Lo so che sono sinonimi, si chiama pleonasmo ed è un mio vizio.
Innanzitutto, la recitazione è sardonica, non si ricerca la raffinatezza e la precisione, Pasolini opta per un approccio più rustico e vuole creare quell'effetto snuff che tanto fa parlare di sé. Per fare un parallelismo, il cast di Cannibal Holocaust venne citato in giudizio per appurare che gli attori stessero bene, in quanto le scene erano talmente crude e reali che sembravano vere [in realtà CH ha davvero delle scene snuff, che riguardano solo gli animali, cosa che non approvo ndr]. È una tecnica espressiva come altre, sarebbe stato ridicolo un approccio alla Mastroianni per trattare la coprofagia o per raccontare barzellette sporche.
La regia si districa bene tra futurismo e neorealismo e c'è molta cura nel simbolismo di Pasolini, vedi la ripetizione del numero 4, una tecnica che che ha usato pure Kubrick in Shining.
Per chi non lo sa, ecco una breve descrizioni delle due correnti:
- neorealismo: come dice il nome, si cerca un approccio realistico e naturale nella regia del film, la telecamera è a spalla, l'impianto di illuminazione è spesso limitato o addirittura inesistente, le scenografie da set ridotte all'osso in favore delle scene in esterno. Basta guardarsi qualcosa di Fellini per capirne lo scopo, tratteggiare la realtà tramite la finzione.
- futurismo: totalmente diverso dal neorealismo, è una corrente che punta all'impatto visivo tramite intricati giochi di colore e luci, prospettive spiazzanti, che creano effetti distorti nella mente di chi le vede. Come nella letteratura futuristica, si cerca insomma l'espressività artistica tramite una forma scostante e dinamica, totalmente svincolata dai canoni estetici del "bello".
Il film è quindi un gioco di contrasto tra diversi stili, che personalmente ho adorato.
Il montaggi sonoro è un capolavoro e lega perfettamente con la perversione dei marchesi.
Per quanto riguarda la storia, ovviamente capisco che cercare sottotesti in un film del genere sia difficile e spesso non ne valga la pena, ma Salò è molto intelligente. La presa psicologica che ha nei confronti dello spettatore è forte, non si limita a disgustare con immagini forti, ma cerca di alienare i personaggi con la più pura umiliazione, calpestandone ogni diritto umano. Tra l'altro il film è molto meno violento e deviato rispetto al romanzo, proprio perché vuole essere evitare di essere ridondante.
Questa non è una banale critica sociale al fascismo, ma è soprattutto uno sfogo nei confronti di una società borghese con la quale Pasolini non è mai riuscito a convivere. È la sua rabbia espressa tramite una cinepresa, ma non è una rivalsa, bensì un ritratto degenerato di come lui vedeva i suoi anni '70. Qui ci sarebbe molto da dire, e non mi spingo oltre perché mi hai chiesto un'opinione sul film e non su Pasolini, comunque diciamo che per lui il capitalismo è merda che mangia merda.
Stasera forse me lo vado a vedere. Speriamo bene.