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  1. #5801
    Senior Member L'avatar di Dragon Slayer
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    Lo so che sono sinonimi, si chiama pleonasmo ed è un mio vizio.

    Innanzitutto, la recitazione è sardonica, non si ricerca la raffinatezza e la precisione, Pasolini opta per un approccio più rustico e vuole creare quell'effetto snuff che tanto fa parlare di sé. Per fare un parallelismo, il cast di Cannibal Holocaust venne citato in giudizio per appurare che gli attori stessero bene, in quanto le scene erano talmente crude e reali che sembravano vere [in realtà CH ha davvero delle scene snuff, che riguardano solo gli animali, cosa che non approvo ndr]. È una tecnica espressiva come altre, sarebbe stato ridicolo un approccio alla Mastroianni per trattare la coprofagia o per raccontare barzellette sporche.
    La regia si districa bene tra futurismo e neorealismo e c'è molta cura nel simbolismo di Pasolini, vedi la ripetizione del numero 4, una tecnica che che ha usato pure Kubrick in Shining.
    Per chi non lo sa, ecco una breve descrizioni delle due correnti:
    - neorealismo: come dice il nome, si cerca un approccio realistico e naturale nella regia del film, la telecamera è a spalla, l'impianto di illuminazione è spesso limitato o addirittura inesistente, le scenografie da set ridotte all'osso in favore delle scene in esterno. Basta guardarsi qualcosa di Fellini per capirne lo scopo, tratteggiare la realtà tramite la finzione.
    - futurismo: totalmente diverso dal neorealismo, è una corrente che punta all'impatto visivo tramite intricati giochi di colore e luci, prospettive spiazzanti, che creano effetti distorti nella mente di chi le vede. Come nella letteratura futuristica, si cerca insomma l'espressività artistica tramite una forma scostante e dinamica, totalmente svincolata dai canoni estetici del "bello".
    Il film è quindi un gioco di contrasto tra diversi stili, che personalmente ho adorato.
    Il montaggi sonoro è un capolavoro e lega perfettamente con la perversione dei marchesi.

    Per quanto riguarda la storia, ovviamente capisco che cercare sottotesti in un film del genere sia difficile e spesso non ne valga la pena, ma Salò è molto intelligente. La presa psicologica che ha nei confronti dello spettatore è forte, non si limita a disgustare con immagini forti, ma cerca di alienare i personaggi con la più pura umiliazione, calpestandone ogni diritto umano. Tra l'altro il film è molto meno violento e deviato rispetto al romanzo, proprio perché vuole essere evitare di essere ridondante.
    Questa non è una banale critica sociale al fascismo, ma è soprattutto uno sfogo nei confronti di una società borghese con la quale Pasolini non è mai riuscito a convivere. È la sua rabbia espressa tramite una cinepresa, ma non è una rivalsa, bensì un ritratto degenerato di come lui vedeva i suoi anni '70. Qui ci sarebbe molto da dire, e non mi spingo oltre perché mi hai chiesto un'opinione sul film e non su Pasolini, comunque diciamo che per lui il capitalismo è merda che mangia merda.

    Citazione Originariamente Scritto da Sennar-95 Visualizza Messaggio
    Pure io mi aspettavo questo conoscendo un pò il regista e guardando i trailer, ma non è così. La trama l'ho trovata deboluccia, solo il personaggio della Bullock ha un pò di introspezione, ma solo accennata; mi ha catturato molto di più il resto, un 3d finalmente utile, una regia (per quanto possa essere ignorante in materia) che mi è piaciuta moltissimo, le parti in soggettiva trasmettono proprio il senso di disagio ed ansia. Comunque rimane un film da vedere.
    Stasera forse me lo vado a vedere. Speriamo bene.
    Ultima modifica di Dragon Slayer; 12-10-2013 alle 16:50
    M'illumino d'immenso.
    Shepard

  2. #5802
    imma a huge fahget L'avatar di sentinel
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    That's a damn fine cup of post Rob.

    Ho visto American Psycho btw.

    Non mi vengono in mente difetti rilevanti. Ah, forse il taglio della regia è un po' piatto. Bale in certi punti è molto, molto bravo, e in altri un po' meno (vedi scena dei biglietti da visita e poi confronta con quella al Tex Arcana). Sto cercando disperatamente di trovare qualche pelo nell'uovo, ma mi riesce un po' difficile.
    Un bel film. Non un capolavoro assoluto, il messaggio è discretamente datato, ma ottimo lavoro comunque.
    Ultima modifica di sentinel; 12-10-2013 alle 17:22
    Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

  3. #5803
    Senior Member L'avatar di Dragon Slayer
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    Non lo vedo da un sacco di tempo, a memoria si perde un po' il percorso empatico del romanzo, ma rimane un film interessante.
    M'illumino d'immenso.
    Shepard

  4. #5804

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    Non so perchè ma questo periodo dell'anno mi mette un'insana voglia di vedere i film di Verdone (sarà una coincidenza, boh). In ogni caso iniziamo:



    Un Sacco Bello è il debutto del regista romano. Verdone ha il privilegio di essere supportato da mostri sacri quali Leone e Morricone, ma dimostra fin da subito la sua grande capacità di trasformarsi in tre personaggi differenti (in questo caso il romanaccio senza amici Enzo, lo sfigato Leo e l'hippie Ruggero). Le storie sono tutte e tre ben architettate (con l'immancabile storia d'amore nel capitolo riguardante Leo) ma quella che spicca per simpatia e per originalità è quella di Ruggero, fondatore di una comunità ispirati ai figli dei fiori ma totalmente incapace di esprimere i suoi valori, portando quindi con sé lo smarrimento e il profondo senso di ribellione che aveva caratterizzato un'intera generazione (ma il tutto viene affrontato da Verdone con grande spirito ironico, che rende l'intera vicenda piuttosto leggera e divertente). Da sottolineare anche la belissima colonna sonora fischiettata che è quanto più di azzeccato si possa creare per un film del genere e ne esalta il retrogusto amaro. Voto: 7,5



    Da molti considerato il lavoro migliore di Verdone: a mio avviso è un buon film ma nulla di più. Per la prima volta appare il personaggio del professore pignolo che perseguita la moglie ed è sicuramente l'aspetto più interessante del film, Le altre due storie hanno diversi punti deboli: quella di Mimmo è sì divertente, ma il personaggio è IDENTICO a Leo di Un sacco bello; la storia di Pasquale è invece accompagnata dal mutismo completo, aspetto che penalizza terribilmente un attore come Verdone (che insomma, non è proprio Chaplin). Pellicola quindi buona, ma lungi dall'essere considerata uno delle migliori di Verdone. Voto: 7-



    Piuttosto inusuale per essere un film di Verdone. I protagonisti sono infatti due carabinieri che si conoscono al concorso per l'arruolamento e diventano fin da subito amici. Il film è comunque piuttosto canonico e si orienta sulla commedia classica. Non mancano comunque scene strappalacrime. Voto: 6+



    Commedia piuttosto divertente che rivela un Verdone meno macchietta e più umano. Il protagonista è infatti un uomo comune che vive una vita regolare con al propria moglie, ma che vede la propria esistenza funestata dalla morte della madre e dal ritorno della sorella dopo 6 anni in cui aveva perso completamente i contatti. E così Carlo dovrà aiutare la propria sorella a risolvere numerosi problemi in giro per l'Europa, che lo strapperanno via dalla propria vita monotona e dal proprio nucleo familiare. Un'ora e cinquanta minuti che scorrono via piuttosto agevolmente. Voto: 7+



    Dei film visionati era quello che mi ispirava meno. Si è invece rivelato un lavoro molto fresco e nel quale Verdone è riuscito a inserire tre delle sue grandi passioni: la musica rock, le medicine e la psicanalisi. Sarà proprio una biografia sulla vita di Jimi Hendrix a dare il via alla vicenda di Bernardo (scrittore e recensore di musica rock): partendo da un'intervista di Richard Benson e passando alle sedute con lo psicanalista, Bernardo conoscerà Camilla (interpretata alla grande da Margherita Buy), attrice nevrotica e dipendente da antidepressivi e ansiolitici. Tra i due nascerà una profonda amicizia, interrotta dagli eccessi dell'uno e dell'altra, ma che li farà riunire fino a giungere ad una tormentata ma inevitabile storia d'amore. Il tutto viene gestito con grande abilità da Verdone, che cerca di dare un risvolto quanto più sentimentale agli sviluppi della trama senza mai perdere la propria ironia. Interpreti comunque molto validi. Voto: 8

    Scusate se vi ho rotto i coglioni, non lo faccio più
    Ultima modifica di Paolo Vespa; 12-10-2013 alle 19:06

  5. #5805
    [p, xi, N(xi)] L'avatar di Il Nicco
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    Il film di cui stanno parlando Rob e Ajeje è quello ispirato alle 120 giornate di Sodoma di Sade? Io ho letto il "romanzo" (che una roba completa per un quarto e composta da appunti per i restanti tre quarti la vedo difficile definirla romanzo) ed è stato terribilmente faticoso arrivare alla fine.

    Non l'ho visto (e non conosco Pasolini come regista) ma da quel che mi pare di ricordare (potrei sbagliarmi), Pasolini non aveva la tendenza a usare persone che non avevano mai recitato prima? Non è un po' contraddittorio parlare di recitazione in quel caso?

  6. #5806
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    Non sempre, vedi le collaborazioni con la Magnani o con Welles, nel caso di Salò o Accattone sì, sono per la maggior parte ragazzi di strada mi pare.
    Sì è quello comunque, che è ovviamente incompiuto.
    M'illumino d'immenso.
    Shepard

  7. #5807
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Un gran bel film. Non sono personalmente un appassionato di Star Trek, anzi non l'ho mai digerito, ma ho comunque trovato l'opera davvero ben fatta e perfetta per chi, appunto come me, non sa nulla della saga, grazie ad una storia semplice ma efficace. Il tutto contornato da una buona dose di ironia, che se non mi sbaglio è sempre stata presente anche nella serie classica e nei film seguenti. Buono il cast, soprattutto Pine. Ottima l'accoppiata effetti speciali e colonna sonora.

    8-

  8. #5808
    Re-build L'avatar di Lorenzo GOV
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    Al termine della presa visione dell'intera filmografia di Lynch, non mi appresto ad una vera e propria esaustiva monografia del regista del Montana, ma proverò invece a dare alcune mie chiavi di lettura e delle impressioni del tutto personali.
    Una mia immediata sensazione è che Lynch non vada affatto scomposto, ma assorbito, se così si può dire, nella sua indistinta totalità. Ciò si traduce, da un punto di vista eminentemente epistemologico, nella necessitá di non far uso (o del far l'uso in maniera modicissima) delle facoltà principali della razionalitá: prima fra tutte l'analisi.
    Perchè a mio parere Lynch non va analizzato?
    Perchè l'analisi ha come propria metodologia la scomposizione, la quale prelude alla successiva fase della ricomposizione sotto la luce di una precisa ratio. Non si può scomporre un'opera di Lynch, per un principale motivo: che il senso dell'insieme si snatura in seguito ad una sua scomposizione logico-razionale.
    E non sto dicendo ciò paventando una presunta irrazionalitá dell'opera lynchiana, anzi.
    Il mio assunto di base è che il cinema di Lynch sia molto più tendente ad un'arte raffigurativa: un simbolismo surrealista pittorico. E ciò è ampiamente ravvedibile sin dalla sua prima creatura, Eraserhead.
    Senza voler fare i sapientoni del cinema underground, cercando di sviscerare e interpretare tutte le allegorie nascoste, si può dire che il debutto è un film molto auto referente, ancora acerbo, eccessivamente criptico: ma è proprio Lynch. È. Lynch che ti arriva come un pugno allo stomaco, con la sua atmosfera, le sue musiche, le sue sequenze oniriche e pesanti, le immagini impressionanti. Ecco, per me, chi è Lynch: il sentimento immediato, inscenato attraverso la mediatezza del cinema e del simbolo.
    Ed è veramente un'impresa perniciosa oltre che inutile, in questo film, come negli ultimi tre del regista, ricercare una spiegazione razionale, un treno logico-consequenziale: il senso di un'opera d'arte è racchiuso unicamente nella mente dell'artista. È gnoseologicamente inaccessibile. Del resto ogni creato parla sempre e comunque del suo creatore, e ogni creatore non può che parlare del suo creato. Qual è allora la motivazione che spinge un autore a creare?
    L'unica possibile: smuovere gli animi, gettare una pietra in uno stagno, sollecitare una propria ricerca di senso, investire a-razionalmente l'interlocutore, l'unica condivisione possibile ed esistente.
    Un discorso questo generale, ma particolarmente pertinente per la cosiddette a trilogia della mente: certo, ci si può profondere in spiegoni su Io, Es e Super Io, si può parlare di sogno, inconscio, si può citare una totale potenza demiurgica della mente, ma sono discorsi che sinceramente poco mi convinco e mi affascinano. Non perchè i suddetti non abbiano un senso, ma perchè il loro senso non è rintracciabile alla stregua di un'equazione algebrica.
    Il loro senso piuttosto non si trova piuttosto nell'intera scena del club Silencio o nelle concitate sequenze finali di Strade Perdute?
    I più irretiti in usuali schemi rappresentativi Blue Velvet e Cuore Selvaggio non recano il loro messaggio nella splendida sequenza iniziale, il primo, o nel ballo alla luce del tramonto, il secondo?
    Non sono questi i quadri, fatti di musica e movimento, che Lynch vuole rappresentare? Del resto è lo stesso regista che in più interviste manda il monito di non irrigidirsi in intelaiature mentali per scorgere il senso delle proprie opere, ma anzi, invita spesso a ricercare un proprio senso, nei modi e per le vie più disparate.

    Tecnicamente ci troviamo di fronte ad uno dei registi americani meno americano che abbia mai visto: bando alle carrellate hollywoodiane, grande uso della luce, del chiaroscuro, immagini sporche, non nitide, grande uso dei primi piani, spesso la regia è lenta, indugiante, meditabonda, il montaggio è scattante, improvviso, come la velocitá con cui la mente elabora e associa i concetti.
    Le musiche, spesso di Badalamenti, contribuiscono a marchiare il cinema di Lynch, contribuiscono a creare l'atmosfera distinguibile delle sue opere, tetra, opprimente, malsana.

    Ci sarebbero pagine da scrivere per ogni singolo film, tanta la mole di suggestioni e spunti degni di nota.
    Lynch ha la particolaritá unica nel panorama cinematografico di usare un linguaggio ieratico, inaccessibile, ma di farlo con una sensibilitá e una personalitá tale da arrivare anche senza una comprensione vera e piena del senso di ciò che crea. Per me, non c'è espressione più autentica del fare arte.

  9. #5809
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    L'unica razionalizzazione che si può fare su un film di Lynch è che non si può davvero razionalizzare. I suoi film sono molto semplicemente intricati e contraddittori flussi di coscienza che scavano nel profondo dell'animo attraverso lo smarrimento, la confusione, la stranezza, l'ignoto, creando così un'esperienza sensoriale ai massimi livelli. Kubrick stesso è rimasto molto affascinato da questa tecnica, tant'è che il suo stile registico si è molto evoluto dopo aver visionato Eraserhead.
    I suoi lavori sono pieni di sottotesti, percorsi psicologici, messaggi, ma non c'è mai una strada ben definita, è un percorso oscuro e volutamente inconcludente che non porta a niente, ma che allo stesso tempo dice tutto. Surrealismo, psicologica e horror perfettamente uniti in una tela onirica. Questo è il motivo per il quale Lost Highway è probabilmente l'essenza stessa di Lynch.

    Tecnicamente è un genio ribelle, parliamo di uno che ha realizzato un capolavoro utilizzando una banale macchina digitale proprio durante l'esplosione dell'HD.
    M'illumino d'immenso.
    Shepard

  10. #5810
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Non male come sequel. Un po' ridondante il kirkcentrismo ma siamo comunque sui livelli del primo film. Ottimo Cumberbatch.

    7,5



    Un'altra delusione. Non bastano il buon Cavill che non nega una discreta performance e degli effetti speciali di alto livello (ormai è una costante ma vabeh, ripeterlo ogni volta non fa comunque male), e in generale una buona coreografia per quanto concerne le scene d'azione, a renderlo un ottimo film. Prima di tutto è lento da morire, non si lascia poi seguire con attenzione (stavo letteralmente sbadigliando) dato il resto dei personaggi resi anonimi (Lois una macchietta) ed un antagonista che non ti dice nulla (ho visto uno Zod migliore in Smallville, ad essere sincero). Sarà pure un remake ma è comunque una trama trita e ritrita, anche per questo mi sono parecchio annoiato.

    6
    Ultima modifica di Daredevil; 18-10-2013 alle 01:07

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