Propongo la lettura di qualche libro. Argomenti disparati. Taglio piuttosto lontano dall'accademismo pedante. Ne scriverò altri, passando il tempo, di quando in quando, se e avrò la possibilità.

Se avete letto i testi brevemente presentati, se volete leggerli, se vi interessano, se non vi interessano, se avete domande inerenti tutti gli argomenti trattati, scrivetelo e risponderò, per quel che è nelle mie possibilità, a tutti.

Chiedo scusa, ogni volta e qui, per gli errori di battitura.




R. Howard Bloch, Il plagiario di Dio, prefazione di Umberto Eco, Edizioni Sylvestre Bonnard, Milano, 2002.

L'opera presenta la storia straordinaria dell'abbé Jacques-Paul Migne, il quale, a partire dagli anni Quaranta del XIX secolo, diede il via alla pubblicazione delle cosiddette Patrologiae, la Patrologia Graeca e la Patrologia Latina, enormi raccolte che si proponevano di racchiudere tutte le opere dei Padri della Chiesa, greci e latini. Un'impresa pazzesca, nella qualche nessuno di noi, probabilmente, si cimenterebbe. Eppure, l'abbé Migne, dopo molti anni di lavoro, ci riuscì.
Il libro è, precisamente, la storia di questa straordinaria attività imprenditoriale ed intellettuale. Attenzione. Così presentata, la cosa, potrebbe apparire noiosa. Non lo è. L'Autore traccia tutto il percorso imprenditoriale di Migne, l'apertura della tipografia, la sfilza di cllaboratori che dovette procurarsi - e tutti, più o meno, validi -, tutti i soldi, che non aveva, e che dovette avere per procedere alla pubblicazione, dopo la lunghissima, estenuante preparazione, di quest'opera ciclopica. In più, tutti gli stratagemmi, di marketing, potremmo definirli al giorno d'oggi, che l'abate dovette studiare per vendere il "prodotto".
La prosa del libro è gradevole. Le parti più divertenti riguardano la vendita delle messe, da parte di Migne, per procurarsi il denaro, i guai che questa pratica gli causò, gli escamotages machiavellici tramite i quali riuscì, in ogni circostanza, ad uscire vincitore.
Il palgiario di Dio è un testo gradevole e si legge tutto d'un fiato. Mi ricordo di averlo letto quando, sottotenente dell'Aeronautica, tornavo a casa per una licenza, nel lungo viaggio in treno, che durava, circa, dodici ore. Grazie al libro di R. Howard Bloch, quel viaggio iterminabile, mi sembrò meno gravoso e lungo. Consigliato a chiunque, senza un eccessivo sforzo dell proprie cellule grigie, voglia trscorrere qualche ora i compagnia di un prete davvero sui generis.




Pedro Salinas, La voce a te dovuta. Poema, a cura di Emma Scoles, Einaudi, Torino, 1979.

Trattasi di un canzioniere d'amore novecentesco. Salinas, Autore, anche, di altri testi poetici di notevole valore, esprime, qui, la sua migliore vena poetica, in questo settore. La poesia d'amore è la più difficile da scrivere, al giorno d'oggi, secondo criteri di originalità. Ormai, è stato scritto tutto, sull'amore, ed il contrario di tutto. Salinas riesce, nondimeno, a proporre toni innovativi e molto molto personali. Questo è un merito che rende apprezabile i suoi testi. Il ritmo è piano, le parole scorrono senza icontrare ostacoli o deformazioni.
Sono versi adatti a tutti. Da rileggere, nondimeno, fino ad avere colto i più sottili toni del poeta della [...] solitudine immensa d'amarti solo io [...].




Francesco Tenni