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  1. #11
    Scemo chi legge. L'avatar di Goku ssj7
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    Ecco a voi il 3° capitolo:

    LA CAMERA DEL DEMONIO

    3° Capitolo – La Metropolitana

    Il mattino seguente, dopo una notte passata tra pensieri alquanto preoccupanti per Patrick, quest’ultimo cercò di trovarsi una ragione logica per tutti quegli avvenimenti misteriosi, dato che Patrick era un tipo realista e cercava sempre una spiegazione logica a tutto.
    Pensò e ripensò tutto il giorno, assorto in pensieri che lo facevano rabbrividire. Ma non riuscì a spiegarsi tutto ciò.
    <<E’ assurdo>> disse <<Questi avvenimenti non hanno assolutamente un senso logico. L’incubo, il sangue, lo zombie... la porta sbarrata...>>
    Al dire questa ultima frase, Patrick non pot&#232; far altro che rivolgere lo sguardo a quella dannata porta.
    Aveva l’aspetto terrificante e, al solo sguardo, a Patrick veniva la voglia di uccidersi.
    Un altro giorno pass&#242;.
    L’indomani, erano le 7:04 quando Patrick fu svegliato da un fracasso proveniente dall’altra stanza.
    Si alz&#242; di scatto.
    <<Me lo sar&#242; immaginato...>> e si riaddorment&#242;.
    Ma d’improvviso, una strana aria tirava in quella casa e Patrick non pot&#232; far altro che accorgersene.
    Come un venticello maligno che soffiava sul suo collo.
    Stavolta si alz&#242; davvero.
    Si diresse in cucina, la esamin&#242; da cima a fondo: dentro il frigorifero, sotto i mobili, nello sgabuzzino... ma restava ancora una stanza. Il bagno.
    A stentoni si avvicin&#242; alla porta del bagno, stette 30 secondi davanti ad essa, immobile, come se volesse andarci, ma nello stesso tempo qualcosa lo fermava. Si decise ad entrare. Con la mano tremante, afferr&#242; la bella maniglia di ottone che ornava la porta. La apr&#236;.
    Quello che vide davanti a se lo lasci&#242; senza fiato.
    C’era un buco enorme vicino il lavandino. Sembrava la “porta” d’ingresso verso il mondo degl’inferi.
    Era profondo. Buio.
    <<E’ un altro di quegli stupidi incubi o &#232; uno scherzo?>> pens&#242;.
    Ma nell’oscurit&#224;, not&#242; un pezzo di carta ingiallita. Era scritta col sangue con una scrittura irregolare.
    Diceva: <<ONCE ENTERED, YOUR DESINY WILL BE MARKED>>
    Patrick cap&#236; all’istante che quello non era uno dei soliti incubi, ma era tutto maledettamente vero.
    And&#242; per guardarci dentro. Non si vedeva niente.
    Patrick si tir&#242; fuori. Stette a rimurginare un po' davanti a quel buco.
    <<Ma che...>> ma neanche il tempo di completare la frase, che fu spinto dentro al buco da una forza indeterminata e invisibile, quasi da un fantasma.
    Ma Patrick ebbe la freddezza di aggrapparsi all’orlo del buco con un piede e ad opporre resistenza.
    <<Cosa vuoi da me?!? Chi sei?!? Che stai facen... AAAAAAAAARGHH!!!>>
    E cadde dentro.
    Una lunga serie di capovolte accompagn&#242; Patrick nell’inesorabile discesa in quel tunnel, che sembrava infinito.
    Arrivato alla fine, perse i sensi.
    Risvegliatosi, si trov&#242; in un posto malandato, spettrale, che gli ricordava tanto la sua camera nell’incubo, ma stavolta nelle pareti non c’era niente, oltre che decine di ragnatele.
    Si guard&#242; dietro.
    <<Come cavolo ci sono finito qui?>>
    Ma non vide altro che il solito buco.
    Prov&#242; a risalirci, ma qualcosa, come quando due calamite della stessa polarit&#224; si respingono, lo spingeva in basso.
    Era sconvolto. Non sapeva che pensare e come agire. Si guard&#242; avanti. Si rese conto che era in una specie di metropolitana, una delle tante di NY, all’altezza di South Ferry, ma non era esattamente come la immaginava. Era in un mondo parallelo, ne era certo. Cos&#236; come lo era la sua casa.
    Fatte le dovute riflessioni, Patrick si avvi&#242; verso l’oscurit&#224; e per lui cominceranno i veri guai.
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  2. #12
    A.
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    dato che Patrick era un tipo realista e cercava sempre una spiegazione logica a tutto.
    Stesso discorso di prima per le subordinate.
    Essendo Patrick un tipo realista che cercava sempre una spiegazione logica a tutto.


    come se volesse andarci, ma nello stesso tempo qualcosa lo fermava.
    Hai iniziato col congiuntivo imperfetto, chiudere con l'indicativo mi sembra a dir poco riduttivo. Io alleggerirei rendendo passiva la seconda frase:
    Come se volesse andarci, ma nello stesso tempo fosse fermato da qualcosa.


    Fatte le dovute riflessioni, Patrick si avvi&#242; verso l’oscurit&#224; e per lui cominceranno i veri guai.
    Qui manca proprio un pezzo. La frase non ha senso.

    Per la trama, nonostante mi ricordi qualcosa, mi attrae

  3. #13
    Scemo chi legge. L'avatar di Goku ssj7
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    Che cosa ti ricorda? O_o
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  4. #14
    Siddharta L'avatar di Buddha94
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    Bel capitolo anche se le azione compiute da Patrick mi sembrano descritte in maniera troppo veloce.

  5. #15
    sono un diurno L'avatar di Blade II
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    mmm ... carina, bravo

  6. #16
    Scemo chi legge. L'avatar di Goku ssj7
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    LA CAMERA DEL DEMONIO

    4&#176; Capitolo – Tra Incubo e Realt&#224;
    Tutto appariva agghiacciante. Ossa, ragni e sangue ornavano le pareti e ogni passo che Patrick faceva, sembrava cadere in un oblio, sempre pi&#249; oscuro, potente, lugubre. Ma tutto a Patrick pareva maledettamente assurdo, cos&#236; che di tanto in tanto gli scappava qualche sorriso, come per dire <<Ma che scherzo ben elaborato &#232; questo?...>>
    Ad un certo punto, Patrick not&#242;, sopra uno dei tanti tornelli che si trovavano accanto ai binari, una strana figura, che ci stava appollaiata sopra, immobile, e Patrick non seppe distinguere la forma e i lineamenti della figura.
    <<E’ un’illusione>> pens&#242;. Ma pur pensandola cos&#236;, non pot&#232; far altro che avvicinarsi. Lo fece. A stentoni, allung&#242; la mano verso la figura. Stava per toccarla, quando dalla figura sbuc&#242; un occhio di un colore fosforescente e iniettato di sangue. Patrick balz&#242; indietro dallo spavento. Stette in guardia.
    <<Chi sei?!?>> esclam&#242;, ma non ricevette risposta.
    La figura continuava a guardarlo fisso e in Patrick infondeva un’inquietudine e un terrore che non riusciva a controllare. Era talmente terrorizzato, che fece per andarsene. Ma la figura sembr&#242; scendere dal tornello e si avvicin&#242; a Patrick con un andamento deciso. Ad un tratto cap&#236; che si trattava di un gatto.
    Era completamente nero, sulla pancia e sugl’arti, e ci mancava un occhio. Aveva solo un particolare inquietante: sul petto, all’altezza del collo, aveva una macchia alquanto strana. Pian piano, guardandola, assunse la forma che fece rabbrividire Patrick: la macchia assomigliava tanto ad un pugnale.
    Stette ad osservare con attenzione quel gatto prima di avvicinarsi e toccarlo.
    <<Suvvia! E’ solo un gatto!>> pens&#242;. Ma appena allung&#242; la mano per toccarlo, ecco che d’improvviso, il gatto scomparve, lentamente, e si polverizz&#242;. Patrick rest&#242; sconcertato ed immobile.
    Si alz&#242; barcollante.
    <<Ma ho le allucinazioni?>> disse fra se e se.
    Tutto lo incuriosiva in quella metropolitana. Si convinse che ormai il suo destino era segnato e che valeva la pena esplorare tutte le stranezze che gli capitavano. Si avvi&#242; di nuovo. Camminava a passo lento e calmo e non aveva pi&#249; fretta e desiderio andarsene da quello strano posto. Aveva sciolto in parte il terrore che lo riempiva.
    Ad un certo punto, sent&#236; uno scricchiol&#236;o. Allung&#242; l’orecchio e all’improvviso ecco spuntare, in un tumulto di macerie e ferro, dinnanzi a se, una creatura mostruosa; un verme gigantesco, con due bocche, due occhi pallidi e una miriade di denti avvelenati e insanguinati.
    Gli venne incontro, minaccioso, con l’intenzione di ucciderlo.
    Il verme aveva l’aria spaventosa ed aveva il corpo di un serpente e la testa di un cane-zombie.
    <<Ma che succede?!? Da dove &#232; sbucato quello?!?>>
    Ad un tratto, dalla bocca del verme, uscirono due “lingue” che intrappolarono Patrick in una morsa d’acciaio. Era in trappola. In un’occhiata not&#242; in un angolo, vicino ad un cadavere, una lucente pistola dal colore argenteo.
    Cos&#236;, spinto dal desiderio di liberarsi da quella morsa e di cacciare via quel mostro, caric&#242; tutte le sue forze e riusc&#236; a liberarsi. Patrick corse verso l’arma. La prese. Vide che era carica. Mir&#242; contro il mostro e scaric&#242; tutto il caricatore sull’orribile corpo del verme, che subiti i colpi spar&#236; da dove era venuto.
    Patrick non sapeva se essere triste o felice. Aveva scacciato il mostro, ma sapeva che era solo l’assaggio di quello che gli sarebbe capitato. E poi c’era un altro particolare: la pistola sbucata dal nulla.
    <<Come pu&#242; essere? Non mi sembra d’averla vista un attimo fa...>> disse stupito. Ma naturalmente quell’oggetto l&#236; l’aveva messo qualcuno o qualcosa di indeterminato e che sarebbe stato lo stesso qualcuno o qualcosa che lo torment&#242; per giorni, nell’albergo. Partrick non sapeva che pensare. Era confuso e per lui tutto non aveva senso, in quel posto.
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  7. #17
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    bella+ che carina
    Un vero guerriero non è colui cade, ma è colui che cade e poi si rialza, per ricombattere faccia a faccia.

  8. #18
    Scemo chi legge. L'avatar di Goku ssj7
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  9. #19
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    LA CAMERA DEL DEMONIO


    5° Capitolo – Questione di Vita o di Morte

    Era chiaro. Qualcuno o qualcosa lo stava manipolando in quel dannato posto. Come un grande videogioco di cui il solo protagonista era Patrick.
    Comunque, scosso dall’avvenimento precedente, non potè far altro che guardare l’orologio.
    <<Ma da quanto tempo sto qui?...>>
    Ma appena guardò le lancette, si accorse che l’orologio non camminava più. Era fermo.
    <<Ma come?!? Quest’orologio era nuovo... neanche di 3 settimane...>> disse.
    Lui pensava che si fossero scaricate le batterie ma in quella metropolitana, non c’è nè tempo nè spazio.
    Patrick si trovava in una specie d’universo parallelo che aveva l’aspetto di una metrò. In tutto e per tutto. Ma fuori dal mondo, dalle menti, forse neanche Patrick si rese conto dove si trovava. Sapeva solo che prima usciva da quel posto e meglio era.
    Intanto, le gambe di Patrick cominciarono a tremare. Aveva fame. Era stanco e stremato. Pensava solo ad avere qualcosa da mettere sotto i denti e di un buon letto caldo. Ma ecco che, neanche a farlo apposta, dinnanzi a se si trovò il consueto capanno del guardiano della metrò.
    <<Sono salvo...>> pensò. <<Dentro di sicuro ci sarà qualcosa da mangiare!>>
    Quindi, si avviò di gran fretta verso il capanno. Vide che la porta era aperta e ci entrò. Ma non trovò niente da mangiare. Patrick si disperò.
    <<Marcirò qui dentro... lo so...>> disse, accennando qualche lacrima.
    Si guardò attorno: tutto era rigorosamente ricoperto di quella sostanza che aveva visto in sogno e si convinse ancor di più che quell’incubo che ha fatto fosse stato come un “Biglietto da visita” verso l’inferno.
    Rovistò nei cassetti. Trovò solo qualche biglietto, tre gettoni e un abbonamento della metropolitana.
    Ma si accorse che la scrivania aveva un doppio fondo. Questo, si poteva aprire solo con qualcosa di duro e resistente. A terra, trovò un pezzo di guarnizione metallica, quella che si usa per alcune porte. Forzò il fondo della scrivania. Si aprì di scatto, facendo uscire una miriade di pezzi di metallo. Dopo una breve analisi, Patrick si accorse che erano di oro.
    <<Sono ricco!!>> pensò. Ma si dovette smentire, dato che finchè non usciva da quel posto, non sarebbe servito a nulla...
    <<Certo che però è strano... trovare dell’oro in un posto come questo... non ci capisco più niente...>>
    Comunque sia, Patrick si mise in tasca i 6 pezzi d’oro. Erano molto pesanti.
    Diede un’altra occhiata allo stanzino, prima di avviarsi verso l’uscita. Vide che non c’era più niente d’interessante.
    Ma appena si avvicinò di un metro alla porta, ecco che essa si chiude di scatto. Da sola, con una tale violenza che fece balzare all’indietro Patrick.
    Era in trappola. Chiuso nel capanno, inerme, senza poter far nulla.
    Gridò aiuto con quanto fiato avesse in gola. Ma naturalmente nessuno poteva sentirlo, se non la presenza che lo perseguitava.
    Era disperato davvero.
    Si sedette in una sedia e stette immobile a pensare.
    Ma ecco che d’un tratto sente un piccolo formicolìo ai piedi. Abbassò impaurito gli occhi e vide una cosa che fosse stato meglio non vedere.
    Un esercito d’insetti sbucò da sotto il pavimento. Patrick impallidì di brutto.
    Alzò i piedi di scatto.
    <<Questi mi divorano! Sono morto!>>
    Per fortuna, Patrick non aveva la fobia degli insetti, ma al solo sguardo gli facevano capire che quegli attimi fossero gli ultimi della sua vita.
    Con una freddezza e una scaltrezza mai visti, si arrampicò sulla cassettiera che si trovava accanto.
    Nel salire, notò che c’era un’incavatura nel muro. Ci guardò dentro e notò che c’era un revolver con una scatola di .38 vicino.
    <<Forse ho qualche speranza...>> pensò.
    Ma come avrebbe potuto scacciare via tutti quegli insetti, con una semplice pistola?
    A quest’interrogatorio, Patrick perse le speranze.
    Intanto, fuori dal capanno si erano radunati alcuni cani-zombie che non aspettavano altro che lui.
    <<Ora si ci mettono pure questi...>> disse arrabbiato.
    Ma ecco che, vicino a se notò una finestrella di vetro e in lui si riaccese la speranza. Ma fuori c’erano quegli esseri ripugnanti.
    Stette a pensare.
    <<La pistola!>> esclamò.
    E senza pensarci due volte, afferrò il revolver, lo caricò fino all’ultimo e se lo mise in tasca.
    <<Meglio portarsi tutto...>> pensò e si prese tutte le cartucce della scatola vicino alla pistola.
    Provò ad aprire la finestra ma era chiusa. Allora dovette rompere il vetro. Sparò due colpi e il vetro si frantumò come fosse stato di carta. Nel revolver ne restarono 4.
    Intanto, i “cani” sentiti i colpi, diventarono più aggressivi.
    Patrick atterrò a terra ma alla vista di quegli esseri rabbrividì. Però,ebbe la freddezza di impugnare bene la pistola, prendere la mira e fare fuoco ai tre zombie che lo circondavano. Questi, caddero a terra, inermi.
    Patrick provò un senso di libertà ma si accorse nuovamente che non si reggeva in piedi dalla stanchezza e, anche se sapeva che era pericoloso abbassare la guardia, si addormentò in un sonno profondo.
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  10. #20
    Siddharta L'avatar di Buddha94
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    C'&#232; ancora qualche errore ma stai migliorando. La trama si fa interessante, continuer&#242; a seguire la storia.

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