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Risultati da 21 a 30 di 57

Discussione: Ars pensandi

  1. #21
    Senior Member L'avatar di sssebi
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    Citazione Originariamente Scritto da Davyl Visualizza Messaggio
    E' che ho la brutta tendenza a sopravvalutare i miei interlocutori
    Mannaggia Davyl, non hai ancora raggiunto la perfezione...

    Citazione Originariamente Scritto da PrincessBulma Visualizza Messaggio
    Secondo me è impossibile.
    Cioè, già il fatto che pensi che non dovremmo pensare di pensare, è in sè un pensare. E pensare di non farlo, sarebbe comunque pensare.
    L'uomo non può non pensare, anche per le cose più banali.

    (Sbem! V'ho fatto er pezzaccio)
    Tu che ne pensi?

    Citazione Originariamente Scritto da Mystic Leon™ Visualizza Messaggio
    Che poi l'arte della libertà mentale esiste, e sarebbe, quella che è conosciuta dalla società in cui viviamo, con il nome di, "pazzia"
    O follia
    Ultima modifica di sssebi; 22-03-2009 alle 19:33

  2. #22
    The Master of Keyblade L'avatar di Sora93
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    Citazione Originariamente Scritto da Mystic Leon™ Visualizza Messaggio
    Che poi l'arte della libertà mentale esiste, e sarebbe, quella che è conosciuta dalla società in cui viviamo, con il nome di, "pazzia". Mi trovo in accordo in quasi tutto lo scritto di Davyl tranne per il fatto che se noi non pensassimo di essere sottomessi da confini da porci, nel mondo regnerebbe il caos più totale.
    Questo è anche vero.
    Spoiler:

  3. #23
    →Read Only Member L'avatar di Davyl
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    Citazione Originariamente Scritto da !gohanssj2! Visualizza Messaggio
    Da quello che ho capito del post, penso sia molto simile a quello che ho pensato io riguardo al pensiero proprio di recente.

    Più che altro, sentirei la necessità di parlare senza pensare a ciò che dico in modo da poter riuscire a dire tutto quello che penso.

    Invece, pensando mentre parlo di cose pensate, non riuscirei mai a dire tutto ciò che penso in quanto quello che penso mentre parlo lo espongo, pensando, sucessivamente.

    Sarebbe bello/utile secondo me, se il tempo del pensiero fosse più corto del tempo della parola...quindi parlare senza effettivamente pensare, che però non paragonerei a follia!
    No, non confondere il mio modello astratto di "follia", Ignazio: quella prevede che vengano aboliti completamente pensieri logici, mentre qui si rimane nell'ordine della razionalità. E comunque inserire anche le variabili di "tempo di pensiero" e "tempo di parola", per tentare di trovare l'equilibrio che ambisci potrebbe soltanto in teoria portare ad una univoca corrispondenza, che preveda:
    "TdPensiero=TdParola" come anche già detto da te, porterebbe ad un annichilimento totale dell'interlocutore.
    O altrimenti:
    "TdPensiero>TdParola" = ridondanza fonetica di medesimi vocaboli; e vedila come una CPU in attesa di interrupts dal sistema input/output, non come "follia", dato che se l'uomo fosse stato caratterizzato da questa tipologia di rapporto sarebbe ugualmente riuscito a creare una ragnatela di senso logico nelle sue frasi apparentemente vuote ed inutili.
    "TdPensiero<TdParola" = impossibilit&#224; di comunicare tutto ci&#242; che si pensa; vale a dire lo status attuale nel quale ci troviamo per necessit&#224; (andando ad escludere le altre due, sicuramente meno vantaggiose).
    Anche in questi due casi, comunque, si andrebbe ad annullare l'interlocutore; quindi il concetto di "silenzio" come interruzione della comunicazione verbale di informazioni decoficate da un sistema di impulsi elettrici orchestra alla perfezione il rapporto interpersonale, non credi?

    Ma, soprattutto, di che diavolo stiamo parlando?
    Ultima modifica di Davyl; 22-03-2009 alle 19:54

  4. #24
    The Member L'avatar di Kabu
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    E chi mai pensa di star pensando di grazia...
    Forse solo un saccente scientista.

    Il concetto di pensiero slegato dalla conoscienza e dall'esperibilità rappresenta la pia illusione di coloro che amano sopravvalutare l'intelletto umano, conferendogli poteri divini di creazione, quando il nostro pensiero scaturisce unicamente dall'osservare, accumulare, ed elaborare, niente più... ma senza nessun limite.

  5. #25
    A Little Peculiar. L'avatar di PrincessBulma
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    Citazione Originariamente Scritto da sssebi Visualizza Messaggio



    Tu che ne pensi?


    Riguardo cosa?
    Il Paradiso è un'astuta bugia.

  6. #26
    →Read Only Member L'avatar di Davyl
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    Citazione Originariamente Scritto da PrincessBulma Visualizza Messaggio
    Riguardo cosa?
    L'aoristo passivo: pro e contro.

    Citazione Originariamente Scritto da Kabu Visualizza Messaggio
    E chi mai pensa di star pensando di grazia...
    Forse solo un saccente scientista.

    Il concetto di pensiero slegato dalla conoscienza e dall'esperibilit&#224; rappresenta la pia illusione di coloro che amano sopravvalutare l'intelletto umano, conferendogli poteri divini di creazione, quando il nostro pensiero scaturisce unicamente dall'osservare, accumulare, ed elaborare, niente pi&#249;... ma senza nessun limite.
    Non conta nulla qui la "conoscenza" e il valore di ci&#242; che si pensa, conta il fatto che si pensi; e il fatto stesso che tu riesca a creare (gli Dei cosa fanno?) nella tua mente ci&#242; che vedi, senti, e percepisci con i restanti sensi non &#232; lecito paragonarlo ad un potere delle cose, di poterci giocare, manipolarle, immaginarle (!), tramite astrazione (massima facolt&#224; d'intelletto)?
    In realt&#224; ci siamo inventati che pi&#249; in alto di noi ci siano gli Dei, o il Dio, o la Monade, o il solito ermellino col tut&#249;, ma soltanto perch&#233; altrimenti il nostro egocentrismo e la presunzione di essere le pi&#249; alte forme di biologia pensante ci avrebbe portato ad abolire completamente la pedagogia storica e antropologica.

  7. #27
    The Master of Keyblade L'avatar di Sora93
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    Citazione Originariamente Scritto da Davyl Visualizza Messaggio
    L'aoristo passivo: pro e contro.



    Non conta nulla qui la "conoscenza" e il valore di ciò che si pensa, conta il fatto che si pensi; e il fatto stesso che tu riesca a creare (gli Dei cosa fanno?) nella tua mente ciò che vedi, senti, e percepisci con i restanti sensi non è lecito paragonarlo ad un potere delle cose, di poterci giocare, manipolarle, immaginarle (!), tramite astrazione (massima facoltà d'intelletto)?
    In realtà ci siamo inventati che più in alto di noi ci siano gli Dei, o il Dio, o la Monade, o il solito ermellino col tutù, ma soltanto perché altrimenti il nostro egocentrismo e la presunzione di essere le più alte forme di biologia pensante ci avrebbe portato ad abolire completamente la pedagogia storica e antropologica.
    Io non ci credo a tutte ste cose degli dei o di dio , è una cosa della nostra mente, un pensiero.Noi ci siamo creati evoluti e continuiamo a vivere perche doveva essere cosi.
    Spoiler:

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Davyl Visualizza Messaggio
    No, non confondere il mio modello astratto di "follia", Ignazio: quella prevede che vengano aboliti completamente pensieri logici, mentre qui si rimane nell'ordine della razionalit&#224;. E comunque inserire anche le variabili di "tempo di pensiero" e "tempo di parola", per tentare di trovare l'equilibrio che ambisci potrebbe soltanto in teoria portare ad una univoca corrispondenza, che preveda:
    "TdPensiero=TdParola" come anche gi&#224; detto da te, porterebbe ad un annichilimento totale dell'interlocutore.
    O altrimenti:
    "TdPensiero>TdParola" = ridondanza fonetica di medesimi vocaboli; e vedila come una CPU in attesa di interrupts dal sistema input/output, non come "follia", dato che se l'uomo fosse stato caratterizzato da questa tipologia di rapporto sarebbe ugualmente riuscito a creare una ragnatela di senso logico nelle sue frasi apparentemente vuote ed inutili.
    "TdPensiero<TdParola" = impossibilit&#224; di comunicare tutto ci&#242; che si pensa; vale a dire lo status attuale nel quale ci troviamo per necessit&#224; (andando ad escludere le altre due, sicuramente meno vantaggiose).
    Anche in questi due casi, comunque, si andrebbe ad annullare l'interlocutore; quindi il concetto di "silenzio" come interruzione della comunicazione verbale di informazioni decoficate da un sistema di impulsi elettrici orchestra alla perfezione il rapporto interpersonale, non credi?

    Ma, soprattutto, di che diavolo stiamo parlando?
    Come gi&#224; chiarito in privato in met&#224; pomeriggio, il tempo come lo intendi tu non &#232; come lo intendo io. Dal mio punto di vista, il tutto &#232; ribaltato. Tu lo metti sotto il punto di vista di "quanto ci metto a formulare un pensiero" e "quanto ci metto a formulare le parole" il che implica ovviamente che il tempo per formulare il pensiero &#232; minore di quello per formulare una frase (in quanto questa &#232; data dal tempo del pensiero + il tempo di esporre la frase)

    Io invece la metto sul punto di vista, non della formulazione, ma del tempo che abbiamo per pensare.

    Noi pensiamo per tutta la vita, ma non comunichiamo sempre.

    Il che implica che il tempo che impieghiamo nel pensiero &#232; molto pi&#249; grande di quello che impieghiamo nel dialogo.

    Per poter esporre tutti i pensieri quindi non si pu&#242; far altro che annullare il pensiero rendendo la "vita" della parola pi&#249; lunga di quella del pensiero.

    Ma le vite sono uguali, quando si muore si perde la capacit&#224; di pensare e parlare contemporaneamente.

    Quindi, secondo il mio punto di vista il tempo che abbiamo per parlare e pensare &#232; uguale, ma quello che noi impieghiamo a pensare &#232; > di quello che impieghiamo a parlare.

    Se impiegassimo nel parlare lo stesso tempo che impieghiamo nel pensare, dovremo riuscire a parlar veloce tanto quanto pensiamo, senza interromperci e senza dare la possibilit&#224; all'interlocutore di risponderci...inibendo quindi il dialogo che era il punto di partenza.

    Senza considerare il fatto che tutti dovremmo occupare la nostra vita nel parlare e quindi non avremo il tempo per ascoltare l'altro rendendo, ancora una volta, il dialogo impossibile.

    Non so se ci siamo capiti, fatto sta che son tutti paradossi, non riusciremo mai a comunicare tutto ci&#242; che stiamo pensando!

  9. #29
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    Come gi&#224; chiarito in privato in met&#224; pomeriggio, il tempo come lo intendi tu non &#232; come lo intendo io. Dal mio punto di vista, il tutto &#232; ribaltato. Tu lo metti sotto il punto di vista di "quanto ci metto a formulare un pensiero" e "quanto ci metto a formulare le parole" il che implica ovviamente che il tempo per formulare il pensiero &#232; minore di quello per formulare una frase (in quanto questa &#232; data dal tempo del pensiero + il tempo di esporre la frase)

    Io invece la metto sul punto di vista, non della formulazione, ma del tempo che abbiamo per pensare.

    Noi pensiamo per tutta la vita, ma non comunichiamo sempre.

    Il che implica che il tempo che impieghiamo nel pensiero &#232; molto pi&#249; grande di quello che impieghiamo nel dialogo.

    Per poter esporre tutti i pensieri quindi non si pu&#242; far altro che annullare il pensiero rendendo la "vita" della parola pi&#249; lunga di quella del pensiero.

    Ma le vite sono uguali, quando si muore si perde la capacit&#224; di pensare e parlare contemporaneamente.

    Quindi, secondo il mio punto di vista il tempo che abbiamo per parlare e pensare &#232; uguale, ma quello che noi impieghiamo a pensare &#232; > di quello che impieghiamo a parlare.

    Se impiegassimo nel parlare lo stesso tempo che impieghiamo nel pensare, dovremo riuscire a parlar veloce tanto quanto pensiamo, senza interromperci e senza dare la possibilit&#224; all'interlocutore di risponderci...inibendo quindi il dialogo che era il punto di partenza.

    Senza considerare il fatto che tutti dovremmo occupare la nostra vita nel parlare e quindi non avremo il tempo per ascoltare l'altro rendendo, ancora una volta, il dialogo impossibile.

    Non so se ci siamo capiti, fatto sta che son tutti paradossi, non riusciremo mai a comunicare tutto ci&#242; che stiamo pensando!
    Eh no, parti sempre dal presupposto di considerare la questione da un punto di vista tanto generale da porre sia il pensiero che la parola su di un livello dove di fatto non hanno "pari diritti". Prendi il semplice dormire: &#232; normale pensare, ma non &#232; poi cos&#236; frequente il parlare. Quindi gi&#224; se consideri questo, ti rendi conto che doni un contributo al pensiero che &#232; per logica errato, dato che per paragonare due oggetti bisogna che siano nelle medesime condizioni: &#232; come dire che, a parit&#224; di tempo, un uomo pu&#242; compiere pi&#249; strada rispetto ad un altro che abbia una gamba ingessata, ma negli effetti &#232; sbagliato il paragone ed &#232; ovvio il risultato. Inoltre, altro contributo che non hai considerato &#232; il concetto che io ho considerato a parte: quello di "silenzio". Tu hai analizzato la situazione dal punto di vista pratico, avendo quindi portato l'interruzione di informazione come implicita nella idea di "parola"; io ho fatto la medesima analisi, ma dal punto di vista teorico, semplicemente considerando:
    - parola e pensiero a parit&#224; di condizioni
    - parola e pensiero non influenzati da interruzione (che tuttavia sembra valere solo sulla prima)
    Ergo, &#232; pi&#249; che ovvio che le conclusioni a cui siamo giunti siano diverse, ma in realt&#224; sono giuste entrambe, se si &#232; in grado di capirle.

  10. #30
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    Non so se ci siamo capiti, fatto sta che son tutti paradossi, non riusciremo mai a comunicare tutto ciò che stiamo pensando!
    Soprattutto insulti e roba sconcia. Non è utopia, è una vita d'inferno

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