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  1. #201
    Senior Member L'avatar di Francesco Tenni
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    Smile "Addendum" finale.

    Aggiungo, inoltre, che non ho, sempre, tempo, di rispondere a tutte le critiche che vengono avanzate sul mio operato. La cosa mi deprime un po' (sono serio). E' anche per questo che non sembra sarebbe una cattiva idea che io smetta di scrivere sul topic che curo (che, ai più, sembra essere inutile e, può essere, lo è) e sul forum tutto. Sarebbe, forse, giusto così.

    "Posto" questo addendum anche nella discussione sul test. Non so se, nella giornata odierna, avrò più occasione di rispondere agli Utenti.

    Saluti cordiali.

    Francesco Tenni
    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

  2. #202
    Senior Member L'avatar di Francesco Tenni
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    Exclamation Dimissioni.

    Ringrazio di cuore Empty ed Hyde per i loro interventi.

    Chiudo e vi racconto una cosa.

    Tempo addietro scrivevo di Linguistica e di Archeologia su di una rivista specializzata di Archeologia e su di un giornale locale.

    Mi andai ad imbattere, non so come, senza volerlo, in una polemica linguistico-archeologica sulla presenza o meno degli Etruschi nell'Alessandrino, tesi sostenuta da una "cagnone" univeritario di un Ateneo del Nord Italia. Mi permisi, garbatamente, di essere in contrasto con la sua tesi, e di dire la mia. Da quel momento, senza che io avessi fatto qualcosa di reale, perchè accadesse, la polemica si scatenò, ferocemente, su diverse riviste, su giornali locali (se ne organizzò, anche, un convegno, denigratorio nei miei confronti) ed altrove. Tutti sostenevano la tesi degli Etruschi nell'Alessandrino e, senza nemmeno sapere chi fossi, se la prendevano, "crudelmente", in maniera personale, con me. Fino a qui, nessuna difficoltà. Ribadivo, serenamente, le mie convinzioni. Ad un certo punto, nondimeno, la polemica degenerò, ed i miei detrattori iniziarono ad insultare ed a prendersela non solo con me, ma con la mia famiglia, con il mio Ateneo e con i miei colleghi di lavoro. Fu sconvolgente. Dopo un po' di questo "tira e molla", stanco ed amareggiato, ferito dalle critiche che toccavano, immotivatamente, persone a me molto vicine, abbandonai la polemica, la rivista ed il giornale, senza più rispondere ai miei "avversari", che cantarono vittoria. Dopo un po', la polemica finì e, oggi, nessuno se ne ricorda più. A cos'è servita? A niente.

    Ebbene, da allora ho afferrato quando arriva il momento di ritirarsi. E penso che, qui, sia arrivato.

    Dunque, rassegno, seduta stante, le mie "dimissioni" irrevocabili dal topic dei "consigli letterari" e dal forum. Non scriverò più suggerimenti di lettura (anche a causa del fatto che sembra che io non sia capace di farlo) e non proporrò più discussioni in Free Talk. E non perchè sono un bambino dell'asilo, ma perchè sono, come nell'occasione descritta sopra, amareggiato e stanco.

    Spero che il topic dei "consigli letterari" possa andare avanti, "nutrito" dai suggerimenti degli altri Utenti che, sono sicuro, sapranno operare meglio di me.

    Mi scuso con Derfel per non poter ottemperare alla promessa che gli feci inerente il topic dei "consigli letterari", ma, come capirà, non esistono più le condizioni minime per proseguire nell'incarico. Mi scuso, inoltre, con quegli Utenti (pochi, a dire il vero), che hanno apprezzato, almeno nell'intento intrinseco, i "consigli letterari".

    Poi, come chiunque, quando viene sfiduciato, dovrebbe ritirarsi e porgere le proprie dimissioni (non mi prendete in giro. Mi esprimo metaforicamente), essendo stato, praticamente, sfiduciato, mi dimetto.

    Ringrazio affettuosamente tutti gli Utenti che mi hanno voluto bene ed anche (anche se un po' meno) quelli che bene non mi hanno voluto.

    Con amarezza lascio la mia "attività" sul forum, sicuro, nondimeno, che questa mia decisione possa portare più serenità nel forum stesso. Lascio l'attività scrittoria sul forum, inoltre, per non ripetere, sempre, all'infinito, con chi polemizza con me, le stesse cose. Ognuno continuerà a pensarla come la pensa, ed è ok così.

    Saluto affettuosamente tutti gli Utenti.

    E' stato, come si dice, un piacere ed un privilegio stare insieme a voi.

    Auguro a tutti ogni bene!

    Statemi bene!

    Francesco Tenni

    P. S.: ad oggi, non c'è traccia alcuna rilevante di presenza di Etruschi nell'Alessandrino. Questa, nondimeno, è un'altra storia.
    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

  3. #203

    Predefinito “Segrete volte del tempo”, Stephan A. Schwartz

    L’autore indaga con questo libro sulla storia dell’archeologia parapsichica, sui suoi nessi, sul suo contributo sia alla scienza dell’archeologia sia all’esplorazione della coscienza. Rivela casi affascinanti di ritrovamenti in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Russia, in Francia, in Canada, tutti da attribuire direttamente a ricerche parapsichiche, e dipinge ritratti avvincenti dei sensitivi descrivendo le loro portentose scoperte.

  4. #204
    Senior Member L'avatar di Francesco Tenni
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    Arrow Annuncio.

    Ho ricevuto un messaggio privato che mi ha sorpreso. Ed è il motivo di questo mio intervento sul topic. Non avrei mai creduto di trovare, su questo forum, una persona che mi capita di conoscere - e bene (come si può dire una cosa del genere?) - nella vita privata. Soprattutto, non mi aspettavo che questa persona non mi rivelasse la sua identità per tutto questo tempo, pur seguendo, silenziosamente, i miei "scritti". Se sia un caso o no, non mi interessa. Sembra una caso, in ogni caso, e potrei andare avanti con i giochi di parole. E adesso, questa persona, si fa viva, e mi scrive delle cose che non mi riesce bene di capire. Può essere, anche, che le capisca troppo bene, il che è lo stesso, e che non mi vada, per nulla, di pensarci sopra. In ogni caso, non ho voglia di raccontare altre mie cose personali, se così si vuole dire. Questa potrebbe, anche, essere tutta una "balla" (prevengo, così, chi vorrà dire una cosa simile), intanto Francesco Tenni, come si sa, è abituato a raccontare frottole a destra ed a manca. Tra le altre parole che ho letto, colei che mi ha scritto mi dice di non lasciare i "consigli". Capirai che sforzo. Che sforzo suo, intendo. La gente è troppo buona, alle volte. Le rispondo che, visto che me lo chiede, vedrò di cambiare, leggermente, il mio antecedente proposito, senza eliminare la mia volontà di "ritiro". Questo, in nome dei "vecchi tempi". E perchè mi sembra troppo impalpabile, la storia, per essere verosimile. Qualcuno non l'ha raccontata giusta, replico a colei che mi scrive, molti pensano che sia io quello che ha fatto l'"intruglio", mano a mano che vado avanti, mi rendo conto che c'è qualcosa di non lineare, nella faccenda (sì, sì, dite pure che quello non lineare, nella faccenda, sono io, intanto Francesco Tenni si è rotto le scatole di rispondervi, e vi lascia dire tutto quel che volete, ringraziando sentitamente e deferentemente). E, sottolineo a colei che mi ha scritto, che, a quel che può apparire, non me ne importa niente di niente. Una vecchia poesia, di tempi che non mi va di ricordare, diceva, all'incipit: Dimentichi che sei sposata[...]. Aveva un tono profetico? Sarebbe auspicabile che mi sforzassi di ringraziare delle belle parole (il titolo di un'altra, vecchia, scialba, insopportabile, sdolcinata poesia?). Non lo desidererei fare, visto che non devo niente a nessuno (se non al Signore ed a R. M.) e che non mi vergogno di affermare quanto ho affermato. Mia cara amica, figura del nostro stravagante (ma estremamente ordinario, tranquilla!) passato, se proseguo a scrivere due righe, ogni tanto, lo faccio in tuo onore, in memoriam di un passato che, se dovessi esso rivivere, preferirei mangiare il ferro. In ogni caso, occorre avere rispetto di quello che si è fatto, se non si è fatto il male. E, siccome, speriamo, io il male non ho fatto, rispettando quel passato, seguo, secondo modalità mie personali, il tuo invito, invitandoti, a mia volta, a non scrivermi più, in privato o, se, nonostante tutto (un'altra poesia, quella delle terme, ricordi?), vuoi scrivermi ancora, di inviarmi cose da leggere più semplici da afferrare, più ancorate alla bieca, quotidiana realtà che, oramai, è tutto quello che mi resta ed è il "luogo" dove vivo.
    Ti lascio, cara amica, scrivendoti i versi che più abbiamo amato. Forse a contrasto, visto che, nè tu nè io, in fondo, abbiamo rispettato troppo i dettami del poeta (o forse sì, ed è per questo che ci si è rotti troppo le ossa? E' una bella domanda, per te. Vedi un po', senza rispondermi, se saprai ad essa rispondere. Vale tibi sibi mihi!):

    "Beauty is truth, truth beauty", - that is all
    Ye know on earth, and all ye need to know.

    Non avendo alcuna intenzione di spiegare ad alcuno quanto sopra scritto, comunico quanto segue.

    A causa di alcuni motivi strettamente personali, che non negano, nè inficiano assolutamente quanto sostenuto nei giorni trascorsi, riprendo, secondo diversa e modificata modalità, i "consigli letterari". Nondimeno, a meno di "catastrofi naturali", non prenderò più parte attiva al forum, nè inizierò nuove discussioni in Free Talk. Mi limiterò a proporre, di quando in quando, qualche "consiglio". I suggerimenti di lettura, precisiamolo all'ennesima potenza, sono nient'altro che suggerimenti. Non avendo ricevuto indicazioni dagli Utenti, richieste molte volte, mi risolvo di consigliare quello che mi va agli Utenti stessi (anche l'Hypnerotomachia Poliphili che, a dispetto del titolo scoraggiante, è un testo bellissimo). Se i "consigli" non vanno bene a qualcuno, questo qualcuno deve, soltanto, non leggerli od uscire dal topic. Visto che, in passato, mi sono impegnato troppo, rispetto alla consistenza della "cosa", avviso che i "consigli" non saranno più aggiornati quotidianamente, ma ne scriverò quando avrò voglia (e quando mi sarà possibile) e secondo strutturazioni che mi sembreranno idonee. Due volte alla settimana sembra, può essere, troppo. Per accontentare qualcuno, vedrò di non tracciare soltanto "consigli", ma di "recensire", brevemente, l'opera suggerita. In ogni caso, così, sembrerà (?) che io abbia sul serio letto l'opera stessa, e che io non millanti la conoscenza di questi enormi capisaldi letterari, poichè anche questo si deve provare, quando si consigliano dei libri, e poichè, in effetti, è sempre stato uno dei miei sogni di bambino consigliare agli altri libri che non ho mai letto. Un po' come, ad un tale che ti chiede, al centro della strada, indicazioni per un luogo che non conosci nemmeno tu, indicare un percorso immaginario, e spedirlo chissà dove. Wow, strepitoso (anche se non troppo originale)!

    Naturalmente, è inutile dire che consiglio solo "roba" che ho letto e che non attingo, se non là dove indicato, come per il caso di Conan Doyle, da elenchi bibliografici. Ho la fortuna, grazie all'impegno dei miei genitori ed alla mia natura di bibliofilo, di possedere una biblioteca personale piuttosto ponderosa, che conta quasi 30.000 volumi. Grazie al mio "mestiere", devo leggere tantissimo, ogni volta che posso. Questi sono, dunque, gli "elenchi bibliografici" ai quali faccio riferimento. E non ho bisogno, al momento attuale, di altri. Rinnovo, ma so che saranno parole urlate nel deserto, l'invito agli Utenti a sottopormi indicazioni, consigli, suggerimenti, discussioni. Il tutto, naturalmente, in un'ottica costruttiva. Finora ho sempre risposto a chiunque mi abbia interpellato, a seconda delle mie possibilità. Da questo momento, per rispetto, s'intende (?), non risponderò più a chi mi insulterà od a chi si metterà a fare dell'ironia fine a se stessa. Io scrivo "consigli di lettura". Li scrivo se c'è qualche Utente interessato. Ma non li scrivo per me. Io, per quel che mi riguarda, non ne ho bisogno. Dunque, premettendo di metterci tutto il mio impegno e tutta la cura possibile, affermo che, dei "consigli" stessi, mi importa in quanto "servizio" che, per il sottoscritto, non è, affatto, essenziale (e non lo è per nessuno, naturalmente). Se vanno bene così, ok. Se no, tante scuse, e chi non li vuole leggere, eviti di leggerli. Se mi date suggerimenti, li seguo. Se non me li date, vado avanti per la mia strada e non lamentatevi, a posteriori, e senza darmi indicazioni utili nemmeno durante il vostro lamentarvi, se non consiglio quel che vi sembra adeguato. O, se volete lamentarvi, fate pure. Ma non lamentatevi, poi, se non vi rispondo. Se vi volete lamentare anche di quello, beh, avete vinto voi. Non ho più voglia di declinare il verbo "lamentarsi".

    Chiudo scrivendo una cosetta che non importerà a molti, ma che è doveroso che io scriva.

    Ho contratto, in sede di questo forum, un grosso debito di gratitudine con due Utenti: Hyde, che reputo essere una persona straordinaria e di grande umanità, e l'Ammiraglio Byrd, che è un amico a 360°, di quelli che si incontrano una sola volta nella vita. Se questo è un "gioco a premi", voi avete vinto il primo premio.

    Sono fortemente grato, inoltre, in maniera più o meno "larga", ad altri Utenti. Nell'ordine: EmptyWords, persona intelligente ed onesta, IISNT, che si è dimostrato persona onesta e di larghe vedute, dalla mente aperta e dai giudizi garbati, Darkito, persona corretta e buona, sentinel, Utente che non conosco molto, ma persona sensata, will e spadaccino silente, che hanno avuto, per me, sempre parole gentili.

    A tutti costoro vada il mio "Grazie!" più sincero. Non mi dimenticherò di voi.

    I "consigli letterari" riprenderanno, forse oggi, o, può essere, a partire da domani, quando mi sarà possibile, se mi sarà possibile.

    Rivolgo, naturalmente, un rispettoso saluto a tutti gli Utenti, ringraziandoli dell'attenzione.

    Francesco Tenni




    P. S.: se qualcuno di voi mi ha lanciato qualche accidente, in queste giornate, lo prego di smetterla, se non mi vuole distruggere completamente, annunciandogli, con soddisfazione (sua), che gli accidenti hanno colpito. Sono stato "devastato" da una specie di raffreddore / influenza di rara potenza e, l'altro giorno, mi sono rotto un dito della mano (un altro!) durante gli allenamenti della mia squadra di calcio. Peccato, nondimeno, che il dito rotto non mi impedisca di scrivere al computer. In ogni caso, prego chi mi ha lanciato l'anatema (se lo ha lanciato) di smetterla e di ritirarlo, visto che le mie attuali condizioni sono piuttosto "pericolanti" e che la "sofferenza" si fa sentire molto. Ringrazio sentitamente e saluto con stima.

    P. S. II: cara amica, come vedi, ho accettato, subito, il tuo invito. Bravo, Francesco! Brava amica! And now, cosa succede? Sarebbe utile cosa poterlo sapere.
    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

  5. #205
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    Post Stéphane Mallarmé. Cenni biografici.

    Tra gli Utenti che ho citato nel mio messaggio antecedente, ho trascurato L0rd C. Mi scuso con lui, perchè si è dimostrato, nonostante la sua giovane età, uno tra gli Utenti più interessati e propositivi, estensore, tra l'altro, di alcune delle pochissime proposte sensate per i "consigli letterari" che ho ricevuto. Lo ringrazio e gli paleso la mia stima.

    Avendomi proposto di scrivere qualche suggerimento sui cosiddetti "poeti maledetti" francesi, provo a seguire il suo consiglio, e stendo qualche cenno biografico su Stéphne Mallarmé.

    Stéphane Mallarmé (Parigi, 1842 - Valvins, 1898), poeta francese.
    Nacque da una famiglia di amministratori del Registro. La perdita del padre, a cinque anni, la scomparsa della sorella Marie, un piccolo impiego statale, il quale apportava periodiche umiliazioni, ebbero, può essere, qualche peso come accumulo di frustrazioni. Fondamentale, per la sua formazione letteraria, fu la conoscenza della poesia di Baudelaire e di Poe. Per superare le difficoltà economiche, provò a perfezionarsi nella lingua inglese, tramite un soggiorno in Gran Bretagna. Al ritorno, sposò Marie Gehrard, ed ebbe un incarico nel liceo di Tournon. Nonostante la routine di un lavoro monotono, le meschine vicende della provincia, le preoccupazioni della famiglia, Mallarmé pubblicò, in questi anni, una decina di poesie sul Parnasse contemporain (1866), ed iniziò il poema Hérodiade, tramite il quale si prefiggeva di realizzare una poetica nuova. Dipingere, come lui stesso diceva al sodale Cazalis, “[…] non la cosa, ma l’effetto che essa produce […]”. Il poema non ebbe una gestazione semplice: Mallarmé dovette, nel frattempo, trasferirsi a Besançon (1866), poi ad Avignone, ed attendeva al suo lavoro soltanto nelle allucinanti veglie notturne, trascorse tra l’ansia di “dire l’assoluto” e l’”orrore della pagina bianca”.
    Nel 1867, iniziò il poema-racconto Igitur, o la pazzia di Elbehnon, nel quale si legge, ormai, tutto il repertorio di oggetti, temi ed immagini delle poesie successive. I sodali si strinsero attorno a lui come ad un caposcuola, a colui che dalla baudelairiana poetica delle corrispondenze aveva ricavato la poesia dei simboli, il Simbolismo. La poesia simbolista nacque, ufficialmente, nel 1876, come atto di scissione del grande filone del Decadentismo, e vide, in Mallarmé, il suo teorico, ed uno degli esponenti più lucidi. L’Autore, intanto, aveva ottenuto il sospirato trasferimento a Parigi (1871), dove cercava scampo contro l’”[…] azzurro mediterraneo […]” dal quale si sentiva soffocare. Nel 1876 pubblicò Il pomeriggio di un fauno. Nel poemetto, i simboli diventano il mezzo per chiudere il mondo dei sogni e rendere l’assoluto. Celebri divennero i “martedì letterari” di casa Mallarmé, durante i quali il poeta esercitava un fascino particolare sui letterati delle nuove generazioni. Se la critica benpensante era sconcertata e diffidente, Paul Verlaine non esitava ad esaltare Mallarmé come un maestro, includendolo nell’opera I poeti maledetti (1884), accanto ad Arthur Rimbaud ed a se stesso. J.-K. Huysmans tesseva, in A rebours, un enorme elogio dell’Autore di Hérodiade. Nel 1897 Mallarmé pubblicò Un colpo di dadi non abolirà mai il caso, calligramma sui generis, imprevedibile nel suo aspetto formale (rottura del sistema sintattico e del sistema grafico tradizionali). Il poema riprendeva il grande dialogo lasciato in sospeso, trent’anni prima, nel poema-racconto Igitur, tramite un punto interrogativo, risolvendo l’insicurezza metafisica di allora tramite una radicale negazione. Mallarmé morì un anno dopo, prostrato da insonnie ed abbattimenti, senza aver potuto realizzare il “Libro” assoluto che, da tempo, prometteva ai suo discepoli ed a se stesso.
    Il sogno iniziale di Mallarmé, l’ambizione di sfociare nell’assoluto, finisce, dunque (nell’impossibilità di un distacco netto e definitivo dall’accidentale) tramite la costatazione che “[…] un colpo di dadi non abolirà mai il caso […]”. E, poiché Mallarmé aveva immedesimato, fin al principio, il poeta ed il demiurgo, ed il mondo poetico ed il mondo ontologico, il crollo del mondo ontologico prevede anche il crollo di quello poetico, come sistema organico di rapporti comunicativi. Mallarmé non conclude, non fornisce risposte, ma apre una serie, feconda, di interrogativi. La sua influenza sulla poesia posteriore, francese ed europea, è immensa. Arriva fino al Dadaismo, al Futurismo, all’Ermetismo italiano, ed ai cosiddetti “poeti visivi” dei nostri tempi.
    I Futuristi hanno appreso, da Mallarmé, l’uso degli interlinea, dei corpi tipografici, di tanti espedienti tecnici; gli Ermetici hanno imparato il valore del silenzio come cassa di risonanza attorno alla voce, sarebbe a dire degli spazi bianchi attorno alle parole scritte; i “poeti visivi” hanno spinto queste conseguenze fino a ridurre la poesia a puro segno, pura figura, ad un messaggio che, al limite, non può più essere letto.

    Sorgenti: gli Utenti saranno così attenti ed interessati da andarsele a cercare da soli.
    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

  6. #206
    Outsider Listener
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    Predefinito

    Grazie Tenni, al solito preciso ed esauriente. Sembra tutto molto interessante, in particolar modo gli ultimi due paragrafi, oltre ad ovviamente i vari libri.
    I embrace my desire
    to feel the rhythm, to feel connected
    enough to step aside and weep like a widow

  7. #207
    Stella Danzante
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    Predefinito

    Adesso, ovviamente, mi dici pure le edizioni migliori di ciò che è reperibile su Mallarmè, magari con testo a fronte e se possibile anche contenente la pubblicazione di Igitur.

  8. #208
    Senior Member L'avatar di Francesco Tenni
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    Smile Risposta.

    Grazie dei vostri messaggi. Appena ho due minuti di tempo, vi trascrivo le edizioni, che ho nella mia biblioteca, di Mallarmé e che contengono pressoché tutte le opere del poeta francese.

    Vi auguro una domenica serena.

    Saluti calorosi.

    Francesco Tenni
    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

  9. #209

  10. #210

    Predefinito “Il sesto senso”, di Stuart Wilde

    E’ un manuale per affinare le percezioni extrasensoriali di cui, a detta dell’autore, ognuno è dotato, ma che si riconoscono a fatica a causa del frastuono e della fretta di tutti i giorni.
    L’autore ci aiuta a sviluppare le facoltà paranormali attraverso l’analisi dei sogni, la meditazione, la comprensione, la quiete, la disciplina personale, lo sviluppo dei cinque sensi e gli esercizi con la dimensione eterica; suggerirà come evitare le trappole, gli inganni e le illusioni con le quali il mondo irretisce ognuno facendo perdere il contatto con se stessi e coi propri sensi sottili.

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