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"L'uomo non vivrà in questo modo in quanto uomo, ma in quanto in lui c'è qualcosa di divino" Aristotele Mia FF: "Al di là delle apparenze". 59° Cap!
Sono guarito!
Oggi posto il nuovo episodio![]()
SI TORNA A CASA
Il caldo sole pomeridiano stava lentamente tramontando.
Nonno e nipote si trovavano faccia a faccia fuori dall’abitazione,di li a poco il nuovo guerriero sarebbe tornato a casa dalla sua famiglia.
-Il tuo addestramento è finito,come ti ho già detto sei diventato un bravo combattente ma nonostante tutto non sei riuscito a battermi e questo ti dimostra come nel mondo ci sia sempre qualcuno che conosce le arti marziali meglio di te ed è per questo che non devi mai peccare di superbia,vinci umilmente e accetta la sconfitta ancora più umilmente,ricordatelo sempre-
-Lo ricorderò nonno.In questi dieci anni sono stato benissimo con te,ho imparato moltissime cose e non solo sull’arte del combattimento ma anche sulla vita di ogni giorno,ho appreso importanti lezioni di vita che mi accompagneranno sempre aiutandomi a perseguire una strada giusta e pulita.Grazie nonno-disse il ragazzo abbracciando Fun che compiaciuto della sua opera non potè fare a meno di sorridere e di ricambiare l’affettuoso gesto del nipote.
-Prima che tu vada,potresti dirmi il motivo che ti ha spinto a diventare un mio allievo?Possibile che sia ancora quello di un tempo?Vuoi davvero diventare un attore e praticare le arti marziali in uno show o in un film ?-
-Sarai tu stesso a sentire il mio nome,vedrai i frutti di tuo nipote!-
Ed dopo aver alzato il pollice verso il nonno il ragazzo sorrise a trentadue denti per poi cominciare a correre in direzione della foresta.
Per ben dieci anni si era addestrato in compagnia del nonno,aveva fatto tutto ciò che quest’ultimo gli aveva detto senza mai lamentarsi con l’unico pensiero che un giorno avrebbe fatto ciò che più gli piaceva.
Era stata dura ma ce l’aveva fatta,l’addestramento era concluso ed ora poteva vantarsi di essere un potente guerriero capace di praticare al meglio varie discipline di combattimento.
La sua velocità rispetto a dieci anni prima era aumentata in modo esponenziale e questo lo si poteva osservare benissimo guardandolo correre per la foresta.
Sembrava una saetta color rosso,sfrecciava da un punto all’altro compiendo grandi balzi,rapido e veloce più che non mai eseguiva perfetti slalom tra cespugli e alberi senza rallentare la sua già elevata corsa.
Instancabile continuava a correre verso casa,non vedeva l’ora di poter riabbracciare sua madre,gli era mancata non poco durate l’addestramento.
Ora finalmente poteva rivederla,poteva raccontargli tutto ciò che il nonno gli aveva insegnato,tutte quelle lezioni morali e di combattimento,tutti quei pomeriggi passati a vedere il tramonto,già il tramonto,adorava vederlo in compagnia del nonno.
Una parte di lui era già a casa,si immaginava davanti alla madre in totale eccitazione mentre iniziava il suo lungo racconto per poi esporgli i suo progetti futuri.
Ed ecco che la sua mente si sposta ad un altro lasso di tempo,al futuro.
Si trova in uno studio cinematografico,abbagliato dai riflettori mentre una voce esclama: -Ciak si gira!-
Sentendo quelle ormai famose parole il suo corpo inizia a muoversi come un automa mentre sbaraglia orde di uomini mascherati che gli si parano contro.
Colpo dopo colpo il suo stile di lotta sembra infermabile,implacabile e gli occhi del registra si illuminano come se fossero fatti d’oro.
Quelle scene d’azione così reali ma allo stesso tempo così impossibili avrebbero sbalordito chiunque l’avesse viste.
Poi ad un tratto la sua corsa si ferma bruscamente,un nome gli riempie la testa:Kentaro.
In quegli otto anni di vita trascorsi a casa il padre non aveva mai mostrato una nota di affetto,di amore paterno.
Mai un abbraccio o una carezza,mai una parola di conforto,mai.
A testa bassa si interrogava su questo ma non riusciva a trovare una spiegazione sul perché il padre si comportasse in modo così freddo con lui.
Eppure non aveva mai creato nessun tipo di preoccupazione alla famiglia,era sempre stato un bambino tranquillo ma il padre non l’aveva mai considerato e questo lo faceva soffrire.
Quando lo chiamava e da lui non riceveva mai risposta lo rendeva triste,molto triste.
Fortunatamente a colmare ciò c’era la madre,affettuosa e gentile come non mai,la bella e dolce Kishimoto.
-In questi dieci anni non ho mai ricevuto una lettera da mio padre,o forse dovrei semplicemente chiamarlo Kentaro- esclamò tra se e se lo sconsolato ragazzo.
Era strano come la gioia che aveva un attimo fa si fosse trasformata in inquietudine al pensiero che avrebbe rivisto anche il padre,se così si poteva chiamare.
-La mamma me ne spediva una ogni settimana, mentre lui manco una al mese ,non si è mai interessato a me,non gli importa nulla se sto bene o male,per lui è come se non esistessi-
Ci fu un istante di silenzio in cui gli unici rumori erano causati dal cinguettio di alcuni uccellini posti sopra i rami degli alberi.
-Perché si comporta così?!-gridò Seiryu colto da un attimo di ira.
Non riusciva a capire,era stato assente per bene dieci anni e suo padre non gli aveva mai mandato una lettera per sapere come stava.Non riusciva a crederci eppure se ne doveva fare una ragione.
Poco male si disse,ormai aveva raggiunto la prima parte del suo scopo,diventare un guerriero,ora non gli restava che dare il via a quello che era il suo sogno.
La freddezza del padre non avrebbe potuto ostacolarlo,così si disse ma il suo cuore iniziava a tingersi di un denso e oscuro nero.
Riprese la sua corsa ma dopo poco una voce attorniò la foresta.Fredda a cupa metteva i brividi al solo sentirla.
-La profezia sta per compiersi,vai a casa Seiryu e riportami nel tuo mondo-
-Chi ha parlato?!-gridò leggermente spaventato il ragazzo.
Nessuno rispose,forse era stato frutto di un attimo di smarrimento causato dal ricordo del padre,oppure cosa?
-Il nonno deve avermi colpito troppo forte,ora sento anche delle voci-affermò mettendosi una mano dietro la nuca-dai calmati-si disse-sei solo stanco ora torni a casa e potrai riposarti-
Il pensiero di diventare un famoso attore lo riportò al sorriso il quale non sarebbe durato molto.
Corse per altri dieci minuti finchè in lontananza non intravide la sua città natale Soso,piccola ma bella più che mai.
Ora non gli restava che tornare a casa e poter riabbracciare finalmente sua madre.
Corse per le viuzze presenti nella piccola cittadina,la gente del posto lo guardava sorpresa,non avevano idea di chi fosse quel ragazzo che con tanta velocità sfrecciava per lo loro città.
I muscoli delle gambe iniziarono a pompare sempre di più aumentando notevolmente la velocità di corsa del ragazzo che voleva al più presto tornare a casa.
Così finalmente dopo pochi minuti si ritrovò davanti alla porta di ciò che era la sua casetta, piccola ma confortevole proprio come Soso.
Sorrise felice e a gran voce esclamò: -mamma sono a casa!-
Bentornato! Vedo in piena forma da quest'episodio!
Stupendo! Seryu torna a casa! Con 1 bizzarro sogno x la testa! Ed ecco che il cattivo si avvicina all'obbettivo! Bene!
Povero ragazzo! Il padre lo odia e lui neppure se ne rende conto! Che sia questo a far realizare la profezia!?
Via Tigre! Son sempre + curioso!
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