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Red
Sono cose che si sanno ormai da anni: soldi sprecati dal capo dello sport italiano in favori ad amici che possano favorire la sua rielezione, amici che a loro volta assumono personale tra amici e clienti (sostanzialmente braccia rubate all'agricoltura), sport nelle scuole inesistente, atleti che praticamente devono finanziarsi da soli per poter competere come si deve, dirigenti che sono talmente invadenti (e senza vergogna) da essere gli unici a sfilare davanti agli atleti alle Olimpiadi, come se fossero loro quelli da mettere in prima fila e come se gli spettatori tifassero non per gli atleti ma per dei sepolcri imbiancati.
Proprio ieri leggevo sulla Rai della rielezione del presidente della federazione del pentathlon moderno: a questo qui, che dirige uno sport antiquato quanto la pallacorda e il tamburello, il Coni affida oltre 2 milioni di euro all'anno per finanziare le sue stesse società (come lessi su Ubitennis che citava altre fonti), senza peraltro produrre risultati sportivi apprezzabili.
La cosa patetica è che Gianni Petrucci, uno degli ultimi democristiani e uno degli ultimi italiani ad avere Andreotti come idolo, si vanta anche di mettere al primo posto il risanamento dello sport italiano ed esalta puntualmente lo sport italiano alle Olimpiadi. Cioè, questo riceve 400 milioni l'anno di soldi pubblici, in Francia lo sport ne riceve dallo stato la metà, in Germania soltanto un terzo... e sono nazioni che alle Olimpiadi puntualmente ci battono, nonostante abbiano meno soldi e bilanci più in ordine: sì perchè pare che molte federazioni italiane neanche lo pubblichino, il bilancio.
Ma agli italiani non gliene frega niente dell'ennesimo sperpero dei loro soldi, a fini di amministratori che li usano per arricchirsi e per darsi un'importanza, scimmiottando il peggio della politica ufficiale. Per quanto riguarda lo sport, gli italiani aprono gli occhi soltanto quando si parla di calcio, quando c'è lo scandalo annuale (come Farsopoli o Scommessopoli), oppure quando gli sospendono il campionato. Insomma, quando di divertente non c'è niente, il pubblico si divide: una buona parte sta a dare addosso sul calcio o su una squadra coinvolta al momento, un'altra parte diventa esperta di qualsiasi branca della giurisprudenza italiana, e tutti a farti dei pipponi sul perchè la situazione del calcio è sbagliata (alcuni addirittura propongono che Petrucci e i suoi amichetti si occupino di più del calcio, perchè i presidenti hanno troppo potere, non sapendo in che squallida maniera questo amministratore gestisce lo sport italiano, cioè come una nazione del terzo mondo). Poi, freddate le acque, tornano a godersi lo spettacolo e la loro squadra del cuore, e guai a chi gli tocca quella e il rito della partita nel fine settimana.
Per me la cosa più grave è proprio questa, che in Italia stiamo ancora al panem et circenses, senza alcun senso sportivo, tanto meno della collettività. Ancora peggio di Farsopoli, Scommessopoli et similia.