Grazie alla creatura partorita dall'ottima Mariastella, le S.S.I.S. (acronimo indicante le Scuole Specialistiche per l'Insegnamento Secondario) hanno esalato l'ultimo respiro. Il risvolto potrebbe anche essere annoverato come positivo, se non fosse che la voragine creatasi ha portato in dote un "preavviso" eufemisticamente risibile, ha attentato anche a coloro "in corso d'opera", e non propone, per almeno un biennio, soluzioni alternative.
Facile intuire come, per alcune Facoltà in particolare, uno sbocco simile rappresentasse realmente l'opzione più concreta della quale usufruire, in assenza di martellanti richieste provenienti dal mercato lavorativo o di allettanti percorsi postlaurea in ateneo. Con ogni probabilità, tuttavia, questo è un aspetto del quale non si è tenuto minimamente conto .
Per poter accedere al mondo dell'insegnamento bisogna necessariamente rientrare in determinate classi di concorso (la cui priorità è totalmente discrezionale, in relazione, ovviamente, alla tipologia di indirizzo scelto), necessitanti di esami extracurriculari (usually 30/50 c.f.u.). Chi ha provveduto a sostenere quest'ulteriore fatica, laurenadosi, per esempio, a giugno (fuori corso), è rimasto letteralmente basito. C'è anche da dire che, con ogni probabilità, le classi di concorso rimarranno sostanzialmente invariate. Il biennio di transizione (iter tracciato dal mio amatissimo referente ), tuttavia, non può che rappresentare la sconfitta delle giovani leve, oltre che siglare definitivamente l'archiviazione di qualsiasi principio meritocratico.