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Discussione: Kin

  1. #1
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    Predefinito Kin

    Signori e signore é con grande il piacere che vi do il benvenuto ad una nuova ff originale di Metalotaku. Non vi voglio anticipare nulla della storia in questa breve introduzione ma voglio avvisarvi che essendo ambientata in Giappone potrebbero capitare ogni tanto dei riferimenti alla mondo orientale (come ad esempio l'uso di chan, kun, sensei ecc.). Ovviamente la mia conoscenza del Giappone non è profondissima per cui se doveste notare qualche errore od incongruenza con le tradizioni Giapponesi non esitate a comunicarmelo.
    Detto questo non posso fare altro che augurarvi buona lettura.


    KIN



    CAPITOLO I

    IL SOLITO OTAKU?


    I caldi e luminosi raggi solari filtravano dalla piccola finestra illuminando il giovane volto di una ragazza profondamente addormentata. I suoi lunghi capelli neri le coprivano parte del viso lasciando però ben visibili le sottili e rosee labbra ed il piccolo quanto grazioso naso. Aveva una carnagione chiara ma decisamente incline all'abbronzatura: le bastava prendere il sole per poche ore per cambiare colorito. In quel momento i suoi occhi erano chiusi ma se fossero stati aperti si sarebbero potute ammirare due stupende iridi color nero in cui spesso e volentieri si poteva veder ardere il fuoco della determinazione.
    Le candide lenzuola erano scivolate a terra durante la notte lasciando scoperto il corpo snello e slanciato della giovane che per essere una ragazza aveva raggiunto una discreta altezza. Indossava un morbido pigiama rosa a pois bianchi di cui un pochino si vergognava e segretamente sperava che nessuno potesse mai vederlo.
    All'improvviso la sveglia iniziò a suonare, riempendo con la sua assordante musichetta l'intera stanza. La ragazza si svegliò di scatto, urlando.
    Si voltò a fissare la sveglia con sguardo omicida cercando di resistere al folle impulso di afferrarla e scagliarla fuori dalla finestra.
    “Dannata sveglia!” esclamò mentre con un pugno la spegneva.
    “Possibile che non sia possibile modificare la melodia? Non ne posso più di rischiare l'infarto ogni benedetta mattina!”
    La giovane scese dal letto, ormai completamente sveglia, ed infilò i piedi in un paio di confortevoli pantofole rosa. Prima di muovere un solo passo si guardò intorno con attenzione per poi chinare il capo, rassegnata.
    “Speravo che in questa stanza regnasse il caos solo nel mio sogno e invece é così anche nella realtà...”
    Effettivamente la stanza necessitava di essere rimessa un po' in ordine. Sparsi sul pavimento c'erano alcuni manga letti per metà, parecchie riviste di vario genere (alcune erano persino aperte) e addirittura un paio di libri di testo. La scrivania in legno di mogano era un vero e proprio disastro: parecchi fogli erano sparsi sulla sua superficie; il portamatite era completamente vuoto in quanto gli oggetti che avrebbe dovuto contenere erano disseminati per l'intera camera e parecchi libri scolastici erano ammucchiati in una disordinata pila. Sulla cassapanca appoggiata ai piedi del letto si trovavano parecchi indumenti, per la maggior parte spiegazzati e, a volte, macchiati.
    “Dovrò decidermi a riordinare...” mormorò la giovane, non particolarmente attratta da quella prospettiva. Dopo aver recuperato l'uniforme scolastica dall'armadio uscì dalla stanza, attraversò silenziosamente (sua sorella minore stava ancora dormendo) il breve corridoio e raggiunse lo spazioso bagno. Qui si piazzò di fronte al grande specchio appeso poco sopra il lavandino e iniziò a studiare attentamente il suo riflesso quasi come se volesse valutarlo. Dopo qualche secondo sorrise e disse: “Buongiorno, signorina Asuka Izumi. E' pronta ad affrontare la sua prima giornata da rappresentante di classe?”

    Asuka attraversava il piazzale che conduceva all'edificio scolastico a passi lunghi e svelti, ansiosa di iniziare il prima possibile il suo nuovo incarico. Un tiepido sole riscaldava la primaverile giornata in cui soffiava una leggera e piacevole brezza che trasportava con se gli eleganti petali rosa dei ciliegi.
    Quella rosea “pioggia” erano uno spettacolo a dir poco stupendo per gli occhi della giovane la quale non avrebbe mai pensato che in un giorno per lei così importante la natura sarebbe stata così magnanima da offrirle una così splendida giornata. L'unico difetto era dovuto al fatto che la nuova uniforme era un po' troppo leggera per poter essere tranquillamente indossata in una simile giornata. In fondo era vero che l'estate era vicina ma era anche altrettanto vero che il clima era ancora soggetto agli sbalzi di temperatura tipici della stagione primaverile. In compenso però il nuovo fuku piaceva molto alla ragazza, specialmente per il fatto che fosse del suo colore preferito, ovvero l'arancione.
    All'improvviso una voce femminile esclamò: “Asuka-chan!”.
    Asuka si voltò e vide Ichigo Satou, la sua migliore amica, correre verso di lei. Era una ragazza di sedici anni allegra e piena di vitalità che col suo entusiasmo era capace di contagiare tutti i compagni di classe. I suoi capelli biondi erano raccolti in due lunghe trecce a cui erano attaccati due fiocchi rossi che le donavano un aspetto leggermente infantile, capace di ispirare simpatia. Indossava un paio di occhiali dalla montatura nera attraverso cui si potevano vedere i suoi dolcissimi occhi neri, simili a quelli di un cucciolo.
    Ed effettivamente ad Asuka in quel momento la ragazza sembrava proprio un tenero cagnolino che scodinzolando corre incontro al suo padrone.
    “Ciao, Ichi-chan” la salutò allegramente poco prima di finire nell'abbraccio stritola ossa dell'amica che con i cani condivideva anche la tendenza ad essere estremamente coccolosa.
    “Anch'io ti voglio bene, Ichi-chan...ma per favore ora lasciami andare”
    Ichigo mollò la presa e sorridendo con aria colpevole disse: “Scusami, ho nuovamente esagerato”.
    Asuka sopirò.
    “E' inutile, non cambierai mai”.
    L'amica sorrise ancora, per poi tornare seria pochi secondi dopo come se si fosse appena ricordata qualcosa di importante.
    “Cavolo, stavo quasi per dimenticarmi di dirtelo!”
    “Cosa?”
    “Sembra che oggi arriverà nella nostra classe un nuovo studente che si é trasferito da poco qui a Tokyo”
    “Speriamo che non sia un altro piantagrane...Ci son fin troppi elementi del genere nella nostra classe e spero che la situazioni non peggiori proprio oggi che inizia il mio incarico di rappresentante”
    “Non preoccuparti, Asuka. Sono sicura che sarà un bravo ragazzo incapace di creare il minimo problema”
    “Spero davvero che sia come dici tu....”
    Mentre parlavano le due ragazze erano entrare all'interno dell'immenso edificio scolastico dove il vociare della moltitudine di giovani in esso presente rendeva quasi impossibile continuare la loro conversazione. Silenziosamente salirono i gradini della scalinata che conduceva al primo piano dove la loro classe si trovava.
    Appena misero piede nel corridoio del primo piano una potente voce femminile raggiunse le loro orecchie.
    “Come osi venire a scuola vestito in questo modo?!”
    “Ma questa non é la voce della sensei?” chiese Ichigo.
    “T-temo di sì...” balbettò Asuka alla quale quello sembrava ne più ne meno un cattivo presagio.
    Si avvicinarono il più possibile alla fonte delle grida, facendosi largo tra la folla di studenti curiosi, e quel che videro le lasciò di sasso. Di fronte alla loro classe la sensei Watanabe fissava con evidente furia un giovane dai lunghi capelli castani il cui abbigliamento sembrava perfetto per un concerto metal ma decisamente inadatto all'ambiente scolastico. Indossava infatti una maglietta a maniche corte dei “Metallica”, tre bracciali borchiati per braccio, un paio di guanti borchiati, dei pantaloni in pelle nera, un paio di anfibi e un collare borchiato.
    “Oddio....non dirmi che é quello il nuovo studente....” mormorò Asuka, ancora incredula.
    “T-temo di sì...” balbettò l'amica, altrettanto basita.
    La sensei Watanabe era una giovane donna sulla trentina che indossava un elegante camicia nera a maniche lunghe e un paio di altrettanto eleganti pantaloni dello stesso colore. Aveva lunghi capelli biondi che spesso teneva legati in una coda di cavallo piuttosto alta e penetranti occhi azzurri capaci di incutere timore anche al più tenace degli studenti. Non sembrava giapponese ed effettivamente lo era solo da parte di padre, in quanto sua madre era una famosa attrice americana.
    Solitamente era molto calma e paziente con gli studenti ma quel giorno era talmente arrabbiata da sembrare quasi posseduta. I suoi occhi fissavano il giovane metallaro come se volessero incenerirlo, ma quest'ultimo non sembrava minimamente intimorito da lei e sosteneva il suo sguardo senza troppi problemi.
    “Te lo chiedo un'altra volta e questa volta esigo una risposta: perché non indossi l'uniforme scolastica?!”
    Per qualche secondo il ragazzo rimase in silenzio, come se stesse pensando, per poi dire, in tutta sincerità: “Semplicemente la ritengo ridicola”
    Asuka lo fissò ad occhi sgranati, completamente sconvolta.
    “Q-quel ragazzo ha appena firmato la sua condanna a morte...”
    E non si sbagliava.
    Appena la sensei udì la risposta dello studente scoppiò in una risata isterica seguita da un interminabile monologo in cui sfogò tutta la sua rabbia dicendo che i giovani avevano perso del tutto il rispetto per le regole e per le tradizioni, che ai suoi tempi (“come se fosse vecchia” mormorò Asuka) le cose erano completamente diverse e un milione di altre cose senza senso.
    Finita la sfuriata la signorina Watanabe ordinò ad Asuka di accompagnare il nuovo arrivato dal preside che, stando alle sue parole, gli avrebbe dato la lezione che si meritava.
    “Buona fortuna, Asuka-chan” disse Ichigo prima di entrare in classe insieme alla sensei e agli altri compagni.
    Ultima modifica di Rowelence; 23-04-2008 alle 17:02
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


  2. #2
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    Rimasta sola con il nuovo studente la ragazza si disse che nonostante non fosse esattamente piacevole quello era il suo primo compito da rappresentante di classe e che avrebbe dovuto impegnarsi al massimo per svolgerlo al meglio.
    “Cavolo sei appena arrivato e ti sei già messo nei casini” disse rivolta al nuovo arrivato “Devi stare più attento o finirai per passare dei guai”
    “Bé, ad essere onesto non é che me ne importi molto...frequento questa scuola solo perché ci sono obbligato”
    “Oh, capisco...Comunque il mio nome é Asuka Izumi”
    La ragazza tese la mano destra al giovane che la strinse dicendo: “Il mio é Ankoku Aijin”
    -Ankoku Aijin....che nome strano...- pensò la ragazza.
    “Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni credo che sia il caso di sbrigarsi a raggiungere l'ufficio del preside. Seguimi”
    Per un po' i due ragazzi camminarono senza scambiarsi nemmeno una parola, poi Asuka, stanca di dover sopportare quel silenzio opprimente, disse: “Posso farti una domanda?”
    “Certo”
    “Perché sei venuto a scuola vestito in questo modo? Lo sapevi che avresti passato dei guai con i sensei, no?”
    “Sì, lo sapevo. Ma volevo a tutti i costi sperimentare il mio nuovo cosplay ispirato al manga: “The guitar and me”
    “Ah, si tratta di un cosplay? Ero convinta che fossi veramente un metallaro”
    “Lo sono. Infatti questo cosplay mi piace molto perché unisce le mie due grandi passioni ovvero i manga e la musica metal”
    -Uff...alla fine é il classico otaku...detesto i fissati come lui-
    Raggiunto l'ufficio del preside Takahashi Asuka sollevò il tremante pugno e bussò, terrorizzata da ciò che sarebbe potuto succedere lì dentro.
    “Avanti” disse una profonda voce maschile.
    La ragazza aprì la porta ed entrò nello spazioso quanto elegante ufficio seguita a breve distanza da Ankoku. Il signor Takahashi era un uomo di mezza età alto e robusto, quasi del tutto privo di capelli e di carnagione abbastanza scura per essere Giapponese. Vestiva sempre con abiti elegantissimi firmati da prestigiosi nomi della moda italiana e aveva un portamento fiero e altezzoso tanto che alcuni degli studenti erano arrivati a soprannominarlo “L'imperatore”.
    Appena vide Ankoku entrare nel suo ufficio il preside sgranò gli occhi e fissò a bocca aperta il giovane per quasi un minuto.
    “M-ma...ma quel cosplay é semplicemente stupendo!” esclamò l'uomo, completamente ammaliato.
    Asuka invece era completamente sconvolta: l'illustrissimo preside Takahashi detto “L'imperatore” era un otaku....
    “La ringrazio” disse Ankoku, sorridendo.
    “L'hai realizzato da solo?”
    “Certo. Ci ho messo quasi un mese per terminarlo”
    “Complimenti vivissimi, ragazzo, davvero un ottimo lavoro! Sono felice di vedere che la divina arte del cosplay sia presente anche in questa scuola. Ora ditemi: per quale motivo siete venuti qui?”
    “Vede, signor Takahashi, la sensei Watanabe non ha gradito molto l'abbigliamento di Ankoku e mi ha ordinato di condurlo qui da lei”
    “Capisco...effettivamente non é un abbigliamento molto adatto all'ambiente scolastico...Facciamo così, Ankoku: per oggi chiuderò un occhio ma da domani dovrai venire a scuola indossando l'uniforme, ok?”
    “Va bene, signor Takahashi”
    “Ora tornate pure a lezione. Ah, Ankoku se vuoi qualche volta vieni pure qui nel mio ufficio a discutere un po' di anime e manga, mi farebbe piacere”
    “Verrò sicuramente, signor Takahashi”
    “Oh, chiamami pure Ryusuke”
    -Non ci posso credere...il preside avrebbe dovuto punirlo e invece l'ha preso in simpatia...la sensei non sarà molto contenta...- pensò Asuka e la sua previsione si rivelò azzeccata.
    Quando tornarono in classe e comunicarono alla signorina Watanabe la decisione del preside, ella per la rabbia disintegrò il gessetto che aveva tra le mani per poi ordinare ad Ankoku si prendere posto vicino ad Asuka.
    -Fantastico...ed io che speravo di potermi sedere vicino a Ichigo...- pensò la ragazza mentre il giovane si sedeva accanto a lei.
    Quando la sensei ordinò alla classe di tirare fuori il libro di testo Ankoku si rivolse ad Asuka e le mormorò: “Potresti mettere il tuo libro in mezzo? Sai oggi non ho portato nulla nello zaino”
    “Va bene”
    La ragazza lanciò poi uno sguardo allo zaino del ragazzo e stranamente le sembrò che fosse pieno di materiale scolastico.
    “Sei sicuro di non avere il libro? Il tuo zaino sembra contenere parecchie cose”
    “Ehm...sì...però non é materiale per la scuola”
    “E allora di che si tratta?”
    “Di manga”
    “Ah...avrei dovuto immaginarlo. Del resto sei un otaku”

    Le ore scolastiche passarono velocemente e senza ulteriori imprevisti. A parte lo strano abbigliamento Ankoku si era dimostrato un ragazzo normalissimo e anche abbastanza simpatico.
    “Se non fosse un otaku sarebbe un amico ideale” disse Asuka rivolta ad Ichigo mentre la aiutava a ritirare tutti i libri nello zaino. Come al solito l'amica aveva tirato fuori troppa roba e quando la campana dell'ultima ora era suonata si era dovuta attardare a ritirare tutto.
    “Come mai ti danno così tanto fastidio gli otaku?”
    “Sono eccessivamente fissati. Certo anche a me piace leggere qualche manga e vedere qualche anime ma loro esagerano arrivando addirittura a travestirsi come i loro personaggi preferiti”
    “Bé, a me i cosplay non dispiacciono. Un giorno piacerebbe anche a me farne uno”
    “Ecco lo sapevo stai diventando otaku anche..”
    Le parole morirono in gola ad Asuka quando i suoi occhi videro ciò che stava accadendo in corridoio. Ankoku era circondato dai bulli della classe che con violenza lo stavano picchiando, apparentemente senza motivo.
    “Fermatevi!” urlò la ragazza mentre correva verso di loro.
    “Non ti immischiare!” tuonò uno dei ragazzi colpendola con una manata che la fece cadere a terra.
    “Asuka!” esclamò Ichigo per poi raggiungere il punto in cui l'amica era caduta.
    “N-non preoccuparti, sto bene. Corri a chiamare la sensei o Ankoku farà una brutta fine”
    “Vado!”
    Ichigo corse attraverso il corridoio il più velocemente possibile nella speranza di poter trovare il prima possibile la signorina Watanabe.
    Uno dei teppisti si accorse di lei e intuendo le sue intenzioni esclamò: “Merda! Quella sta andando a chiamare la sensei!”
    “Allontaniamoci da qui!”
    In men che non si dica il gruppo di ragazzi si diede alla fuga lasciando Ankoku a terra, dolorante e pieno di lividi.
    Lentamente Asuka si rimise in piedi e barcollando si avvicinò al ragazzo che sorprendentemente era ancora cosciente. Afferrandolo per un braccio la ragazza lo aiutò a rialzarsi e dopo essersi sincerata delle sue condizioni gli chiese: “Perché quei ragazzi ti hanno aggredito?”
    “Uno di loro si é messo a provocarmi e a colpirmi ma io non ho voluto reagire. Questo lo ha fatto incazzare e per darmi una lezione ha chiamato tutti i suoi compari che senza nemmeno chiedere spiegazioni hanno iniziato a menarmi”
    “Perché non hai reagito alle provocazioni di quel ragazzo?”
    “Sarebbe stato un inutile spreco di forze. Anche se l'avessi picchiato non sarebbe servito a niente”
    A quelle parole Asuka lo colpì in pieno volto con uno schiaffo.
    “Ma non ce l'hai un briciolo di dignità?! Come puoi lasciarti trattare così?! Mi fai schifo!”
    Dopo aver pronunciato queste parole la ragazza corse via, infuriata. Non riusciva a tollerare le persone incapaci di difendere la propria dignità, era più forte di lei. Se prima pensava che l'unico difetto di Ankoku fosse essere un otaku ora pensava anche che fosse un vigliacco privo di amor proprio.
    Ultima modifica di Rowelence; 23-04-2008 alle 17:05
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  3. #3
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    Asuka continuò a correre sino a raggiungere il cortile esterno della scuola. Non aveva la minima idea di com'era finita in quel posto visto che mentre correva non aveva prestato attenzione a dove stava andando. Fece per tornare indietro ma una strana sensazione la bloccò. Non sapeva spiegarsi per quale motivo ma sentiva che in quel luogo oltre a lei c'era qualcun altro...
    Un brivido le attraversò la schiena mentre il sudore iniziava a scorrere lentamente lungo il suo corpo. I suoi muscoli si irrigidirono rendendo impossibile il minimo movimento.
    Ora capiva cos'era la strana sensazione che provava: era terrore, terrore allo stato puro.
    -Perché sono così spaventata? Qui fuori non c'è niente oltre a me, no? E allora di che cosa ho paura?-
    Un verso agghiacciante raggiunse le orecchie della giovane, un verso che di umano aveva ben poco.
    -Da dove proviene? E che cosa lo produce?-
    Il verso si ripeté ancora: due volte, tre volte, quattro volte....
    E lentamente ma costantemente la sua intensità aumentava come se ciò che lo produceva si facesse sempre più vicino...
    Il cuore di Asuka batteva all'impazzata al punto da spingere la ragazza a temere che potesse esplodere. E nel frattempo il sudore freddo continuava a scendere e i brividi di terrore continuavano a scuotere le sue membra.
    All'improvviso, in un bagliore di intensa luce rossa, una creatura demoniaca apparve dal nulla. Era una creatura di forma umanoide dalla cui carne rossa emergevano lunghissime spine acuminate color cremisi. Le sue braccia erano enormi, completamente sproporzionate rispetto al resto del corpo, e terminavano in lunghi artigli che sembravano quasi dei giganteschi cristalli color carne. L'intero corpo del mostro era ricoperto da sangue umano che lentamente scorreva senza però mai arrivare a toccare terra come se una forza misteriosa glielo impedisse. Ma ciò che rendeva veramente terrificante quell'essere erano i suoi occhi: freddi, privi di vita ma a differenza di quelli dei cadaveri non erano bianchi, bensì rossi...rossi e luminosi.
    A lunghi passi la creatura si avvicinò ad Asuka la quale era completamente paralizzata dal terrore e non riusciva a muovere un muscolo, nemmeno la lingua.
    -A-aiuto...qualcuno mi aiuti...-pensò la ragazza con intensità come se fosse in grado di comunicare attraverso il pensiero.
    Il mostro si faceva sempre più vicino....ancora pochi passi e avrebbe raggiunto Asuka...
    Con le lacrime agli occhi la giovane si rese conto che per lei era arrivata la fine...Ormai era inevitabile...Avrebbe tanto voluto urlare al mondo la sua disperazione ma non riusciva nemmeno a parlare...era finita...
    Continuando a piangere la giovane chiuse gli occhi preparandosi a venire trafitta dagli artigli di colui che presto sarebbe diventato il suo carnefice.
    All'improvviso la giovane udì una serie di rumori in sequenza: un rumore di passi, il violento schiocco di una frusta e qualcosa di pesante che con un tonfo cade a terra.
    Riaprì gli occhi e vide il mostro fermo a pochi passi da lei che osservava qualcosa ai suoi piedi. Asuka aguzzò la vista e notò che il braccio sinistro della creatura era stato mozzato ed ora si trovava a terra, a pochi millimetri dal suo “proprietario”.
    Con un agghiacciante urlo di dolore la bestia si voltò a fissare con ferocia il suo aggressore. Anche Asuka si voltò e ciò che vide la lasciò senza fiato: Ankoku, completamente privo di lividi, fissava il mostro con un ghigno di sfida stampato sul volto ed una lunga frusta nera stretta tra le mani.
    “Bene, a quanto pare c'è un lavoro per me” disse il ragazzo per poi scoppiare a ridere.
    Asuka non ci stava assolutamente capendo più nulla.....
    Ultima modifica di Rowelence; 23-04-2008 alle 17:36
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  4. #4
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    Complimenti metalotaku, veramente una bella storia. Quando c'è di mezzo la musica metal...
    Non vedo l'ora di capire cosa fosse la csa che ha spaventato la ragazza.
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  5. #5
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    Grazie mille per il commento^^ (il Metal rulla sovrano)
    Più tardi potrete leggere il secondo capitolo
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


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    Ecco a voi il nuovo capitolo^^
    Avvertenza: ho appena finito di scriverlo e non l'ho ancora revisionato per cui ci saranno sicuramente degli errori che provvederò a correggere il prima possibile.


    CAPITOLO II

    KINTA E YAKKU


    “A-Ankoku....” mormorò Asuka, incredula.
    Cosa diavolo stava succedendo? Ankoku era solo ed esclusivamente un otaku, no? E allora perché fissava la creatura mostruosa con aria di sfida brandendo tra le mani una lunga frusta nera? E perché non sembrava affatto stupito di trovarsi di fronte ad un mostro del genere? Possibile che quel ragazzo nascondesse dietro una finta maschera la sua vera, misteriosa, identità?
    Tutte domande senza risposta.
    La creatura che fino a pochi secondi prima avanzava verso la ragazza con chiare intenzioni omicide ora fissava con i suoi freddi occhi rossi il giovane di nero vestito come se lo stesse valutando. Dopo qualche istante l'essere emise un lungo ed assordante urlo il quale perforò come un trapano le orecchie di Asuka rendendole momentaneamente impossibile udire alcunché. Subito dopo iniziò a correre con ira verso Ankoku sul cui volto si dipinse un beffardo sorriso, mentre per nulla spaventato si preparava a combattere.
    “Ankoku, scappa!” urlò Asuka con tutto il fiato che aveva in gola, sicura che per quanto potesse essere abile il ragazzo non sarebbe mai riuscito a sconfiggere una belva del genere.
    In pochi istanti la creatura raggiunse Ankoku e cercò di trafiggergli il petto con gli artigli della mano destra, ovvero l'unica che gli era rimasta. Il ragazzo schivò il colpo spostandosi rapidamente di lato mentre con la mano sinistra schioccava le dita.
    “Ma perché ha fatto...” esordì Asuka, ma le parole le morirono in gola quando vide l'ambiente circostante mutare inesplicabilmente. Il cortile esterno della scuola scomparve rapidamente per lasciare il posto ad un mondo completamente diverso in cui una misteriosa nebbia viola e nera rendeva ogni cosa vaga e indefinita.
    “Che diavolo é successo?!” esclamò la ragazza, completamente disorientata.
    Si guardò intorno alla ricerca di Ankoku e del demone, compito reso particolarmente arduo dalla fastidiosa nebbia. Aguzzando la vista la ragazza riuscì ad individuare due sagome confuse che si davano battaglia e, pur sapendo quanto sarebbe potuto essere pericoloso, corse nella loro direzione.
    Dopo un po' giunse in un area in cui la misteriosa nebbia era molto meno fitta e qui poté vedere Ankoku e l'essere mostruoso darsi battaglia. Ad onor del vero Ankoku non faceva praticamente nulla limitandosi a restare immobile per poi colpire l'avversario con una frustata quando questo si avvicinava troppo. Sparse per terra c'erano parecchie parti del corpo del demone a cui ora restavano soltanto un braccio, una gamba, il busto e metà della testa.
    “Sei coriaceo” lo schernì Ankoku, mentre sogghignava.
    Per tutta risposta l'essere tentò nuovamente di attaccarlo ma prima che potesse avvicinarsi anche solo di un millimetro il ragazzo lo colpì in pieno volto con una violentissima frustata che lo disintegrò. Privato della testa il demone,chiaramente privo di vita, cadde pesantemente a terra con un tonfo assordante dove dopo qualche secondo si dissolse.
    Ankoku osservò con un sorriso soddisfatto il punto in cui il suo avversario era scomparso come un cacciatore che contempla la preda da lui abbattuta. Poi schioccò nuovamente le dita e lentamente il mondo avvolto dalla violacea nebbia scomparve lasciando il posto al cortile esterno della scuola.
    Asuka era completamente sconvolta: troppi avvenimenti strani si erano succeduti in un troppo breve lasso di tempo creando nella sua mente una confusione pazzesca. Per un po' di tempo restò immobile ad osservare ad occhi sgranati il suo salvatore, incapace di riuscire a fare altro. Aveva un milione di domande che le vorticavano nella mente ma per qualche motivo la sua bocca non sembrava intenzionata a formularne nemmeno una.
    “Tutto bene?” le chiese all'improvviso Ankoku, facendola trasalire.
    “S-sì...diciamo di sì”
    “Allora posso anche andarmene”
    Detto questo il ragazzo si mise in cammino, diretto verso l'edificio scolastico.
    “Torna qui!” esclamò Asuka, afferrandolo per un braccio.
    “Cosa c'è?”
    “Come cosa c'è?! Non pensi di dovermi fornire una spiegazione su ciò che é appena successo?!”
    “Ah, giusto. Scusami ma oggi sono un po' distratto” disse il ragazzo per poi sorridere con aria colpevole.
    Asuka dovette trattenersi dal prenderlo a schiaffi.
    “Avanti, spiegami tutto! Cos'era quel mostro? Chi sei tu? E che diavolo di posto era quel luogo circondato dalla nebbia?”
    Ankoku rimase qualche secondo in silenzio, poi fece un lungo respiro profondo ed esordì dicendo: “Spero per te che non ti diano fastidio le spiegazioni lunghe, perché questa lo sarà di sicuro”
    “Dunque, devi sapere che la creatura con cui mi sono scontrato poco fa si chiama Yakku. Nessuno sa con esattezza cosa siano gli Yakku, ne da dove provengono. L'unica certezza che si ha su di loro é che il loro scopo é uccidere il maggior numero di esseri umani possibile, scopo che va ostacolato con ogni mezzo. Le persone il cui compito é annientare gli Yakku prendono il nome di Kinta e io sono uno di loro. La mia attuale missione é proteggere l'area circostante a questa scuola ed é per questo motivo che mi ci sono iscritto: dovendo passare parecchie ore all'interno dell'edificio mi é decisamente più facile difenderlo da eventuali assalti di quelle nefaste creature. Per quanto riguarda il mondo avvolto dalla nebbia viola posso dirti che é un luogo illimitato e completamente distaccato dalla realtà in cui noi Kinta accediamo quando combattiamo con uno Yakku per non essere visti e soprattutto per non arrecare danni al pianeta”
    Asuka ascoltò la spiegazione del ragazzo parola per parola assumendo un espressione sempre più stupefatta ogni secondo che passava. Le sue domande avevano trovato delle risposte, ma queste sembravano così assurde, così irreali da risultare tremendamente difficili da accettare.
    “Devo confessarti che trovo alquanto difficile credere alle tue parole....”
    Ankoku ridacchiò.
    “Già, anch'io la prima volta che ho sentito parlare di tutta questa faccenda faticavo a crederci ma ti assicuro che non ci ho messo molto a cambiare idea. E posso giurarti che io dovevo credere solo fidandomi delle parole di un altro Kinta mentre tu hai avuto occasione di vedere con i tuoi occhi un incredibile combattimento che non potrebbe essere spiegato in nessun altro modo”
    La ragazza non era ancora del tutto convinta ma doveva ammettere che le parole del suo interlocutore avevano una certa logica. Inoltre sentiva istintivamente di potersi fidare di lui.
    “Oh, quasi dimenticavo” disse il ragazzo per poi infilare una mano in una delle tasche dei pantaloni ed estrarne un piccolo sacchetto contenente una polverina color rosa.
    “Mmh...mi hanno detto che questa roba dovrebbe fare effetto praticamente immediatamente...”
    -Una strana polvere rosa? Un momento...e se fosse...?-
    “Ankoku! Spero per te che quella non sia droga!”
    Ankoku per tutta risposta rise di gusto, irritando profondamente la ragazza.
    “Che ci trovi di così divertente?!”
    “Andiamo, ti sembro il tipo che fa uso di stupefacenti?”
    Asuka non rispose verbalmente ma nella sua mente si disse: -Sì, sembri proprio il tipo di persona che potrebbe fare uso di certe sostanze-
    Il ragazzo aprì il sacchetto, afferrò una manciata del contenuto con la mano destra e la lanciò in direzione della scuola. In men che non si dica i granelli di polvere rosa salirono verso l'alto come se fossero stati attratti da una strana forza, si moltiplicarono a dismisura e con grazia si lasciarono cadere sull'intero edificio scolastico, eccezion fatta per il cortile esterno.
    “Perfetto” disse Ankoku, soddisfatto per poi voltarsi e vedere la giovane che lo fissava con sguardo attonito.
    -Poverina, non ci sta capendo più nulla. Forse é meglio darle una spiegazione-
    “Questa polverina ha la capacità di cancellare negli esseri umani qualsiasi ricordo recente che potrebbe rappresentare un pericolo per la segretezza a cui noi Kinta siamo tenuti. Se gli umani dovessero scoprire l'esistenza degli Yakku passerebbero ogni giorno a vivere nel terrore di un loro eventuale attacco, rendendo completamente impossibile trascorrere una vita serena. Molto meglio che restino nella più totale ignoranza e che lascino a noi Kinta il compito di preoccuparci anche per loro. Per questo al termine di ogni missione siamo tenuti ad usare questa polvere su tutti gli esseri umani presenti nelle vicinanze in modo da evitare fastidiosi testimoni”
    Dopo aver ascoltato la spiegazione la ragazza rimase in silenzio per molti secondi mentre con sguardo assente fissava Ankoku, senza realmente vederlo.
    “Se le cose stanno così...perché non hai cancellato anche la mia memoria?”
    Per qualche strano motivo la domanda sembrò turbare il Kinta sul cui volto si dipinse una strana, indecifrabile, espressione.
    -Dovrei confidarle i miei sospetti? No...sarebbe stupido. Del resto non ho la minima prova a sostegno della mia teoria...-
    Il ragazzo tornò a fissare Asuka, le sorrise e disse: “Scusami, mi stavo dimenticando di te. Provvedo subito a cancellarti la memoria”
    Ankoku prese una seconda manciata di polvere rosa, dopodiché rimase immobile a fissare la ragazza per lunghi istanti ancora incerto se dare retta al suo istinto o al suo buon senso. Alla fine fu quest'ultimo a prevalere e il ragazzo non poté far altro che prepararsi a lanciare la polverina verso Asuka. Tuttavia, quando ormai sembrava che il destino della ragazza fosse tornare per sempre ad ignorare l'esistenza dei Kinta e degli Yakku, accadde qualcosa di imprevedibile.
    Appena vide il Kinta sollevare la mano destra la ragazza esclamò: “Fermo!”
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


  7. #7
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    Non sapeva perché l'aveva fatto, non ne aveva la minima idea. Non le importava assolutamente nulla dei Kinta e della loro missione e sarebbe stata felice se nulla di strano fosse accaduto quel giorno. Eppure dentro di se sentiva che se avesse permesso ad Ankoku di cancellarle la memoria avrebbe perso per sempre qualcosa di enormemente importante anche se non aveva la minima idea di che cosa potesse trattarsi.
    “Non vuoi che ti cancelli la memoria?” chiese Ankoku, completamente incredulo.
    -Possibile che anche lei condivida il mio stesso dubbio? No...non é possibile...un'idea così assurda non può aver attraversato anche la sua mente...-
    “In qualità di rappresentante di classe ho il diritto e il dovere di sapere se uno degli alunni é coinvolto in attività così pericolose. Se mi cancelli la memoria come potrò sorvegliarti ed impedirti di creare problemi?”
    Asuka aveva deciso di non dire la verità sul vero motivo per cui aveva impedito al ragazzo di cancellarle la memoria, soprattutto a causa del fatto che nemmeno lei sapeva con certezza quale fosse. Non poteva certo dire di essersi lasciata guidare da un presentimento.
    Il giovane sorrise alla risposta, sicuro al cento per cento che si trattasse di una bugia.
    “Capisco” si limitò a dire, tentando invano di non suonare ironico. Dopodiché il ragazzo si voltò e iniziò a camminare in direzione dell'edificio scolastico.
    “Dove vai?” chiese la ragazza seguendo con lo sguardo ogni suo movimento.
    “A comprare un manga”
    “Bha, non ci si può aspettare nient'altro da un otaku” disse ironicamente la giovane per poi sorridere, serenamente. Non sapeva per quale motivo avesse voluto conservare intatta la sua memoria ma più il tempo passava e più sentiva di aver fatto la scelta giusta.
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  8. #8
    Strategical Member L'avatar di Oplita XXX
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    Bel capitolo! Veramente intrigante questa storia.
    Non capisco come sia possibile che la stia commentando solo io...
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  9. #9
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    Grazie per il commento^^
    Bé, che ci vuoi fare i gusti sono gusti e magari agli altri utenti questa storia non piace o non hanno voglia di leggerla.
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  10. #10
    [p, xi, N(xi)] L'avatar di Il Nicco
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    No, in realtà ci sono anch'io...ci ho messo solo un po' a radunare le idee, mi avevi lasciato senza parole...

    Beh, che dire, sei migliorato oltremodo rispetto ai tuoi primi interventi sulla sezione, e forse il fatto che sia un lavoro original aiuta anche un po'

    Sulla storia ancora non mi esprimo, anche se forse non è che mi attiri del tutto, mi sa di già visto, ma magari la svilupperai meglio

    Resta il fatto che il primo capitolo sia stato stupendo(meglio del secondo, se devo essere sincero, ma solo perchè più "avvenimentoso") e i due piccoli personaggi(anche qui Asuka mi sa di già vista, troppo stereotipo della capoclasse) mi sono piaciuti, ma soprattutto il simpatico preside

    Grande Metal, vedrai che seguirò, magari non commentando sempre, ma seguirò

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