Originariamente Scritto da
IISNT
No, la morale non può essere spiegata in un unico verso, in un unica corrente di pensiero. Lo stesso sentimentalismo è molto più complesso e già sarebbe importante distinguere passioni da motivazioni. In certi casi di base c'è un bisogno da soddisfare e si ricorre alla ragione per cercare conferme, dall'altra vi è in principio la ragione che da vita a un processo motivazionale estremamente complesso. Attribuire tutta la buona morale al soddisfacimento del proprio io è alquanto banale e limitativo...
Chiaramente non posso generalizzare e dire che tutti quelli che credono fanno solo un bene meschino e ipocrita... provo a rispiegare il concetto con altre parole:
tu stesso hai parlato di principio altruistico. Questo principio altruistico, tu stesso l'hai separato dalla fede. Se centrasse con la fede sarebbe appunto un principio ipocrita e meschino. Ma tu hai messo questo principio "laico" presente nel bisogno di un fedele di fare del bene perchè è giusto farlo nei nostri criteri morali e non perchè ce lo dice la bibbia (ad esempio). Ed'è appunto quello che dico io. È un bene che si può fare senza la fede, è un principio di bene che ha a che fare col nostro mondo e non con il regno dei cieli. Quindi, il bene che hanno fatto questi religiosi lo potevano fare anche non essendo religiosi. Mentre il male che hanno fatto c'è stato solo per colpa del loro fanatismo.
Da un punto di vista istituzionale penso sia abbastanza evidente, quindi evito le osservazioni sull'influenza negativa delle religioni nella vita di uno stato. Mi fermo sui singoli.
Innanzitutto spesso il credo è influenzato dalla religione. Ognuna avrà le sue follie, i cristiani la mortificazione di tante cose belle della vita, i tabù, i pregiudizi, ecc i testimoni di geova hanno le loro manie, non tocchiamo il discorso del sangue, l'islam ha le sue leggi assurde e la religione in sè è talmente impegnativa che metà giornata se la prende.. ma va bene... tralasciamo tutto questo, prendiamo un credo più semplice, più basilare. Un semplice credo.
Io ritengo che sia assolutamente importante accettare la vita (si, in questo mi piace Nietzsche, ma non sono un suo seguace come pensavate, ho le mie idee punto e basta) nonostante sia sofferenza. Dire si alla vita nonostante il dolore. La morte qui gioca un ruolo importante. Spesso Dio rappresenta la paura dell'ignoto e della morte. In una società che richiede consapevolezza è fondamentale capire che l'ignoto fa parte del nostro mondo, accettarlo, accettare che non possiamo avere tutte le risposte e che alcune cose non le possiamo sapere. Non dobbiamo trovare a tutti i costi una risposta. Dobbiamo riconoscere che abbiamo dei limiti e dobbiamo accettarli. Così come accettare la morte, l'idea che dovremo sparire, lasciare posto ad altri. Potrei anche essere felice di sapere che non finisce, che c'è altro dopo la vita. Ma non mi riguarda, mi devo concentare sulla vita pensando che prima o poi morirò e non so cosa c'è dopo. Molto probabilmente non c'è nulla, si muore e basta... magari c'è qualcosa, ma non posso saperlo e non ha senso parlare di credere. Credere implica autoconvincimento. Posso anche pensare che dopo la vita potrebbe esserci qualcos'altro, ma autoconvincersi è diverso. Se applichiamo questi autoconvincimenti alla quotidianità per me ci allontaniamo da ciò che ci riguarda e da ciò che è reale... e se l'autonconvincimento è sbagliato e quindi se l'accettazione della vita non è davvero consapevole i miei studi mi portano fin ora a pensare che si è maggiormente portati alla crisi.
Questo bisogno di credere andrebbe analizzato e curato con la nostra realtà.
Che può anche essere magica, ma questo è un invisibile assolutamente terreno, io condanno l'autoconvincimento in qualcosa di cui non possiamo sapere proprio un bel niente.
Sisi, un credo di questo tipo può anche essere positivo se non si ha la forza di trovare questa serenità lavorando nel concreto... è una soluzione di vita un pò labile e buffa ma in mancanza di forza di accettazione umana mi sta benissimo... finchè non danneggia gli altri puoi crearti gli stratagemmi che ritieni più opportuni per vivere al meglio
tuttavia la fede spesso porta inconsapevolezza nei singoli e danni nelle società.
Mi sembra un pò un errata interpretazione di eterno ritorno.. non ho capito bene a cosa ti riferisci... guarda che se alla vita gli togli le possibilità diventa un inferno dei fatti accaduti... questo denuncia Niet... noi viviamo grazie alle possibilità, al continuo rinnovarsi. Che è quello che fa anche l'arte, quando un quadro non è mai uguale. E appunto Nietz condanna la scienza perchè uccide le possibilità, si dimentica della sua origine Dionisiaca... non ho proprio capito a cosa ti riferisci con quest'uscita su Niet...
Comunque, anche prendendo la tua frase separata dal contesto non capisco proprio... a quali valori ti riferisci? è molto vaga e non ho ben capito
Quindi tu sostieni che i meccanismi stessi, le leggi fisiche che studiamo sono i risultati del progetto intelligente... e che il continuo moto impetuoso dell'universo, la sua continua ricerca di stabilità, il "labile" equilibrio che permette ai pianeti di esistere è voluto... a me sembra un modo elegante di giustificare l'evoluzione ma privo comunque di perchè. Appurato che i pianeti e l'uomo non sono stati creati come si affermava in passato, ma sono frutto di una lunga evoluzione ci raccontiamo che questa stessa evoluzione è volontà di Dio... una bella storiella, non c'è male, ma è palese sia che è una favola costruita SULLA realtà e non DALLA realtà, solo per farla tornare... diciamo che l'ipotesi potrebbe anche essere corretta, perchè no... ma non ci riguarda... quindi perchè crederci?
Io non sono ateo ma agnostico, suppongo però che vedere ancora nel 2009 gente che crede a certe cose (pure convinta
) provoca un amara increduilità che porta poi ad aprire thread per capire come diamine fa la gente ad affermare, credere e pensare certe cose...