A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor;
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
No. Ma proprio no.
Un conto è andare a rompere le palle in un autogrill PER UNA SQUADRA DI CALCIO e finire malauguratamente colpito da una pallottola.
Un altro conto è esser trattenuto ILLEGALMENTE in questura per accertamenti e ritrovarsi all'improvviso fuori da un balcone.
Un altro conto ancora è manifestare e trovarsi in mezzo ad uno scontro con le forze dell'ordine.
Pinelli non ha fatto NULLA. E' stato fermato e portato in questura, trattenuto ILLEGALMENTE, e poi è misteriosamente volato dal balcone. Il suo alibi è stato confermato, non ha partecipato alla strage di Piazza Fontana, era uno cui piaceva vivere e non aveva nulla da temere da quell'interrogatorio.
Leggetevi qualcosa al riguardo e, se non conoscete i fatti, nessuno vi costringe a commentare per forza. Finestre tenute aperte "per il caldo" alle 11 di notte di un giorno di metà Dicembre, malori improvvisi che determinano balzi felini fuori dalle finestre, ritrattazione dei fatti da parte delle forze dell'ordine, una sentenza contraddittoria e incompleta. Aprite wiki e leggetevi cosa è successo.
A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor;
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
Ti ha già risposto Naoto; trovo difficile anch'io stabilire un parallelismo, un filo conduttore tra questi fatti. Si potrebbe discutere del G8, di quello che è successo dopo e non mi riferisco a Giuliani ma, per esempio, alla mattanza alla Diaz e soprattutto alla vergogna di Bolzaneto: rispetto alla morte di Giuseppe, infatti, il potere costituito ha agito con la precisa volontà di sopprimere una figura scomoda, insinuando subito dubbi sul suo ruolo nei fatti di piazza Fontana per renderlo emotivamente isolato e anche, io credo, per lanciare un messaggio agli ambienti anarcoinsurrezionalisti e, per buona misura, alla sinistra extraparlamentare. Tale tattica elusiva, nonostante fosse evidentemente inappropriata, è la stessa che verrà poi sistematicamente utilizzata durante gli anni seguenti, gli anni degli attentati nelle piazze e nelle stazioni, i cosiddetti anni della "strategia della tensione", che toccano tristemente anche la mia città, Brescia [piazza della Loggia, 28 maggio 1974]
Ultima modifica di enzo680; 14-12-2009 alle 17:06
"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti,bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
cit M.L.KING
si ho letto quel che è successo ma sinceramente non saprei darmi una risposta perchè ancora non conosco mooooolte cose di questa faccenda.giusto il necessario per uscire dall'ignoranza; però non penso che sia stato suicidio.non riesco a convincermene, un qualcosina mi dice che è stato ucciso ma se penso a questa tesi non trovo il movente, se non quello politico, che abbia spinto quei polizziotti a buttarlo giu.
@nero: sotto quale punto di vista sono tutti uguali?
A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor;
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
Erano anni particolari, con un movimento antagonista antisistemico veramente molto forte, organizzato e concreto ed una guerra fredda che enfatizzava le tensioni.
Gli scontri in piazza tra manifestanti e forze dell'ordine erano (sono?) cruenti e molto sentiti. Non bastasse vi erano (sono?) tra le forze armate, molte persone che soffrivano di rigurgiti fascisti e autoritari.
Non c'è per forza un movente. Penso che questo Pinelli abbia detto qualche parola di troppo, qualche provocazione mal accettata e si è ritrovato giù dalla finestra.
A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor;
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
Io penso che Giuseppe sia stato assassinato soprattutto per motivi simbolici, non bisogna mai dimenticare il contesto storico di cui parliamo: credo che i rigurgiti fascisti cui si è fatto cenno siano una chiave di lettura sicuramente valida, ma solo una tra le possibili. Di fatto la tensione, percepibile chiaramente a livello popolare, era molto alta, quindi ogni singolo atto veniva probabilmente caricato esasperatamente: bastava una manganellata di troppo, una manifestazione non autorizzata. Poi l'attentato di Piazza Fontana: un atto del genere, che ripeto fa parte di piano più ampio, sarebbe stato pressochè impossibile da gestire anche con condizioni di partenza standard; la pista anarchica è stata credo una delle prime a essere presa in considerazione, prassi che verrà sistematicamente adottata per tutti gli attentati successivi. Quindi il circolo del Ponte della Ghisolfa, in cui militava Pinelli, a quel punto costituiva uno splendido capro espiatorio servito su un piatto d'argento, reso più splendente dal fatto che a livello collettivo non si aveva la minima idea di cosa rappresentasse l'attentato, la consapevolezza ha iniziato a farsi strada, forse, nel momento in cui ci si è resi conto che si andava verso un percorso lastricato di bombe con targa statale. A tutto questo poi si aggiunga l'omicidio di Calabresi, a quanto pare assente durante l'interrogatorio di Pinelli, l'unico che poteva essere a conoscenza di almeno una parte dei meccanismi che muovevano le cose allora, assassinato peraltro dal braccio armato di Lotta Continua