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  1. #1
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    Predefinito Justin Shield: Ace Attorney [Versione definitiva]

    A causa dei recenti problemi del forum il topic che avevo aperto qualche giorno fa è andato perso quindi non ho altra scelta che aprirlo di nuovo.

    Avevo già postato qualche episodio di questa fanfic in passato, ma nel frattempo l'ho modificata un po' e sono andato parecchio avanti per cui ritengo opportuno ricominciare a postarla dall'inizio. E' una fic ispirata alla serie di videogiochi Ace Attorney e ambientata sette anni dopo la conclusione del terzo gioco della saga. Per ulteriori informazioni non esistate a chiedere.

    Justin Shield: Ace Attorney



    Turnabout Bullets


    Atto primo: Una decisione inaspettata


    [Studio legale Odaki e co.-14 Novembre- ore O9:31]



    Justin Shield era seduto alla sua scrivania nello studio legale Odaki e co. e si stava terribilmente annoiando. Erano due settimane che lui e il signor Odaki attendevano un nuovo caso eppure non era ancora arrivata nessuna richiesta di assistenza legale. Restare fermi senza far niente era snervante così Justin si alzò e prese una delle riviste posate sulla scrivania del signor Kogoro Odaki che nel frattempo stava schiacciando un pisolino.
    -Sarà pure uno dei migliori avvocati del mondo ma visto così sembra solo un vecchio nonnetto- pensò il giovane avvocato sedendosi.
    L'occhio gli cadde sul titolo della rivista che aveva tra le mani: "Playboy"
    Una goccia gli apparve dietro alla nuca.
    -Ecco perché la leggeva con così tanto entusiasmo-
    Iniziò a sfogliare la rivista rifacendosi gli occhi con tutto il ben di Dio che vide.
    All'improvviso il citofono suonò facendo svegliare il vecchio Odaki.
    "Vai a sentire chi è" disse l'avvocato con voce impastata dal sonno.
    "Va bene"
    Justin alzò la cornetta del citofono e chiese: "Chi è?"
    "Parlo con il signor Odaki?" chiese una voce maschile.
    "No, sono l'avvocato Shield, una specie di allievo del signor Odaki"
    "Ma il signor Odaki c'è?"
    "Sì"
    "Allora mi apra, per favore! Ho disperatamente bisogno di un avvocato!"
    "Ok, le apro" disse Justin premendo un pulsante sul citofono.
    -Chissà che tipo sarà questo cliente...-
    Dopo qualche secondo la porta dell'ufficio legale si aprì e venne varcata da un ragazzo di media altezza, dai capelli neri e arruffati che indossava una maglietta bianca e un paio di Jeans. Il ragazzo era scortato a breve distanza da due agenti di polizia.
    -Cosa ci fanno qui degli agenti di polizia?- pensò Justin.
    "Buongiorno, lei è il signor Odaki?" chiese il ragazzo. Era giovane, non doveva avere più di diciannove anni.
    "No, sono io" disse l'avvocato alzandosi dalla sedia.
    Pur essendo anziano e costretto a camminare col bastone il signor Odaki conservava ancora una certa eleganza e una serietà professionale che lo aveva distinto nel corso di tutta la sua lunga carriera. Quel giorno indossava un'elegantissima giacca bianca, dei pantaloni gessati, una lunga cravatta azzurra e un paio di occhiali da vista. Il bastone a cui si appoggiava era di legno d'ebano e aveva con un grosso pomo d'oro con incise le parole: "Io cerco la verità".
    "Dimmi, ragazzo, mi cercavi?"
    "Sì, signor Odaki. Mi chiamo Ren Anderson e ho disperatamente bisogno della sua assistenza legale...sempre se vorrà darmela..." mormorò il ragazzo, amareggiato.
    "Perché non dovrei darti la mia assistenza legale?" chiese Kogoro, perplesso.
    "Perché il mio è un caso impossibile! Non c'è nessuna speranza che io venga dichiarato innocente!"
    "In vita mia ho risolto anche casi apparentemente impossibili, per cui non temo le sfide...ma prima di offrirti la mia assistenza legale voglio capire quali sono le accuse che sono state mosse contro di te"
    "Sono stato accusato...di omicidio...ma io sono innocente! Sono sicuro di esserlo! Ma non posso dimostrarlo..."
    "Perché?" chiesero Justin e il signor Odaki all'unisono.
    "Perché io non ricordo niente di ciò che è successo ieri sera..."
    "Come mai?"
    "Non ne sono sicuro ma credo di essere svenuto vicino al luogo del delitto...quando mi sono risvegliato ero al centro di detenzione, circondato da poliziotti che mi accusavano di omicidio..."
    "Puoi raccontarci quello che ti ricordi con esattezza?" chiese Odaki.
    "Sì, certamente"
    _Testimonianza di Ren Anderson_
    "Ieri sera verso le 23:30 mi sono diretto al poligono di tiro com'è mia abitudine fare. Sono arrivato alle 23:45 ed essendo piuttosto tardi non mi sono stupito di vedere che oltre a me c'erano solo tre persone: il guardiano e due uomini che erano già impegnati a sparare ai bersagli. Prima di unirmi a loro sono andato un attimo in bagno. Poi quando sono uscito ho sentito un forte dolore al collo e credo di essere svenuto. Non ricordo nient'altro"
    Kogoro rimase per un po' in silenzio, pensieroso, poi chiese: "Dei tre uomini che c'erano al poligono di tiro quanti ne conoscevi?"
    "Solo uno, cioè la guardia: anche se non ci ho mai parlato lo conosco di vista perché mi capita spesso di andare in quel luogo, ultimamente"
    "E dei tre uomini chi è stato ucciso?"
    "Questo non lo so..."
    "Posso rispondere io, signore" disse uno dei due agenti di polizia.
    "La vittima era Jack Steel, un chirurgo di quarantanove anni e la sera del delitto era uno dei due uomini che il signor Anderson aveva visto sparare ai bersagli mentre si recava al bagno"
    "Bene, non mi serve sapere altro. Mi dispiace ragazzo ma non ho intenzione di darti la mia assistenza legale"
    "Cosa?!" esclamò Justin, interdetto. In tutta la sua carriera Kogoro Odaki non aveva mai rifiutato una sola causa!
    "No, signor Odaki, la prego...ho bisogno di aiuto..." mormorò tristemente il giovane Ren.
    "In compenso il mio allievo, il signor Justin Shield, sarà felice di difenderti nel corso del processo" annunciò Kogoro.
    "Che cosa?! Io?!" esclamò il giovane avvocato.
    "Allora mi aiuterà, signor Shield?" chiese Ren Anderson.
    "Bé, lo farei volentieri...ma io non ho molta esperienza....in effetti per il momento non ho ancora difeso un solo imputato!"
    "Allora non è forse il caso di iniziare a difenderne almeno uno?" chiese il signor Odaki.
    "Ma, Kogoro! Questo è un caso troppo difficile per me!"
    "Hai paura di perdere?"
    "No, ma non voglio che un innocente finisca in prigione per colpa della mia inesperienza!"
    "Non succederà perché tu hai appena dichiarato di essere convinto della sua innocenza e quando un avvocato difensore è convinto di questo non c'è niente che possa impedirgli di far trionfare la giustizia. E poi non dimenticare che ci sarò io al tuo fianco, pronto a darti consigli e aiuti"
    "Allora, signor Shield, mi aiuterà?"
    "Sì...forse sono un pazzo... ma ho deciso che ti aiuterò...perché io credo nella tua innocenza!"
    "Grazie mille, signor Shield! Non sarà facile ma forse lei riuscirà a salvarmi!" esclamò il giovane Ren, felicissimo.
    "Non credi anche tu che questo sia il modo migliore per iniziare la tua carriera?" chiese Kogoro.
    "Sì, ne sono convinto"
    -Finalmente avrò l'occasione di mettere alla prova gli insegnamenti di Odaki! Grazie mille, maestro, ora ho capito che l'unico motivo che l'ha spinta a rifiutare questo caso è perché voleva che fossi io ad affrontarlo!-

    ------------------------------------------------------------------
    Note dell'autore: Nel corso del capitolo non sono riuscito a inserire la descrizione fisica di Kogoro Odaki e di Justin Shield, come ovviamente vi sarete accorti. Per rimediare a questa mancanza dedicherò queste note proprio alla descrizione fisica dei due avvocati difensori.
    -Justin Shield: Il giovane Justin ha i capelli neri e tagliati a spazzola con due ciuffi che gli ricadono sulla fronte (un po' come il super sayan di secondo livello XD), mentre i suoi occhi sono neri come la notte. Non é molto alto, ha un fisico magro, slanciato e sufficientemente allenato.
    -Kogoro Odaki: Il vecchio Kogoro é pelato ma in compenso ha una lunga barba bianca e delle folte sopracciglia (avete presente il maestro Muten di Dragonball? Praticamente é uguale a lui XD), mentre i suoi occhi sono neri. Non é molto alto e ha alcuni problemi alle gambe, per questo é costretto a camminare appoggiandosi al suo magnifico bastone.
    Ultima modifica di Rowelence; 25-02-2009 alle 20:22
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


  2. #2
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    Atto secondo: Prima della battaglia

    [Tribunale distrettuale-sala imputati numero uno-ore 9:53]


    La sala imputati era un luogo che Justin Shield odiava con tutto se stesso: quell'opprimente senso di attesa e di paura che provava stando in quel luogo era una cosa che non riusciva proprio a sopportare. Inoltre quel giorno la tensione che provava era cento volte più alta perché stavolta sarebbe stato lui a difendere l'imputato nel suo primissimo caso. Finora aveva fatto solo da assistente a Kogoro Odaki osservando col cuore in gola le sue estenuanti battaglie per far trionfare la giustizia, battaglie in cui lui svolgeva un ruolo totalmente marginale. Ma ora le cose erano cambiate, ora era lui ad essere chiamato a combattere in prima persona in nome della giustizia e questo lo esaltava ma al tempo stesso lo terrorizzava.
    Quanto avrebbe voluto che quella logorante attesa finisse presto...
    Per far passare più velocemente il tempo decise di fare alcune domande al suo cliente che avrebbero potuto anche aiutarlo a difenderlo meglio.
    "Ren..."
    "Cosa c'è, signor Shield?" chiese il ragazzo.
    "Perché quando sei venuto allo studio legale eri scortato da due agenti di polizia?"
    "Stamattina mi sono risvegliato al centro di detenzione dopo essere svenuto e due poliziotti mi hanno spiegato che entro poche ore avrei dovuto affrontare un processo in cui sarebbe stata decisa o meno la mia colpevolezza. Mi hanno spiegato anche che vista l'imminenza del processo non c'era il tempo materiale per far venire un avvocato al centro di detenzione per discutere del caso così mi hanno consigliato di accontentarmi di un avvocato d'ufficio. Io ho protestato e sono riuscito a convincere i due poliziotti a scortarmi fino allo studio legale del signor Odaki che trovandosi vicino al tribunale mi avrebbe permesso di arrivare in tempo al processo delle ore dieci. Ecco perché i due poliziotti erano con me quando sono venuto allo studio legale"
    "Ho capito. Hai qualche altra informazione che potrebbe aiutarmi a difenderti nel corso del processo?"
    "No, mi dispiace...come le ho detto prima quando è stato commesso il delitto ero svenuto e non mi sono svegliato fino a stamattina alle nove per cui non sono a conoscenza di molti dettagli legati al caso..."
    -C'è qualcosa di strano in ciò che mi ha detto Ren...non penso che mi abbia mentito...eppure trovo inverosimile che sia stato svenuto per così tanto tempo...-
    "Prima hai detto di aver sentito un forte dolore al collo dopo essere uscito dal bagno...hai qualche idea su cosa ti abbia colpito?
    "No, mi dispiace...mi ricordo solo di aver provato un forte dolore...ma la cosa strana è che sul collo non ho nemmeno un livido..."
    "In effetti è molto strano..." disse Justin Shield osservando il collo del ragazzo.
    In quel momento si sentì un rumore di passi che annunciò l'arrivo di Kogoro Odaki.
    "Kogoro! Ma dov'eri finito?" chiese Justin leggermente irritato. Quando erano arrivati in tribunale il signor Odaki non era entrato nella sala imputati con lui ma se n'era andato per i fatti suoi senza dire una parola...
    "Ero andato a chiedere qualche informazione in più sul caso...purtroppo sono riuscito a scoprire solo una cosa..."
    "Cos'hai scoperto?"
    "Il procuratore che rappresenterà l'accusa in questo caso sarà quell'incapace di Winston Payne, che vanta un incredibile numero di sconfitte in molti casi anche piuttosto semplici. Mi chiedo perché abbiano scelto proprio lui per gestire un caso così serio..."
    "Bé per noi non può essere che un vantaggio" disse Justin Shield, con ottimismo.
    "Giusto...in mano a quel procuratore questo caso apparentemente impossibile può diventare piuttosto facile.
    -Oppure questo è un caso così semplice che perfino il più inetto dei procuratori è in grado di volgere a suo favore...- pensò Justin in un ritorno di pessimismo.
    "La corte si sta riunendo. Invito l'imputato e il suo avvocato difensore a recarsi nella sala udienze!" esclamò un usciere del tribunale.
    -Ci siamo...la mia prima battaglia..sta per avere inizio!
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    Ok, Alex, l'avevo già notata ma per mancanza di tempo non ero riuscito a leggere, aspetta un attimo e ti dico...

    Ahggià, dimenticavo...l'avevo già letta, non nella sua versione definitiva, ma l'avevo già letta

    Beh, molto ben scritta e direi(a memoria) più scorrevole dell'altra...sai benissimo che apprezzo i tuoi lavori su Ace Attorney quindi non lo ripeto, ma dico sin da subito che non sta venendo male affatto, fluida e piacevole, sebbene sai scrivere con ben più vèrve(ma qui non occorre, bravo )
    Ultima modifica di Il Nicco; 25-02-2009 alle 20:36

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Il Nicco Visualizza Messaggio
    Ok, Alex, l'avevo già notata ma per mancanza di tempo non ero riuscito a leggere, aspetta un attimo e ti dico...

    Ahggià, dimenticavo...l'avevo già letta, non nella sua versione definitiva, ma l'avevo già letta

    Beh, molto ben scritta e direi(a memoria) più scorrevole dell'altra...sai benissimo che apprezzo i tuoi lavori su Ace Attorney quindi non lo ripeto, ma dico sin da subito che non sta venendo male affatto, fluida e piacevole, sebbene sai scrivere con ben più vèrve(ma qui non occorre, bravo )
    Ti ringrazio per il commento =D
    Effettivamente ammetto di usare uno stile di scrittura leggermente più "basso" del solito in alcune parti di questa fic.

    Atto terzo: La battaglia ha inizio

    [Tribunale distrettuale-sala udienze numero due-ore 10:00]

    L'aula in cui si sarebbe svolto il processo era veramente immensa e questo non faceva che aumentare l'ansia del giovane Justin Shield. Di fianco a lui Kogoro Odaki aveva un espressione seria e concentrata: evidentemente stava riflettendo sul caso per fornire degli aiuti al suo discepolo in caso di difficoltà.
    Al banco degli imputati il giovane Ren Anderson era teso come una corda di violino ed attendeva con timore l'inizio del processo.
    L'unica persona completamente rilassata e tranquilla era il procuratore Winston Payne, un ometto basso, magrolino e quasi pelato che evidentemente era convinto di poter ottenere un verdetto di colpevolezza con una facilità impressionante. L'abbigliamento del rappresentante dell'accusa era molto elegante e ogni suo singolo indumento era di color azzurro chiaro. Questo rendeva il povero ometto terribilmente simile a un puffo...
    La figura più autorevole dell'intera aula era sicuramente il giudice, un uomo calvo sulla sessantina la cui lunga barba bianca ricadeva su una vecchia toga nera.
    Il processo era aperto al pubblico per cui molte persone estranee al caso erano presenti in aula, curiose di vedere all'opera il promettente allievo di Kogoro Odaki. Le loro chiacchiere riempivano la voluminosa aula, ma quando il giudice batté il suo martelletto tutti zittirono e il silenzio regnò per qualche breve istante.
    "La corte si riunisce per sottoporre a giudizio l'imputato Ren Anderson" disse il giudice dando ufficialmente inizio al processo.
    "L'accusa è pronta, Vostro Onore" disse Winston Payne con un sorrisetto stampato sul volto...a suo parere quel processo non sarebbe durato più di cinque minuti...
    "La difesa è pronta, Vostro Onore" disse Justin Shield con emozione: era da tantissimo tempo che sognava di dire quelle parole!
    "Signor Payne, fornisca alla corte la sua dichiarazione d'apertura"
    "L'accusa dimostrerà la colpevolezza dell'imputato in modo chiaro e indiscutibile" annunciò il procuratore Payne.
    -Lo hai detto molte volte...ed hai sempre perso!- pensò Kogoro Odaki.
    "La difesa intende replicare?"
    "Sì, vostro onore. La difesa dimostrerà che l'imputato non ha commesso alcun crimine"
    "Molto bene. Signor Payne, può convocare il suo primo testimone"
    "Chiamo a deporre il detective Dick Gumshoe”
    Un usciere del tribunale scortò un uomo dagli spettinati capelli neri che indossava un lungo impermeabile marrone al banco dei testimoni dove rimase impalato ad osservare l'aula con sguardo non molto sveglio.
    “Testimone, dichiari nome e professione, prego” disse Winston Payne.
    “Mi chiamo Dick Gumshoe, signore, e sono il responsabile dei casi di omicidio al commissariato. Principalmente mi occupo delle indagini preliminari”
    -Non pensavo che un tipo dall'aria così distratta potesse essere un detective...- pensò Justin, colpito dall'aspetto da cane bastonato del testimone.
    “Detective Gumshoe” disse il procuratore Payne.
    “Sì, amico?”
    “Ci descriva nei minimi dettagli la ricostruzione che avete fatto della notte in cui il delitto è stato commesso”
    “D'accordo”
    _ Testimonianza di Dick Gumshoe_


    “Il delitto è avvenuto alle 23:48 al poligono di tiro vicino al teatro “L'ultimo sogno”. La vittima è il signor Jack Steel, un chirurgo di quarantanove anni famoso per la meticolosità con cui svolgeva il suo lavoro. La morte è stata causata da un proiettile che l'imputato ha sparato contro il petto della vittima con questa pistola...”
    Il detective mostrò alla corte l'arma del delitto contenuta in un sacchetto di plastica in modo che su di essa non rimanessero impronte estranee al delitto.
    “La corte mette agli atti questa prova” disse il giudice.
    “Sulla scena del crimine...” riprese il Detective Gumshoe, ma venne subito interrotto dalla voce di Justin Shield che urlò: “UN ATTIMO!”
    “Cosa c'è, signor Shield?” chiese il giudice.
    “Ho notato un dettaglio piuttosto strano nella testimonianza del detective Gumshoe”
    “E quale sarebbe?”
    “L'ora del delitto”
    “Cos'ha che non va l'ora del delitto?” chiese il procuratore Payne, accigliato.
    “Non sembra anche a lei che sia stata documentata in modo troppo preciso? In genere gli orari contenuti nei referti delle autopsie sono molto più vaghi...”
    “Non mi sembra un dettaglio fondamentale...comunque non penso che ci sia nulla di male a chiedere maggiori informazioni al detective sull'ora del delitto” disse il giudice.
    “Certo, Vostro Onore, non ci sono problemi. Il motivo per cui l'ora del decesso è così ben documentata è che l'orologio della vittima si è fermato esattamente alle 23:48 e i test della scientifica hanno confermato quell'orario”
    “E questo non le sembra strano? Perché mai un orologio dovrebbe fermarsi in seguito ad un omicidio?” incalzò Justin, sicuro di aver trovato un punto debole nella deposizione del detective.
    “Obiezione!” esclamò il procuratore Payne.
    “Vostro Onore, la difesa sta molestando il testimone!”
    “Obiezione respinta. I dubbi sollevati dalla difesa possono essere una nuova chiave di lettura di questo caso”
    -Bene, il giudice sembra essere dalla mia parte...per il momento-
    “Allora, signor Gumshoe, ci dica: perché l'orologio si è fermato all'ora esatta del delitto?” chiese il giudice.
    “Io sinceramente non saprei, Vostro Onore...forse l'orologio ha preso una botta quando il corpo della vittima è caduto a terra e per questo si è rotto...”
    “Vostro Onore non riesco a capire perché la difesa dia tanta importanza all'ora del delitto...personalmente dubito che un simile dettaglio possa dimostrare l'innocenza del signor Anderson” osservò il procuratore Payne.
    “Sono d'accordo con lei, signor Payne. Se la difesa non mostrerà una prova capace di legare l'ora del decesso all'innocenza dell'imputato questo dettaglio non verrà maggiormente approfondito”
    “Purtroppo non possiedo nessuna prova del genere, Vostro Onore...”
    “Vede, signor Shield? Non serve a niente insistere su dettagli inutili...se vuole diventare un avvocato esperto come me deve evitare simili errori” disse il procuratore Payne.
    “E lui sarebbe un avvocato esperto? Dopo tutti i casi che ha perso ha il coraggio di dire una cosa simile?!”disse il signor Odaki.
    “Coraggio, Justin. Fa vedere a quel pallone avvocato di cosa sei capace!”
    -Lo farò, maestro-
    “Va bene...forse l'ora del delitto non è un dettaglio fondamentale per dimostrare l'innocenza del mio cliente...ma c'è un altro dettaglio che può farlo!” esclamò Justin Shield.
    Un assordante vocio riempì l'aula di tribunale e il giudice fu costretto a picchiare tre volte il martelletto per riportare l'ordine.
    “Silenzio! SILENZIO!...Signor Shield, di che dettaglio sta parlando?”
    “Stamattina Ren Anderson mi ha raccontato che dopo essere arrivato al poligono di tiro si è recato al bagno e che quando ne è uscito ha sentito un forte dolore al collo che lo ha fatto svenire...capite? L'imputato era svenuto per cui non avrebbe potuto commettere il crimine!”
    “Se ciò che ha detto corrisponde al vero l'innocenza del signor Anderson può essere un eventualità possibile...” osservò il giudice.
    -Bene! Sono sulla strada giusta!- pensò Justin con entusiasmo.
    Entusiasmo che si spense quando vide il procuratore Winston Payne che sorrideva...
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    Atto quarto: Testimoni oculari


    [Tribunale distrettuale-sala udienze numero due-ore 10:12]



    “Signor Shield, mi dispiace contraddirla ma questo dettaglio non dimostra assolutamente l'innocenza del suo cliente” disse il procuratore Payne, con tono trionfale.
    “Come sarebbe a dire che non è un dettaglio importante?! Se Ren Anderson nel momento in cui è stato commesso il delitto era svenuto non può certamente essere stato lui ad uccidere Jack Steel!” osservò il giovane avvocato.
    “Quello che dice la difesa è vero. Signor Payne, può dimostrare che il fatto che l'imputato fosse svenuto non prova la sua innocenza?” chiese il giudice.
    “Certamente, Vostro Onore. Sulla scena del crimine è stato trovato un oggetto capace di mettere in dubbio l'alibi dell'imputato”
    “Molto bene, la invito a mostrare quest'oggetto alla corte”
    “Prima signor giudice vorrei fare una piccola osservazione” disse il procuratore Payne.
    “Un'osservazione?”
    “Finora è sempre stato dato per scontato che l'imputato durante l'omicidio fosse svenuto...non le sembra strano che io non abbia fatto obiezioni su questo fatto?”
    “E perché mai avrebbe dovuto sollevare obiezioni?” chiese il giudice, sorpreso.
    “Perché la difesa finora non ha fornito la minima prova capace di avvalorare questa ipotesi!”
    Un chiacchiericcio stupito riempì l'aula di tribunale.
    “SILENZIO!” urlò il giudice battendo il martelletto.
    “Signor Shield, ciò che ha detto l'accusa è vero: lei finora non ha mostrato nessuna prova capace di dimostrare che l'imputato durante l'omicidio fosse svenuto. Se vuole continuare a portare avanti questa ipotesi deve perlomeno mostrare una prova capace di confermare l'alibi del suo cliente”
    “Mi dispiace, Vostro Onore...non possiedo nessuna prova del genere...” mormorò Justin Shield, sconsolato. Si era lasciato prendere troppo dall'entusiasmo e si era dimenticato di non possedere prove capaci di dimostrare la sua teoria...
    “Allora ritengo che questo dettaglio non vada preso in considerazione...”
    “OBIEZIONE!”
    Tutti si voltarono verso Winston Payne. Cos'aveva da obiettare? Quella situazione volgeva tutta a suo favore!
    “Vostro Onore ritengo che questo dettaglio sia tutt'altro che inutile...ovviamente se studiato con attenzione. In effetti l'imputato è svenuto...ma questo è successo....dopo il delitto!”
    Un nuovo scoppio di chiacchiere stupite invase l'aula.
    “Silenzio!...Signor Payne...può provare ciò che sta affermando?” chiese il giudice.
    “Eh, eh, eh...Certo che posso farlo, Vostro Onore! Si ricorderà che prima volevo mostrare un oggetto capace di demolire la teoria del signor Shield? Ebbene quest'oggetto è proprio quello che mi aiuterà a dimostrare che l'imputato è svenuto dopo aver commesso il delitto!”
    -Si mette male...-pensò con tristezza Justin.
    “...Payne non é mai stato abile come oggi. Che si sia drogato?” disse Kogoro Odaki, allibito dal fatto che il talento nascosto del procuratore fosse venuto a galla proprio il giorno del debutto del suo allievo.
    “Interessante...bene signor Payne, mostri l'oggetto di cui parla alla corte” disse il giudice.
    “Sarà il detective Dick Gumshoe a mostrarlo e a testimoniare su di esso. Ha capito, detective?”
    “Sì” disse il detective preparandosi a testimoniare.
    _ Testimonianza di Dick Gumshoe _


    “Sulla scena del delitto è stato trovata questa boccetta su cui sono presenti le impronte di Ren Anderson. Il liquido contenuto in essa è stato esaminato dalla scientifica che con grande facilità ha verificato la sua natura: si tratta di cloroformio. L'ipotesi più probabile è che l'imputato abbia usato questo liquido per addormentarsi dopo il delitto in modo da potersi costruire un alibi”
    “Molto bene. La corte mette agli atti questa prova”
    “Vede, signor Shield? Sono le prove la chiave per vincere un processo! Senza prove non si può fare nulla per influenzare il verdetto!” esclamò Winston Payne.
    “Sono d'accordo con lei. Le prove sono fondamentali per vincere un processo...ma non l'ultima che ha presentato!” esclamò Justin Shield, con foga.
    “Che intende dire?” chiese il procuratore Payne mentre le gocce di sudore scendevano lentamente lungo la sua fronte.
    “Intendo dire che la sua ultima prova non dimostra un bel niente! Certo sulla scena del crimine è stato trovato un flacone di cloroformio con su le impronte dell'imputato...e con questo? La prova da lei mostrata non dimostra che il mio cliente ha commesso il delitto ne che si è addormentato dopo averlo compiuto!”
    Il signor Winston restò in silenzio per un po', poi scoppiò a ridere.
    -Cos'ha da ridere?- pensò Justin, perplesso.
    “Scusi Vostro Onore, ma la difesa ha preso un bel granchio!” esclamò il procuratore.
    “Che intende dire?” chiese il giovane Shield.
    “Lei è davvero convinto che io abbia mostrato una simile prova senza averne un'altra capace di dimostrarne la validità?”
    “Ha un altra prova?!”
    “Sì. Ma la avverto :questa prova dimostra solo una possibilità, ergo non è altro che un piccolo tassello del mio grande puzzle. Per cui la prego eviti di obiettare su di essa se non vuole perdere tempo inutilmente”
    “Deciderò io se sarà opportuno o meno sollevare obiezioni” affermò Justin, determinato.
    “Come vuole. Comunque ecco la prova di cui parlavo” disse Winston Payne mostrando un panno di pezza leggermente umido, contenuto in una busta di plastica.
    “Questo panno imbevuto di cloroformio è stato trovato sulla scena del crimine e su di esso la scientifica ha trovato le impronte del signor Anderson. Questa prova dimostra chiaramente che qualcuno la sera del delitto è stato addormentato, ed è molto probabile che questo “qualcuno” sia lo stesso imputato. Ovviamente come ho già detto questo dettaglio non è sufficiente a dimostrare la colpevolezza di Ren Anderson, ma spero che le prossime due testimonianze siano in grado di farlo...”
    “La corte mette agli atti questa prova”
    “Un momento, signor Payne... Ha forse detto: “le prossime testimonianze”?” chiese Justin Shield, accigliato..
    “Ma come signor Shield? Non lo sa che ci sono due ben testimoni che hanno visto l'imputato commettere il delitto?” chiese il procuratore Payne con un perfido sorrisetto stampato sul volto.
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


  6. #6
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    Il mio commento si è perso a causa dei problemi del forum.
    Comunque avevo scritto e confermo il mio apprezzamento verso questa FF, che avevo letto e che sto rileggendo con rinnovato interesse!

    Grande Metalota..... ehm... Alex!
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  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Oplita XXX Visualizza Messaggio
    Il mio commento si è perso a causa dei problemi del forum.
    Comunque avevo scritto e confermo il mio apprezzamento verso questa FF, che avevo letto e che sto rileggendo con rinnovato interesse!

    Grande Metalota..... ehm... Alex!
    xD Il mio vecchio nick mi perseguita.
    Grazie mille per il commento Oplita =D
    -------------------------------------------------
    Atto quinto: Spari

    [Tribunale distrettuale-sala udienze numero 2-ore 10:20]


    Justin Shield provò una sgradevole sensazione allo stomaco che interpretò come panico e paura, entrambi sentimenti che in quel momento provava. Ancora non riusciva a credere di essersi dimenticato dei due testimoni oculari! Se fino a quel momento era riuscito a difendere abbastanza bene il suo cliente ora la situazione si faceva molto più complicata e pericolosa.
    Kogoro Odaki notò l'espressione disperata del suo allievo e decise di rincuorarlo.
    “Non abbatterti, Justin. Finora ti sei comportato molto bene e hai persino trovato dei dettagli strani che più avanti potrebbero tornare utili. Le tue possibilità di vincere questa battaglia non sono così basse come pensi!”
    Le parole del vecchio avvocato ridiedero un po' di grinta al giovane Justin che decise di non arrendersi e di combattere fino alla fine.
    “Grazie dell'incoraggiamento, maestro! Le prometto che vincerò questo processo, costi quel che costi!”
    -Mi da del “lei” solo quando gli fa comodo- pensò Kogoro mentre un sorriso gli increspava le labbra.
    “Allora, signor Payne, vuole chiamare il suo secondo testimone?” chiese il giudice.
    “Certamente, Vostro Onore. L'accusa chiama a deporre il signor Frank Hawk”
    Uno degli uscieri scortò un uomo di mezza età dai capelli color sabbia e dagli occhi castani al banco dei testimoni. L'uomo indossava una maglietta bianca a maniche lunghe, un paio di pantaloni color marrone chiaro e un paio di scarpe da ginnastica.
    “Testimone, dichiari nome e professione, prego” disse il procuratore Payne.
    “Mi chiamo Frank Hawk e sono un meccanico” disse il testimone, laconico.
    “Signor Hawk, può testimoniare riguardo a ciò che è successo ieri sera?”
    “Certamente”
    _ Testimonianza di Frank Hawk _


    “Ieri sera mi sono recato al poligono di tiro come mia abitudine e sono rimasto lì fino alle 24:00. In questo lasso di tempo ho visto l'imputato uccidere il dottor Jack Steel, sparandogli con la sua pistola”
    “Eh eh eh...molto bene. Ci descriva nel dettaglio le azioni dell'omicida, prego” incalzò Winston Payne.
    “L'imputato è arrivato al poligono di tiro alle ore 23:45. Subito ha sfoderato la sua pistola, l'ha caricata ed ha sparato un colpo al bersaglio che aveva scelto. Quando ha sparato il secondo colpo io mi sono casualmente voltato e ho visto che la sua arma non era puntata sul bersaglio...ma su Jack Steel! Subito dopo sono scappato terrorizzato e ho chiamato la polizia”
    “Bene, Vostro Onore. Credo che questa testimonianza sommata a quella del detective Gumshoe sia sufficiente ad emettere un verdetto di colpevolezza...o mi sbaglio?”
    “No, non si sbaglia...bene ora comunicherò il mio verdetto....”
    “OBIEZIONE!”
    Tutti si voltarono verso Justin Shield.
    “Cosa c'è, signor Shield?” chiese il giudice.
    “Ho delle obiezioni da fare sulla deposizione del signor Hawk”
    “Questo è ridicolo! Cosa c'è che non va nella deposizione del mio testimone?” chiese il procuratore Payne, perplesso e preoccupato.
    “Cosa c'è che non va? Glielo dico subito. Il testimone ha affermato di aver sentito l'imputato sparare due colpi ma questo è in netta contraddizione con il documento che ci ha fornito il detective Gumshoe sull'arma del delitto”
    “E che contraddizione ci sarebbe?” chiese Winston Payne sfogliando freneticamente il documento in questione.
    “Se legge attentamente noterà che a pagina due c'è scritto: “L'arma ha sparato tre colpi: due hanno colpito il bersaglio e uno il signor Steel”...Che ne dice? Non è forse una palese contraddizione?” chiese Justin Shield, vittorioso.
    Payne lesse le parole citate dal giovane avvocato e sprofondò nella disperazione.
    “Non è quello che sembra...ci sono mille spiegazioni...ehm...” borbottò freneticamente, nella speranza di trovare una scusa credibile.
    “Allora, signor Payne, non ha niente da dire?” chiese il giudice.
    “Ehm no...cioè sì....Anzi no! Non sono io a dover dire qualcosa bensì è il signor Hawk a doverlo fare! Del resto è lui il testimone, ed è lui ad aver detto una contraddizione!”
    “Certo, signor Payne, ha ragione. Signor Hawk, può spiegare questa incongruenza tra la sua deposizione e il documento del detective Gumshoe?”
    “Bé, Vostro Onore, io credo di essermi semplicemente sbagliato” disse il signor Hawk senza lasciar trasparire alcuna emozione.
    “Sbagliato?” chiese il giudice, sorpreso.
    “Certo. Del resto fare una testimonianza in tribunale può mettere sotto pressione, quindi è normale che si possa commettere qualche errore”
    -Non credo che si sia sbagliato...ma come posso provarlo?- rifletté Justin Shield.
    “Dunque conferma di aver sentito tre spari e non due?” chiese il giudice.
    “Sì”
    -Non riesco a riscontrare altre incongruenze in questa testimonianza...certo potrei sempre dire che Ren Anderson non aveva alcun movente per commettere il delitto...ma a cosa servirebbe?-rifletté Justin.
    “Questa volta devo farle i complimenti, novellino. Ha sollevato un obiezione piuttosto interessante...peccato non l'abbia portata da nessuna parte!” esclamò Winston Payne, per poi scoppiare a ridere.
    -Maledetto! Un minuto fa non eri così sicuro di te stesso!-
    “Bene, ora che le obiezioni della difesa sono state prese in considerazione credo sia arrivato il momento di emettere un verdetto su questa causa...”
    “OBIEZIONE!” urlò Justin, disperatamente.
    “Cosa c'è ancora, signor Shield?”
    -Ci siamo...o la va o la spacca!-
    “Prima di emettere un verdetto non pensa che sarebbe opportuno sentire tutti i testimoni, Vostro Onore? Così ci sarebbe la totale sicurezza di non commettere errori di giudizio”
    “Va bene, signor Shield, la sua richiesta è accolta. La seduta verrà sospesa per dieci minuti. In questo lasso di tempo il procuratore Payne dovrà preparare l'ultimo testimone”
    Detto questo il giudice batté il suo martelletto e il rumore che provocò rimbombò per tutta l'aula.
    -Sono ancora in gioco...per ora. Spero che il prossimo testimone possa offrirmi la possibilità di fare luce su questo caso...altrimenti Ren Anderson verrà dichiarato colpevole e io perderò la mia prima battaglia!-
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  8. #8
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    Atto sesto: Vedo la verità nei tuoi occhi

    [Tribunale distrettuale-sala imputati numero uno- ore 10:33]



    Justin Shield, Kogoro Odaki e Ren Anderson erano ritornati nella sala imputati dove avrebbero trascorso i dieci minuti di pausa e Justin era intenzionato a fare la massima chiarezza sul caso durante quel lasso di tempo.
    “Ren, devo farti alcune domande per far maggiore chiarezza sul caso. Ti prego di rispondere sinceramente” disse il giovane avvocato.
    “D'accordo...”
    “Bene, allora ecco la prima domanda: sei stato tu ad uccidere Jack Steel?”
    “Certo che no! Le sembrano domande da fare?! Credevo che si fidasse di me!” esclamò il ragazzo, indignato.
    “Certo che mi fido di te, soprattutto ora che ho visto la sincerità nei tuoi occhi”
    “Cosa?”
    “Vedi io sono in grado di capire se una persona sta mentendo o no semplicemente guardandola negli occhi. Ora posso dire di fidarmi completamente di te visto che nei tuoi occhi non ho visto altro che la verità”
    “Ma se lei ha davvero questa capacità allora avrebbe dovuto sapere che ero sincero fin dalla prima volta in cui le ho parlato della mia innocenza!” osservò Ren Anderson.
    “Vero. Però la prima volta che ne avevamo parlato io non ti ho guardato negli occhi perché ancora non sapevo che sarei stato io a difenderti”
    “Capisco....Ha per caso altre domande da farmi?”
    “Sì, ne ho ancora una. Ieri sera mentre eri nel bagno del poligono di tiro hai per caso sentito un rumore di spari?”
    Ren aprì la bocca per rispondere ma appena fece per parlare venne preceduto dal signor Odaki.
    “Ma che razza di domanda stupida è questa?!” esclamò il vecchio avvocato, furioso.
    “Ho detto qualcosa che non va?” chiese Justin, confuso.
    “Ma non riesci a renderti conto di aver chiesto una cosa assurda?! Anche se Ren avesse sentito degli spari mentre era al bagno non ci sarebbe nulla di strano!”
    “Perché?” chiese il giovane avvocato, sempre più confuso.
    “PERCHE' L'OMICIDIO è AVVENUTO IN UN POLIGONO DI TIRO! Ti rendi conto che in un posto del genere è normalissimo sentire degli spari?!”
    Justin si rese conto della cavolata che aveva detto e diventò rosso dalla vergogna.
    “Scusami Kogoro, non ci avevo pensato...”
    “Bé questo mi sembra evidente!”
    Ren Anderson scoppiò a ridere e i due avvocati si voltarono a guardarlo.
    “Scusate ma siete troppo divertenti! E io che pensavo che gli avvocati fossero tipi seri e noiosi!”
    “In teoria dovremmo esserlo...Comunque questo non è il momento adatto per scherzare. Io ci tengo davvero a farti dichiarare innocente per cui ti voglio fare un'ultima domanda: per caso c'è qualcosa che ti sei dimenticato di dirmi? Riflettici bene...il minimo dettaglio può essere importante”
    Il ragazzo rimase in silenzio per un po', ripensando a ciò che era successo la sera del delitto e a ciò che aveva raccontato al signor Shield.
    “No” disse infine “non c'è niente che io non le abbia raccontato”
    “Peccato...”
    “Un momento!” esclamò il signor Odaki colto da un'improvvisa ispirazione.
    “Cosa c'è?” chiese Justin.
    “Forse la domanda che hai fatto prima non è del tutto sbagliata!”
    “Quale? Quella sugli spari che ha sentito mentre era in bagno?”
    “Esattamente. Quella domanda tocca un argomento fondamentale di questo caso: gli spari e più nello specifico il loro numero!”
    “Che intendi dire?” chiese Justin, perplesso.
    “Se il numero di spari che Ren ha sentito mentre era in bagno fosse in contraddizione con quello menzionato dal signor Hawk le possibilità di ottenere un verdetto di innocenza aumenterebbero!”
    “Hai ragione! Presto Ren rispondi a questa domanda: quanti spari hai sentito mentre eri in bagno?”
    “Tre, se non sbaglio....”
    “Questo conferma ciò che ha detto il signor Hawk...” mormorò Justin Shield sconsolato. Per qualche magnifico istante aveva avuto la sensazione di essere più vicino che mai alla soluzione del caso mentre ora era di nuovo in alto mare....
    “La corte si sta riunendo” annunciò un usciere del tribunale “Invito l'imputato e il suo avvocato difensore a recarsi nella sala udienze”
    -Non devo perdere la speranza...In questo caso ci sono molti punti ancora oscuri...per esempio il fatto che l'orologio della vittima si sia fermato nel momento esatto del delitto o l'affermazione di Ren di aver sentito un forte dolore al collo prima di svenire che è in netta contraddizione col fatto che sul suo collo non c'è nemmeno un livido. Finora l'accusa ha minimizzato l'importanza di questi dettagli definendoli inutili..ma io sono convinto che saranno proprio questi dettagli a condurmi alla vittoria!-
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    Atto settimo: Confessione

    [Tribunale distrettuale-sala udienze numero due-ore 10:43]


    Quando tutti furono riuniti nella sala udienze il giudice batté il suo martelletto e disse: “L'udienza può riprendere. Come precedentemente richiesto dal signor Shield in questa seconda fase del processo ascolteremo un'ultima testimonianza che influenzerà in modo inevitabile il verdetto decisivo. Signor Payne, può chiamare il suo prossimo testimone”
    “L'accusa chiama a deporre Alex Powers guardia del poligono di tiro”
    Un usciere del tribunale scortò un uomo alto e robusto dai corti capelli castani al banco dei testimoni.
    “Testimone dichiari nome e professione” ordinò il procuratore Winston Payne.
    “Mi chiamo Alex Powers e sono una guardia del poligono di tiro. Il mio compito è assicurarmi che tutto all'interno del poligono si svolga regolarmente e senza problemi” disse l'uomo con voce calda e profonda.
    “Può fornirci una testimonianza riguardo a quello che è successo ieri sera?”
    “Certamente”
    _ Testimonianza di Alex Powers _

    “Ieri sono rimasto di guardia per tutta sera per cui posso fornire una testimonianza dettagliata e affidabile. Nel corso della serata sono arrivati pochi clienti e tutti in orari sparsi tranne tre che sono arrivati più o meno allo stesso orario. Ovviamente mi riferisco ai signori Steel e Hawk arrivati alle 23:40 circa e al signor Anderson arrivato alle 23: 45 circa. Quando il signor Anderson è arrivato si è posizionato di fronte al bersaglio direttamente successivo a quello del signor Steel. Dopo aver sparto un colpo al suo bersaglio si è rapidamente voltato verso il signor Steel e gli ha sparato, colpendolo in pieno petto, dopodiché si è narcotizzato col panno imbevuto di cloroformio”
    “Questa testimonianza combacia perfettamente con quella di Frank Hawk, dunque non penso ci siano obiezioni da sollevare...anche se ovviamente il signor Shield la penserà diversamente” disse il giudice.
    “Esatto vostro onore ho un obiezione da fare”
    “Lo immaginavo. E riguardo a cosa vorrebbe obiettare?”
    “Vorrei far notare alla corte che non è stata ancora presentata una prova decisiva...”
    -Sto bluffando...ma se il mio piano funzionerà ne varrà la pena...Ho visto qualcosa nei suoi occhi...qualcosa che mi ha indotto a capire che sta mentendo! Vediamo se riesco a fargli rivelare la verità...-
    “Non sono ancora state presentate prove decisive? Se è così ne avrei una io....” disse il signor Powers.
    -Bene! Come immaginavo è caduto nella mia trappola-
    “Stavo per ribattere al signor Shield che di prove ne sono già state fornite a sufficienza...ma se lei ha un'altra prova da mostrare lo faccia pure...tanto ormai il verdetto non può essere che uno!” esclamò il procuratore Payne, per poi scoppiare a ridere.
    “Ok, ecco la prova”
    Detto questo il signor Powers porse una foto al giudice che la guardò ed esclamò: “Ma questa foto ritrae il momento esatto del delitto!”
    “Sì, Vostro Onore. Non penso che esista una prova più decisiva di questa”
    “Mi dispiace ma io non la trovo così decisiva!” esclamò Justin Shield a cui il giudice aveva appena passato la foto.
    “Anzi... penso che questa prova sia decisiva...per dimostrare l'innocenza del mio cliente!”
    “Io non capisco, signor Shield....cosa c'è di sbagliato in quella foto?” chiese Alex Powers, confuso.
    “Ci sono quattro cose che non vanno in questa foto ed ora gliele elencherò tutte, una per una. Il primo dettaglio strano riguardante questa fotografia è proprio il fatto che essa sia stata scattata”
    “Che intende dire?” chiese il testimone.
    “Prima lei ha detto che il suo compito è assicurarsi che tutto all'interno del poligono di tiro proceda in modo regolare e senza problemi. Ma allora perché ha scattato questa fotografia quando avrebbe dovuto cercare di impedire che l'omicidio avvenisse?”
    “Deve sapere che questa foto l'ho scattata per caso. Nel momento esatto in cui è avvenuto l'omicidio io avevo in mano la mia macchina fotografica e accidentalmente ho schiacciato il pulsante per scattare” si giustificò il signor Powers.
    “Ma prima lei ci ha descritto perfettamente com'è avvenuto l'omicidio quindi si suppone che lei l'abbia visto con i suoi occhi, giusto? O la realtà è che in quel momento stava guardando la sua macchina fotografica e ciò che ha detto prima era tutto inventato?”
    “Non mi sono inventato un bel niente! Certo in quel momento avevo in mano la macchina fotografica ma non la stava guardando, la tenevo semplicemente in mano mentre osservavo la situazione. Quando ho visto l'imputato sparare al signor Steel mi sono agitato e ho accidentalmente premuto il tasto per scattare le foto”
    “Ha mai pensato di fare il fotografo?” chiese Justin, con ironia.
    “Come?”
    “Vede deve essere portato per quel lavoro se riesce a scattare una foto così precisa in modo accidentale! Ma non starò troppo ad insistere su questo dettaglio, almeno per il momento. Ci sono cose più urgenti a cui vorrei che la corte prestasse attenzione” disse il giovane Shield che ormai sembrava condurre il processo.
    “Il secondo dettaglio di questa foto che rende sempre più vicino all'innocenza il mio cliente è questo” disse il giovane avvocato puntando un dito sulla faccia dell'assassino.
    “Cos'ha che non va il volto dell'ass...ahh!”
    “Vedo che l'ha notato anche lei, Vostro Onore. In questa foto il volto dell'assassino non si vede!”
    Infatti nella foto il volto dell'assassino era completamente in ombra.
    “Non vedo cosa ci sia di strano! Come ho detto prima ho scattato la foto senza nemmeno rendermene conto e quindi è normale che alcuni dettagli siano venuti male!”
    “Sarebbe normale se anche il resto della fotografia fosse in ombra mentre qui è tutto illuminato tranne il volto dell'assassino, Credo che da questo si possa dedurre che lei abbia scattato la foto di sua volontà e che l'abbia modificata al fine di non mostrare il volto dell'omicida. Dicendo che l'aveva scattata accidentalmente pensava che nessuno avrebbe notato questi dettagli, giusto?”
    “Lei non ha prove per dimostrare che ciò che afferma è vero!” esclamò il signor Powers, agitato.
    “Lei crede davvero che servano delle prove? Tutti questi dettagli strani indicano chiaramente che il suo ruolo nel delitto avvenuto ieri sera è quello del complice!”
    Un chiacchiericcio eccitato riempì l'aula ma venne ben presto sovrastato dalla voce del signor Powers.
    “Come può accusarmi in questo modo?! Come può fare una cosa simile?!”
    “Posso farlo perché sono convinto di ciò che dico!” esclamò Justin Shield con determinazione.
    All'improvviso il procuratore Winston Payne scoppiò a ridere.
    -Cos'ha da ridere?- pensò Justin, perplesso.
    “Lei mi fa così pena signor Shield! Si da tanto da fare solo per dimostrare un dettaglio che mai potrà potrà aiutarla ad ottenere un verdetto di innocenza! Si rende conto di ciò che dice? Se Alex Powers fosse veramente il complice dell'omicida perché mai dovrebbe mostrare una foto che dimostra chiaramente la sua colpevolezza?”
    “Lei fa questo ragionamento pensando che il colpevole sia il signor Anderson...ma se prova a farlo pensando che l'assassino sia Frank Hawk scoprirà che l'ipotesi del complice è tutt'altro che assurda!”
    “Quindi lei sospetta del signor Frank Hawk?” chiese il procuratore Payne.
    “Esattamente!”
    “Interessante...perché non mostra alla corte le prove che dimostrano la sua colpevolezza?” chiese il giudice.
    “Lo farò, ma solo in presenza del signor Hawk”
    “Molto bene. Usciere conduca il signor Hawk al banco dei testimoni” ordinò il giudice.
    “Io posso andarmene?” chiese Alex Powers.
    “No, voglio interrogarla ancora” rispose Justin Shield.
    Frank Hawk raggiunse il banco dei testimoni e guardò il signor Shield, con ira.
    “E così lei sospetta di me, eh?!”
    “Sì”
    “La sfido a mostrare anche solo uno straccio di prova capace di dimostrare la mia colpevolezza!”
    “Lo farò con piacere. In questa foto ci sono ancora due dettagli strani e sono proprio questi dettagli che la incastreranno, signor Hawk”
    “Lo vedremo!”
    “Bene, ora vorrei che concentraste la vostra attenzione su questa fotografia e precisamente sul bersaglio alle spalle dell'assassino”
    “Senta, signor Shield, io non vedo nulla di strano. O si sbriga a spiegarci cosa c'è che non va in questa foto o riceverà un'ammonizione ufficiale” disse il giudice.
    “Va bene. Se osservate con attenzione vedrete che sul bersaglio c'è solo un foro di proiettile che sommato al colpo sparato dal signor Steel fa un totale di due colpi sparati dall'arma del delitto. Questo è in netta contraddizione con la testimonianza del signor Hawk in cui lui ha dichiarato di aver sentito tre spari, esattamente lo stesso numero di proiettili sparati dalla pistola presente in quest'aula”
    “Questo è sicuramente un dettaglio interessante ma che cosa dovrebbe dimostrare?” chiese il giudice.
    “Che la pistola presente in quest'aula non è l'arma del delitto! La vera arma del delitto si trova ancora al poligono di tiro e su di essa ci sono le impronte del signor Hawk”
    “Lo dimostri!” esclamò Frank Hawk, furioso.
    “Vuole una prova? Guardi la pistola presente in questa foto e vedrà chiaramente che su di essa c'è una riga rossa, cosa che sulla pistola presente in quest'aula non c'è”
    “Quindi sarebbe sufficiente esaminare quella pistola per scoprire se il signor Hawk è colpevole o innocente” osservò il giudice.
    “Sinceramente non credo che quella pistola si trovi ancora al poligono di tiro...se supponiamo che l'assassino sia lui le possibilità che si sia sbarazzato dell'arma del delitto sarebbero molto alte” osservò il procuratore Payne.
    “No...l'arma del delitto si trova ancora la...” disse il signor Powers cogliendo tutti si sorpresa.
    “Che dici?!” esclamò il signor Hawk.
    “Mi dispiace, Frank...ma se continuerò a coprirti correrò rischi troppo grandi...preferisco confessare tutto adesso...”
    “No...non farlo!” esclamarono il signor Hawk e il procuratore Payne.
    “Vostro onore...vorrei testimoniare su ciò che è successo veramente...”
    “Va bene”
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    _ Testimonianza di Alex Powers _

    “Tutto quello che è successo ieri sera è stato preparato anticipatamente da me e dal signor Hawk....in pratica si è trattato di un omicidio premeditato. Il piano era molto semplice e consisteva nell'invitare Jack Steel al poligono di tiro e ucciderlo dando la colpa a quel ragazzo che tanto spesso avevo visto venire sempre allo stesso orario. Così abbiamo invitato Jack Steel cinque minuti prima dell'orario in cui sapevamo sarebbe arrivato il signor Anderson e quando quest'ultimo è arrivato siamo rimasti in attesa dell'occasione propizia per mettere in atto la nostra strategia.
    Mentre il signor Anderson era in bagno io ho narcotizzato la vittima con un panno imbevuto di cloroformio mentre Hawk lo distraeva. Subito dopo ci siamo recati nelle vicinanze del bagno e quando abbiamo visto la porta della toilette aprirsi abbiamo provveduto a narcotizzare anche Ren Anderson. Poi Hawk si è spogliato e ha indossato i vestiti di Anderson e dopo aver sparato un colpo al bersaglio ne ha sparato un altro all'indirizzo di Jack Steel proprio mentre io scattavo una foto che avevamo intenzione di presentare durante il processo in caso di difficoltà.
    Dopo aver fatto tutto questo il Frank si è cambiato i vestiti, ha fermato l'orologio della vittima e ha sparato tre colpi con una pistola scelta a caso tra quelle noleggiabili al poligono tenendo le mai coperte da un paio di guanti. Subito dopo ha fatto in modo che Ren Anderson toccasse la pistola per far sì che su di essa si trovassero le sue impronte digitale e ha fatto la stessa cosa col panno imbevuto di cloroformio. Infine abbiamo contattato la polizia”
    “Questa testimonianza spiega tutto e dimostra senza dubbio l'innocenza di Ren Anderson” affermò il giudice “Se qualcuno ha qualcosa da ridire lo faccia subito”
    “Io ho ancora qualche dubbio: perché quando Ren mi ha raccontato di essere svenuto in bagno ha sentito un forte dolore al collo? E perché la polizia non ha capito subito che la pistola presente tra le prove non era l'arma del delitto?” chiese Justin Shield.
    Appena finì di parlare la porta dell'aula si spalancò di scatto e il detective Gumshoe vi entrò di corsa, ansimando.
    “V-vostro Onore! E' successo un disastro! Ho accidentalmente confuso il test eseguito sull'arma del delitto con quello svolto su un'altra pistola!” esclamò il Detective, agitatissimo.
    -...Sto iniziando a perdere fiducia nella polizia...-
    “Detective Gumshoe, si calmi. Nonostante l'errore che la polizia ha commesso la verità è venuta a galla, dunque non c'è motivo per essere così agitati” affermò Kogoro Odaki.
    “M-meno male, signore. Oh, ero così preoccupato * sniff*...”
    Piagnucolando il detective uscì dall'aula di tribunale. A Justin ricordò un cane che se ne andava con la coda fra le gambe.
    “Bé, almeno uno dei misteri di questo caso é stato risolto” affermò il giudice.
    “E' vero, ma c'è ancora un ultimo mistero: come mai quando Ren é svenuto ha sentito un forte dolore al collo?” chiese Justin, intenzionato a fare luce su ogni aspetto del caso.
    “Nella foga di narcotizzarlo lo abbiamo accidentalmente colpito...”
    “STA ZITTO ALEX, STA ZITTO! TU NON HAI DIRITTO DI PARLARE, SEI SOLO UN MISERO TRADITORE!” tuonò Frank Hawk, completamente fuori di sé dalla rabbia. Si avvicinò al signor Powers e dopo averlo fissato con disprezzo per qualche istante lo colpì violentemente al volto con un pugno.
    “Signor, Hawk!” esclamò il giudice, sconvolto.
    “Occhio per occhio...” ringhiò Alex Powers per poi sferrare un potente calcio allo stomaco dell'avversario.
    “USCERE LI FERMI!” esclamò il Giudice.
    “S-sissignore...ehm no forse no...sono un po' troppo grossi per me....”
    “SI MUOVA USCIERE!”
    “VI PREGO, FERMATEVIIIIIIIIIIIIIII”
    L'urlo spacca timpani dell'usciere spaventò i due uomini, tanto che smisero immediatamente di azzuffarsi.
    Visto che l'ordine era stato riportato Justin ne approfittò per fare la domanda che tanto lo tormentava: “Perché lo avete fatto? Perché siete arrivati a tanto per uccidere un uomo?”
    “Lo abbiamo ucciso perché quel bastardo di un chirurgo ha causato la morte di mia figlia sbagliando una semplice liposuzione! E Alex mi ha aiutato ad ucciderlo perché era il fidanzato di mia figlia” rispose Frank Hawk.
    “Tutto questo solo per un incidente?”
    “...Inizialmente non avevo la minima intenzione di ucciderlo...certo ero disperato per la morte della mia adorata Christine ma ero anche cosciente del fatto che anche Jack Steel era un umano e che non potevo odiarlo solo per aver commesso un errore. Questo era quello che pensavo fino a una settimana fa, quando Alex mi ha raccontato di aver incontrato il dottor Steel al poligono di tiro e di averlo sentito ridere parlando della morte di mia figlia! Come poteva essere tanto meschino? Come poteva ridere dopo aver causato la morte di una persona?! E' stato questo fatto a spingermi a provare il desiderio di vendicarmi di quell'uomo, ponendo fine alla sua miserabile esistenza...e a quanto pare alla fine il mio desiderio si è realizzato...Non ho il minimo rimpianto per ciò che ho fatto”
    “Lei crede che se sua figlia fosse ancora viva approverebbe ciò che ha fatto? Io penso di no, anzi sono sicuro che si vergognerebbe di lei che é stato così debole da farsi dominare dall'odio e dal desiderio di vendetta” disse Justin, con grande sincerità.
    Frank Hawk scoppiò a ridere: una risata fredda e priva di allegria durante la quale realizzò che sua figlia non l'avrebbe mai perdonato per aver compiuto un simile gesto.
    “Devo ammettere che lei ha ragione, signor Shield. Mia figlia non avrebbe mai approvato un simile comportamento. Eppure io continuo a non provare alcun rimorso per ciò che ho fatto: dal mio punto di vista il mondo intero starà meglio senza Jack Steel...il dottore dal cuore di pietra...”
    Le lacrime sgorgavano calde e copiose dagli occhi dell'assassino che lentamente veniva scortato fuori dall'aula da alcuni agenti di polizia, esattamente come il signor Alex Powers. Quest'ultimo prima di abbandonare l'aula si voltò verso Justin e con voce triste disse: “L'amore e l'odio sono i sentimenti più forti di questo mondo. Per essi un uomo può anche arrivare a spegnere la vita di un altro essere umano senza provare alcuna pietà. Io amavo Christine, la amavo con tutto me stesso e per questo mi sono sentito in dovere di vendicarla ponendo fine alla vita di quell'uomo che aveva osato ucciderla per poi ridere della sua morte”
    Le parole dell'uomo riempirono la sala udienze e continuarono a risuonare anche quando lui se ne andò.
    “Posso capire le loro ragioni, ma un omicidio resta sempre un omicidio a prescindere dalle circostanze e il compito di un avvocato difensore é portare alla luce la verità: solo in questo modo può salvare gli innocenti e condannare i colpevoli indipendentemente dal loro movente”
    Quelle parole uscirono automaticamente dalla bocca del giovane avvocato difensore che con grande serietà osservava il punto in cui i due criminali erano scomparsi dalla sua vista.
    “Bel discorso, ragazzo” disse Kogoro Odaki, appoggiando la mano destra sulla spalla del suo allievo. “E anche bel processo direi”
    “La ringrazio, maestro” disse Justin ricambiando il sorriso del vecchio avvocato.
    “Le faccio anch'io i miei complimenti, signor Shield. Le sue capacità sono davvero notevoli e per lei prevedo una lunga e gloriosa carriera!” disse il giudice, con grande entusiasmo.
    “Lo spero, Vostro Onore, lo spero davvero”
    “Bé devo ammettere che se l'è cavata piuttosto bene” disse una voce alle spalle di Justin che lo fece sobbalzare. L'avvocato difensore si voltò e si trovò a faccia a faccia con il procuratore Winston Payne.
    “La ringrazio, signor Payne”
    “Però non si illuda: se lei non fosse stato al suo primo caso non ci sarei andato così piano” affermò il procuratore, poi si voltò e se ne andò dall'aula.
    “Certo che il vecchio Winston ne spara di cavolate!” esclamò Kogoro per poi scoppiare a ridere. “Non avevo dubbi sul fatto che saresti riuscito ad avere la meglio su di lui”
    “Allora perché continuava a mangiarsi le unghie dal nervoso?” chiese Ren Anderson, sorridendo.
    “Non potevi startene zitto?!” esclamò il signor Odaki per poi scoppiare in un'altra risata che contagiò anche Ren e Justin.
    “Bé, signor Shield, la devo ringraziare: è stato davvero abile nel dimostrare la mia innocenza” disse Ren Anderson mentre tendeva la mano al suo avvocato difensore.
    Justin la strinse dicendo: “Ho fatto solo il mio dovere”
    -Bene, la tua carriera non poteva cominciare in modo migliore. Sono davvero curioso di vedere fin dove arriverai, Justin- pensò Kogoro Odaki mentre osservava sorridendo il suo vittorioso allievo.
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


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