giorno 98
Che stupido che sono stato, ripudiare ogni persona facendo quella che molto probabilmente è la bestia delle stupidaggini; generalizzare solo perché il mio campo visivo si è ristretto a quei dannati aguzzini e a quei poveri bifolchi senza vita che si aggirano dentro questo complesso. Ma se è vero che errare è umano, perseverare è diabolico, ma perdonare è divino, allora mi trovo nella situazione dover ridimensionare quello che è successo e riflettere su cosa dover fare ora. Il mio sbaglio è stato appoggiarli, loro e il loro pazzo ideale, condito da tanta ipocrisia che è riuscita a oltrepassare i cancelli dell'intelligenza fino ad arrivare a noi comuni cittadini, che senza dubbi abbiamo creduto alle loro teorie e alle loro soluzioni, stupido perciò, ma anche ingenuo. La mia speranza infranta è stata provocata dal non sapere in che situazione mi sono trovato, facendomi illudere che non era niente di grave e che sarebbe finita in nome della giustizia, il risultato invece è stata la peggiore crisi personale della mia vita scandita dal lavoro mortale che mi trovo a eseguire, in cui non è permesso una pausa per recuperare le forze, un saluto in ritardo, spesso poi pagato con la morte immediata, neanche un sussulto, involontario che sia e che spesso si traduce nell'ultimo disperato lamento che si fa prima di morire. Almeno in questo posto. Il perdono. Che strano essere nella condizione di parlare di perdono. Ieri ero stanco, a pezzi, mi tremavano le mani ed era appena arrivata l'ora di pranzo. Ricevetti il mio solito piatto di brodo, ma ero troppo debole e non riuscii a tenerlo, col risultato che mi cadde a terra. Tutti mi guardarono compiaciuti e la guardia quasi divertita mi ordinò di sedermi a mangiare. Mi sono sentito perso, senza qualcosa da mangiare, sarebbe stata una giornata terribile, ancora più terribile del solito. Poi è successa la cosa più assurda del mondo, un tale, un ragazzo, seduto di fianco a me, mi porge il suo piatto e sorridendo mi invita a mangiare con lui. Stanotte ho pianto per un numero indefinito di ore, voglio dire; come si può avere speranza all'inferno? Soprattutto io come ho potuto accettare quell'estremo atto di pietà da una di quelle persone, che fino a poco tempo prima ho definito insetto? Mi sono sentito un verme, anche se forse è stato proprio questo l'atto che mi ha aperto gli occhi. Le persone sono deboli e incerte, quando trovano una presenza più carismatica e sagace di loro, iniziano a seguirne l'esempio. Posso quindi accettarne i difetti e capirne la vera essenza? Posso capirmi e perdonarmi? Stamattina mi sono accorto che la mia urina era rossa, probabilmente del sangue e in questi giorni non mi sento affatto bene, con la testa che mi sembra scoppiare e i polmoni che a volte mi danno l'effetto di bruciare. Sento che da qui non ne uscirò vivo, sento che sarò dimenticato e, se mai ricordato, disprezzato per aver nascosto quel ragazzo, sento anche che queste lettere saranno bruciate e mai lette, affinché la soluzione sia definitivamente conclusa, in modo veloce e pulito come dicono i medici del campo. Se mai qualcosa verrà ricordato di questo posto, allora sarà soltanto l'odore di carne bruciata e l'eco della urla di disperazione della stanza, quell'innominabile luogo in cui viene portato chi ha commesso un peccato e chi, se ancora vivo, ne esce non potrà avere più neanche la volontà di fare un saluto. In questi mesi ho visto delle cose terribili, ho fatto delle cose terribili e le ho anche subite e qui, ora, mi trovo a scegliere quello che è giusto e sbagliato. Povere anime sconsolate, voi che, per provenienza religiosa, per crimine commesso, per affinità politica/sessuale siete qui a pagare un’orribile pena, io vi dico di non arrendervi, perché nella vostra speranza, seppur lieve, risiede quello che un giorno sarà la cura della nostra società, proprio da voi, considerati il veleno incancellabile, proprio da voi nascerà una nuova vita e con essa, nuova speranza. Non evitatevi, non chiudetevi in voi stessi, perché l'uomo è si esagerato nelle sue mansioni, ma sa anche essere gentile e caritatevole, in grado di mostrare compassione, compassione che forse neanche voi avete mai realmente avuto. Io vi chiedo di perdonarvi, perché non avete fatto niente, perché scegliere non è un peccato, resistete quindi, resistete nel nome di chi come voi, sta patendo le stesse amare pene. Non siete soli. Voi invece, voi politici corrotti, ss dannate, voi che non sapete spargere altro che odio nato dalle vostre anime affrante, voi penose creature senza meta, che ricercate nella distruzione il motivo della creazione, fatemi quello che volete, staccatemi denti, dita, datemi fuoco, seppellitemi vivo, mandatemi nelle camere a gas, io non avrò paura, non avrò timore o ripensamenti, perché siete solo delle ombre, ombre di voi stessi che non sapete decidervi nella vita. Le vostre azioni, le vostre minacce, i vostri Lager non mi faranno cambiare idea; io ho peccato come voi e come voi verrò punito, perché nessun dato genetico mi dimostrerà che noi siamo superiori a loro, poiché siamo uguali e come tali nessuno è al di sopra di quello che è giusto e sbagliato. Voi che avete peccato, niente sentenze per quello che avete fatto e per quello che farete, avrete garantita solo la forca, per questo che io sono caritatevole e vi giudico adesso; nel nome di Dio e, se ancora crede in noi, della sua benedizione, nel nome delle vostre vittime e della loro volontà: carnefici, io vi condanno a morte.