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  1. #51
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    Citazione Originariamente Scritto da AlphaOmega Visualizza Messaggio
    Già! Ma io sospetto ke tu trami qualcosa su quel pg. (ke mi affascina parecchio...)! So bene ke lui è 1 dei 3 capi! E ke sta sotto a Sauron (se non erro...ma qui c'entra il signore degli anelli?! Me lo immagino: 1 occhio gigantesco al centro di Alzeryot ke scruta l'universo...)
    Beh Adrius non è uno dei capi supremi! Comunque tutto ti sarà più chiaro nella terza serie! E comunque non centra nulla, nome a parte, con il signore degli anelli!

    Ah! Quindi me lo fai apposta! Ma povero Erin! Quella lo ha ridotto al punto da doversi trasformare in cyborg...(o pensavi ke temessi x Veggy!?)
    Si diciamo che Tzukin non è una tipa che ci va piano...

    Ps. se ti riuscisse di leggere la mia ff...almeno i primi 4/5 ep. ke son fondamentali! (certo poi ci sarebbe il 7° ke è molto importante..ma mi accontento anke di 1 solo! 1 tuo commento sarebbe il massimo!)
    Certo! Non mancherò!

  2. #52
    Senior Member L'avatar di AlphaOmega
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    Beh Adrius non è uno dei capi supremi! Comunque tutto ti sarà più chiaro nella terza serie! E comunque non centra nulla, nome a parte, con il signore degli anelli!

    Si diciamo che Tzukin non è una tipa che ci va piano...

    Certo! Non mancherò!
    Davvero!? Strano mi era parso ke lo fosse...allora non m'immagino quei 3...
    Xò ci hai messo 1 donna! Il ke è 1 bene!
    Sapevo di dover aspettare! E sono prontissimo!
    Uhuhuh! Scherzavo! Xò l'idea non è male...

    Tsk! Quella ragazza...ma non le hanno insegnato l'educazione e il rispetto!?
    Tsk saiyan! Meno male ke qui (tra utenti illuminati) si cospirà x annientarli!

    Infinite grazie! Sarà 1 onore! Anke se fosse tutta 1 critica!
    Ps. i primi episodi han quake errore grammaticale...ma stò migliorando!

  3. #53
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    Intanto eccovi il 116!

    EPISODIO 116: L’ESPERIENZA DEL VETERANO

    “Arrenditi, figlio mio! E’ il tuo destino quello di essere un mio strumento! Sei nato unicamente con tale scopo! Come mezzo della mia vendetta mi donerai tutta la tua forza trasformandomi del demone namekiano più potente di tutti i tempi! La leggenda del Super Namekiano finalmente diventerà realtà! Sarà la nascita di un combattente capace di dominare su tutti gli altri! Un guerriero che spazzerà via ogni opposizione, umana o aliena che sia, e che schiaccerà sotto il proprio piede persino gli dei! Non osteggiare questo mio piano! Siamo nati per questo! ” disse Daimao mentre affondava sempre di più i propri artigli nella carne di Piccolo, il quale, indebolito dalle ferite e dall’oscura aura del padre, che come un veleno, contaminava il suo corpo, sembrava oramai essersi arreso. “Dovrei quasi ringraziarti, sai figliolo? Nella tua incapacità forse hai fatto la cosa giusta! Se fossi riuscito ad uccidere Goku probabilmente saresti a tua volta morto per mano dei saiyan qualche anno dopo, e con te sarebbero morte tutte le mie ambizioni! Così invece sei cresciuto esponenzialmente in potenza! E sei depositario di quella forza che… ehi ma… che fai?” si arrestò ad un tratto Daimao colto alla sprovvista da una repentina reazione del figlio. “Una forza che a quanto pare tu stesso stai sottovalutando, padre!!!” urlo Piccolo, il quale agì con una rapidità portentosa. Con il braccio libero dalla morsa del padre vibrò un potente colpo di taglio su quello che il genitore aveva usato per penetrare nel suo addome, con una violenza tale da mozzarlo di netto. Daimao emise uno straziante urlo di dolore, ritraendosi, mentre il sangue viola sgorgava copioso dall’arto amputato. A quel punto per Piccolo fu semplice liberare anche il proprio braccio dalla morsa dell’altra mano del padre, per poi allontanarsi rapidamente, creando un margine di sicurezza in termini di distanza nei confronti di Daimao. “Dannato!” imprecò Daimao per poi rigenerare il proprio braccio tramite i propri poteri namekiani. Il malvagio padre di Piccolo ansimava per lo sforzo a cui si era dovuto sottoporre per far rispuntare il proprio arto. Parte della sua forza era andata persa, ma la cosa non lo preoccupava troppo, come testimoniava il sorriso malvagio che, quasi subito, tornò a solcare il proprio volto. Del resto, oramai, il corpo di Piccolo era di fatto avvelenato dalla negatività dell’aura di suo padre, e l’azione del guerriero namekiano era di fatto da considerarsi come una reazione disperata ma priva di un’effettiva utilità. “Non sei proprio capace di accettare la sconfitta? Beh… del resto sei mio figlio! Non mi sorprendo pertanto del fatto che il carattere non ti manchi!” disse Daimao. “Quando ti renderai conto di non dovermi sottovalutare, temo che sarà troppo tardi! La tua sicurezza in te ti rende stolto, padre!” ribatté Piccolo per poi espandere la propria aura intensamente. Sembrava una cosa senza senso, dal momento che stava sprecando il proprio Ki senza tradurlo in un’effettiva tecnica, ma ad un tratto Daimao comprese cosa il figlio stesse facendo. “Da non credere! Sta disperdendo parte del suo Ki per liberarsi dall’influsso negativo del mio! E’ veramente astuto! “ constatò Daimao. Una volta che Piccolo ebbe terminato, egli era completamente depurato dall’influenza del Ki di suo padre, la cosa tuttavia, aveva avuto il proprio, salato, costo. “Bella mossa! Ma così facendo anche tu, come me, ti sei indebolito! E prima che tu recuperi le forze ci vorrà un bel po’ di tempo! Esattamente come accadrà per me quando avrò ammortizzato il danno dovuto alla perdita del mio braccio! In ogni caso io rimango in vantaggio! E non mi sarà difficile ferirti di nuovo! E stavolta non commetterò l’errore di prima! Questa volta sarai pervaso dall’oscurità, figlio mio!” disse Daimao con tono di trionfo. Piccolo però, sorrise e si mise in posizione di guardia “ Vedi, padre… io a differenza tua non sono cieco! Riesco a rendermi conto della pericolosità di chi ho di fronte! E ora che lo so non mi farò più sorprendere! Entrambi siamo indeboliti e le nostre forze si equivalgono! Malgrado questo, tu non sei in grado di competere con me! Mi spiace!” spiegò Piccolo. “Tu deliri!” lo accusò Daimao per poi scagliarsi contro il figlio, il quale lo attese tranquillamente. Daimao cercava di colpire Piccolo, il quale però evitava ogni colpo con sorprendente abilità. “Sei prevedibile!” lo accusò Piccolo per poi schivare abbassandosi l’ennesimo colpo del padre per poi colpirlo con un violento calcio sotto il mento facendolo volare al suolo. Daimao si rialzò furibondo pronto a riprendere la lotta. “So già quale sarà il tuo prossimo attacco! Sono in grado di comprendere come attaccherai con largo anticipo rispetto alla tua esecuzione” affermò Piccolo, che infatti saltò evitando agilmente la Barukimaha di Daimao. Quindi atterrò rapidamente in picchiata contro il padre il quale volse lo sguardo verso di lui tentando di colpirlo con un raggio oculare, ma il suo colpo attraversò la figura del figlio, che si dissolse. “Un ologramma!” constatò Daimao, ormai troppo tardi. Infatti Piccolo si era già portato alle sue spalle colpendolo a sua volta con una Barukimaha a distanza ravvicinatissima. Daimao venne scagliato lontano, riportando danni ingenti alla schiena. Il padre di Piccolo si rialzò a fatica, schiumando rabbia in misura ancora maggiore rispetto a quanto non avesse fatto precedentemente. “Perché? Perché non riesco a tenerti testa? La nostra forza è identica! Cosa ci differenzia?” imprecò Daimao, che non si capacitava di quanto stesse accadendo. “Te lo spiego subito padre…” rispose Piccolo “…l’abilità figlia dell’esperienza!”. “Cosa dici?” chiese Daimao. “Durante la tua esistenza sei sempre stato infinitamente superiore agli altri! Non hai mai conosciuto nessuno che ti abbia impegnato realmente! Sei sempre stato sconfitto venendo sigillato con la Maafuba! Non sei mai stato messo in difficoltà sul piano combattivo! E l’unica volta che hai incontrato un avversario valido, ovvero Goku, sei morto!” disse Piccolo “Io invece nella mia esistenza ho affrontato nemici di ogni sorta, trovandomi spesso a dovermi difendere da guerrieri più forti di me! Così ho maturato l’esperienza che a te manca, e la mia abilità ne ha tratto beneficio! Tu hai avuto vita facile, e ti sei abituato a non trovare opposizione! Per questo non riesci a competere con me, che invece ho formato la mia abilità attraversando mille difficoltà! E appropriarti passivamente di parte della mia potenza non è certo sufficiente per colmare questo divario!”.

  4. #54
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    “Dannato! Che tu sia maledetto!” ringhiò Daimao mentre in lui prendeva corpo la consapevolezza di come la superiorità del figlio fosse da ritenersi un dato di fatto inconfutabile. “Sono io il più forte, padre! I tuoi sotterfugi non sono bastati a colmare la differenza che c’è tra noi! Riconosci la sconfitta e cedimi la tua energia! Il tuo sogno di rinverdire i tuoi malvagi fasti non ha alcuna possibilità di tornare ad essere realtà, come oramai ti dovrebbe essere chiaro! Pertanto ti sarei grato se non mi facessi perdere ulteriore tempo e mi permettessi di appropriarmi della parte di potere che ancora detieni, senza fare storie! I miei amici hanno bisogno di me, e io ho sprecato sin troppo tempo con te!” disse il namekiano, le cui lapidarie parole suonavano come una condanna alle orecchie di Daimao. Con somma sorpresa di Piccolo, però, Daimao sorrise, palesando una ritrovata sicurezza di se. Che avesse ancora delle frecce al proprio arco da scoccare contro di lui? “Se lo scontro si limitasse ad un duello, avresti ragione, figlio! Ma io non ho alcun interesse a mantenere il confronto in un contesto leale! Sarai anche capace di difenderti da me… ma se io mi trovassi a non essere più solo?” sibilò Daimao. “Che intendi?” sussultò sorpreso Piccolo. Daimao non rispose. Egli si limitò a stringere i pugni innanzi a se emettendo un verso grottesco, mentre sottoponeva il suo corpo ad un notevole sforzo. “Cosa sta facendo? Non vorrà…?” si chiese Piccolo, che iniziava a temere di aver compreso cosa avesse in mente il genitore. Esattamente come il namekiano aveva temuto, Daimao emise dalla bocca quattro uova in rapida successione, dalle quali uscirono altrettanti demoni alati dalle mostruose fattezze. Ora Piccolo si trovava ad affrontare non un solo avversario, bensì cinque, e non lasciarsi ferire da nessuno dei cinque si presentava come un’impresa ben più ardua della precedente. “Vediamo come te la cavi ora…” ghignò Daimao, per poi scagliarsi contro Piccolo, unitamente ai propri demoni. “Quei demoni sono emanazione diretta del suo Ki… essere ferito da loro sarebbe come essere ferito da mio padre… e per me sarebbe un guaio! Non posso permettermi di indebolirmi ulteriormente! Gli darei un vantaggio che gli sarebbe sin troppo facile sfruttare per sconfiggermi definitivamente!” pensò Piccolo, concentrandosi per contrastare l’offensiva congiunta dei propri nemici. Il primo dei quattro demoni si scagliò contro il namekiano, il quale però riuscì a bloccare l’attacco del mostro dalla pelle color muschio afferrandolo per il polso. Non gli era stato difficile difendersi, dal momento che, giocoforza, i demoni di Daimao erano decisamente inferiori al loro creatore. Piccolo posizionò la propria a mano a lancia, pronto a trapassare il nemico, quando percepì una vibrazione alle proprie spalle. Non c’era da sorprendersi del resto che gli altri demoni non sarebbero rimasti a guardare. Con un rapido movimento egli si spostò evitando il raggio di energia che una seconda creatura di Daimao aveva emesso dalla bocca. Con gran reattività, anche il primo demone evitò di essere travolto dal colpo del compagno. Piccolo si alzò in volo verso l’alto, allo scopo di mettersi in una posizione tale da poter avere una visuale ottimale della situazione, e potersi conseguentemente difendere con efficacia. Riuscì rapidamente a inquadrare nella propria visuale tutti e quattro i demoni, tuttavia all’appello mancava il più pericolo. “Dov’è mio padre?” si chiese Piccolo, rendendosi conto di come, nella concitazione dell’offensiva patita da parte dei demoni, avesse perso Daimao di vista. Non ebbe il tempo di reagire stavolta. Daimao gli piombò addosso con un violento calcio volante sbattendolo violentemente al suolo. Fortunatamente si trattava di un attacco meramente contusivo, e non gli aveva inflitto una ferita. Era innegabile tuttavia che in quel momento il namekiano fosse fortemente stordito, e difficilmente sarebbe riuscito a rialzarsi in tempo utile per evitare l’attacco successivo. Come avvoltoi, i quattro demoni si gettarono in picchiata sul corpo supino di Piccolo. Il guerriero di Namek, tuttavia, era tutto meno che finito, e aveva in serbo una sgradita e letale sorpresa per i propri aggressori. “Hellzone Granade!” urlò Piccolo accumulando una cospicua quantità di energia nei palmi delle mani, per poi scagliare contro i demoni una quantità enorme di sfere di energia. I demoni, tuttavia, riuscirono ad evitare facilmente le sfere, che non sembravano loro particolarmente rapide. Esattamente come Piccolo aveva previsto, le creature di Daimao non avevano fatto minimamente caso al fatto che le sfere di Piccolo fossero rimaste sospese a mezz’aria, alle loro spalle, tante spade di Damocle pronte ad abbattersi su di loro. “Attenti! Idioti!” cercò di avvertirli Daimao, ma oramai era troppo tardi. Con un deciso movimento delle braccia Piccolo fece convergere le sfere di energia sui bersagli. Troppe erano le sfere per poter essere evitate dai quattro demoni, che non erano peraltro abbastanza veloci, e ulteriormente penalizzati dall’elemento sorpresa. In un’esplosione colossale, la vita dei quattro mostri giunse prematuramente al termine, lasciando Daimao nuovamente solo e colmo di rabbia. “Sembra che anche questo tuo tentativo sia fallito, padre! E io mi sono stancato di giocare! E’ ora di finirla! Muori!” esclamò Piccolo con tono deciso rialzandosi in piedi. “Se mi ucciderai… perderai per sempre la possibilità di fare tuo il potere che tanto brami!” rispose però Daimao, sorridendo spietatamente. Queste parole furono una doccia gelata per Piccolo, che rimase come pietrificato. “Non ci avevi pensato, vero? Io sono pur sempre una parte di te! Pertanto se mi ucciderai, una parte della tua essenza, quella stessa parte di essenza che tu brami di annettere al tuo controllo, cesserà di esistere! In questo modo, non solo non otterrai la forza che desideri, ma sarai anche più debole di quanto eri prima di intraprendere questa missione!” disse Daimao. “Maledizione…” biascicò Piccolo profondamente contrariato. “E sappi… che se non posso ottenere ciò che voglio, sono pronto a morire! Meglio sparire per sempre che darti i miei servigi per i tuoi disgustosi propositi in favore degli umani!” asserì Daimao che poi aggiunse “Quindi… non ho nessuna fretta di sottometterti! Dal momento che tra noi l’unico che può ottenere realmente quello che desidera, sono io!”. Proprio quando sembrava aver risolto la faccenda a proprio favore, Piccolo si era reso conto di come la missione si presentasse ancora più complicata rispetto a quanto preventivato in origine, e ora sembrava trovarsi in una situazione priva di qualsiasi via di uscita.

  5. #55
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    Ho riportato in questo topic i livelli rivisti degli episodi antecedenti a quelli postati qui (per motivi di tempo e spazio non sono potuti essere aggiornati sul sito).

    http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...10#post1427110

  6. #56
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    Oh! Davvero incredibile! Daimao ha mille frecce al suo arco! Piccolo è davvero in gamba...ma il padre non è l'ultimo venuto! Hai pure ritirato fuori i demoni (ke mi mancavano 1 pò...e magari 3 di loro sono pure quelli già noti...)!
    Complimenti! Davvero eccezionale! Xò nonostante tutta la superiorità (di potenza ed esperienza) Piccolo è in svantaggio...
    Ke accadrà!?

  7. #57
    Seeker of Darkness L'avatar di Emis~
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    bell'episodio!!!!!!spero in piccolo
    So many are waiting for their new beginning, their birth by sleep.
    Even me..
    and even you.

  8. #58
    sono un diurno L'avatar di Blade II
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    beh … io sn un po’ indietro … sn arrivato all’episodio in cui Turles incenerisce chichi … cmq piano piano andrò avanti e ti commenterò

  9. #59
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    EPISODIO 117: FACCIA A FACCIA

    Nel frattempo, lo scontro tra Elore e Zangya infuriava. La battaglia tra quelle due guerriere sembrava la prova vivente volta a sfatare il teorema che vedeva le donne considerate come “sesso debole”. Malgrado la costituzione apparentemente esile, le due avversarie non lesinavano nell’affrontarsi in violenti corpo a corpo. Boati continui risuonavano nell’aria, e il cielo rosso di tramonto veniva illuminato continuamente da lampi luminosi, frutto dello scontro tra le due aure, che gli facevano ad intermittenza assumere un’innaturale tinta rosea. Con rapidità felina, Zangya riuscì ad aprirsi un varco nelle difese di Elore, riuscendo, prima che questa potesse perdere consistenza, a sferrarle una poderosa ginocchiata al bassoventre. La zefiriana accusò palesemente il colpo, e le risultò del tutto impossibile difendersi anche dal successivo attacco di Zangya, la quale la colpì alla schiena incurvata con un violento attacco a due mani facendola precipitare verso il basso. Non paga, Zangya sollevò entrambe le braccia sopra la testa accumulando una considerevole quantità di energia, per poi scagliarla, sottoforma di un’immane onda arancione, contro l’avversaria. Elore, tuttavia, riuscì con una piroetta ad evitare l’impatto con il terreno, fermandosi a mezz’aria, pronta a difendersi dall’attacco di Zangya. La sua reazione fu rapida e perfetta. Attese che l’onda della zardiana fosse giunta vicinissima a lei per poi perdere consistenza, lasciando che l’attacco le passasse attraverso. Quindi, sotto gli occhi di una esterrefatta Zangya, Elore riapparve nella stessa posizione in cui si trovava prima che l’attacco della seguace di Borjack vi transitasse. “Ancora quella maledetta perdita di consistenza! Questa abilità è una grana non da poco! Non c’è che dire!” pensò tra se e se Zangya. Prima che potesse reagire, Elore le fu addosso, colpendola al volto con un violento gancio destro. L’impatto fu violentissimo, e Zangya fu scagliata diversi metri all’indietro. “Devo giocare d’astuzia per coglierla di sorpresa! Ho l’impressione che lei accusi i miei colpi con molto più patema rispetto a come io incasso i suoi! Non penso vi sia una differenza enorme tra me e lei, ma un po’ più forte lo sono di sicuro!” pensò Zangya, per poi arrestare la propria traiettoria in volo, pronta ad un immediato contrattacco. “Era un pugno sferrato con tutta la forza… ma è riuscita a incassarlo ottimamente! Questa ragazza ha una forza spaventosa! Devo stare attenta…” pensò Elore, non riuscendo a celare in volto come fosse estremamente impressionata dalla potenza di quella donna dai capelli arancioni. “Prendi questo!” urlò Zangya scagliando contro Elore una moltitudine di sfere di energia verde. La zefiriana socchiuse gli occhi. Le sfere erano molto luminose e le disturbavano considerevolmente la vista. Pur col campo di vista limitato, Elore decise di perdere consistenza consentendo alle sfere di passarle attraverso allo stesso modo, ma quando anche le ultime sfere l’ebbero oltrepassata, la zefiriana si accorse di come Zangya fosse sparita. Si rese allora conto di come quello che sembrava essere un’offensiva vera e propria, non fosse altro che un diversivo, allo scopo di distrarla. Prima, infatti, che potesse rendersi conto di qualsiasi cosa, Zangya le piombò addosso dall’alto colpendola con un calcio volante. Prima che Elore potesse reagire, la zardiana utilizzò di nuovo i propri filamenti allo scopo di immobilizzarle le braccia, quindi la colpì con una ginocchiata alla schiena. “Questa volta non mi scappi! Fintanto che ti colpisco non hai la possibilità di concentrarti per utilizzare la tua abilità! E io non ti darò tregua!” disse Zangya per poi gettarsi in picchiata trascinando Elore verso il basso, sbattendola violentemente contro il terreno sottostante. Quindi Zangya allargò le braccia sollevandole verso l’alto, in modo che quelle di Elore assumessero la medesima, inerme, posizione. Gli impatti ripetuti e violenti avevano visibilmente stordito la zefiriana, che versava passivamente, in ginocchio, alla mercé dell’avversaria. “E adesso te la faccio pagare!” sorrise perfidamente Zangya per poi cominciare a colpire ripetutamente Elore con violenti calci alla schiena. “Ahia! Basta! Sei cattiva! Ahia!” si lamentava Elore mentre Zangya la martoriava con colpi violenti e ripetuti. “Stai zitta! Mi dai i nervi! Non sai nemmeno soffrire con dignità!?” disse Zangya irritata colpendola sempre più violentemente per poi concludere la sequenza con un calcio di tallone sferrato a piena potenza. Elore emise un rantolo soffocato, sgranando gli occhi per la violenza del colpo subito. Non paga, Zangya strinse i pugni tirando a se i fili, facendo inarcare all’indietro le braccia di Elore, in posizione dolorosamente innaturale. In preda agli spasmi del dolore, Elore riuscì comunque a trovare le forze per parlare “Quanta violenza! Il risentimento nei confronti dell’universo intero ti ha trasformata fino a questo punto… devi avere sofferto tantissimo…” disse debolmente la zefiriana. Zangya sgranò gli occhi “Ma tu… si può sapere chi sei? Cosa ti fa pensare che io un tempo sia stata diversa?” chiese l’aliena con aria basita. A quel punto non poteva più essere un tirare a indovinare volto a confonderla. Elore doveva per forza sapere qualcosa su di lei che in teoria non aveva ragione di sapere. “Non lo penso! Lo so! Aaaaaaah!!!” urlò Elore per poi concentrare tutta la propria aura nelle braccia. Quindi con un enorme sforzo riuscì a usare gli stessi filamenti di Zangya per trascinarla in avanti, facendola passare sopra la propria testa e sbattendola a terra innanzi a lei. Con una reazione micidiale la zefiriana era riuscita a ribaltare totalmente la situazione a proprio vantaggio, e ora era la propria avversaria a trovarsi in difficoltà. Elore afferrò i filamenti nei palmi della mani iniziando a far ruotare Zangya sopra la propria testa ad altissima velocità mandandola a sbattere continuamente contro i picchi rocciosi che circondavano la zona, i quali crollavano uno dopo l’altro per la violenza con cui il corpo di Zangya collideva con essi. Ad un tratto però Zangya riuscì a riprendere padronanza dei propri poteri e dissolse i fili, atterrando in piedi innanzi ad Elore. La zardiana era piena di lividi e con il fiatone, mentre anche Elore era piegata su se stessa, visibilmente provata per i colpi subiti. “Inizi a perdere colpi eh Zangya?” disse Elore con un sorrisino beffardo “Pian piano inizi a sentire la fatica! Io invece non ho un organismo come il tuo… e non mi stanco mai! Oramai l’esiguo divario che c’era tra noi si è annullato, e andando avanti così sarà sempre peggio, per te si intende…” spiegò la zefiriana. Zangya non rispose. Quanto affermato da Elore era del tutto inconfutabile, e la zardiana non poteva che prendere atto del fatto di trovarsi in guai grossi. “Bene… vedo che sono riuscita a domarti… tigrotta! Hihihi! Direi che quindi ora possiamo parlare! E tu mi ascolterai, non è vero?” fece Elore strizzando l’occhio alla propria avversaria.

  10. #60
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    “Beh? E’ tutto qui quello che sai fare? Mi aspettavo di meglio sinceramente!” affermò Goten con tono duro, rivolto a Gokua, il quale aveva visto l’ennesimo suo attacco annullato dalla per lui impenetrabile difesa del combattente dorato. “Non è possibile! Nemmeno così riesco a sconfiggerlo?” pensò terrorizzato Gokua mentre Goten avanzava con passo deciso e occhi di tigre verso il seguace di Borjack. “Hai fatto troppo affidamento sulla tua trasformazione per sconfiggere gli avversari! E questo ti ha impedito di progredire a livello di forma base! Ecco perché sei così debole rispetto ai tuoi compagni!“ lo accusò il figlio di Goku. Per un certo periodo di tempo, Gokua era riuscito a contrastare Goten, ma il divario esistente tra i due aveva giocoforza finito con l’allargarsi sempre di più, e oramai il fratello di Gohan era in totale controllo delle sorti della battaglia. “Maledetto!!! Non cantare vittoria troppo presto! Tu ancora non sai di che cosa sono capace!” imprecò Gokua con un’intonazione che denotava sin troppo come egli mirasse a convincere più se stesso che il proprio avversario della veridicità di quanto affermava. “Stupiscimi allora…” si limitò a provocarlo Goten. Gokua, in preda alla collera, si scagliò contro Goten, il quale però evitò con facilità l’attacco dell’alieno, spostandosi lateralmente. Gokua si voltò di scatto verso il saiyan che, contrariamente, continuava a dargli le spalle. “Non si volta nemmeno! Mi sta snobbando fino a questo punto! Inaccettabile!” pensò un Gokua sempre più furioso attaccando nuovamente Goten, il quale, percepita la sua presenza alle proprie spalle, senza nemmeno voltarsi, sferrò una poderosa gomitata in pieno volto all’avversario, rompendogli il setto nasale. Gokua si accasciò a terra tenendosi il volto e urlando per l’atroce dolore. “La rabbia ti porta a sprecare le poche energie che ti restano in maniera veramente stupida! Questo scontro oramai non ha più alcuna ragione di continuare!” sentenziò Goten per poi voltarsi verso il nemico, ancora a terra, accumulando la propria energia nel palmo della propria mano, il cui palmo era puntato contro il seguace di Borjack. “No! Ti supplico! Non…” implorò Gokua, il quale però non ebbe nemmeno il tempo di terminare la propria supplica che un raggio di luce azzurra lo avvolse completamente. Una colonna di luce dorata si innalzò verso il cielo dal punto dell’impatto, e quando il bagliore si fu diradato, del seguace di Borjack non era rimasta nemmeno l’ombra. “Fuori uno…” si limitò a commentare Goten.
    Nel frattempo, anche lo scontro tra Arier e gli altri due seguaci di Borjack, ovvero Bujin e Bido, continuava. La contesa era a senso unico, ma qualcosa non tornava nella logica dello scontro. Quella battaglia era stata, sin dalle prime battute, un autentico massacro, con i due guerrieri malvagi che avevano da subito fatto valere quella che loro consideravano un’evidente superiorità, colpendo ripetutamente Arier con estrema violenza. Lo zefiriano aveva incassato innumerevoli colpi, fisici ed energetici, senza riuscire, o senza volere, abbozzare una reazione degna di tal nome. Bujin e Bido stavano palesemente dominando la contesa, senza però suggellare la vittoria con l’annientamento del proprio avversario, che era sopravissuto a ogni sorta di attacco sferrato dai due. “Allora? Volete darvi una mossa? Avete giocato abbastanza! Eliminate quel buono a nulla! Stiamo solo perdendo tempo con lui, e io mi sto annoiando!” esclamò Borjack con tono adirato nei confronti dei suoi scagnozzi. In realtà, fosse dipeso da loro, Arier sarebbe dovuto tornare all’altro mondo da un pezzo ma, contrariamente a quanto le dimensioni della sua aura avrebbe potuto portare a pensare, egli si era rivelato un nemico coriaceo, apparentemente invulnerabile ad ogni loro offensiva. “Che facciamo? Il capo si sta adirando!” disse Bujin. “Lo so! Ma hai visto anche tu! Stento a crederlo, ma quello non muore con nulla!” rispose Bido. Arier, per nulla intimorito dalla percosse subite, non sembrando peraltro particolarmente leso, si avvicinò ai due, e con tono irrisorio chiese “Beh? Già stanchi?”. “Ma come si permette!? Lo abbiamo pestato fino ad ora e si permette pure di fare lo spiritoso! Ora basta! Bido! Attacchiamolo insieme con le nostre energie congiunte e facciamolo sparire per sempre!!!” propose Bujin. “D’accordo! Procediamo!” approvò Bido. I due protesero le mani in avanti accumulando tutta la loro energia, pronti ad attaccare l’avversario. “Che spreco…” pensò Borjack, trovando totalmente spropositato un attacco del genere per eliminare un nemico che sembrava avere una forza combattiva così bassa. “Muori!!!” urlarono all’unisono i due guerrieri scagliando due onde di energia alla massima potenza contro Arier, le quali, durante la traiettoria, si unirono in una sola, gigantesca massa lucente, che avrebbe disintegrato tutto quello su cui si sarebbe abbattuta. “Finalmente! Quello che aspettavo!!!” sussultò Arier per poi protendere le braccia in avanti. “Sapphire Mirror!” esclamò lo zefiriano, ergendo innanzi a se un muro di luce azzurra, che arrestò l’attacco congiunto dei due. “Ma che succede???” sussultò Bido sbalordito, mentre Bujin non riuscì nemmeno a proferire parola. “Siete finiti! Lo Sapphire Mirror è la tecnica suprema della mia gente! La più potente tra quelle di cui dispongo, e che solo io sono in grado di eseguire!” annunciò Arier. Così dicendo, rispedì al mittente l’onda di energia, che si dirigeva rapidamente contro i due seguaci di Borjack. “Presto! Spostatevi, idioti!!!” urlò Borjack. “Impossibile! Lo Sapphire Mirror non si limita a rispedire indietro i colpi scagliati dai nemici! Esso mi permette di aggiungerci anche la mia potenza!!!” esclamò Arier, alle cui parole seguì un colossale aumento di dimensioni e velocità da parte dell’onda di energia, la quale travolse in pieno i malcapitati Bujin e Bido riducendoli in cenere, e lo stesso Borjack dovette far ricorso ai suoi migliori riflessi per evitare di esserne travolto anche lui. “Che colpo tremendo! Ha eliminato Bido e Bujin con un colpo solo! Il suo scopo a quanto pare era quello di farmi restare da solo senza che io potessi fare nulla per impedirlo! Che intelligenza! E’ un avversario temibile!” constatò Borjack tra se e se. “Bene… a quanto pare siamo rimasti solo io e te!” osservò Arier rivolgendoti a Borjack. Borjack sorrise compiaciuto “Sarà interessante battersi con te! Ma ti avverto! Contro di me sarà tutta un’altra musica rispetto a come è stato con quei due idioti…” disse il malvagio conquistatore intergalattico.

    LIVELLI DI COMBATTIMENO ELORE VS ZANGYA

    Elore (Forza effettiva) 625.000.000
    Majin Zangya 650.000.000

    LIVELLI DI COMBATTIMENTO GOTEN VS GOKUA

    Goten Super Saiyan II 490.000.000
    Majin Gokua (Trasformato) 475.000.000

    LIVELLI DI COMBATTIMENTO ARIER VS BIDO E BUJIN

    Arier (Forza effettiva) 750.000.000
    Bido 650.000.000
    Bujin 650.000.000

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