Bulma era scesa di sotto sbadigliano. Non si era meravigliata più di tanto nel vedere Vetrunks al posto di suo marito, in fondo quella storia andava avanti da una settimana buona. Si meravigliò successivamente. Suo marito era tranquillamente a chiacchierare con Goku davanti a un bicchiere formato gigante di thè freddo, con ghiaccio e cannuccia. A parte che era strano che quei due chiacchierassero invece di fare a botte, ma l’ora era davvero incredibile e anche se suo marito era mattiniero, Goku prima delle dieci non si alzava portando come scusa il suo lavoro. Avvicinandosi si accorse che il volto di entrambi però, a un osservazione più attenta, era incredibilmente serio.
“Kakaroth ho paura che anche tu possieda uno strano potere come il mio”disse Vegeta serio, facendo girare a vuoto la cannuccia. “Urca”disse Goku eccitato. “Non ho detto che è una cosa buona. Ti ricordo che sono pericolosi, incontrollabili. Io ci stavo perdendo la vita e per poco non uccidevo te o Bulma “ “Si però ci hai sconfitto Fooler”. “Lo avremmo fatto comunque. Kakaroth ti prego non scherzarci”disse Vegeta guardandolo serio. “Parola d’onore”disse Goku rispondendo con uno sguardo altrettanto serio. “Ricapitoliamo, i mezzi saiyan hanno un grande potenziale nascosto in se, mentre io e te abbiamo strani poteri sovrannaturali. Saremo rimasti in pochi noi saiyan, ma sono rimasti i migliori”disse Goku tornando a scherzare. “Credevo tu non fossi saiyan. Dicevi sempre che eri “cresciuto sulla terra””lo parafrasò Vegeta. “Mentre tu dicevi che non ti saresti mai adeguato ai “terrestri inferiori”. Abbiamo raggiunto entrambi una via di mezzo che definirei perfetta”disse Goku sorseggiando “aristocratico” la sua bibita. “Si, proprio la perfezione. Perfetti come Cell. Con il mio orgoglio e tu con la tua ingenuità, come terrestri facciamo schifo. Comunque come saiyan hai ragione, sono rimasti quasi tutti i migliori”. “Perché quasi?”chiese Goku stranito. Vegeta sospirò serio: “Preferisco non parlarne. Per non rovinarti la giornata, visto che ti conosco e ti arrovellerai fino a quando non riuscirai a scoprirlo, chiedilo a Kamy, lei lo sa”. “A me un po’ manca la mia sorellina”. “Questa casa è finalmente vuota da quando è a Satan City, ma questo non vuol dire che non continui ad assillarmi. Fa parte della “tua” famiglia biologicamente, ma praticamente fa parte della mia”si lamentò Vegeta, ma Goku sapeva che lo diceva solo per orgoglio. “Mi sembra assurdo che da bambini poteste essere migliori amici, a vedervi tu per lei sei praticamente un padre”riflette Goku. “Eri venuto per parlare dei tuoi strani poteri o per parlarmi di tua sorella? Comunque vedo che ti sei perfettamente ripreso psicologicamente perciò propongo, dopo la bibita, di andare nella Graviti room. Sento che è la volta buona che ti batto”disse Vegeta sicuro di sé. “D’accordo”rispose Goku che era sempre felice quando c’era una nuova sfida e l’inquietudine era finalmente sparita.
“Che fate voi due?”chiese Bulma avvicinandosi, vedendo che entrambi si erano rilassati e, come al solito, avevano ricominciato a scherzare e a sfidarsi. “Già sveglia?”chiese Vegeta, quasi fosse stata lei la pigrona e non lui il mattiniero. “Molto divertente. Comunque preparati, tra un po’ arriverà tuo nipote perciò se vuoi allenarti da solo con Goku e meglio che ti sbrighi”. Il Son, essendo l’idolo, insieme a Vegeta, di Vetrunks, sapeva come il bambino si sarebbe attaccato per non staccarsi più. Era davvero incredibile e la sua forza li aveva più volte sorpresi, ma quella sfida privata che andava avanti tra lui e Vegeta da anni, era un momento in cui non voleva interruzioni. “Corriamo”disse Goku. “Per una volta hai ragione Kakaroth”concordò Vegeta. La sfida inizio prima, perché inizio con la corsa a chi arrivava prima. “Sono proprio due bambini”disse Bulma sparecchiando i due bicchieri ormai vuoti.
Trunks si svegliò di soprassalto. Si passo una mano sul volto sudato, mentre Pan al suo fianco sbadigliava. Era appoggiata con il viso sul petto muscoloso del marito, e quel movimento improvviso l’aveva svegliata. “Che succede?”chiese con la voce ancora impastata dal sonno. Trunks si volto verso di lei e guardando la sua donna combattiva così indifesa e buffa con i neri capelli lunghi tutti arruffati, sentì la paura scemare. “Niente, solo uno strano sogno”. “Non sarà di nuovo quel sogno sfortunato?”chiese preoccupata. “No. Era solo strano, anche se devo dire che per una volta da tanto tempo ho avuto paura”ammise Trunks. Non voleva preoccuparla, ma sapeva che le bastava leggergli il viso per capirlo. Era così bello avere una persona che ti ama accanto e Trunks ringraziò ancora quel viaggio che avevano fatto da ragazzi. “Ho sognato che io e Goten eravamo su un pianeta sconosciuto. Era un pianeta deserto e faceva un caldo tremendo. Sotto di noi un deserto di sabbia rossa che si perdeva a vista d’occhio. Eravamo stanchi e pieni di ferite. Stavamo combattendo ed eravamo in svantaggio. Abbiamo provato a fare la Fusion, ma non funzionava. Poi il nostro avversario, che non riuscivo a scorgere si metteva a ridere. Due occhi rossi e un raggio che si dirigeva verso me e Goten. Non potevamo fermarlo, era troppo forte. Non siamo riusciti a schivarlo perché era troppo veloce. Ci ha colpiti in pieno. Ho sentito le urla di Goten e anch’io ho cominciato a urlare e poi mi sono svegliato”raccontò brevemente Trunks. “Era solo un sogno tesoro, non preoccuparti”lo rassicurò Pan, dandogli un leggero bacio sulle labbra. “Hai ragione”rispose il lilla sorridendole e si diresse in bagno per una bella doccia. Però la brutta sensazione non spariva.
“Sveglia!!!!!”urlò eccitato Goten. All’altro capo della cornetta una povera Bra cadeva dal letto, dopo essere vistosamente trasalita. “Sei scemo?!”urlò poco gentilmente la principessina. “Dai svegliati. Non ti ricordi che oggi è il nostro anniversario da quando stiamo insieme?”disse zuccheroso Goten al massimo della felicità. Se lo avesse potuto vedere, si sarebbe accorta che sprizzava gioia da tutti i pori. “GOTEN!!!!!”. L’urlo di Chichi squarciò i Monti Paoz, sovrastando per un attimo il pianto disperato di May che con le urla di Goten si era svegliata. “Dove sarà andato quell’irresponsabile di mio marito a quest’ora? Lui che ogni mattina sembra caduto in letargo e a ogni mio richiamo risponde con un russare profondo”si lamentava la donna cullando la bambina. Goten sotto intanto stava ignorando quello che succedeva in casa e continuava a parlare con la fidanzata al telefono. “Ci vediamo tra due ore al parco della tua città. Mi raccomando non mancare”disse Goten riattaccando, lasciando una Bra più confusa che persuasa. Il ragazzo, che era già vestito, prese le chiavi della moto. Avrebbe fatto prima ad andare in volo, ma distratto com’era quel giorno se ne dimenticò. Perciò uscì fischiettando, mentre Chichi si lamentava che era un irresponsabile come suo padre, visto che se ne andava anche lui.