Rettifico.
Mi ero completamente dimenticato della mia FF; Mi dispiace per in fans, spero sarete ancora in molti a seguirla, come allora.
Buona lettura del nuovo capitolo, che è un pò come un "futureflash";
Capitolo Nono – La cacciatrice di demoni
• “Da' tempo all'ira. Spesso l'indugio non toglie la forza: ma alle forze aggiunge il ragionevole consiglio.. Si lotta per raggiungere uno scopo. Si difende per proteggerlo. Si perde la vita con orgoglio, e quando si è morti, verrai ricordato da chi ti voleva bene come una persona che è morta per un gesto nobile. No. L’uomo è egoista. Anche quando lotta per una giusta causa.. L’onore non esiste difendendo con la forza. Siamo esseri umani.. Ci distinguiamo dalla bestie, ma lottiamo più ferocemente di loro.Non sappiamo saziare i nostri istinti, non sappiamo dire di no al potere. L’unica cosa che ci distingue dalla bestia è la parola. Però le mie parole sono tarde. Oramai mi ero unito alla combriccola di stolti guerriglieri e la mia sorte fu segnata. - Haru
Al centro della stanza, una ragazzina, con lo sguardo malinconico, leggeva asciugandosi le lacrime una lettera. Sembrava contenere parole molto pesanti, ma la cosa che intristiva di più la ragazza era la dedica.
“Alla mia principessa.”
- Ofuma
Queste parole provocarono un immenso dispiacere. Ofuma non sapeva più darsi pace. Era diventata un’ossessione la vendetta. Lei sapeva che suo padre non avrebbe accettato la guerra, ma quando oramai ci sei dentro fino al collo, non ci si può ritirare indietro. Si può solo combattere.
Quella mattina il sole stava sorgendo lentamente. I raggi colpirono il volto pallido di Ofuma, che aveva digiunato per 4 giorni.
Appena alzata dal letto, si stiracchio le ossa, afferrò lo zaino e come di consuetudine si diresse a scuola.
In quel tratto, però, Ofuma notò nel cielo una sagoma volare frettolosamente. Quella sagoma sembrava conoscerla, e un ricordo riaffiorò nella mente della ragazza.
- Sei una sciocca! Se credi di battere il grande Seshoakara con questa tua misera forza, aspettati una sonora sconfitta. Il nostro capo è stato anche gentile a non toglierti questa tua misera esistenza. Ufp. Fa qualche anno comunque la Terra sarà completamente distrutta e popolata esclusivamente da demoni e bestie demoniache.
Voi cacciatori sarete estinti!
Il ricordo si fece più nitido. C’era un uomo. No, un demone molto robusto.
- Il sono il Generale Chokagaru. Tu, sgualdrina, devi portarmi rispetto – partì un calcio in volto –
Le immagini cessarono. Ofuma aveva riconosciuto il figuro che volava in alto. Era Chokagaru. Questa situazione era più che conveniente e la ragazza ne approfittò.
Seguì a piedi il demone per qualche chilometro, poi, ad un cento punto quest’ultimo cessò di avanzare. Si guardò alle spalle, come se avesse l’impressione di essere seguito. Sempre meno convinto, atterrò per perlustrare la zona.
Sembrava essere deserta, e si voltò per spiccare nuovamente il volo, ma venne colpito da un calcio al volto che lo fece cadere all’indietro. Quell’istante in cui cadde fu sufficiente a perdere le tracce dell’assalitore.
Ofuma era accovacciata su un ramo di un salice. Chokagaru non riusciva a percepire alcun movimento. Si voltò nuovamente e la ragazza ripeté la stessa identica tattica di prima, ma stavolta fallì e venne bloccata. Chokagaru aveva afferrato il suo piede, e facendola ciondolare in senso orario, gli assestò un pugno in volto, che la fece catapultare di petto contro un albero.
- Sei tu allora. Non ti era bastata la lezione di 5 anni fa?
- Ah. Sei uno stupido. 5 anni fa hai sfidato una bambina di 7 anni. Ora ne ho 12 e vedrai di che pasta sono fatta ! – e si gettò nuovamente all’attacco, cacciando dal fodero della sua cintura una spada -
Chokagaru si mise in guardia, e un istante prima di vedersi la ragazza di fronte, si slanciò contro di essa saltandola. Ofuma non ebbe il tempo di ragionare e agitò la spada alle sue spalle. Il Generale cercò di evitare la maggior parte degli attacchi sferrati dalla lama della spada, ma uno di questi lo colpì.
Ofuma sorrise, e mentre Chokagaru cercava di togliersi la spada conficcata nella gamba destra, la ragazza gli assestò una ginocchiata in volto. Il Generale traballò e cadde in terra.
Quasi privo di sensi, cercò con le ultime sue forze di togliersi la lama dalla gamba, ma la ragazza gli calciò la mano via. Oramai a terra, il Generale non poteva reagire e Ofuma lo derise egoisticamente.
- Chi era la sciocca allora?
- Perché questa spada mi provoca così dolore?
- Perché è una spada divina. E’ una spada che mi ha lasciato mio padre, per uccidervi. Ti brucia perché è stata forgiata con il vostro sangue. E questo spiega anche il colore rossastro che tende ad assumere la spada a contatto o alla vicinanza di un corpo demoniaco.
- Tuo padre non meritava di vivere. Ha tradito il nostro capo…
- Non dire balle! Non ci credo.
- Devi invece. Quando eri ancora una bambina, noi demoni vivevamo ancora al di sotto della crosta terrestre. Tuo padre non sopportava questa diversificazione e creò un tunnel sotterraneo che congiungeva la costa terreste al mondo umano.
Noi demoni gli eravamo debitori a tuo padre, ma anche lui si fece trasportare dall’astio e dall’odio e si unì ai rivoluzionari che uccisero il campo nomade che ci eravamo costruiti. Questo gesto ci fece perdere la pazienza e aprimmo una guerra contro il popolo umano.
Le loro forze superavano di gran lunga le nostre, ma riuscimmo a far sopperire i maggiori capi umani.
Quando si ritrovarono senza generali, e quindi senza tattiche, noi demoni, i più forti di noi, ci riunimmo per sconquassarli.
La battaglia durò 2 giorni e 2 notti. Sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto, ma tuo padre si mise in mezzo e assoldò un gruppo potentissimo di guerrieri che sterminò quasi completamente la razza dei demoni.
I pochi superstiti, cioè io, Seshoakara, e qualcun altro riuscimmo a raggiungere una forza ed una potenza che i nostri padri ci hanno conferito per distruggere gli umani.
I demoni figlio aumentano sempre le loro forze, ed il padre mio e quello di Seshoakara erano veramente degli ottimi guerrieri, ed in noi la forza si moltiplicò.
Riuscimmo quindi a distruggere i maggiori squadroni, e quando ci ritrovammo faccia a faccia contro tuo padre…
- No.. Mio padre amava la pa.. – si ricordò delle parole della lettera “ Però le mie parole sono tarde. Oramai mi ero unito alla combriccola di stolti guerriglieri e la mia sorte fu segnata.” - singhiozzò - Mi dispiace per la fine dei vostri padri, delle vostre madri, della vostra specie, ma.. Ma chi uccide verrà ucciso.. Questa è la sorte che ora attanaglierà la tua anima. – estrasse la spada e la conficcò nel cuore di Chokagaru il quale morì con un gemito straziante.