiato nell’aereo per arrivare al pianeta divino, non avevo mai volato quando ero vivo, è stata un’esperienza fantastica anche perché ho conosciuto altre anime. Appena sono atterrato, la prima impressione che mi ha dato il tuo mondo era che è simile alla Terra (teoria confermata successivamente da te). Insomma, pensandoci bene, non è che la morte è così brutta come la raccontano diverse persone oppure io prima, anzi sembra piuttosto il contrario.
Ho conosciuto Frank, una persona che è morta ugualmente come me e mio fratello. Ho avuto la possibilità di rivedere i miei nonni e bisnonni, ecco un altro fattore molto bello che ci riserva la morte. Altri motivi per approvare che la morte è bella sono: la possibilità di conoscere Dio e il suo libro, svolgere tutto ciò che si vuole senza dipendere da qualcuno e che non si può morire nuovamente. Il mio motto finale è: la vita è un piacere, ma senza la morte che piacere è?
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