Non è affatto male. Aspetto un nuovo episodio per fare un commento completo.
Non è affatto male. Aspetto un nuovo episodio per fare un commento completo.
So many are waiting for their new beginning, their birth by sleep.
Even me..
and even you.
Grazie per i commenti. Ecco il secondo capitolo.
NB: gli asterischi (*) servono a spiegare di cosa parla il capitolo in alcuni punti, con spiegazioni scritte o con immagini. Troverete le spiegazioni alla fine del capitolo.
Buona lettura.
Capitolo II
Erano passate circa due ore da quando John era arrivato a Manhattan, ma di Thomas nessuna traccia.
“Dove sei?” pensava ormai da quando era partito dal South Bronx.
“Proviamo con la radio.”
Accese l’autoradio, e subito un giornalista strillò: <Aggiornamenti sulla rapina alla Bank of New York. Tyler ha preso un ostaggio.>
Un brivido percorse la schiena di John alla parola “ostaggio”.
<Biondino, occhi azzurri, alto all’incirca un metro e ottanta, di ventisei anni.>
John si sentì mancare. Mancava solo che dicesse il nome.
<Il suo nome è Thomas Wilson.>
John sentì l’ultimo nervo teso rimasto nel suo cervello spezzarsi, ed iniziò ad urlare come un matto.
“Ma tra tutti gli sfigati che lavorano in quella banca, proprio mio fratello dovevi rapire?” urlò disperato. Ormai le lacrime gli riempivano gli occhi, ma lui, con uno sforzo immane, riuscì a non piangere.
“Minchia, amico! Calmati!”
A parlare era stato un uomo di circa trent’anni, con capelli corti e bruni e occhi marroni.
“Perché dovrei calmarmi?” urlò John “Quel brutto figlio di puttana ha rapito mio fratello!”
“Ah, la storia della rapina?” chiese l’uomo. John notò il forte accento siculo.
“Sì, quella storia.” rispose John calmandosi.
“Ho sentito che il bottino ammonta a cinque milioni di dollari.” spiegò l’uomo “Quel Tyler ci sa fare, e parecchio anche.”
“Non sai più niente?” chiese John speranzoso.
“Solo che ha caricato bottino e ostaggio su un camion rubato della Anchor, poi non so più niente.”
John ebbe un flashback. Il camion che aveva incrociato sulla strada per Manhattan era della Anchor.
“Chissà dove si sarà nascosto.” disse John.
“Dove non so, ma si sarà nascosto bene.” disse l’uomo “L’ultima volta che è finito in gattabuia, la polizia ha brancolato nel buio per sei anni prima di trovarlo.”
“Non m’importa!” esclamò John “Lo troverò e lo farò fuori per quello che ha fatto.”
“Non ce la farai mai. Tyler è un grilletto molto facile, ma credo che il signor Corozzo* ti potrà aiutare.”
“Corozzo? Il boss mafioso?”
“Mafioso è una parola grossa!” disse l’uomo ridendo “Diciamo che è un uomo che si fa giustizia da solo …”
“… e a modo suo.” disse John completando la frase.
“Bravo, vedo che sei acuto.” disse l’uomo “Saresti un ottimo picciotto.”
“Se potesse aiutarmi a trovare mio fratello, lo sarei volentieri.”
“Così voglio sentir parlare la gente.” disse l’uomo, che salì in auto.
“Allora …” continuò “… ti va?”
“Mi va …” rispose John.
“Bravo.” disse l’uomo compiaciuto.
John mise in moto l’automobile e partì. Dopo circa cinque minuti l’uomo tese la mano verso John.
“Non ci siamo ancora presentati.” disse “Joseph Corozzo*.”
“John Wilson.” rispose John stringendo la mano all’uomo “Tu sei il figlio di …”
“Il nipote.”
“Ah, ho capito.”
Ci furono alcuni attimi di silenzio.
“Dove si va?” chiese poi John.
“Little Italy.” rispose Joseph.
John accelerò e dopo un quarto d’ora furono all’entrata di Little Italy.
“Fermati qui.” disse Joseph.
John ubbidì e parcheggiò l’auto nel primo posto libero. I due scesero dall’auto.
“Vieni con me.” disse poi l’italo-americano, facendo un cenno a John con la testa.
I due camminarono per circa dieci minuti, poi si fermarono davanti ad una scalcagnata bottega di un falegname.
“Ehi, Tommy!” urlò Joseph “Mi serve una ‘tromba’.”
“Serviti da solo, ho da fare.” rispose una voce maschile dal retro del locale.
Joseph non se lo fece ripetere due volte e aprì il cassetto del bancone, estraendone un revolver.
“Ecco a te.” disse, porgendola a John “Un revolver Smith & Wesson modello 60*. Piccolo ma dotato di una straordinaria capacità di fuoco. Molto maneggevole.” spiegò poi con fare quasi altezzoso.
John fissava perplesso prima Joseph, poi il revolver, e viceversa.
“Ah, scusa.” disse Joseph, aprendo un altro cassetto. “Ecco.”
Prese una decina di scatole di proiettili e le mise sul bancone.
“Che c’è?” chiese Joseph guardando la faccia interrogativa di John.
“Niente, niente.” rispose John alzando le spalle.
Prese le scatole di proiettili e le mise nella tasca interna della giacca, poi nascose il revolver tra i pantaloni e la camicia.
“Ora andiamo.” disse Joseph “Ho già avvisato il boss mentre venivamo qui.”
“E cosa ha detto?” chiese John.
“Che può riceverci anche subito, se ci sbrighiamo.” rispose Joseph.
I due accelerarono il passo. Erano diretti al centro di Little Italy.
* Nicholas Corozzo, attuale boss della famiglia Gambino.
* Joseph Corozzo, jr., figlio di Joseph Corozzo, è il nipote di Nicholas Corozzo, che è suo zio.
*Spoiler:
Ultima modifica di Radium; 14-06-2009 alle 17:34
perchè l'hai ambientata a mosca o a lenningrad?
Comunque è molto bella,complimenti comunque la mafia russa è migliore di quella italo-americana.
Bello. Gli han già dato la revolver e i proiettlii Sono ancora più curioso di vedere che succederà
So many are waiting for their new beginning, their birth by sleep.
Even me..
and even you.
Ben scritta,personaggi già abbastanza caratterizzati,storia e luogo interessante.Continua così!
Posso dirti che hai sinceramente rotto le balle con la Russia?
Se č per questo anche le triadi e le tong sono migliori della mafia russa.
Comunque grazie a tutti per i commenti, ne vogl...ehm...aspetto altri. Comunque visto che siamo in tema John nella storia si troverā coinvolto anche in guerre di mafia.
Davvero interessante questa "storia" devi proprio continuarla!
UP
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Comunque il terzo capitolo lo posto domani.
Io non vedo l'ora!