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Risultati da 1 a 10 di 30
  1. #1
    Gianni4
    Guest

    Predefinito Videogiochi: un medium adatto alla comunicazione?

    La storia dei videogiochi è quasi trentennale ed ha avuto una notevole evoluzione ed espansione.
    Siamo ormai in una situazione di mass market, dove il videogioco appartiene ormai alla cultura popolare del mondo occidentale ed orientale. In questo suo stato di maturità, ritenete che sia un medium adatto a raccontare storie e a trasmettere concetti ed idee, al pari di un film?
    In tutti i forum sento incensare le storie proposte dai vari Metal Gear, Halo, Final Fantasy, Bioshock... Ma tali trame si dipanano attraverso l'esperienza giocata, che può avere il sopravvento, come meccanica "passa-tempo", sulla storia stessa, annacquando l'intreccio narrativo proposto, un problema che nella visione di un film o nella lettura di un buon libro non esiste.

    Pensate dunque che una buona trama possa erigersi a dignitoso esempio di narrativa o sia comunque destinata a sottostare alle caratteristiche "giocose" che un videogioco per forza di cose deve possedere?

  2. #2
    Senior Member L'avatar di filo23
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    Secondo me un videogioco che esprime al meglio le caratteristiche del paese in cui è stato creato può certamente essere un tramite ottimo per chi ci gioca magari dall'altra parte del mondo...

  3. #3
    Hoka Hey! L'avatar di c1cc10
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    Secondo il mio modesto parere una trama che si dipana basandosi sull'interattività è l'apoteosi della narrativa
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    Citazione Originariamente Scritto da ezio.auditore Visualizza Messaggio
    le proteine animali fanno male al corpo umano, inacidisce il sangue
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  4. #4

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    Citazione Originariamente Scritto da Gianni4 Visualizza Messaggio
    Pensate dunque che una buona trama possa erigersi a dignitoso esempio di narrativa o sia comunque destinata a sottostare alle caratteristiche "giocose" che un videogioco per forza di cose deve possedere?
    Dipende dal gioco, e da cosa intendi per caratteristiche "giocose".

    In genere (in single player) senza una buona trama, un gioco è valido solo al 50%, mentre immedesimazione e coinvolgimento emotivo rasentano lo zero.

    Poi ci sono giochi ignoranti, dove un buon gameplay diverte a tal punto che l'intreccio narrativo diventa superfluo. (i vari FPS/RPG online o multiplayer, ne sono l'esempio)

    Comunque, se la trama è buona, trovo che l'esperienza videoludica sia quanto di più simile alla lettura di un libro, piuttosto che alla visione di un film.

  5. #5
    i topi non avevano nipoti L'avatar di etnasante
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    vale la stessa valutazione che si fa per le altre forme di comunicazione
    come ci sono film, libri, radio, tv etc di pessima o ottima qualità
    lo stesso è per i vg
    la profondità di storie come ico o shadow of the colossus sono un ottimo esempio

  6. #6
    La Belva del Condominio L'avatar di El Fundo
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    personalmente la domanda muore sul nascere già nel 1976 con Galassia Gutenberg (o se volete anche prima...) di McLuhan: "il medium è il messaggio".

  7. #7
    Gianni4
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da c1cc10 Visualizza Messaggio
    Secondo il mio modesto parere una trama che si dipana basandosi sull'interattività è l'apoteosi della narrativa
    Quindi la stessa storia narrata con un libro e con un videogioco sarebbe sicuramente meglio illustrata con un game, secondo te? Non sono d'accordo, molto dipende dalla complessità della trama. Il libro permette una rielaborazione mentale molto più profonda e ampia.

    Quanto alla citazione "il messaggio è il medium" sono d'accordo fino ad un certo punto e come battuta mi sembra più che altro un esercizio di stile che altro. A mio avviso il videogioco persenta limiti ben precisi alla narrazione di una storia (e quindi del suo messaggio, del suo contenuto). Un esempio: il ritmo dell'intreccio spesso è fandamentale per colpire il fruitore del messaggio. Mentre in un libro o in un film esso è predefinito quindi ottimale (almeno in teoria) esso può essere subordinato alla bravura del giocatore o al tempo che esso dedica al gioco, snaturando potenzialmente le caratteristiche e la capacita di comunicare qualcosa del videogioco stesso...

  8. #8
    Ludic Whore L'avatar di Lord Axl
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    Il problema nasce quando si vuole chiamare cose differenti con lo stesso nome e soprattutto attribuirgli lo stesso valore. In un libro o in un film la trama è tutto e soprattutto è impreziosita dalla qualità della recitazione degli attori, capaci di dare ritmo e anima all’intreccio narrativo. In un videogame, per forza di cose, la situazione è diversa. La trama è molto più spezzettata e spesso non accompagna il gameplay vero e proprio. E’ un fatto proprio di “tempi”.

    Guardo un film e in due ore ho tutto: trama, storia, recitazione, finale. In un videogioco no. Otto, dieci, dodici ore, soprattutto non consecutive nelle sessioni di gioco e soprattutto la trama non si snocciola all’interno delle stesse sessioni.

    In alcuni titoli si apprendono elementi della trama all’inizio del gioco e poi magari si viene a conoscenza di qualcosa che la riguarda dopo magari un paio d’ore di gioco.

    I giochi migliori (a mio avviso Bioshock, Silent Hill 2 e pochi altri), riescono attraverso abili stratagemmi a “circondare” il giocatore con elementi utili alla comprensione degli elementi della trama. In Silent Hill 2(ma anche in Resident, sebbene la narrazione sia più debole secondo me), ci sono le varie lettere che il protagonista trova durante il suo percorso che raccontano la sua lenta discesa all’inferno e chiariscono molto del suo oscuro passato e dei passaggi che l’hanno portato a vivere quell’avventura.

    Ora però c’è il rovescio della medaglia. Se non li leggi non connetti tutti i pezzi del puzzle, quindi perdi parti della trama e non capisci. Quindi nel videogame c’è un problema in più, perché lasciare completamente la trama nelle mani dell’utente è un rischio. La voglia di giocare potrebbe prendere il sopravvento rispetto a quella di capire, e allora tutto il castello crolla. Se non ti fermi a leggere e quindi a capire Sh2 diventa la storia di un tizio che si ritrova in un paese pieno di nebbia, pieno di mostri da uccidere e pieno di personaggi strani che di tanto in tanto lo affiancano. Punto.

    Bioshock in parte supera questo ostacolo perché oltre ai nastri registrati che trova il protagonista (che ascolti e che quindi non ti impediscono di continuare a giocare), c’è sempre la voce dell’uomo misterioso che racconta e spiega, anche se alla fine dei conti, i nastri sono fondamentali.
    Non cito Metal Gear perché Kojima gioca troppo sporco. MGS4 è un film dentro il gioco. Anzi, è un gioco dentro un film, per cui non è il caso di prenderlo in esame.

    Insomma, per rispondere alla tua domanda, Gianni, la risposta è si, si può raccontare attraverso un videogioco, fermo restando che prendere una trama di puro stampo cinematografico e “spalmarla” sull’intera esperienza ludica potrebbe non essere esattamente la soluzione migliore.

    Hyde dice: “In genere (in single player) senza una buona trama, un gioco è valido solo al 50%, mentre immedesimazione e coinvolgimento emotivo rasentano lo zero.”
    Non concordo, o almeno non del tutto, altrimenti non mi sarei appena comprato Doom dal marketplace di Xbox Live e oltretutto è anche un atto dovuto nei confronti di chi da un videogioco chiede solo qualche ora di relax e divertimento a “cervello spento”.

  9. #9

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    Citazione Originariamente Scritto da Lord Axl Visualizza Messaggio
    Hyde dice: “In genere (in single player) senza una buona trama, un gioco è valido solo al 50%, mentre immedesimazione e coinvolgimento emotivo rasentano lo zero.”
    Non concordo, o almeno non del tutto, altrimenti non mi sarei appena comprato Doom dal marketplace di Xbox Live e oltretutto è anche un atto dovuto nei confronti di chi da un videogioco chiede solo qualche ora di relax e divertimento a “cervello spento”.
    Beh, credo che il topic volesse prendere in esame quei giochi che vogliono raccontare qualcosa (ai quali appunto mi riferivo), poi ovvio che gli sportivi, gli arcade o i puzzle traggono forza dalla giocabilità e non da un complesso intreccio narrativo. Doom, ad esempio, non ricordo che seguisse una trama.

    Poi non sono del tutto concorde con chi definisce certi giochi dei film interattivi: un film lo subisci dall'inizio alla fine, è il regista che impone azione e pause; in un videogioco, invece, è il giocatore che decide i tempi, quando e come agire, rimanendo comunque vincolato dai binari narrativi. E' anche vero che un videogame è molto più dispersivo, molto spesso l'aspetto puramente videoludico ha il sopravvento sull'iter narrativo (es:GTA), sta in chi gestisce il concept del gioco a mantenere vivo l'interesse nella trama, e sta nel giocatore a capirne l'anima.
    Se in un RE penso solo ad asfaltare zombie infischiandomene del resto, il problema sono io, non il gioco.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Gianni4 Visualizza Messaggio
    Quanto alla citazione "il messaggio è il medium" sono d'accordo fino ad un certo punto e come battuta mi sembra più che altro un esercizio di stile che altro.
    bhe, McLuhan ci ha fondato forse uno dei più importanti studi sulla comunicazione della storia del mondo
    e, a dirtela tutta, sono completamente concorde con lui

    conta il messaggio o conta come lo si dice e il medium che si usa?conta quel che scriveva Gutenberg o conta che usava per la prima volta la stampa?
    Conta quel che diceva Radio Alice, o conta che per prima ha dato le notizie in una maniera diversa da tutti? Usare un medium in un certo modo, è un messaggio

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