"Milioni di persone sono convinte che Andreotti sia stato assolto, mentre non è vero niente; la sentenza definitiva scrive che Andreotti è stato mafioso fino alla primavera del 1980 e che il reato lo ha commesso ma si è prescritto"
"C'è scritto che Andreotti aveva rapporti organici con i boss di cosa nostra Stefano Bontate, Tano Badalamenti; discuteva con loro del delitto Mattarella prima e dopo che venisse ucciso il presidente democristiano della regione siciliana"
"Quindi, secondo te, la mafia, anche parlandone in chiave attuale, non ce la fanno più vedere, in un modo o nell'altro?"
"Non ce la fanno più vedere nella sua vera fisionomia, cioè nella fisionomia di un'organizzazione criminale e di potere. Ce la fanno vedere a fumetti, con la rappresentazione folcloristica del mafioso con la coppola e con la toga, del villico con la barba lunga che viene arrestato con i pizzini in tasca, con il folclore di Provenzano travestito da vescovo; i cunicoli, le fughe, le masserie, gli ovili; non ce la fanno vedere per quello che è completamente; la mafia è anche quella realtà ma non è solo quella realtà; se fosse solo quella realtà avrebbe già fatto la fine che ha fatto il clan dei Marsigliesi e che hanno fatto tutte le organizzazioni criminali e basta. Invece questa è un'organizzazione criminale e di potere, e quando la si è toccata anche come organizzazione di potere, inevitabilmente si è dovuto processare i protettori, i colletti bianchi, che sono la vera assicurazione sulla vita della mafia; sono quelli che garantiscono alla mafia di sopravvivere da 150 anni, cosa che non sarebbe possibile se la mafia fosse soltanto coppole e lupare. E quindi la rimozione è partita dall'informazione"
"La mafia è debole quando spara; spara quando è debole. Quando può evitarlo, lo fa volentieri; convive con lo Stato, mentre lo Stato convive con la mafia"
"Si è passati dalla convivenza all'alleanza, e non è alleanza con questo o quel partito, perchè la mafia non ha partiti; la mafia sta con il potere"