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Risultati da 61 a 70 di 112

Discussione: Il gioco del cinema

  1. #61
    Senior Member L'avatar di Dragon Slayer
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    I vostri commenti su Memento mi hanno fatto morire dentro.
    M'illumino d'immenso.
    Shepard

  2. #62
    imma a huge fahget L'avatar di sentinel
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    I vostri commenti su Memento mi hanno fatto morire dentro.
    Eddai Rob, è un giochino di prospettive. Carino per carità, pure interessante, ma non è certo un film che rimarrà negli annali del cinema per qualcos'altro oltre all'essere un magheggio con fabula e intreccio.
    Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

  3. #63
    でたらめの至高神 L'avatar di Sengu
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    Eddai Rob, è un giochino di prospettive. Carino per carità, pure interessante, ma non è certo un film che rimarrà negli annali del cinema per qualcos'altro oltre all'essere un magheggio con fabula e intreccio.
    Al contrario per me invece. Memento è e resta un capolavoro. Non lo sminuirei come un semplice gioco di prospettive, lì Nolan disintegra decenni di cinema noir e thriller e manipolando la struttura a suo piacimento cambia le regole del montaggio e del cilmax del genere. E scusate se è poco
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    No seriamente, 'sto gioco ha tutto. [...] Il troione che se lo porta a letto HBO SEX RANDOM [...] Mancano solo il KGB e gli alieni, AIP

  4. #64
    Senior Member L'avatar di Dragon Slayer
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    Eddai Rob, è un giochino di prospettive. Carino per carità, pure interessante, ma non è certo un film che rimarrà negli annali del cinema per qualcos'altro oltre all'essere un magheggio con fabula e intreccio.
    Solo se non hai capito a cosa il film punta davvero, tu perché hai citato una corrente che non c'entra praticamente niente, Marc che l'ha banalizzato definendolo un film da twist, quando il vero twist nemmeno ce l'ha.

    Il dadaismo è una corrente culturale estrema, che afferma la totale negazione dei canoni estetici classici, rifiutando così qualsiasi regola ed immergendosi in un mondo alternativo dove non ci sono paletti, spesso buttandola nel parodistico/grottesco. Il dadaismo è distruzione del modus operandi, e lo puoi trovare in artisti come Tsukamoto o Lynch.
    Ma cos'è che rifiuta Memento? Nolan non ha distrutto niente, ha preso lo stereotipo del classico thriller americano e lo ha totalmente dissezionato, rielaborandolo attraverso un complesso schema. Non è dadaista, è maniacale, matematico, c'è molto più rispetto del canone classico rispetto a tanti classiconi hollywoodiani che si limitano a seguire il banalissimo modus operandi collaudato. È come definire Fellini surrealista, non ci siamo proprio. Ma questa è solo la tecnica pura, e tu chiaramente nell'analisi del film ti sei fermato qua, non vedendo il vero messaggio del film.
    Il concetto di base di Memento non sta nel mostrare colpi di scena random, bensì nel denunciare il disturbo della memoria a breve termine, che è sempre stata piuttosto tralasciata per fare spazio all'amnesia che invece è molto più gettonata, perché molto funzionale alla trama di un film. Ma Nolan non ha semplicemente realizzato una denuncia, non nel classico dei modi, mostrando la sofferenza dell'individuo e il disagio sociale a cui è sottoposto. No, Christopher ha trasformato il disturbo della malattia a breve termine in CINEMA. Tu lo chiamo gioco di prospettive, ma hai mai pensato che il caos di tale schema narrativo è finalizzato a qualcosa di più grande del semplice colpo di scena? Serve a fondere protagonista con spettatore, il punto di vita di Pearce diventa il nostro, e quindi di riflesso subiamo la malattia. Noi magari non comprendiamo subito la denuncia che Nolan vuole fare, ma non ha importanza, perché lo scopo del regista non è quello di farci inghiottire qualche pillola di moralità, bensì quella di immergerci nel contesto stesso, di comprendere ciò che si prova. Non è empatia del cazzo, non è morale facilona, è un esperimento che si può definire a tutti gli effetti scientifico per cura dei particolari ed effetto sul paziente. È destrutturazione del cinema classico, indagine dei meccanismi della mente senza buttarla sulla filosofia spicciola, sulla psicologia didascalica o sul flusso di coscienza già trattato da altri, tanto che perfino uno come Cronenberg invidia un film del genere. È pura arte, che mischia l'intrattenimento narrativo con il proprio messaggio in connubio perfetto dove le due cose non si distinguono più.
    Sono affranto che nel 2013 ci siano ancora poche persone che abbiano davvero compreso il cuore di questo capolavoro, davvero. Hollywood ha vinto di nuovo, immagino.
    Ultima modifica di Dragon Slayer; 17-07-2013 alle 13:41
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  5. #65
    Voglio i versetti! L'avatar di John Fitzgerald Gianni
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    Al contrario per me invece. Memento è e resta un capolavoro. Non lo sminuirei come un semplice gioco di prospettive, lì Nolan disintegra decenni di cinema noir e thriller e manipolando la struttura a suo piacimento cambia le regole del montaggio e del cilmax del genere. E scusate se è poco
    Ma non è di certo il primo film a fare una cosa simile.
    Citazione Originariamente Scritto da GiovanniAuditore ironico Visualizza Messaggio
    la grafica è l'ultima cosa che guardo in un videogame, se ho un computer di ultimissima generazione è perché voglio giocare fluido a diablo1.
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  6. #66
    Voglio i versetti! L'avatar di John Fitzgerald Gianni
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    Solo se non hai capito a cosa il film punta davvero, tu perché hai citato una corrente che non c'entra praticamente niente, Marc che l'ha banalizzato definendolo un film da twist, quando il vero twist nemmeno ce l'ha.

    Il dadaismo è una corrente culturale estrema, che afferma la totale negazione dei canoni estetici classici, rifiutando così qualsiasi regola ed immergendosi in un mondo alternativo dove non ci sono paletti, spesso buttandola nel parodistico/grottesco. Il dadaismo è distruzione del modus operandi, e lo puoi trovare in artisti come Tsukamoto o Lynch.
    Ma cos'è che rifiuta Memento? Nolan non ha distrutto niente, ha preso lo stereotipo del classico thriller americano e lo ha totalmente dissezionato, rielaborandolo attraverso un complesso schema. Non è dadaista, è maniacale, matematico, c'è molto più rispetto del canone classico rispetto a tanti classiconi hollywoodiani che si limitano a seguire il banalissimo modus operandi collaudato. È come definire Fellini surrealista, non ci siamo proprio. Ma questa è solo la tecnica pura, e tu chiaramente nell'analisi del film ti sei fermato qua, non vedendo il vero messaggio del film.
    Il concetto di base di Memento non sta nel mostrare colpi di scena random, bensì nel denunciare il disturbo della memoria a breve termine, che è sempre stata piuttosto tralasciata per fare spazio all'amnesia che invece è molto più gettonata, perché molto funzionale alla trama di un film. Ma Nolan non ha semplicemente realizzato una denuncia, non nel classico dei modi, mostrando la sofferenza dell'individuo e il disagio sociale a cui è sottoposto. No, Christopher ha trasformato il disturbo della malattia a breve termine in CINEMA. Tu lo chiamo gioco di prospettive, ma hai mai pensato che il caos di tale schema narrativo è finalizzato a qualcosa di più grande del semplice colpo di scena? Serve a fondere protagonista con spettatore, il punto di vita di Pearce diventa il nostro, e quindi di riflesso subiamo la malattia. Noi magari non comprendiamo subito la denuncia che Nolan vuole fare, ma non ha importanza, perché lo scopo del regista non è quello di farci inghiottire qualche pillola di moralità, bensì quella di immergerci nel contesto stesso, di comprendere ciò che si prova. Non è empatia del cazzo, non è morale facilona, è un esperimento che si può definire a tutti gli effetti scientifico per cura dei particolari ed effetto sul paziente. È destrutturazione del cinema classico, indagine dei meccanismi della mente senza buttarla sulla filosofia spicciola, sulla psicologia didascalica o sul flusso di coscienza già trattato da altri, tanto che perfino uno come Cronenberg invidia un film del genere. È pura arte, che mischia l'intrattenimento narrativo con il proprio messaggio in connubio perfetto dove le due cose non si distinguono più.
    Sono affranto che nel 2013 ci siano ancora poche persone che abbiano davvero compreso il cuore di questo capolavoro, davvero. Hollywood ha vinto di nuovo, immagino.
    Scoprire che in realtà si approfittano tutti di lui è un colpo di scena sul quale si regge il film.
    Cronenberg non invidia il film, lo ha definito interessante.

    Quello che voglio dire è che non è il primo film con un montaggio non lineare e questa narrazione non ha nulla a che fare con la malattia di Hawke.
    Poi se c'è una cosa che insegna Molaison è che quelli come lui non hanno la più pallida idea di aver perso la memoria, la sua reazione più normale ogni mattina alla vista dei tatuaggi sarebbe pensare ad una sbronza e/o la disperazione.

    Non lo vedo da molto ed è probabile mi sfugga qualcosa quindi mi sa che oggi o domani me lo rivedo.
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  7. #67
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    E boh, se continui a dirmi che per te il film si sorregge su un twist vuol dire non averci capito un cazzo, e ci credo che lo poni dietro a The Prestige che invece sul colpo di scena ci costruisce giustamente la trama.

    Sallie Baxendale invece definisce perfettamente plausibile la condizione di Leonard, che non rappresenta ovviamente la norma del pazienza afflitto dalla malattia, ma che presenta sintomi che si possono realizzare. Sul montaggio ti rimando alla prima frase del post, fermarsi lì vuol dire appunto non averci capito granché. Pensare che il film sia semplicemente un'opera manieristica tanto per mescolare le carte è superficiale.

    Cronenberg lo invida non perché l'abbia detto, ma perché è da anni che prova a fare qualcosa del genere senza avvicinarsi minimamente.
    Ultima modifica di Dragon Slayer; 17-07-2013 alle 13:57
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  8. #68
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    Allora quale sarebbe la motivazione del montaggio?

    La narrazione così alternata non è nulla più che uno sfoggio della propria abilità che non aggiunge nulla a quanto si fa da decenni e per questo non è un capolavoro.

    Magari mi sfugge ma sul serio io questo montaggio lo vedo come un qualcosa di superfluo.
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  9. #69
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    Mah, prima riguardatelo a questo punto, perché l'ho già spiegato, poi casomai se ne riparla.
    M'illumino d'immenso.
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  10. #70
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    Solo se non hai capito a cosa il film punta davvero, tu perché hai citato una corrente che non c'entra praticamente niente, Marc che l'ha banalizzato definendolo un film da twist, quando il vero twist nemmeno ce l'ha.

    Il dadaismo è una corrente culturale estrema, che afferma la totale negazione dei canoni estetici classici, rifiutando così qualsiasi regola ed immergendosi in un mondo alternativo dove non ci sono paletti, spesso buttandola nel parodistico/grottesco. Il dadaismo è distruzione del modus operandi, e lo puoi trovare in artisti come Tsukamoto o Lynch.
    Ma cos'è che rifiuta Memento? Nolan non ha distrutto niente, ha preso lo stereotipo del classico thriller americano e lo ha totalmente dissezionato, rielaborandolo attraverso un complesso schema. Non è dadaista, è maniacale, matematico, c'è molto più rispetto del canone classico rispetto a tanti classiconi hollywoodiani che si limitano a seguire il banalissimo modus operandi collaudato. È come definire Fellini surrealista, non ci siamo proprio. Ma questa è solo la tecnica pura, e tu chiaramente nell'analisi del film ti sei fermato qua, non vedendo il vero messaggio del film.
    Il concetto di base di Memento non sta nel mostrare colpi di scena random, bensì nel denunciare il disturbo della memoria a breve termine, che è sempre stata piuttosto tralasciata per fare spazio all'amnesia che invece è molto più gettonata, perché molto funzionale alla trama di un film. Ma Nolan non ha semplicemente realizzato una denuncia, non nel classico dei modi, mostrando la sofferenza dell'individuo e il disagio sociale a cui è sottoposto. No, Christopher ha trasformato il disturbo della malattia a breve termine in CINEMA. Tu lo chiamo gioco di prospettive, ma hai mai pensato che il caos di tale schema narrativo è finalizzato a qualcosa di più grande del semplice colpo di scena? Serve a fondere protagonista con spettatore, il punto di vita di Pearce diventa il nostro, e quindi di riflesso subiamo la malattia. Noi magari non comprendiamo subito la denuncia che Nolan vuole fare, ma non ha importanza, perché lo scopo del regista non è quello di farci inghiottire qualche pillola di moralità, bensì quella di immergerci nel contesto stesso, di comprendere ciò che si prova. Non è empatia del cazzo, non è morale facilona, è un esperimento che si può definire a tutti gli effetti scientifico per cura dei particolari ed effetto sul paziente. È destrutturazione del cinema classico, indagine dei meccanismi della mente senza buttarla sulla filosofia spicciola, sulla psicologia didascalica o sul flusso di coscienza già trattato da altri, tanto che perfino uno come Cronenberg invidia un film del genere. È pura arte, che mischia l'intrattenimento narrativo con il proprio messaggio in connubio perfetto dove le due cose non si distinguono più.
    Sono affranto che nel 2013 ci siano ancora poche persone che abbiano davvero compreso il cuore di questo capolavoro, davvero. Hollywood ha vinto di nuovo, immagino.
    Vabbeh Rob, è un po' capzioso sto ragionamento, che Memento non distrugge, ma rielabora. Opinabile, decisamente opinabile. Io lo vedo come un esercizio virtuoso, se Nolan riesce a tenere più piatti possibili in equilibro senza farne cadere uno. Ora mi metto a spaccar capelli e probabilmente è perché il termine l'hai buttato giù così, ma non c'è nulla da denunciare su amnesia e memorie a breve termine, sono accadimenti sfortunati della vita, e pure discretamente rari. Nolan ha reso benissimo il travaglio e le difficoltà cognitive che si hanno quando ti ritrovi in una condizione così sfortunata, ma è una cosa che si racconta, non che si denuncia. E come ogni storia che utilizza una accidente come focus e non come trampolino, finisci il film e dici: bellino via, e non ti rimane più niente. Questo significa che uno può fare un film sulla memoria a breve termine, per carità, ma usando il tutto per far vedere come una persona ne esce dal punto di vista esistenziale, affettivo, emotivo. Nolan invece ci costruisce un puzzle, per carità ben fatto e bello da vedere, ma per me assolutamente non classificabile come capolavoro ma come felice esperimento. Vedo sperimentazione senza riflessione, in Memento. Si capisce un problema, che è la fissità del cinema moderno, ma né si offre una soluzione, né ci si riflette particolarmente sopra. Piuttosto si dice "guardate cosa si può fare con una storia, con quegli strumenti che usate sempre nello stesso modo".

    Nolan mostra certo una mente acuta, molto più acuta del 99% dei registi odierni, e sono certo che ben pochi hanno capito cosa significhi realmente il gioco di Nolan. Ma rimane quello, un gioco. Il troppo stroppia, tiri troppo la corda e diventa tutto troppo fine a se stesso, "io so farlo".

    tldr

    ho ragione io

    eat it rob
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