Ecco il secondo capitolo. Ho cercato di correggere i tempi. A voi!
LA CAMERA DEL DEMONIO
2° Capitolo – Uno strano incubo...
Quella fu una notte da dimenticare. Patrick si girò e si rigirò tra le lenzuola, non prendendo sonno per ore. Pensava a quell’avvenimento agghiacciante che lo aveva colpito la mattina ed era preoccupato, molto preoccupato. Finalmente, verso le 2:00 del mattino, riesce a prendere sonno e si addormentò. Ma, a pensarci, sarebbe stato meglio che non si fosse mai addormentato.
Subito si ritrovò nel suo letto, un po' intontito, e vide che la sua casa non era quella che ricordava: l’atmosfera era lugubre, opprimente, spettrea e i muri e gli oggetti erano coperti da una sostanza che andava dal rosso al marrone e che si estendeva come una ragnatela, per tutta la stanza. Patrick cercò di chiamare la reception, ma il telefono era muto.
Pur essendo in un incubo, Patrick provò un brivido lungo la schiena che lo fece rabbrividire di brutto.
Provò, dimenandosi nell’oscurità, a vedere gli altri oggetti.
<<E’ inutile>> disse <<non si vede un fico secco!>>
Detto questo, provò ad aprire la tapparella della finestra vicino al letto, che, misteriosamente, era chiusa ed appena provò ad aprirla, non ci riuscì poiché era bloccata. Tra i fori della tapparella riuscì a scorgere alcune tavole di legno che sbarravano la finestra. Provò pure ad accendere la luce, ma non c’era corrente. Tutto in quella stanza gli risultava altamente assurdo e, senza volerlo, pauroso.
Tuttavia, nell’oscurità si riuscivano a scorgere il suo pc, la sua lampada e la sua scrivania. Anch’esse erano ricoperte di quella sostanza. Provò a toccarli, ma non avevano tatto. Tutto sembrava surreale. Notò pure che i quadri e le foto, oltre ad essere anch’esse coperte in parte da quella cosa, contenevano immagini che lui pareva non aver visto mai! Raffiguravano chiese, cimiteri, e uno pure un messaggio scritto col sangue che diceva <<YOU ARE DEAD>>, e in quello più grande, che si trovava sopra la scrivania, stava raffigurato un villaggio distrutto, posseduto dalle tenebre, che stava dietro ad una collina su cui stava una figura che assomigliava tanto ad un patibolo.
Si avviò verso la cucina.
L’oscurità l’opprimeva sempre di più.
Arrivato in cucina, ecco che si trovò uno spettacolo terrificante: oltre che essere interamente ricoperta da quella sostanza, era ricoperta pure di un’altra sostanza, stavolta rosso vivo. Aveva tatto e, dopo essersene assicurato, si accorse che era sangue. Si accorse pure che gli elettrodomestici, così come la dispensa, erano vuoti e guasti.
<<Ma com’è possibile tutto questo?>> pensò.
Una luce fioca illuminava la cucina, e in questo modo riuscì a scorgere un mobile, una cassettiera bassa in legno, che lui non aveva mai posseduto, ed era messa in una posizione tale che Patrick, nel sogno, non potè far altro che spostarla. Spostato il mobile spinto da una forza misteriosa che gli sussurrava <<Spostalo e vedrai... spostalo e vedrai...>>, si abbassò per vedere che cosa nascondeva dietro e notò che nel muro c’era una fenditura, una fenditura strana, che, se guardata attentamente, dava l’idea di una croce. Gli guardò dentro. Sembrava non esserci niente dall’altra parte. <<Ma che scherzo è questo?>>... ma neanche il tempo di formulare la domanda ecco che una faccia cadaverica e insanguinata cade a terra al di là della fenditura, all’improvviso, con un tonfo e un atteggiamento che fece fare un salto di tre metri a Patrick. <<AAAAAAAAAARGHHH!!!>>
Ripresosi dallo shock, Patrick alzò lo sguardo e vide sul tetto delle cose che non aveva visto pochi attimi prima: decine di facce terrorizzate, stampate sul muro e sul tetto, come un cielo stellato e le cui stelle sono dei volti cadaverici, che avevano il terrore nel volto e che a guardarli facevano rabbrividire.
Però, nel muro adiacente al divano in pelle, alla sua destra, c’era una faccia diversa dalle altre; era più chiara e sembrava 3D, quasi viva.
Si avvicinò per toccarla, facendo attenzione. Avvicinatosi, aguzzò lo sguardo ed ebbe l’impressione che quella cosa si muoveva.
Ma ad un certo punto ecco che una figura selvaggia e oscura, simile ad uno zombie, uscì da quella faccia.
Patrick venne aggredito, la figura lo sbalzò a terra e gli si mise di sopra, ma Patrick ebbe la freddezza di scansarsi e di cercare una via di fuga verso la porta.
Ma appena cercò d’aprirla si accorse che era sbarrata completamente da catene, lucchetti e assi di legno. Era in trappola. La figura avanzava verso di lui con un passo cadaverico e irregolare e nel momento in cui Patrick viene attaccato da quel coso, si svegliò.
Erano già le 8:05 del mattino.
Era sudato, pallido, e anche se era stato solo un terribile incubo, Patrick aveva un nonsoche che lo faceva rabbrividire.
Si alzò dal letto, si vestì e andò per prepararsi la colazione.
<<Pfui... che incubo... rimanere chiuso nella propria camera, con la porta sbarrata e persino con uno zombie alle costole... che cavolata...>>
Ma ebbe il tempo di dire queste parole, che si accorse, in uno sguardo fortuito, che l’incubo si era avverato.
Era rimasto chiuso in camera.
Freneticamente, facendo come un matto, Patrick cominciò a sbattere contro la porta, cercando invano di rompere le catene.
<<AIUTOOOOOOO!!!>> gridò, ma nessuno lo poteva sentire. Patrick in quell’albergo era come se non fosse mai esistito.