24 OTTOBRE 1918 INIZIAVA LA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO
..."e il piave mormorò non passa lo straniero!"


All' alba del 24 Ottobre 1918 dal monte Grappa e dalle sponde del fiume Piave i valorosi soldati italiani diedero luogo ad una forte contoffensiva che sfociò nella battaglia di Vittorio Veneto dove le truppe austro-ungariche furono irrimediabilmente sconfitte e messe repentinamente in fuga. La guerra era vinta!

Furono liberati e annessi all' Italia il Trentino, le alpi Giulie ,il Friuli e l' Istria. 1.500.000 Italiani erano finalmente liberi dal giogo dell'Austria e gli italiani (all'epoca ancora divisi) per la prima volta nella storia si sentirono un unico popolo.

La vittoria costò all'Italia un alto tributo 600.000 morti. Quei figli autori di questa grande vittoria meritano di essere ricordati e onorati perchè sono morti per l'indipendenza e per la libertà.

ONORE AGLI EROI CADUTI! VIVA L'ITALIA!


BOLLETTINO DELLA VITTORIA



Comando Supremo
4 Novembre 1918, ore 12


La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuna divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.

La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria.

Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.

L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi.

Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

gen. Diaz