EPISODIO 152: LOTTA NEL DESERTO

“Accidenti! Che caldo insopportabile! Come al solito abbiamo avuto il colpo di fortuna di dover recuperare una sfera nel bel mezzo di un deserto!” si lamentò Goten, mentre sorvolava quella sconfinata distesa di sabbia assieme a Zangya, Videl, Crilin, Tenshinhan e Jiaozi, alla ricerca di una delle sfere mancanti. Tale iniziativa aveva la doppia funzione di avvicinarsi al completamento della raccolta di quegli oggetti che avrebbero permesso ai difensori della Terra di riportare in vita tutti gli amici rimasti uccisi nelle precedenti battaglie contro i redivivi malvagi dell’inferno e al contempo impedire che fossero questi ultimi ad entrare in possesso di un numero di sfere che fosse pericolosamente vicino a quel fatidico sette che avrebbe potuto comportare un probabilmente irreversibile peggioramento della situazione. “Beh… non so te, Goten! Ma io accetterei un aumento ulteriore di qualche grado della temperatura se ciò servisse a darci la sicurezza di non fare incontri spiacevoli! Se penso a che razza di mostri potrebbero essere ancora in circolazione mi vengono i brividi! Si, malgrado questa temperatura!” disse Crilin, condendo con una punta di humor finale una constatazione tanto preoccupante quanto inconfutabilmente fondata. “Beh? Allora? L’abbiamo finita con il concerto delle lamentele? A volte mi domando che guerrieri siete!” disse Videl con tono di rimprovero. Non vi erano dubbi, malgrado non fosse certo la più forte del gruppo, in fatto di combattività la figlia di Mr.Satan non temeva il confronto con nessuno. Goten e Crilin arrossirono, imbarazzati. Farsi riprendere da una donna era un qualcosa che imbarazzava più Goten che Crilin, da sempre abituato alle critiche della moglie, ma per il piccolo terrestre entrava in gioco il fattore dell’età, in quanto colei che lo criticava avrebbe benissimo potuto essere sua figlia. In soccorso dialettico dei due venne Jiaozi il quale disse “Suvvia Videl, non è il caso di prendersela a male! Dopotutto non mi sembra che qualcuno si sia tirato indietro!”. Il tono di voce di Jiaozi, così diverso da quello squillante di un tempo ma altrettanto capace di far trasparire una pura innocenza quietò Videl, la quale sorrise ed annuì. Il piccolo plasmatore terrestre di sentì fissato, e si voltò in direzione di Tenshinhan, il quale sembrava incapace di togliergli gli occhi di dosso da quando era tornato con quelle nuove sembianze che lo facevano apparire molto più adulto rispetto ad un tempo. “Qualcosa non va, Ten?” chiese Jiaozi. “No, nulla Jiaozi! E’ che sei così diverso! Non che la cosa mi dispiaccia, intendiamoci! Però mi ci devo abituare, ecco!” disse Tenshinhan, manifestando un certo imbarazzo, in quanto non era nelle sue abitudini catalizzare tutta la propria attenzione nel fissare qualcuno, tanto che per una frazione di secondo egli arrivò persino a dubitare delle proprie inclinazioni sessuali. “Beh, siete sempre stati legati in maniera quasi viscerale, quindi è normale che il radicale cambiamento di uno dei due possa risultare qualcosa di cui non ci si capaciti nell’immediato! Ma guarda il lato positivo, Ten… Jiaozi è diventato davvero molto carino come ragazzo, dunque nessuno penserebbe male se decidessi di…hihihi” ridacchiò Crilin, il quale non aveva perso l’occasione per stuzzicare il suo vecchio amico. “Vuoi vedere i cactus da vicino, Crilin?” chiese eloquentemente Tenshinhan, facendo capire all’allievo di Muten come continuare a battere su quel tasto non fosse una cosa saggia. “Decidessi di fare cosa?” chiese Jiaozi, il quale ovviamente nella sua ingenuità non aveva capito la maliziosità delle parole di Crilin. “Lascia stare, Jiaozi! Crilin ha sempre voglia di scherzare…” disse il treocchi. Zangya non partecipò alla discussione ma sorrise. Far parte di quel gruppo era così diverso rispetto ad essere una seguace di Borjack! L’atmosfera era allegra e distesa, e certo un forte legame tra tutti i componenti, che si incitavano tra loro ma nondimeno scherzavano all’occasione, cose a cui la zardiana non era abituata ma che la rendevano felice, scaldandole il cuore.
Poco distante, una donna misteriosa scrutava le dune di sabbia, probabilmente alla ricerca di qualcosa. Per quanto le sue movenze fossero aggraziate, a dispetto dell’abbigliamento da battaglia che indossava, ovvero una battlesuite tipica dei seguaci dei changeling, il suo modo di fare lasciava trasparire la risolutezza di qualcuno che ha una certa fretta di portare a compimento la propria missione il prima possibile. La sua pelle era di colore verde acqua, e i suoi occhi avevano le pupille di un rosa intenso. I suoi capelli erano lunghi di un colore a metà tra il blu e il verde, mossi dal forte vento che soffiava, e assieme ad essi anche il bianco mantello che portava sulle spalle. Ad un tratto ella udì una voce femminile richiamare la sua attenzione. “Zaina! L’ho trovata!” disse la voce, rivolgendosi alla donna, la quale si voltò e vide la propria interlocutrice stringere nella mano destra una sfera del drago. Era una donna saiyan, vestita con un completo rosa che si intravedeva sotto la cloth da battaglia, e che portava i capelli a baschetto. “Ben fatto Seripa!” fu il commento di un altro saiyan, che precedette qualsiasi considerazione da parte di colei che era stata chiamata Zaina. Questi era Toma, compagno di Seripa nonché un tempo amico di Bardack, il padre di Goku. Egli e gli altri due saiyan del gruppo, Toteppo e Panbukin, si avvicinarono alla loro compagna per ammirare quell’oggetto che non avevano mai visto ma di cui avevano sentito parlare dalla loro mandante: Lady Polaris. La reazione di Zaina parve più di sollievo che di reale gioia, a dimostrazione di come, fosse dipeso da lei, si sarebbe volentieri risparmiata tale fatica. “Ben fatto… direi che il nostro compito finisce qui! Possiamo tornare senza indugio all’astronave!” asserì la donna, le cui speranze furono però disilluse da una nuova voce, di qualcuno che era giunto li proprio in quel momento per mandarle a monte i piani, in quanto accomunato alla misteriosa Zaina dal medesimo obbiettivo: la sfera del drago. “Io direi invece che voi non andate proprio da nessuna parte… a meno che non ci lasciate la sfera del drago, si intende!” disse Goten, alla testa del proprio gruppetto, che era apparso su una duna nei pressi del gruppo formato dalla donna dalla pelle verde e i saiyan. “Oh… a quanto pare abbiamo visite!” commentò Seripa con sguardo compiaciuto, diametralmente opposto rispetto a quello di Zaina. Se infatti colei che sembrava essere la leader designata del gruppo pareva restia a prendere parte ad uno scontro, Seripa, da saiyan purosangue invece non vedeva l’ora di menare le mani, e lo stesso valeva per i suoi tre compagni saiyan. “Voglio darvi un consiglio… vi conviene sparire! Non ho alcun interesse a farvi del male! Tutto ciò che voglio è la sfera del drago!” disse Zaina, fissando con sguardo deciso il gruppetto, palesando come la sua non fosse paura, ma reale interesse a non intraprendere una battaglia se non fosse stato necessario. Nel vedere quella donna Crilin ebbe un leggero sussulto in quanto quella donna gli ricordava qualcuno, anche se in quel momento non gli veniva in mente chi.