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Demente precario
EPISODIO 117: FACCIA A FACCIA
Nel frattempo, lo scontro tra Elore e Zangya infuriava. La battaglia tra quelle due guerriere sembrava la prova vivente volta a sfatare il teorema che vedeva le donne considerate come “sesso debole”. Malgrado la costituzione apparentemente esile, le due avversarie non lesinavano nell’affrontarsi in violenti corpo a corpo. Boati continui risuonavano nell’aria, e il cielo rosso di tramonto veniva illuminato continuamente da lampi luminosi, frutto dello scontro tra le due aure, che gli facevano ad intermittenza assumere un’innaturale tinta rosea. Con rapidità felina, Zangya riuscì ad aprirsi un varco nelle difese di Elore, riuscendo, prima che questa potesse perdere consistenza, a sferrarle una poderosa ginocchiata al bassoventre. La zefiriana accusò palesemente il colpo, e le risultò del tutto impossibile difendersi anche dal successivo attacco di Zangya, la quale la colpì alla schiena incurvata con un violento attacco a due mani facendola precipitare verso il basso. Non paga, Zangya sollevò entrambe le braccia sopra la testa accumulando una considerevole quantità di energia, per poi scagliarla, sottoforma di un’immane onda arancione, contro l’avversaria. Elore, tuttavia, riuscì con una piroetta ad evitare l’impatto con il terreno, fermandosi a mezz’aria, pronta a difendersi dall’attacco di Zangya. La sua reazione fu rapida e perfetta. Attese che l’onda della zardiana fosse giunta vicinissima a lei per poi perdere consistenza, lasciando che l’attacco le passasse attraverso. Quindi, sotto gli occhi di una esterrefatta Zangya, Elore riapparve nella stessa posizione in cui si trovava prima che l’attacco della seguace di Borjack vi transitasse. “Ancora quella maledetta perdita di consistenza! Questa abilità è una grana non da poco! Non c’è che dire!” pensò tra se e se Zangya. Prima che potesse reagire, Elore le fu addosso, colpendola al volto con un violento gancio destro. L’impatto fu violentissimo, e Zangya fu scagliata diversi metri all’indietro. “Devo giocare d’astuzia per coglierla di sorpresa! Ho l’impressione che lei accusi i miei colpi con molto più patema rispetto a come io incasso i suoi! Non penso vi sia una differenza enorme tra me e lei, ma un po’ più forte lo sono di sicuro!” pensò Zangya, per poi arrestare la propria traiettoria in volo, pronta ad un immediato contrattacco. “Era un pugno sferrato con tutta la forza… ma è riuscita a incassarlo ottimamente! Questa ragazza ha una forza spaventosa! Devo stare attenta…” pensò Elore, non riuscendo a celare in volto come fosse estremamente impressionata dalla potenza di quella donna dai capelli arancioni. “Prendi questo!” urlò Zangya scagliando contro Elore una moltitudine di sfere di energia verde. La zefiriana socchiuse gli occhi. Le sfere erano molto luminose e le disturbavano considerevolmente la vista. Pur col campo di vista limitato, Elore decise di perdere consistenza consentendo alle sfere di passarle attraverso allo stesso modo, ma quando anche le ultime sfere l’ebbero oltrepassata, la zefiriana si accorse di come Zangya fosse sparita. Si rese allora conto di come quello che sembrava essere un’offensiva vera e propria, non fosse altro che un diversivo, allo scopo di distrarla. Prima, infatti, che potesse rendersi conto di qualsiasi cosa, Zangya le piombò addosso dall’alto colpendola con un calcio volante. Prima che Elore potesse reagire, la zardiana utilizzò di nuovo i propri filamenti allo scopo di immobilizzarle le braccia, quindi la colpì con una ginocchiata alla schiena. “Questa volta non mi scappi! Fintanto che ti colpisco non hai la possibilità di concentrarti per utilizzare la tua abilità! E io non ti darò tregua!” disse Zangya per poi gettarsi in picchiata trascinando Elore verso il basso, sbattendola violentemente contro il terreno sottostante. Quindi Zangya allargò le braccia sollevandole verso l’alto, in modo che quelle di Elore assumessero la medesima, inerme, posizione. Gli impatti ripetuti e violenti avevano visibilmente stordito la zefiriana, che versava passivamente, in ginocchio, alla mercé dell’avversaria. “E adesso te la faccio pagare!” sorrise perfidamente Zangya per poi cominciare a colpire ripetutamente Elore con violenti calci alla schiena. “Ahia! Basta! Sei cattiva! Ahia!” si lamentava Elore mentre Zangya la martoriava con colpi violenti e ripetuti. “Stai zitta! Mi dai i nervi! Non sai nemmeno soffrire con dignità!?” disse Zangya irritata colpendola sempre più violentemente per poi concludere la sequenza con un calcio di tallone sferrato a piena potenza. Elore emise un rantolo soffocato, sgranando gli occhi per la violenza del colpo subito. Non paga, Zangya strinse i pugni tirando a se i fili, facendo inarcare all’indietro le braccia di Elore, in posizione dolorosamente innaturale. In preda agli spasmi del dolore, Elore riuscì comunque a trovare le forze per parlare “Quanta violenza! Il risentimento nei confronti dell’universo intero ti ha trasformata fino a questo punto… devi avere sofferto tantissimo…” disse debolmente la zefiriana. Zangya sgranò gli occhi “Ma tu… si può sapere chi sei? Cosa ti fa pensare che io un tempo sia stata diversa?” chiese l’aliena con aria basita. A quel punto non poteva più essere un tirare a indovinare volto a confonderla. Elore doveva per forza sapere qualcosa su di lei che in teoria non aveva ragione di sapere. “Non lo penso! Lo so! Aaaaaaah!!!” urlò Elore per poi concentrare tutta la propria aura nelle braccia. Quindi con un enorme sforzo riuscì a usare gli stessi filamenti di Zangya per trascinarla in avanti, facendola passare sopra la propria testa e sbattendola a terra innanzi a lei. Con una reazione micidiale la zefiriana era riuscita a ribaltare totalmente la situazione a proprio vantaggio, e ora era la propria avversaria a trovarsi in difficoltà. Elore afferrò i filamenti nei palmi della mani iniziando a far ruotare Zangya sopra la propria testa ad altissima velocità mandandola a sbattere continuamente contro i picchi rocciosi che circondavano la zona, i quali crollavano uno dopo l’altro per la violenza con cui il corpo di Zangya collideva con essi. Ad un tratto però Zangya riuscì a riprendere padronanza dei propri poteri e dissolse i fili, atterrando in piedi innanzi ad Elore. La zardiana era piena di lividi e con il fiatone, mentre anche Elore era piegata su se stessa, visibilmente provata per i colpi subiti. “Inizi a perdere colpi eh Zangya?” disse Elore con un sorrisino beffardo “Pian piano inizi a sentire la fatica! Io invece non ho un organismo come il tuo… e non mi stanco mai! Oramai l’esiguo divario che c’era tra noi si è annullato, e andando avanti così sarà sempre peggio, per te si intende…” spiegò la zefiriana. Zangya non rispose. Quanto affermato da Elore era del tutto inconfutabile, e la zardiana non poteva che prendere atto del fatto di trovarsi in guai grossi. “Bene… vedo che sono riuscita a domarti… tigrotta! Hihihi! Direi che quindi ora possiamo parlare! E tu mi ascolterai, non è vero?” fece Elore strizzando l’occhio alla propria avversaria.
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