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  1. #11
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    Turnabout Revenge

    Atto primo: Avvenimento imprevedibile

    [???-???-???]


    Un uomo alto e nerboruto camminava lentamente nella tenebrosa notte. I suoi pesanti passi erano l'unico rumore che si poteva percepire nell'area circostante e apparentemente oltre a lui non c'era nessuno in quella zona. Continuando a camminare l'uomo passò davanti a un maleodorante cassonetto dell'immondizia che non degnò nemmeno di uno sguardo: era troppo impegnato a guardarsi intorno, probabilmente in cerca di qualcuno o qualcosa. Appena l'uomo oltrepassò il cassonetto un pesante oggetto lo colpì alla testa con violenza, facendolo cadere a terra dove rimase sospeso tra la vita e la morte per alcuni secondi. In quel breve lasso di tempo l'unica cosa che vide fu un insanguinato pomo fatto d'oro massiccio che lentamente veniva sollevato. Fu questo tutto ciò che vide prima che i suoi occhi si chiusero....per sempre.
    Appena ciò accadde un urlo di trionfò riempì l'aria e una potente voce esclamò: “Dopo tanti anni la mia vendetta é finalmente compiuta! I due uomini che hanno rovinato la mia vita hanno avuto ciò che si meritavano!”.
    Mentre l'assassino festeggiava faceva roteare con la mano destra un lungo bastone nero alla cui estremità c'era il massiccio pomo dorato da cui colava copioso il sangue vermiglio...



    [ Studio legale Odaki e co.- 3 Gennaio-ore O9:30]



    Justin Shield spalancò con foga la porta dello studio legale e ansimando vi si precipitò dentro, spompato.
    “Kogoro...scusami..per il ritardo...” ansimò, mentre teneva una mano premuta sulla dolorante milza. “La sveglia non ha suonato e mi sono svegliato solo mezz'ora fa...e a quell'ora non ci sono autobus....così non ho avuto altra scelta che venire fin qua camminando, anzi correndo”
    Asciugandosi il sudore con una mano il ragazzo afferrò una bottiglietta d'acqua frizzante appoggiata sulla scrivania e con avidità ne bevve tutto il dissetante contenuto.
    “Mi ci voleva proprio” disse con un sorriso soddisfatto mentre si sedeva comodamente su una delle sedie presenti nello studio. Dopo alcuni secondi di opprimente silenzio si accorse di essere completamente solo: di Kogoro Odaki non c'era la minima traccia.
    “Molto strano...di solito non lascia mai lo studio incustodito...Bé, forse aveva un impegno urgente che non poteva proprio rimandare...Sì, probabilmente é così” si disse Justin, quasi per tranquillizzarsi.
    Guardandosi intorno i suoi penetranti occhi neri si fermarono sul piccolo televisore che Kogoro gli imponeva sempre di non accendere durante l'orario lavorativo.
    “Bé, visto che adesso lui non c'è posso guardarmi un po' di tele in santa pace” disse il giovane, con un sorrisetto da scolaro disobbediente stampato sul volto.
    La sua mano destra corse rapida al telecomando su cui scelse un canale a caso.
    La televisione si accese e le immagini di un serio giornalista che parlava degli ultimi fatti di cronaca nera raggiunsero gli occhi di Justin.
    “Come se non avessi già abbastanza a che fare con gli omicidi...” borbottò, preparandosi a cambiare canale, ma la voce del giornalista lo trattenne.
    “Il noto avvocato difensore Kogoro Odaki é stato arrestato questa mattina alle ore 8:05 con l'accusa di omicidio volontario. Il luogo in cui l'uomo é stato arrestato é l'esterno del famoso Rockwood Bar, ovvero il posto in cui ieri sera si é consumato un feroce delitto...”
    “N-non é possibile! Kogoro non può aver commesso un omicidio!” esclamò Justin, per poi correre a tutta velocità fuori dallo studio legale.
    “Taxi!” urlò appena mise piede in strada.
    Un piccolo Taxi giallo si fermò al suo grido e il giovane avvocato vi salì subito esclamando: “La prego mi porti al centro di detenzione il più in fretta possibile! Non c'è un secondo da perdere!”
    Un po' sbalordito il giovane autista si sbrigò a soddisfare la richiesta del cliente...
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


  2. #12
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    Atto secondo: Perché hai scelto me?

    [Centro di detenzione-3 Gennaio-10:30]



    Correndo come un forsennato Justin raggiunse la stanza in cui Kogoro era tenuto prigioniero e dopo una breve discussione con una guardia ottenne la possibilità di parlare con lui per un po'.
    “Kogoro!” esclamò appena fu libero di parlare.
    “Oh, ciao Justin. Ti trovo in forma” disse il signor Odaki, sorridendo tranquillamente. Quel giorno l'avvocato indossava un elegante completo nero, con tanto di cappello a cilindro. L'unica cosa che mancava per farlo sembrare un nobile era il magnifico bastone nero che di solito portava sempre con se, ma che quel giorno sembrava essere stato sostituito da un semplice bastone fatto di legno di quercia.
    “Ma come fai ad essere così tranquillo? Non lo sai che sei stato accusato di omicidio?!”
    “Sì, lo so. Ma non é nulla di grave, non c'è motivo di preoccuparsi”
    “Ehm...se permetti io mi preoccupo eccome..”
    “Non ce n'è motivo. Ho già trovato un ottimo avvocato che mi difenderà durante il processo di domani”
    Justin tirò un sospiro di sollievo.
    “Meno male. E di chi si tratta?” chiese incuriosito.
    “Prova a indovinare”
    “Mmh...forse il famoso Phoenix Wright?” azzardò il giovane avvocato.
    “Purtroppo ho perso ogni contatto con lui già da qualche tempo. Non ho idea di dove si trovi al momento”
    Nelle parole di Kogoro c'era una punta d'amarezza, come se dire quelle cose gli costasse fatica.
    “Oh, capisco....Allora potrebbe trattarsi di Marvin Grossberg? Ho sentito dire che in passato é stato un ottimo avvocato difensore”
    “Già lo é stato, ma ora é in pensione”
    “Bé, allora deve trattarsi senza ombra di dubbio di Mia Fey”
    “Guarda, se non fosse deceduta sarebbe stata la mia prima scelta” disse Kogoro Odaki sogghignando.
    “Argh...mi arrendo. Dimmi tu di chi si tratta”
    “Sei tu”
    Justin sperò di aver capito male le parole del vecchio maestro. Non poteva certo aver scelto un avvocato difensore alle prime armi come lui!
    “I-io?” balbettò.
    “Sì, proprio tu” disse il vecchio avvocato, sorridendo.
    “Ma...perché? Perché hai scelto me come avvocato difensore? Avresti potuto scegliere tra i migliori avvocati del mondo che avrebbero fatto i salti mortali pur di poter avere l'onore di difenderti in tribunale! E allora perché hai scelto un esordiente come me?”
    “Perché ho la massima fiducia nelle tue capacità. Nel corso del primo caso che hai affrontato ti sei comportato egregiamente e anche quando eri un semplice aiutante riuscivi sempre a dare un valido contributo alla risoluzione dei vari casi”
    “Bé, é vero che in alcune occasioni mi sono rivelato utile...ma resto sempre un dilettante e qui é in gioco la tua carriera! Sei sicuro di voler correre un simile rischio?”
    “Sì, ne sono sicuro. Questa é l'occasione giusta per testare le tue capacità e scoprire se hai la stoffa giusta per portare avanti lo studio legale quando io andrò in pensione. So che corro un grande rischio, ma non me ne importa perché mi fido di te e sono convinto che riuscirai a dimostrare la mia innocenza”
    A quelle parole Justin capì che ormai Odaki aveva fatto la sua scelta e che se si fosse rifiutato di difenderlo avrebbe pure potuto smettere di considerarsi suo allievo. L'unica cosa che ora poteva fare era lottare con tutte le sue forze per dimostrate l'innocenza del suo maestro.
    “Sono contento che tu riponga fiducia in me. Ti prometto che mi impegnerò al massimo per tirarti fuori da questa situazione! Lo giuro sul mio distintivo d'avvocato!” esclamò il giovane, con rinnovato entusiasmo.
    “Sono sicuro che farai un ottimo lavoro” disse Kogoro Odaki, con grande ottimismo.
    -Bene ora che ho accettato di difenderlo devo cercare di ottenere tutte le informazioni possibili sul caso...- rifletté Justin.
    “Potresti spiegarmi cos'è successo ieri sera? So che c'è stato un omicidio e che tu sei il principale indiziato, ma vorrei avere maggiori dettagli per poterti difendere al meglio durante il processo”
    “Mi dispiace, ma non ho intenzione di dirti nulla” affermò Kogoro, con serietà.
    “Cosa?! E per quale motivo?!” esclamò il giovane, interdetto.
    “Questo caso é un ottimo test per vedere se sei in grado di cavartela anche senza il mio aiuto. Dopotutto tu dovrai ereditare il mio studio legale e io non potrò essere sempre presente per darti una mano nella risoluzione dei vari casi. Dunque ritegno che sia opportuno verificare se sei in grado di risolvere un caso contando solo sulle tue forze. Ovviamente se fallirai segnerai la fine della mia carriera e dello studio legale, dunque è meglio se ti impegni veramente al massimo”
    “La posta in gioco é troppo alta! So che vuoi testare le mie capacità, ma non sarebbe meglio farlo in un'altra occasione?”
    “No. Questo caso é il banco di prova ideale per te. Una simile occasione potrebbe non ripetersi mai più”
    -Possibile che questo caso sia così importante? Bé, credo che per scoprirlo dovrò prima riuscire a risolverlo e visto che da Odaki non otterrò altre informazioni utili sarà meglio andare ad indagare altrove. Mmh...è da prima che quel bastone con cui il vecchio si sorregge mi incuriosisce...non é quello che usa di solito col pomo d'oro massiccio...molto strano, di solito non se ne separa mai..-
    Il dubbio si era ormai insinuato nella mente del giovane che così prese la decisione di formulare la seguente domanda: “Che fine ha fatto il prezioso bastone che usi di solito?”
    “Ormai era molto vecchio e rischiava di rompersi da un momento all'altro. Non potevo certo camminare tranquillo sapendo che sarei potuto cadere in qualsiasi momento ed é per questo che ho deciso di venderlo” rispose Kogoro.
    “Strano, ero convinto che fossi molto affezionato a quell'oggetto”
    “Non poi così tanto affezionato. Vendendolo ho ricavato un mucchio di soldi e una parte di essi l'ho già spesa per comprare un nuovo bastone”
    “Ho capito” affermò Justin, anche se in realtà quella storia non lo convinceva nemmeno un po'.
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  3. #13
    [p, xi, N(xi)] L'avatar di Il Nicco
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    Alex, diamine, datti una calmata, chi riesce a seguire un ritmo così vertiginoso di questi tempi e su questa sezione?

    Domani leggo e commento queste ultime due pagine, la parte precedente no perchè, nonostante qualche modifica è essenzialmente quella che avevi già postato a suo tempo...ma rinnovo i complimenti lo stesso

  4. #14
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    Alex, diamine, datti una calmata, chi riesce a seguire un ritmo così vertiginoso di questi tempi e su questa sezione?

    Domani leggo e commento queste ultime due pagine, la parte precedente no perchè, nonostante qualche modifica è essenzialmente quella che avevi già postato a suo tempo...ma rinnovo i complimenti lo stesso
    Vabbè, ma tanto uno dei due capitoli è cortissimo XD
    Comunque grazie per i complimenti ;D
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  5. #15
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    Di niente

    Ad ogni buon conto, letti anche questi due capitoli

    La struttura segue molto fedelmente quella del videogioco come già si notava nell'episodio precedente, ma questo si tiene più sull'oscuro e sul "macabro"(poco poco)...l'effetto è paradossale, Kogoro Odaki che fa il Socrate della situaizone, e Justin Shield che sembra quasi ricalcare le classiche battute del videogioco, però funziona

    Un appunto te lo farei però, ed è il seguente: sebbene di solito sia un pregio, questi ultimi capitoli mi suonano un po' scarni dal punto di vista della formulazione, v'è poca poetica, mi suona quasi d'un euripidea imitazone della realtà, priva di quella grande potenza espressiva che sai usare...sono certo che sei in grado di rendere meglio di così, anche per un lavoro che effettivamente necessita di essere più scarno del solito a causa della sua particolare trama e tema

    Ma sta riuscendo comunque bene, Odaki mi piace parecchio come caratterizzazione, e già solo per questo seguirò fino in fondo

  6. #16
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    Ad ogni buon conto, letti anche questi due capitoli

    La struttura segue molto fedelmente quella del videogioco come già si notava nell'episodio precedente, ma questo si tiene più sull'oscuro e sul "macabro"(poco poco)...l'effetto è paradossale, Kogoro Odaki che fa il Socrate della situaizone, e Justin Shield che sembra quasi ricalcare le classiche battute del videogioco, però funziona

    Un appunto te lo farei però, ed è il seguente: sebbene di solito sia un pregio, questi ultimi capitoli mi suonano un po' scarni dal punto di vista della formulazione, v'è poca poetica, mi suona quasi d'un euripidea imitazone della realtà, priva di quella grande potenza espressiva che sai usare...sono certo che sei in grado di rendere meglio di così, anche per un lavoro che effettivamente necessita di essere più scarno del solito a causa della sua particolare trama e tema

    Ma sta riuscendo comunque bene, Odaki mi piace parecchio come caratterizzazione, e già solo per questo seguirò fino in fondo
    Effettivamente col passare dei capitoli anch'io mi ero reso conto che stavo realizzando un opera ben più scarna del solito, ragion per cui mi sto impegnando maggiormente sui nuovi capitoli in modo da renderli più espressivi.

    Sono felice ha la caratterizzazione di Kogoro ti piaccia, è un personaggio a cui tengo parecchio
    Ti ringrazio vivamente per il commento ;D
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  7. #17
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    Atto terzo: Giovane genio dell'informatica

    All'improvviso una voce femminile esclamò: “Signor Odaki!”.
    Justin si voltò e vide una giovane ragazza dai lunghi capelli rossi legati in due trecce che correva verso di loro. La giovane indossava un paio di occhiali da vista che le coprivano i curiosi occhi castani; una maglietta bianca attraversata da strisce di tessuto grigio, un paio di jeans e un giubbotto aperto su cui era ricamata la tastiera di un computer. Fisicamente la giovane non era molto alta; era magra e la sua pelle era ricoperta da alcune lentiggini. Nel complesso era decisamente carina.
    “Ciao, Emily. Come stai? E' da parecchio tempo che non ci si vede, vero?” disse tranquillamente Kogoro quando la ragazza fu abbastanza vicina.
    “Bé, a me va tutto bene..ma non si può dire lo stesso per lei! Quando l'ho sentito non potevo crederci! Non potevo credere che il più grande avvocato della storia potesse essere accusato di omicidio! E' una vera e propria calunnia!” esclamò la ragazza, agitatissima. Mentre parlava gesticolava freneticamente e muoveva anche la testa, tanto che in un paio di occasioni Justin venne colpito in pieno volto dalle sue trecce.
    “In effetti la mia situazione non é delle migliori...ma sono convinto che tutto si risolverà presto nel migliore dei modi. Dopotutto l'avvocato difensore che ho scelto é una persona molto abile e degna di fiducia”
    “Oh, scommetto che si tratta di un altro famosissimo avvocato difensore!” esclamò la giovane Emily, eccitata.
    -Sbagliato...-pensò Justin, quasi avvilito.
    “Deve per forza trattarsi di una persona che ha grande importanza nel mondo della legge...Vediamo...scommetto che si tratta o di Phoenix Wright o di Marvin Grossberg o di Mia Fey”
    -Ma nessuno si ricorda che Mia Fey é deceduta?!-pensò Kogoro, quasi divertito da quel fatto.
    “No, nessuno di quelli da te nominati é il mio avvocato”
    “E allora di chi si tratta?”
    “Di lui” disse Odaki, puntando l'indice contro Justin.
    Emily si volto verso il giovane avvocato e iniziò a studiarlo con occhi curiosi.
    “Ehm...ciao. Il mio nome é Justin Shield e sono l'avvocato difensore del signor Odaki” disse Justin, porgendo la mano destra alla ragazza che prontamente la strinse.
    “Io sono Emily Web, giovane genio dell'informatica. Lieta di fare la sua conoscenza, signor Shield” disse la giovane, sorridendo.
    “Dammi pure del tu, Emily”
    “Va bene. Devi essere un avvocato davvero molto capace per essere stato scelto dal signor Odaki”
    “Ehm...diciamo di sì”
    “Avanti, non faccia il modesto! Sono sicura che ha risolto numerosissimi casi, non é così?”
    “Bé, in effetti ho vinto tutti i casi a cui ho preso parte” affermò Justin, con orgoglio, pur sapendo benissimo di aver risolto un solo caso e di non avere molto di cui vantarsi.
    “Wow! Una carriera perfetta! E dimmi, a quanti casi hai preso parte, più o meno?”
    “Uno”
    Emily lo guardò per un po', sconvolta, poi scoppiò in una fragorosa risata.
    -E adesso che diavolo ha da ridere?!- pensò Justin, a cui quella ragazza sembrava decisamente strana.
    “Molto divertente!” esclamò la giovane, asciugandosi le lacrime che aveva agli occhi. “Hai davvero un ottimo senso dell'umorismo, Justin!”
    “Ecco...a dire il vero non stavo scherzando...”
    “Cooosa?! Stai seriamente affermando di essere un dilettante?!”
    “...Sì” ammise il giovane, con amarezza.
    Il volto della ragazza passò dallo stupito al furioso.
    “Signor Odaki! Mi deve una spiegazione! Perché ha scelto un avvocato difensore alle prime armi?!”
    Prima che Kogoro potesse rispondere una delle guardie del centro di detenzione si avvicinò a Justin e Emily e con tono autoritario disse: “L'orario delle visite é finito. Vi invito cortesemente ad andarvene”
    “Non me ne andrò fin quando il signor Odaki non mi avrà dato una spiegazione!” esclamò la giovane, ancora furiosa.
    “Emily, non preoccuparti. Sono sicuro che Justin Shield non deluderà le mie aspettative. Se proprio non ti fidi di lui sentiti libera di seguirlo ed assisterlo nel corso delle indagini” disse il signor Odaki, con voce calma.
    “Lo farò. E' mia intenzione dimostrare la sua innocenza, costi quel che costi!”
    -A dire il vero quello sarebbe il mio compito- pensò Justin, sentendosi messo in ombra.
    “Andiamo, Justin, dobbiamo iniziare le indagini!” esclamò Emily per poi voltarsi e mettersi in marcia verso l'uscita del centro di detenzione.
    “Aspetta un attimo” disse Justin, mentre la raggiungeva.
    “Prima di iniziare le indagini avrei alcune domande da farti”.
    La giovane si voltò e con sguardo fermo lo fissò negli occhi.
    “Va bene. Anch'io ho delle domande da farti”
    “Bene, a quanto pare é giunto il momento di chiarire tutti i dubbi che nutriamo l'uno dei confronti dell'altro. Se non ti dispiace vorrei formulare io la prima domanda”
    “Fa pure”
    “Bé, prima di tutto ci terrei a capire con esattezza chi sei”
    “Emily Web, giovane genio dell'informatica”
    “Questo me l'hai già detto....non potresti fornirmi qualche altro dettaglio?”
    “Bé, posso dirti che ho sedici anni, che mio padre era un abilissimo Hacker e che io sono sulla buona strada per diventarlo a mia volta”
    “Era? Per caso é morto?”
    “No, ma é da sei anni che é sparito dalla circolazione e non ho la minima idea di cosa stia facendo al momento...” mormorò la ragazza.
    “Capisco..dunque si può dire che tu sei un'aspirante Hacker, giusto?”
    “Direi proprio di sì!” disse Emily con rinnovato entusiasmo.
    -Fantastico... un difensore della giustizia e un criminale informatico che indagano su un caso d'omicidio...sembra quasi una barzelletta- pensò Justin, con sarcasmo.
    “Bé, ora che so qualcosa in più su di te mi piacerebbe sapere come tu e il signor Odaki vi siete conosciuti”
    “Va bene, Justin, ti racconterò tutto”
    Dopo aver fatto un lungo sospiro la ragazza iniziò a raccontare: “Accadde sei anni fa, quando io ero solo una bambina di undici anni...mia madre venne ritrovata priva di vita nell'ufficio di mio padre con vicino un lungo coltello insanguinato. La polizia esaminò attentamente il coltello e su di esso trovò le impronte digitali del presunto assassino...”
    “Di chi trattava?” la interruppe Justin, incuriosito.
    “Di me. Già, sul coltello c'erano le mie impronte: le impronte di una bambina di dieci anni che ovviamente non avrebbe potuto fare del male a una mosca. Eppure nonostante ciò venni ugualmente accusata dell'omicidio di Hilary Blue, ovvero mia madre. Venni arrestata e condotta in questo centro di detenzione dove passai moltissimo tempo a piangere e a disperarmi per il fatto che nessuno mi volesse consolare...l'intero corpo di polizia mi trattava alla stregua di una criminale e ovviamente una criminale non merita di essere consolata...
    Ricordo che mi ero quasi rassegnata all'idea di passare tutta la vita in prigione poiché ormai avevo perso ogni speranza..nessuno mi avrebbe aiutato a dimostrare che non era stata io a commettere quell'atroce crimine, nessuno. Eppure cambiai completamente idea dopo che il signor Odaki venne a farmi visita. Lui fu l'unico che cercò di consolarmi e che accettò di darmi una mano ad uscire dalle tenebre in cui era sprofondata prendendo la decisione di difendermi in tribunale. Dopo averlo incontrato nel mio cuore di riaccese la fiamma della speranza, fiamma che crebbe a dismisura quando scoprii che mio padre sarebbe stato uno dei testimoni durante il processo e che ovviamente avrebbe fatto il possibile per salvarmi. Il giorno dell'udienza il signor Odaki riuscì ad abbattere senza problemi le accuse della rappresentante dell'accusa, grazie anche alla testimonianza di mio padre. Nel corso del processo il vero colpevole venne allo scoperto e al giudice non restò altra scelta che dichiarami innocente.
    Ecco questa é la mia storia ed é anche il motivo per cui voglio aiutarti a tutti i costi a dimostrare l'innocenza del signor Odaki: voglio pagare l'enorme debito che ho nei suoi confronti e l'unico modo in cui posso farlo é salvarlo come lui salvò me”
    Nel pronunciare quelle ultime parole gli occhi di Emily si riempirono del rovente fuoco della determinazione.
    “Il tuo obiettivo é davvero ammirevole, Emily. Sono sicuro che se ci impegneremo entrambi riusciremo senza ombra di dubbio a raggiungerlo” affermò Justin, contagiato dalla determinazione della ragazza.
    “Ne sono certa. Comunque se ti interessa ho qui con me un biglietto in cui ho scritti alcuni dettagli legati al caso di cui ti ho appena parlato”
    “Bé, non si sa mai con certezza cosa potrebbe essere utile e cosa potrebbe non esserlo. Nel dubbio accetto molto volentieri questo biglietto” disse il ragazzo afferrando il biglietto che la giovane gli porgeva.
    Sul piccolo pezzo di carta c'era scritto, in una grafia un po' grossolana, ciò che segue:
    Caso GH 3
    Imputata: Emily Web
    Avvocato difensore: Kogoro Odaki
    Procuratore: ???
    Testimoni: Syrus Web e ???
    Colpevole: ??? -
    “Mmh...come mai al posto di alcuni nomi sono scritti dei punti di domanda?” chiese Justin, dopo aver letto il biglietto.
    “Sono passati sei anni e alcuni nomi legati a quel caso sono stati completamente rimossi dalla mia mente. Tuttavia mi ricordo con esattezza due cose: il rappresentante dell'accusa era una donna e al colpevole accadde qualcosa di orribile qualche tempo dopo il delitto....solo che non mi ricordo cosa...”
    “Ti ringrazio molto per queste informazioni. So che non dev'essere facile per te parlare di questo argomento”
    “Non preoccuparti, ormai ne ho parlato così tante volte che mi ci sono abituata. Inoltre sono passati già sei anni, dunque le ferite del mio cuore hanno avuto tutto il tempo per rimarginarsi....almeno in parte” disse la ragazza, in tono leggermente rattristato.
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  8. #18
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    Justin non sapeva cosa dire per poter rincuorare la ragazza, anche perché dubitava che lei avrebbe mai potuto sentirsi consolata da una persona che aveva appena conosciuto. Fu così che decise di cambiare argomento.
    “Bene, ora che ho avuto tutte le risposte ai miei dubbi sono pronto a risolvere i tuoi. Fammi pure tutte le domande che vuoi”
    “Bé, a dire il vero c'è solo una cosa che mi é poco chiara...come mai il signor Odaki ha scelto un dilettante come te come suo avvocato difensore? E' una cosa che non riesco proprio a spiegarmi”
    “A quanto pare Kogoro é convinto che questo caso rappresenti il banco di prova perfetto per testare le mie capacità, anche se a mio parere il rischio che ha deciso di correre é troppo alto. Capisco che voglia accertarsi di lasciare il suo studio legale in buone mani, ma dal mio punto di vista sarebbe decisamente meglio farlo in una situazione meno rischiosa”
    “Lo credo anch'io. Però ormai Odaki sembra aver preso una decisione e dubito che cambierà idea facilmente. Comunque cosa intendi con ereditare lo studio legale?” chiese Emily, leggermente perplessa.
    “Kogoro ha deciso che quando andrà in pensione sarò io ad ereditare la gestione dello studio legale. Credo che la scelta sia ricaduta su di me perché sono il suo primo e probabilmente ultimo allievo”
    “Capisco. Bé, se il signor Odaki ha deciso di prenderti come allievo devi averlo veramente colpito e questo é sicuramente positivo! Comunque ora che i dubbi di entrambi sono stati risolti penso che sia arrivato il momento di iniziare le indagini, no?”
    “Corretto. Se non sbaglio l'omicidio è avvenuto all'esterno del Rockwood Bar, dunque penso che sarebbe opportuno iniziare da lì le nostre indagini”
    Detto questo Justin e Emily si rimisero in cammino e dopo aver attraversato numerosi corridoi uscirono dal centro di detenzione. Fermarono il primo Taxi che videro passare, vi salirono e ordinarono all'autista di condurli vicino al Rockwood Bar...
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    Atto quarto: Rockwood Bar

    [Esterno del Rockwood Bar-3 Gennaio-11:17]


    Dopo aver pagato il tassista il giovane avvocato e l'aspirante Hacker uscirono dal veicolo e si ritrovarono in una strada piuttosto ampia, in cui erano parcheggiate alcune auto della polizia.
    “Uff...a quanto pare anche gli agenti di polizia stanno indagando sull'omicidio” osservò Emily, delusa.
    “Del resto é il loro lavoro, no?”
    “Sì, ma mi sarebbe piaciuto indagare liberamente, senza il fiato dei poliziotti sul collo...”
    “Effettivamente se non ci fosse stato nessuno avremmo avuto molta più libertà, ma anche così non dovremmo avere troppi problemi, almeno finché esploriamo le zone in cui ci sono meno agenti”
    “In questa strada non sembra esserci nessuno oltre a noi. Probabilmente gli agenti stanno indagando da qualche altra parte, magari all'interno del bar”
    “Direi che è l'occasione perfetta per raccogliere indizi in santa pace” disse Justin, con ottimismo.
    “Sempre ammesso che gli agenti non gli abbiamo già raccolti tutti....”
    “E' una possibilità, ma se non facciamo almeno un tentativo non possiamo certo averne la certezza”
    I due giovani iniziarono a perlustrare la strada che aveva fatto da teatro al crimine della notte precedente, in cerca di eventuali prove. Vicino a un cassonetto dell'immondizia videro disegnata la sagoma del corpo sull'asfalto e vicino ad essa notarono una discreta quantità di sangue vermiglio.
    “A quanto pare l'omicidio é avvenuto vicino a questo cassonetto” disse Emily.
    “Se é così allora é probabile che al suo interno possa esserci qualche indizio utile” osservò Justin per poi aprire lo sportello del cassonetto che si rivelò completamente vuoto.
    “...Strano...molto strano...” mormorò il giovane avvocato.
    “Strano? A me sembra perfettamente normale” commentò Emily.
    “Ti sembra normale che all'interno di un cassonetto dell'immondizia non c'è la minima traccia di immondizia?”
    “Bé...un po' sì. Ma pensaci bene: potrebbero averla già raccolta”
    “Giusto. Prima di iniziare a fare ipotesi sarà opportuno cercare di capire quando l'immondizia é stata portata via, se prima o dopo il delitto”
    Appena Justin finì di parlare alcuni agenti di polizia uscirono a passo svelto dal Rockwood bar e parlottando fra loro si avvicinarono alla loro volante.
    Il giovane avvocato si avvicinò a loro e con fare educato disse: “Scusate se vi interrompo, agenti ma vorrei chiedervi alcune informazioni sul caso”
    “Vattene via ragazzino! Se vuoi giocare al detective fallo da qualche altra parte!” sbraitò uno degli agenti mentre apriva la portiera dell'auto.
    “No, no, non avete capito! Io sono un avvocat...”
    “Ti ho detto di smammare!” urlò nuovamente lo stesso agente mentre con violenza chiudeva la portiera per poi mettere in moto l'auto.
    “Aspetti!” urlò Justin,ma inutilmente: a grande velocità l'auto della polizia si allontanò dalla scena del crimine.
    “Non c'è più rispetto per gli avvocati difensori!”
    Alle parole del giovane Emily ridacchiò.
    “Bé, almeno ora possiamo indagare in santa pace all'interno del bar” osservò la ragazza.
    “Giusto...anche se la fretta di quelli agenti mi ha lasciato molto perplesso...Temo che stessero portando al commissariato qualche prova da far analizzare alla scientifica”
    “Può darsi, ma per adesso non dobbiamo preoccuparcene: pensiamo solo a raccogliere quante più informazioni possibili sul caso, ok?”
    “Ok, Emily. Penso che sia arrivato il momento di iniziare a indagare all'interno del Rockwood Bar”
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


  10. #20
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    [Rockwood Bar-3 Gennaio-11:30]

    Il Rockwood Bar era un locale decisamente ampio ed elegante. Molti tavoli di legno erano presenti al suo interno e vicino ad essi c'erano parecchie sedie imbottite su cui ci si poteva sedere mentre si degustava una tazza del miglior caffè della città. Un elegante lampadario di cristallo diffondeva la sua luce soffusa per buona parte del bar e il pavimento era ricoperto da un lungo tappeto rosso. Indubbiamente si trattava di un locale esclusivo che solo le persone più facoltose potevano permettersi e questo non era certo il caso di Justin a cui sembrava di essere decisamente fuori posto.
    “Che bel locale...” commentò Emily, ammaliata “Dev'essere davvero magnifico potersi gustare un buon caffè circondati da tutta questa eleganza...Hey, Justin non é che finito il caso potremmo...?”
    “Non ci pensare nemmeno! Col mio budget attuale non potrei mai permettermi di pagare il conto in un posto come questo!”
    “Credevo che gli avvocati guadagnassero parecchio”
    “Bé, il mio primo e unico cliente é stato uno studente universitario che a malapena riesce a pagarsi gli studi...non potevo certo chiedergli dei soldi, sarebbe stato egoista da parte mia”
    “Allora non sei come quegli avvocati sanguisughe che si vedono in televisione”
    “S-sanguisughe?”
    “Benvenuti al Rockwood bar” disse improvvisamente una voce profonda che fece sobbalzare sia Justin che Emily. I due ragazzi si voltarono verso il bancone e videro un uomo di colore alto e nerboruto che con uno straccio stava pulendo una tazza di caffé. L'uomo era completamente calvo, ma in compenso aveva un paio di soffici e folti mustacchi che gli davano un aspetto decisamente particolare. Indossava un lungo grembiule bianco attraversato da righe verdi su cui era ricamata in rosso la scritta “Rockwood bar”.
    “B-buongiorno” balbettò Justin, ancora leggermente scosso.
    “Buongiorno a lei, gentile cliente. Mi duole dirlo ma per cause di forza maggiore il bar é momentaneamente chiuso. La invito a tornare fra qualche giorno”
    “Non sono un cliente. Sono Justin Shield un avvocato difensore” disse Justin , mostrando il suo distintivo.
    “E io sono Emily web giovane genio dell'informatica” disse Emily mostrando il palmare che teneva in tasca.
    “Un avvocato e un genio dell'informatica? Decisamente bizzarra come accoppiata” osservò l'uomo.
    -Non ha tutti i torti...-pensò Justin
    “Io sono John Rockwood, proprietario e gestore del Rockwood bar. Inoltre da qualche tempo faccio anche il barman”
    “Come mai il proprietario del bar si ritrova a dover fare anche da barman?” chiese Emily, incuriosita.
    “Bé...di recente c'è stata una gigantesca fuga di personale...praticamente tutti coloro che lavoravano in questo bar se ne sono andati...” rispose con amarezza il signor Rockwood.
    “Come mai?” chiese il giovane avvocato.
    “...Ultimamente il locale si è ritrovato ad affrontare diversi problemi economici e per far fronte alla situazione sono stato costretto a tagliare lo stipendio ai miei dipendenti. Nessuno di loro é stato particolarmente contento di ciò e così, uno dopo l'altro, se ne sono andati tutti lasciandomi da solo ad occuparmi del bar”
    “Capisco...ma non è troppo impegnativo per una persona sola gestire un bar come questo?”
    “Lo é...ma preferisco massacrarmi di lavoro piuttosto che chiudere questo locale che appartiene alla mia famiglia da anni. Devo tener fede alla tradizione, capite? Comunque ora che ho risposto alle vostre domande vorrei sapere una cosa, signor avvocato: per caso si trova qui per indagare sull'omicidio avvenuto ieri notte?”
    “Esattamente”
    “Lo sospettavo. So già cosa sta per chiedermi: è tutto il giorno che sono costretto a parlare di ciò che ho visto ieri sera e non mi costerà molto farlo un'altra volta”
    “Gliene sono grato”
    “Dunque...la vittima é arrivata qui al “Rockwood bar” verso mezzanotte e ha subito ordinato un caffé macchiato che con prontezza ho provveduto a servirgli. Per circa venti minuti sono rimasto qui al bancone in attesa di eventuali altri clienti e durante quel lasso di tempo la vittima è sempre rimasta seduta al suo tavolo. In seguito sono sceso nello scantinato del bar per recuperare il libro in cui tengo tutta la contabilità del bar di cui mi ero accidentalmente dimenticato. Appena sono ritornato qui ho visto il signor Kogoro Odaki uscire dal corridoio che conduce ai bagni e l'ho salutato, senza però ricevere risposta. Il vecchio avvocato é passato davanti a me e senza nemmeno degnarmi di uno sguardo si è diretto a passo spedito verso l'uscita del bar. Cinque minuti dopo anche la vittima é uscita dal bar dicendomi che sarebbe tornata subito. Ho aspettato quindici minuti e non vedendolo tornare mi sono preoccupato così sono uscito dal locale per vedere se fosse successo qualcosa ed é stato in quel momento che ho visto il corpo del cliente giacere a terra priva di vita. Vicino a lui c'era anche il signor Odaki, apparentemente svenuto e vicino alle mani era presente un elegante bastone alla cui estremità c'era un pomo d'oro massiccio macchiato di sangue vermiglio.
    Subito dopo aver ritrovato il cadavere ho contattato la polizia”
    Justin ascoltò con somma attenzione la ricostruzione dei fatti del signor Rockwood cercando di memorizzare ogni singolo dettaglio degno di nota. In particolare rimase molto stupito quando udì la descrizione dell'arma del delitto.
    -No...non é possibile...-
    “Qualcosa non va, signor avvocato?”
    “V-va tutto bene, signor Rockwood...Stavo solo riflettendo su ciò che mi ha appena detto”
    “Hai notato qualcosa di strano nella sua testimonianza?” chiese Emily, incuriosita.
    “Bé, diciamo di sì. Signor Rockwood, lei ha affermato di aver salutato Kogoro Odaki, corretto?”
    “Sì'”
    “Quindi lei conosceva l'imputato prima che il delitto avesse luogo, vero?”
    “Vero. In passato Kogoro Odaki é stato un fedele cliente del Rockwood Bar. Veniva molto spesso qui insieme ad alcuni suoi colleghi”
    -Non pensavo che Kogoro fosse così ricco...-
    “Ma se vi conoscete com'è possibile che il giorno del delitto Kogoro non l'ha salutata? Non le sembra alquanto strano?”
    “In effetti mi é sembrato un comportamento strano da parte sua...Inoltre andava anche piuttosto di fretta....”
    -Questo rende Kogoro sospetto all'ennesima potenza...-
    “Bè...se andava veramente di fretta...per quale motivo é entrato in questo bar? Stando alla sua testimonianza quella sera l'imputato non ha ordinato nulla, ma allora cosa può averlo spinto a venire qui?”
    “Credo proprio che dovesse usare il bagno. Quando sono uscito dallo scantinato del bar ho visto la porta del bagno aprirsi e dopo qualche secondo il signor Odaki ne è uscito frettolosamente”
    “Capisco...Sarebbe possibile poter dare un'occhiata al bagno da cui Kogoro é uscito?”
    “Per me non ci sono problemi. Devo però avvertirla che al momento c'è già un detective che lo sta esplorando e non so se sarà disposto a lasciarvi indagare liberamente”
    -Un detective? Chissà perché mi viene in mente un lungo impermeabile sgualcito...-
    “Proveremo a entrare lo stesso. Abbiamo bisogno di prove e se abbiamo l'occasione di trovarne qualcuna nemmeno il più malvagio dei detective può fermarci!” affermò Emily, con entusiasmo.
    “Molto bene. Allora non dovete far altro che attraversare il breve corridoio a sinistra del bancone e varcare la porta alla vostra destra: e' da lì che ho visto uscire il signor Odaki”
    “La ringrazio infinitamente. Però prima di andare a indagare vorrei porle un ultima domanda: a che ora viene svuotato il cassonetto dell'immondizia presente fuori dal bar?”
    “Tutte le notti a mezzanotte” rispose John Rockwood.
    -Mmh....stando alla testimonianza di Rockwood la vittima é arrivata qui verso mezzanotte...ergo quando é stata assassinata il cassonetto era già stato svuotato...-
    “La ringrazio nuovamente. Andiamo Emily...ehi ma che ci fai già lì?!” esclamò Justin vedendo che Emily era già di fronte alla porta del bagno.
    “Non é colpa mia se sei un lumacone, Justin” disse la ragazza per poi mostrargli la lingua.
    -Sigh...e io che pensavo di ottenere fama e rispetto diventando un avvocato...-
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


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