Nessuno lo vedeva ne lo sentiva… non poteva fare nulla, e il senso di impotenza non faceva altro che aumentare la sua angoscia. Gohan si scagliò contro Latan, in preda alla furia più cieca, cercando di colpirlo con un pugno, che però venne facilmente fermato dall’angelo caduto, che bloccò il polso del ragazzo con la mano destra. “Cosa pensi di fare, insolente?” lo rimproverò Latan per poi spezzargli il polso con la semplice pressione della sua mano destra. Gohan urlò per il dolore, mentre Latan lo sollevava verso l’alto, tenendolo per il braccio sulla cui sommità la sua mano era oramai inerte e abbandonata, come un quanto di gomma vuoto. “Gohan, no!!!” urlò Goku. “Tu sei l’essere più indegno di questa galassia, Gohan! Uno che possiede una forza come la tua ma che esita a farne uso rappresenta un insulto alla natura e alla legge del mio regno! Uno come te non merita di essere semplicemente annientato! Tu morirai lentamente! Tra atroci sofferenze!” tuonò Latan per poi penetrare con le proprie cinque dita nell’addome del saiyan, il quale spalancò gli occhi e la bocca, troppo sofferente persino per riuscire ad urlare. L’angelo caduto estrasse la propria mano grondante di sangue dal corpo di Gohan, stringendo tra le proprie mani una costola del povero figlio di Goku, brutalmente strappata dalla gabbia toracica. “Prima ti sei arrabbiato, non è vero? Deduco che lo spettacolo della morte dei tuoi familiari non ti è piaciuto! Da adesso non correrai più un tale rischio, visto che non vedrai più nient’altro…” disse l’angelo caduto per poi lasciare il braccio di Gohan, salvo riafferrarlo subito al volo per i capelli. “No Latan!!! Non lo fare!!!” urlò Goku, rendendosi conto dell’inaudita crudeltà del successivo martirio che l’angelo caduto avrebbe inflitto al proprio adorato figlio. Latan strinse nell’altra mano la costola strappata a Gohan, utilizzandola come un accetto acuminato per tranciare di netto gli occhi della propria vittima, la quale provò un dolore indicibile. “Sei un pazzo!!! Maledetto!!! Gohan!!!!” urlò Goku, che si sentì come impazzire innanzi ad un tale sadismo e ad una simile crudeltà. “Lascialo subito andare!!! Mostro!!!” urlò ad un tratto una nuova voce, di qualcuno appena sopraggiunto nel luogo dove si stava compiendo tale massacro. Goku si voltò subito e vide una figura ammantata di bianco, dalla pelle verde, che stava catalizzando il proprio potere in due dita, pronto a scagliare un colpo micidiale contro l’angelo caduto. “Piccolo!!!” lo riconobbe Goku. “Fossi in te non lo farei…” si limitò a dire Latan. Il namekiano, pazzo di rabbia, ignorò le parole dell’angelo caduto. “Makankosappo!!!!!” urlò il namekiano scagliando il proprio colpo verso Latan, il quale però con un gesto lo rispedì al mittente ad una velocità ancora maggiore rispetto a quella con cui era stato lanciato. Il colpo trapassò la fronte di Piccolo perforandogli il cranio da parte a parte, facendolo cadere al suolo, senza vita. “Penoso! Simili insetti dovrebbero girarmi alla larga! E pensare che lo avevo pure avvertito!” commentò Latan con disprezzo. “Piccolo…” mormorò Goku colmo di rabbia e disperazione.
“E ora torniamo a noi…” disse l’angelo caduto rivolgendosi di nuovo a Gohan, che teneva sempre stretto per i capelli. Goku sapeva che implorare l’angelo caduto di lasciare stare il proprio figlio non sarebbe servito a nulla visto che non poteva udirlo, del resto anche se questi avesse potuto farlo, il saiyan non confidava di poter ottenere misericordia per il proprio figlio da un essere tanto efferato. Senza pietà, Latan portò le mani all’altezza dell’inguine di Gohan, quindi disse “Mmm… non credevo li avessi… sai? Beh, in ogni caso direi che per uno smidollato come te sono superflui, sei d’accordo?” disse l’angelo caduto, per poi strappare brutalmente i testicoli al figlio di Goku. La sofferenza del ragazzo era indicibile, al punto che il ragazzo svenne. “Come si può essere tanto spietati? Latan… giuro che me la pagherai! Gohan… povero figlio mio!” pensò Goku con le lacrime agli occhi. “ Non mi sono controllato! E’ svenuto! Lo avrei voluto far soffrire di più, ma direi che può andare bene così!” e così dicendo Latan lasciò cadere il corpo del giovane saiyan. “Damnation!” tuonò l’angelo caduto. Per disintegrare il corpo di una persona svenuta sarebbe bastato molto meno, e quell’esagerazione era segno del sommo disprezzo di Latan: di un simile essere non doveva restare nemmeno la polvere. Goku era rimasto senza fiato, anche il suo adorato Gohan era morto in un mondo senza aldilà… ed era quindi sparito per sempre. “Levati quel ghigno dalla faccia! Ora ti batterai con me! Specie di uccellaccio!” disse ad un certo punto una voce. Goku sapeva che prima o poi sarebbe arrivato, ma la cosa di certo non lo rendeva felice dal momento che era conscio del fatto che nemmeno lui avrebbe potuto sconfiggere Latan e che sfidandolo si votava a una fine certa. “No… pure tu, Vegeta…” furono le uniche parole che il saiyan riuscì a proferire. “Tu sei Vegeta… il principe dei saiyan! Non sei tenuto a batterti con me! Vorresti metterti dalla mia parte? Sono certo che insieme faremmo grandi cose!” propose Latan. Allo stesso modo di Goku, anche Vegeta rappresentava un essere che l’angelo caduto considerava degno di stima, in quanto persona che viveva per combattere e che ben si adattava al profilo ideale delle persone che dovevano popolare il suo universo. “Tsk! Vuoi scherzare? Io non mi metto dalla parte di nessuno! Io combatto solo per me stesso! Chiaro?” ribatté il principe dei saiyan. “Prima di metterti contro di me, voglio che tu sia cosciente di una cosa! Hai presente quel Goku, o Kakaroth, come lo chiami tu, che tanto brami di superare? Beh, l’ho ucciso! Pensi quindi che avresti speranze contro di me?” disse il guerriero dalle ali nere. Nell’udire queste parole, Vegeta rimase sconvolto… ma presto lo stupore divenne rabbia. Come aveva osato quel perfetto sconosciuto far venir meno l’obbiettivo che il saiyan si era prefisso in tutti quegli anni? Sarebbe dovuto essere lui a sconfiggere Kakaroth, e nessun altro. “Come hai osatoooooooo!!!!???” urlò Vegeta scagliandosi contro Latan, il quale però evitò ogni colpo del saiyan con irrisoria facilità, per poi schiantarlo al suolo con un attacco a due mani. Vegeta provò a rialzarsi, ma Latan gli atterrò con un piede sulla testa, facendogli affondare la faccia nel fango. Goku comprese che l’angelo caduto lo stava facendo apposta per umiliare Vegeta. Affondare con la faccia in quella melma era un affronto per un uomo orgoglioso quale era il principe dei saiyan, e questo Latan lo sapeva bene. “Visto che la fine di Goku ti sta tanto a cuore, ti eliminerò nello stesso modo in cui è morto lui! Ritieniti un privilegiato! Perire sotto Ebonrule non è cosa concessa a molti!” esclamò Latan per poi trafiggere il saiyan alla schiena con la propria spada infernale. Il sangue schizzò da ogni parte come una macabra fontana. Il colpo era stato mortale, e la salma senza vita del principe dei saiyan era immobile al suolo, immersa nel sangue e nel fango. Una morte indegna per un guerriero valoroso come Vegeta. Senza una parola, Latan si alzò in volo sino a giungere nello spazio aperto, nel quale dimostrò di potere resistere senza problemi, quindi con tono di chi emette una sentenza disse “Questo è un pianeta di sovversivi! Non lo voglio nel mio universo! Pertanto preferisco che sparisca per sempre!”. Senza altro aggiungere, Latan scagliò una Damnation di dimensioni colossali, facendo deflagrare l’intero pianeta Terra in un fragoroso boato.
Goku spalancò gli occhi e si ritrovò disteso al suolo, nell’aldilà. Era stato tutto un incubo? No, non avrebbe saputo dimostrarlo ma in cuor suo il saiyan sapeva che era stato un presagio. In qualche modo aveva avuto una finestra sul futuro. Quello sarebbe stato esattamente quanto sarebbe avvenuto se Latan avesse trionfato. E sapeva anche che non avrebbe mai potuto permetterlo. “Non ho idea di come farò… Latan!” pensò tra se e se Goku, mettendosi a sedere. “Ma io ti fermerò! Non permetterò mai che quanto ho appena visto si realizzi! Non mi interessa se sei invincibile o immortale! Io ti fermerò! Lo giuro!” mormorò il padre di Gohan alzandosi in piedi. Latan rimase sorpreso nel vedere Goku rialzarsi e disse “Ma tu… non muori mai?”. Goku assunse un’espressione determinata “Certo che morirò… ma tu non sarai qui per vedermi morire Latan! Perché io ti annienterò!!!”.