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Risultati da 111 a 120 di 306
  1. #111
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Mi stupisco di come solo dopo 17 anni si sia presa questa decisione. Come hanno già giustamente ricordato in molti (sentinel più di tutti, almeno leggendo le ultime pagine), il corpo è senza vita; se siamo realmente credenti, e sono sicuro molti di noi lo siano, perchè non permettere che Eluana raggiunga in pace il Paradiso (o quel che è, io non la conosco), piuttosto che tenerla aggrappata ad una vita che non ha più? Oltre ad aver perso la ragione, il pensiero, una propria coscienza, a questo punto mi sentirei di poter affermare che abbia perso anche l'anima (non saprei, come naturalmente ho dimostrato con la frase di prima, se l'anima rimanga o no in determinati casi). Non è vivere questo, per niente al mondo. Posso a volte non comprendere gente che decide di morire pur non vedendosi amputato un arto, ma in questo caso c'è piena comprensione, anche se non ho realmente capito quale sia l'ufficiale volontà dell'interessata.

  2. #112
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    Boh, dite un po' la vostra io dico la mia...e dico che questo video spiega più di mille parole!!!Sono sconcertata da questo gran mormorare a morte!!! A morte!!!...perfino del nostro presidente Napolitano che si è rifiutato di firmare il decreto legge che VIETA di interrompere la nutrizione artificiale...NON C'è NESSUN DOCUMENTO DOVE DICE CHE ELUANA AVREBBE PREFERITO MORIRE....in questi casi! ELUANA AMAVA LA VITA E QUALCUNO CE L'AVRA' SULLA COSCIENZA se staccheranno la spina!

  3. #113
    Senior Member L'avatar di Triny
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    come vuoi ma a parte il fatto che nn è ci dev essere un documento semmai un testamento biologico, cè solo la testimonianza vebale della figlia che avrebbe detto al padre vedendo un suo amico nelle sue condizioni che nn avrebbe voluto finire cosi anche lei ...
    ..se tu vedresti in che condizioni sia eluana(che posso solo immaginare) penseresti anche tu che nn vorresti essere nelle sue condizioni....e capiresti il padre vedere la propria figlia ridotta a una larva...

    nessuno grida a morte, si vuole soltanto lasciare andare questa povera ragazza dalle mani della gente che per un assurdo attaccamento ossessivo alla "vita" la vuole tenere in quello stato
    Ultima modifica di Triny; 05-02-2009 alle 23:22

  4. #114
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Se Eluana arrivasse in quelle condizioni a 90 anni, ti sentiresti in grado di dire che si è goduta la vita che lei amava?

  5. #115
    Senior Member L'avatar di Majin Broly
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    Precisiamo un paio di punti.
    Innanzi tutto occorre sperare (possiamo starne certi al 98%, ma non si sa mai) che eluana non sia cosciente del proprio stato. Questo perchè non esiste essere umano al mondo che manterrebbe la sanità mentale rinchiuso nella propria mente per 17 anni. E' una tortura cui non voglio nemmeno pensare. Già dopo pochi giorni, chiusi nel buio del proprio pensiero, si inizierebbe ad implorare la morte. In questa eventualità, anche nell'impossibile caso che si risvegliasse, non sarebbe altro che un guscio vuoto, una folle che è stata costretta ad un'inenarrabile sevizia.
    Proprio per l'oscenità della prospettiva, voglio impostare il discorso pensando che eluana non abbia coscieza (come la scienza suggerisce).
    Ora abbiamo un corpo respirante su di un tavolo. Sta lì da 17 anni, e per altri 40 starà lì e non farà altro che respirare. In pratica questo caso non ha nulla a che vedere con i vari welby, non c'è un malato che chiede di morire. E' un puro e semplice accanimento terapeutico, perpetuato per un tempo lunghissimo. Dal punto di vista medico, eluana andrebbe lasciata andare, perchè si tratta di un paziente che non ha più possibilità di guarire, di un corpo che, separato dalle macchine, spirerebbe senza neppure accorgersi di farlo. La chiesa stessa, grande avversario in questa lotta del padre, ha condannato a più riprese l'accanimento terapeutico, definito come un perpetuamento della vita senza che vi sia alcuna prospettiva di miglioramento nel paziente. Non è forse questo il caso englaro? Non è forse un mantenere in vita oltre ogni ragionevole motivo qualcuno che è morto 17 anni fa?
    Perchè allora non congeliamo i malati terminali, o non attacchiamo gli anziani ad ogni sorta di apparecchio, in attesa della scoperta di una cura capace di invertire il loro stato?
    Questo almeno è il mio pensiero sul caso.
    In generale, non vedo per quale motivo su questioni private debbano sempre gettarsi estranei. Se io sono cosciente e terminale, potrò pur decidere di morire, se non sono cosciente, o lascio le mie volontà, oppure decidono i miei cari, punto. La vita non è sacra, non è un diritto. E' un fatto puramente privato. Sono io che decido se la mia vita è sacra, se voglio continuarla oppure no. Se non ne sono in grado, chi mi è sempre stato vicino ha la piena autorità, una volta conosciute le specificità scientifiche del caso, di staccare o meno la spina.
    Il padre di eluana ha ricevuto tutte le informazioni del caso, conosce le implicazioni e conosce sua figlia.
    Ma lasciategli fare ciò che ritiene meglio per lei.
    Ultima modifica di Majin Broly; 05-02-2009 alle 23:59

  6. #116
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    Citazione Originariamente Scritto da Triny Visualizza Messaggio
    come vuoi ma a parte il fatto che nn è ci dev essere un documento semmai un testamento biologico, cè solo la testimonianza vebale della figlia che avrebbe detto al padre vedendo un suo amico nelle sue condizioni che nn avrebbe voluto finire cosi anche lei ...
    ..se tu vedresti in che condizioni sia eluana(che posso solo immaginare) penseresti anche tu che nn vorresti essere nelle sue condizioni....e capiresti il padre vedere la propria figlia ridotta a una larva...
    Voi lascereste morire di fame e sete vostra figlia? Perchè il principio base è questo! Lasciatela morire quando è la sua ora...quando è il momento...non c'è bisogno di staccare niente...succede e basta...! Le macchine artificiali non serviranno più! Questa voglia di assassinarla, perchè è così che si deve dire, è solo per togliere il fastidio che l'immagine di tale sofferenza porta alla nostra vita..."normale"!
    Se Eluana arrivasse in quelle condizioni a 90 anni, ti sentiresti in grado di dire che si è goduta la vita che lei amava?
    Oggi 23:19
    Se arrivasse a 90, collega Daredevil, lo so che non avrebbe avuto la vita che voleva...ma perchè...qualcuno di noi ha tutto quello che vuole? Non è sconfitto su niente o qualcosa che non ha potuto ottenere?Non è una buona ragione per spegnere una vita prima del suo tempo naturale...secondo me!Anche se alimentata da macchine...prima o poi muore da sola! Che fretta c'è?

  7. #117
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Citazione Originariamente Scritto da jenny56 Visualizza Messaggio
    ma perchè...qualcuno di noi ha tutto quello che vuole? Non è sconfitto su niente o qualcosa che non ha potuto ottenere?
    C'è verità in questa frase, ma non è del tutto esatta: una vita che non è come ci aspettavamo viene accettata nel bene o nel male, perchè è stata vissuta con la propria testa, coi propri atteggiamenti, con il proprio modo di imporsi nel mondo; Eluana può agire ugualmente? Direi di no, non potrebbe dato che la situazione è completamente differente.

  8. #118
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    Citazione Originariamente Scritto da jenny56 Visualizza Messaggio
    Se arrivasse a 90, collega Daredevil, lo so che non avrebbe avuto la vita che voleva...ma perchè...qualcuno di noi ha tutto quello che vuole? Non è sconfitto su niente o qualcosa che non ha potuto ottenere?Non è una buona ragione per spegnere una vita prima del suo tempo naturale...secondo me!Anche se alimentata da macchine...prima o poi muore da sola! Che fretta c'è?
    Ah, vuoi paragonare una delusione sportiva, o un rifiuto dei tuoi genitori per il motorino che tanto deisderavi, o una bocciatura ad un esame, al fatto che tu abbia vissuto più della metà della tua vita come un ammasso di cellule inerti, e basta?

  9. #119
    Moderatore Viandante L'avatar di IISNT
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    Quel video meschino è stato fatto da ignoranti ed'è pieno di errori e tentativi patetici di strumentalizzare pregiudizievolmente una situazione drammatica.
    Comunque... vediamo di postare un pò di materiale valido e non video fatti da capre su youtube:

    24/01/07:

    Il lungo sonno di Eluana

    Era una mattina di gennaio di quindici anni fa quando una ragazza venne ricoverata a Lecco in coma profondo per un gravissimo trauma cranico riportato in un incidente stradale. Al trauma cranico si è aggiunta la frattura della seconda vertebra cervicale che la condanna quasi sicuramente alla paralisi totale. La ragazza si chiama Eluana Englaro e da quella mattina ancora “dorme”. A rievocare in modo vibrato quei momenti è il padre della ragazza, Beppino Englaro, nel corso di un convegno svoltosi a Milano e dedicato al caso. La parola d’ordine delle prime 48 ore è quella classica “aspettiamo e vediamo”. I medici cercano di strapparla alla morte, viene intubata e le vengono somministrati i primi farmaci. Ma Eluana non reagisce e continua a vegetare. Dimessa nell’aprile del 1992 viene portata in un altro reparto dell’ospedale di Lecco, dove è sottoposta a una serie di stimoli, sperando nel risveglio, che non si verifica. La speranza è l’ultima a morire, gli dicono molti medici. Ma è veramente così?

    Il caso
    Una cosa Beppino Englaro ci tiene a sottolinearla. Eluana era una ragazza molto forte e determinata e, benché molto giovane, aveva già vissuto l’esperienza di un amico costretto al coma vegetativo da un incidente. La sua posizione nell’occasione era stata priva di sfumature, come sempre, “se mi dovesse capitare qualcosa del genere non vorrei essere tenuta in vita”, aveva detto. Eppure della sua volontà nessuno tiene conto e nonostante il padre nel frattempo sia diventato il tutore legale non si riesce a ottenere la sospensione dell’alimentazione artificiale. E tutto in nome del fatto che Eluana secondo la legge attuale non può essere definita morta perché, anziché l’intero encefalo, l’incidente le ha lesionato la corteccia, la parte dove vengono elaborati pensieri, consapevolezza, sentimenti, relazioni. Gli occhi della giovane, oggi 35enne, come racconta Tempo Medico, si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula del naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l’intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto. Come chiamare tutto questo se non accanimento terapeutico?

    Risveglio possibile?
    Eppure le sentenze rifiutano la richiesta di interruzione dell’alimentazione artificiale fatta dal padre-tutore, in nome di norme rigide e astratte. “Creano una condizione”, ha spiegato Englaro, “che non esiste in natura, uno stato vegetativo permanente. E invece bisognerebbe riuscire ad andare oltre il problema”. A dare manforte a Englaro sono convenuti in molti in rappresentanza delle più diverse categorie. Dal primario di neurologia dell’ospedale Niguarda di Milano, Defanti che sottolinea la mancanza di dignità cui è costretta Eluana benché priva di coscienza, alla giurista Marilisa D’Amico che evidenzia come la sospensione delle terapie sia consentita dalla costituzione. Il paradosso è che una persona sana può in nome della costituzione chiedere la sospensione delle terapie, cosa invece non consentita attraverso la figura del tutore dell’interdetto. Il mito è quello del possibile risveglio che possibile non è, ha ben spiegato Defanti. Al punto che a livello internazionale la British Medical Association e la American Academy of Neurology fissano un limite a dodici mesi, nel momento in cui venga meno la coscienza.

    Vita senza coscienza
    Che vita è quella senza coscienza? Si domanda il bioeticista Maurizio Mori. Come si fa a considerare dopo 15 anni lo stato vegetativo permanente una disabilità? Si è liberi di interagire anche con le orchidee del proprio terrazzo, sottolinea amaramente Mori, ma questo non può valere per tutti allo stesso modo in modo universale. La speranza andrebbe riposta nella politica che da tempo dibatte sull’opportunità o meno di fare una legge sul “testamento di vita”. Un foglio su cui esprimere le proprie preferenze su come si desidera essere trattati dai medici in caso di perdita di coscienza. Sull’onda del caso Welby sembra che finalmente si arrivi a qualche risultato, come appena annunciato da Ignazio Marino, presidente della commissione Igiene e sanità. Da luglio sono al vaglio otto diversi disegni di legge sulle dichiarazioni anticipate di volontà su trattamenti sanitari e accanimento terapeutico e il ciclo di audizioni terminerà la prima settimana di febbraio. Entro due mesi si potrebbe arrivare a un testo. In attesa che i tempi della politica siano maturi, gli occhi di Eluana continueranno ad aprirsi e chiudersi col ritmo del giorno e della notte. Ma senza vedere.

  10. #120
    Moderatore Viandante L'avatar di IISNT
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    Qualche domanda a Carlo Alberto Defanti su Eluana Englaro

    Quando ha visitato Eluana, in che condizioni era? Erano le stesse condizioni dell’ultima volta in cui l’ha sottoposta ad esami?

    Ho visitato Eluana nell’ottobre 2007 in occasione della visita che le rese il sen. Ignazio Marino. A dire il vero, non ho fatto una visita formale, ma ho trascorso circa un’ora accanto a lei insieme a Marino e alla suora che da oltre 15 anni la accudisce e che la considera in qualche modo una figlia. Posso dire che la situazione clinica, osservata nel 1996, nel 2001 e nel 2007, è del tutto invariata. Eluana non ha mai mostrato alcuna risposta agli stimoli ambientali tale da implicare un’elaborazione corticale dello stimolo. Quindi ella si trova in uno stato vegetativo vero e proprio (e non in una delle condizioni descritte da qualche anno come stati di minima coscienza). Inoltre, sia sulla base dei dati strumentali del passato, sia su quella del lunghissimo periodo di osservazione (identico a quello di Terri Schiavo), si può affermare con certezza (vale a dire con una probabilità soverchiante) la sua irreversibilità o permanenza.

    Che cosa significa essere in SVP? Ci sono casi in cui si è usciti dallo SVP?

    Cominciamo a chiarire i termini. Si parla di Stato Vegetativo SV quando un paziente che ha subito una gravissima lesione dell’encefalo, dopo un periodo di coma (stato di incoscienza con gli occhi chiusi) che di regola non dura più di 3-4 settimane, comincia ad aprire gli occhi come si risvegliasse ma non è in grado di entrare in alcun modo in contatto con l’ambiente. SVP è l’acronimo di Stato Vegetativo Persistente e la sua definizione corrente è: stato vegetativo che dura oltre un mese. Lo SVP così inteso non va confuso con lo Stato Vegetativo Permanente, ove l’aggettivo permanente è sinonimo di irreversibile (a differenza dello SVP, che è una diagnosi che descrive una condizione, SV permanente è una prognosi: implica cioè la previsione di irreversibilità). Detto questo, dallo SVP (persistente) si può uscire ed anzi ciò accade abbastanza spesso, per esempio nel caso dei traumatizzati cranici gravi, che dopo una fase di coma entrano in SVP per poi risvegliarsi e riprendere contatto con l’ambiente. Per definizione invece dallo SV permanente non si dovrebbe uscire mai. Il condizionale fa riferimento al fatto che qualsiasi prognosi ha carattere probabilistico e che un piccolo numero di malati giudicati in SV permanente hanno poi ripreso contatto con l’ambiente (si sono risvegliati) al di là dei termini temporali che per lo più permettono di formulare la prognosi di irreversibilità.

    Eluana si rende conto di qualcosa?

    Per quanto è possibile sapere, i pazienti in SVP si trovano in uno stato simile a quello della narcosi (la misurazione del metabolismo globale del cervello dimostra livelli globalmente ridotti, in misura paragonabile a quella dei soggetti in anestesia generale). Negli ultimi anni, con tecniche sofisticate, è stato dimostrato che in alcuni pazienti singole aree della corteccia cerebrale reagiscono a stimoli ambientali, ma non è possibile sapere se ciò corrisponda a una qualche consapevolezza. Del resto alla domanda “che cosa prova il malato in SVP?” non è possibile dare una risposta diretta, ma soltanto indiretta. Eluana non avrebbe mai voluto essere mantenuta in vita in queste condizioni.

    Quali sono, secondo lei, le ragioni per opporsi alla sua scelta?

    Le ragioni sono di diverso ordine: a) da un lato una misura come la sospensione della nutrizione artificiale urta in modo “istintivo” il tradizionale sentire medico, ma questa risposta emotiva può essere facilmente soppiantata da una seria argomentazione razionale, come dimostrano le linee guida di società scientifiche autorevolissime, come l’American Academy of Medicine; b) oggi la vera ragione è che il Magistero cattolico ha fatto sua senza riserve la dottrina della sacralità della vita, dottrina che entra in rotta di collisione con gran parte della medicina moderna e che ciononostante continua ad essere sostenuta, credo, per ragioni politiche più che autenticamente religiose.

    Nutre qualche speranza per il futuro e rispetto alla decisione della Corte di Cassazione dello scorso autunno?

    Tenuto conto della difficile situazione in cui viviamo, nutro ragionevoli speranze nelle capacità di innovazione della magistratura. Il diritto ha una sua logica che nel tempo ha saputo precedere la moralità codificata delle grandi istituzioni (Chiesa, medicina ecc.): si pensi alla riforma del diritto di famiglia, al riconoscimento del cambiamento di sesso, al consenso informato.

    Eluana è imprigionata in una condizione che non voleva e in un corpo straordinariamente forte - e che paradossalmente è una condanna in queste condizioni. Se non ci fossero impedimenti legali, lei come agirebbe (anche tecnicamente, quale sarebbe la strada migliore per eseguire le volontà di Eluana)?

    Se non vi fossero impedimenti legali (e spero di poterlo fare, dopo una sentenza favorevole della Corte di appello di Milano), il modo corretto di procedere sarebbe di rimuovere il sondino attraverso il quale Eluana è nutrita e di trasferirla in un hospice, in modo da accudirla nel modo più attento e dignitoso durante il periodo (che sarà dell’ordine di due settimane) in cui la sua vita proseguirà dopo la sospensione del trattamento, vegliando a tutti quei provvedimenti (umettare periodicamente le mucose, lavaggio dolce, cambiamento periodico delle posizioni del corpo ecc.) che favoriscono il mantenimento di un aspetto fisico dignitoso e consentendo a familiari ed amici di visitarla ad ogni ora. L’avanzamento biomedico ha offerto straordinarie possibilità di interventi e di miglioramenti, ma ha anche causato situazioni come quella di Eluana.

    Quale potrebbe essere una bussola per orientarsi rispetto a questa “ambivalenza”?

    Tre sono i punti principali: a) la medicina deve prendere atto che il suo coinvolgimento nel processo del morire significa inevitabilmente che il medico è confrontato quotidianamente con decisioni di vita e di morte e che il non decidere è sempre in realtà una cattiva decisione; b) è indispensabile che la medicina elabori criteri prognostici il più possibile precisi al fine di non avviare o di sospendere precocemente le misure di sostegno vitale nei pazienti in terapia intensiva; c) i medici debbono prendere atto che l’ultima parola in questa decisioni spetta al paziente stesso, sia in forma diretta quando possibile, sia in forma indiretta tramite strumenti come il testamento biologico.

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