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Discussione: Kin

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  1. #1
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    Predefinito Kin

    Signori e signore é con grande il piacere che vi do il benvenuto ad una nuova ff originale di Metalotaku. Non vi voglio anticipare nulla della storia in questa breve introduzione ma voglio avvisarvi che essendo ambientata in Giappone potrebbero capitare ogni tanto dei riferimenti alla mondo orientale (come ad esempio l'uso di chan, kun, sensei ecc.). Ovviamente la mia conoscenza del Giappone non è profondissima per cui se doveste notare qualche errore od incongruenza con le tradizioni Giapponesi non esitate a comunicarmelo.
    Detto questo non posso fare altro che augurarvi buona lettura.


    KIN



    CAPITOLO I

    IL SOLITO OTAKU?


    I caldi e luminosi raggi solari filtravano dalla piccola finestra illuminando il giovane volto di una ragazza profondamente addormentata. I suoi lunghi capelli neri le coprivano parte del viso lasciando però ben visibili le sottili e rosee labbra ed il piccolo quanto grazioso naso. Aveva una carnagione chiara ma decisamente incline all'abbronzatura: le bastava prendere il sole per poche ore per cambiare colorito. In quel momento i suoi occhi erano chiusi ma se fossero stati aperti si sarebbero potute ammirare due stupende iridi color nero in cui spesso e volentieri si poteva veder ardere il fuoco della determinazione.
    Le candide lenzuola erano scivolate a terra durante la notte lasciando scoperto il corpo snello e slanciato della giovane che per essere una ragazza aveva raggiunto una discreta altezza. Indossava un morbido pigiama rosa a pois bianchi di cui un pochino si vergognava e segretamente sperava che nessuno potesse mai vederlo.
    All'improvviso la sveglia iniziò a suonare, riempendo con la sua assordante musichetta l'intera stanza. La ragazza si svegliò di scatto, urlando.
    Si voltò a fissare la sveglia con sguardo omicida cercando di resistere al folle impulso di afferrarla e scagliarla fuori dalla finestra.
    “Dannata sveglia!” esclamò mentre con un pugno la spegneva.
    “Possibile che non sia possibile modificare la melodia? Non ne posso più di rischiare l'infarto ogni benedetta mattina!”
    La giovane scese dal letto, ormai completamente sveglia, ed infilò i piedi in un paio di confortevoli pantofole rosa. Prima di muovere un solo passo si guardò intorno con attenzione per poi chinare il capo, rassegnata.
    “Speravo che in questa stanza regnasse il caos solo nel mio sogno e invece é così anche nella realtà...”
    Effettivamente la stanza necessitava di essere rimessa un po' in ordine. Sparsi sul pavimento c'erano alcuni manga letti per metà, parecchie riviste di vario genere (alcune erano persino aperte) e addirittura un paio di libri di testo. La scrivania in legno di mogano era un vero e proprio disastro: parecchi fogli erano sparsi sulla sua superficie; il portamatite era completamente vuoto in quanto gli oggetti che avrebbe dovuto contenere erano disseminati per l'intera camera e parecchi libri scolastici erano ammucchiati in una disordinata pila. Sulla cassapanca appoggiata ai piedi del letto si trovavano parecchi indumenti, per la maggior parte spiegazzati e, a volte, macchiati.
    “Dovrò decidermi a riordinare...” mormorò la giovane, non particolarmente attratta da quella prospettiva. Dopo aver recuperato l'uniforme scolastica dall'armadio uscì dalla stanza, attraversò silenziosamente (sua sorella minore stava ancora dormendo) il breve corridoio e raggiunse lo spazioso bagno. Qui si piazzò di fronte al grande specchio appeso poco sopra il lavandino e iniziò a studiare attentamente il suo riflesso quasi come se volesse valutarlo. Dopo qualche secondo sorrise e disse: “Buongiorno, signorina Asuka Izumi. E' pronta ad affrontare la sua prima giornata da rappresentante di classe?”

    Asuka attraversava il piazzale che conduceva all'edificio scolastico a passi lunghi e svelti, ansiosa di iniziare il prima possibile il suo nuovo incarico. Un tiepido sole riscaldava la primaverile giornata in cui soffiava una leggera e piacevole brezza che trasportava con se gli eleganti petali rosa dei ciliegi.
    Quella rosea “pioggia” erano uno spettacolo a dir poco stupendo per gli occhi della giovane la quale non avrebbe mai pensato che in un giorno per lei così importante la natura sarebbe stata così magnanima da offrirle una così splendida giornata. L'unico difetto era dovuto al fatto che la nuova uniforme era un po' troppo leggera per poter essere tranquillamente indossata in una simile giornata. In fondo era vero che l'estate era vicina ma era anche altrettanto vero che il clima era ancora soggetto agli sbalzi di temperatura tipici della stagione primaverile. In compenso però il nuovo fuku piaceva molto alla ragazza, specialmente per il fatto che fosse del suo colore preferito, ovvero l'arancione.
    All'improvviso una voce femminile esclamò: “Asuka-chan!”.
    Asuka si voltò e vide Ichigo Satou, la sua migliore amica, correre verso di lei. Era una ragazza di sedici anni allegra e piena di vitalità che col suo entusiasmo era capace di contagiare tutti i compagni di classe. I suoi capelli biondi erano raccolti in due lunghe trecce a cui erano attaccati due fiocchi rossi che le donavano un aspetto leggermente infantile, capace di ispirare simpatia. Indossava un paio di occhiali dalla montatura nera attraverso cui si potevano vedere i suoi dolcissimi occhi neri, simili a quelli di un cucciolo.
    Ed effettivamente ad Asuka in quel momento la ragazza sembrava proprio un tenero cagnolino che scodinzolando corre incontro al suo padrone.
    “Ciao, Ichi-chan” la salutò allegramente poco prima di finire nell'abbraccio stritola ossa dell'amica che con i cani condivideva anche la tendenza ad essere estremamente coccolosa.
    “Anch'io ti voglio bene, Ichi-chan...ma per favore ora lasciami andare”
    Ichigo mollò la presa e sorridendo con aria colpevole disse: “Scusami, ho nuovamente esagerato”.
    Asuka sopirò.
    “E' inutile, non cambierai mai”.
    L'amica sorrise ancora, per poi tornare seria pochi secondi dopo come se si fosse appena ricordata qualcosa di importante.
    “Cavolo, stavo quasi per dimenticarmi di dirtelo!”
    “Cosa?”
    “Sembra che oggi arriverà nella nostra classe un nuovo studente che si é trasferito da poco qui a Tokyo”
    “Speriamo che non sia un altro piantagrane...Ci son fin troppi elementi del genere nella nostra classe e spero che la situazioni non peggiori proprio oggi che inizia il mio incarico di rappresentante”
    “Non preoccuparti, Asuka. Sono sicura che sarà un bravo ragazzo incapace di creare il minimo problema”
    “Spero davvero che sia come dici tu....”
    Mentre parlavano le due ragazze erano entrare all'interno dell'immenso edificio scolastico dove il vociare della moltitudine di giovani in esso presente rendeva quasi impossibile continuare la loro conversazione. Silenziosamente salirono i gradini della scalinata che conduceva al primo piano dove la loro classe si trovava.
    Appena misero piede nel corridoio del primo piano una potente voce femminile raggiunse le loro orecchie.
    “Come osi venire a scuola vestito in questo modo?!”
    “Ma questa non é la voce della sensei?” chiese Ichigo.
    “T-temo di sì...” balbettò Asuka alla quale quello sembrava ne più ne meno un cattivo presagio.
    Si avvicinarono il più possibile alla fonte delle grida, facendosi largo tra la folla di studenti curiosi, e quel che videro le lasciò di sasso. Di fronte alla loro classe la sensei Watanabe fissava con evidente furia un giovane dai lunghi capelli castani il cui abbigliamento sembrava perfetto per un concerto metal ma decisamente inadatto all'ambiente scolastico. Indossava infatti una maglietta a maniche corte dei “Metallica”, tre bracciali borchiati per braccio, un paio di guanti borchiati, dei pantaloni in pelle nera, un paio di anfibi e un collare borchiato.
    “Oddio....non dirmi che é quello il nuovo studente....” mormorò Asuka, ancora incredula.
    “T-temo di sì...” balbettò l'amica, altrettanto basita.
    La sensei Watanabe era una giovane donna sulla trentina che indossava un elegante camicia nera a maniche lunghe e un paio di altrettanto eleganti pantaloni dello stesso colore. Aveva lunghi capelli biondi che spesso teneva legati in una coda di cavallo piuttosto alta e penetranti occhi azzurri capaci di incutere timore anche al più tenace degli studenti. Non sembrava giapponese ed effettivamente lo era solo da parte di padre, in quanto sua madre era una famosa attrice americana.
    Solitamente era molto calma e paziente con gli studenti ma quel giorno era talmente arrabbiata da sembrare quasi posseduta. I suoi occhi fissavano il giovane metallaro come se volessero incenerirlo, ma quest'ultimo non sembrava minimamente intimorito da lei e sosteneva il suo sguardo senza troppi problemi.
    “Te lo chiedo un'altra volta e questa volta esigo una risposta: perché non indossi l'uniforme scolastica?!”
    Per qualche secondo il ragazzo rimase in silenzio, come se stesse pensando, per poi dire, in tutta sincerità: “Semplicemente la ritengo ridicola”
    Asuka lo fissò ad occhi sgranati, completamente sconvolta.
    “Q-quel ragazzo ha appena firmato la sua condanna a morte...”
    E non si sbagliava.
    Appena la sensei udì la risposta dello studente scoppiò in una risata isterica seguita da un interminabile monologo in cui sfogò tutta la sua rabbia dicendo che i giovani avevano perso del tutto il rispetto per le regole e per le tradizioni, che ai suoi tempi (“come se fosse vecchia” mormorò Asuka) le cose erano completamente diverse e un milione di altre cose senza senso.
    Finita la sfuriata la signorina Watanabe ordinò ad Asuka di accompagnare il nuovo arrivato dal preside che, stando alle sue parole, gli avrebbe dato la lezione che si meritava.
    “Buona fortuna, Asuka-chan” disse Ichigo prima di entrare in classe insieme alla sensei e agli altri compagni.
    Ultima modifica di Rowelence; 23-04-2008 alle 17:02
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


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