Inequivocabile, per giunta.Originariamente Scritto da Lu
Improprie generalizzazioni. L'insieme rappresentante coloro i quali hanno deciso di non iscriversi al Liceo è eufemisticamente eterogeneo, decisamente troppo per essere citato senza alcuna precisazione.Originariamente Scritto da Lu
La mia esperienza mi consente di descrivere il panorama presente all'interno di un Istituto Tecnico. Il biennio fornisce una vasta preparazione, in particolare nelle materie umanistiche. A presiedere il consiglio di classe è sempre il docente di Lettere, insegnamento che la fa sicuramente da padrone nel corso dei primi due anni. I trienni si diversificano non poco. Quando scelsi l'IGEA (Indirizzo-Giuridico-Economico-Aziendale) non avrei mai immaginato che la presenza dell'area umanistica sarebbe stata così preponderante, sia a livello numerico che qualitativo. Ovviamente il maggior numero di ore era dedicato a ragioneria; tuttavia ricordo come, per esempio, ve ne fossero più di italiano/storia che di matematica. Mi rendo perfettamente conto di come sia doveroso soggettivare l'analisi (che non può prescindere dal valore dei singoli docenti, capaci di stimolare interessi al di là della tipologia dell'Istituto); tuttavia non trovo opportuno ribadire i soliti luoghi comuni senza magari conoscere appieno la realtà della quale si sta dibattendo.
Tengo a sottolineare quella che può essere opportunamente catalogata come una vera e propria inversione di tendenza; negli ultimi tre anni la Facoltà di Lettere e Filosofia di Genova ha registrato un numero di iscritti provenienti da realtà extraliceali quasi doppio rispetto al precedente triennio. Onde esser travisato, non sto affatto sostenendo che nel breve periodo assisteremo ad un esodo di massa; volevo soltanto rassicurare qualche diciottenne di DBA che il tuo post di replica a Garrincha avrebbe anche potuto traumatizzare un po' .