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  1. #291
    Senior Member L'avatar di AlphaOmega
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    Citazione Originariamente Scritto da Final Goku II Visualizza Messaggio
    Beh no... rispetto a Toriyama io mi sono preso la briga di spiegare perchè Borjack non poteva semplicemente evitarla... infatti se notate, era stato sbattuto a terra e quando ha rialzato la testa, la sfera gli era già praticamente addosso
    Be si la mia era 1 battuta! Tu hai fatto davvero un buon lavoro!
    Adesso chissà che combina il trio misterioso... sono curiosissimo! Hanno perso Mecha Bu (o cosi pare...) che faceva sembrare Borjack 1 nullità (solo ad 1/3 completato! Figuriamoci al massimo!), per non parlare di Babidy! I poteri di potenziamento del nano erano utilissimi...
    Chissà cosa potranno mai tramare Ghiller & Co.!? Qualcosa di peggio!? Mah!

  2. #292
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    EPISODIO 137: SFERE CONTESE?

    “Eccomi qui!” affermò Jiaozi, o meglio colui che, secondo logica, doveva essere lui, in quanto uscito dal braciere in cui l’amico di Tenshinhan era entrato in precedenza, ma che risultava abbastanza difficile da riconoscere. Uno che, come lui, aveva sofferto le pene dell’inferno contro nemici potentissimi non poteva certo lasciarsi fermare da un po’ di fuoco, e infatti era riuscito a superare brillantemente la prova. “E’ davvero lo stesso di prima? Incredibile!” chiese Son Gohan, sbigottito. “Si, non ci sono dubbi… quello che abbiamo di fronte è un plasmatore terrestre adulto!” annuì Annin. Anche da adulto, Jiaozi non era altissimo, non raggiungendo il metro e settanta, la sua pelle era sempre bianchissima, mentre i grossi punti rossi sulle guance erano scomparsi. I suoi grandi occhi neri avevano acquisito molta più espressività rispetto a prima e il calore del suo sguardo era chiaro segno di quella sensibilità che lo contraddistingueva e che il corpo di un bambino non era capace di esprimere. Il suo fisico era minuto e slanciato, abbastanza gracile, il che denotava come la sua specialità sarebbe continuata, con tutta probabilità, a non essere il corpo a corpo. I suoi capelli erano cresciuti lunghi, neri e lisci lungo la sua schiena, giungendo a metà di essa. L’amico di Tenshinhan, nella sua nuova forma, si rivolse ad Annin e Son Gohan dicendo “Bene! Come potete vedere sono riuscito a portare il frammento del pianeta dei Kaiohshin sul fondo del braciere… ora la Terra non potrà più essere distrutta! Oltre a questo, ho mutato il mio aspetto! Ma… perché mi guardate così?” chiese Jiaozi con aria confusa. Annin teneva stretti i pugni, mentre, rossa in volto e con gli occhi chiusi, fremeva, turbata. Per evitare conseguenze, Son Gohan fece qualche passo indietro, proprio quando l’ira della donna iniziò a riversarsi su Jiaozi, portando il vecchio a mettersi le mani alle orecchie per l’altissimo tono di voce della collega. “Copriti pezzo di idiota!!! Non lo vedi che ti sei bruciato tutti i vestiti????” inveii la donna. “A quanto pare è cresciuto fisicamente e come Ki, ma in quanto a materia grigia siamo ai livelli di prima…” pensò Son Gohan. Esortato dalla custode del braciere, Jiaozi si nascose dietro una roccia per coprire le proprie nudità, non capiva perché la cosa la mettesse a disagio, vederlo nudo non aveva mai messo a disagio nessuno, pensava il plasmatore terrestre che ancora doveva afferrare il concetto che, ora che era adulto, l’effetto che faceva agli osservatori, e soprattutto alle osservatrici era abbastanza differente. “Ti va bene se ti faccio un abito tipico dei plasmatori terrestri?” chiese Annin, apprestandosi coi propri poteri a creare un capo di abbigliamento, avendo il buon cuore di non mandare Jiaozi in giro nudo come un verme. “Va bene!” approvò Jiaozi. Egli si ritrovò vestito con un abito di colore blu notte che si articolava in un corpetto, che ne copriva la parte superiore del corpo, un paio di pantaloni lunghi, e un soprabito simile ad un cappotto. I suoi lunghi capelli erano infine legati in una coda. “Visto che sei un combattente, presumo che così non ti intralceranno!” spiegò Annin. “Grazie Annin!” rispose Jiaozi per poi iniziare, per la prima volta, a scrutare con attenzione il “nuovo se stesso”. Egli stesso faceva fatica a riconoscersi, diverso com’era dalla specie di bambolotto nei panni del quale aveva vissuto tutta la propria esistenza prima di allora. “Sono anche diventato più forte… anche se non di tantissimo!” constatò Jiaozi. “Si, come detto… la crescita in termini di forza combattiva di voi plasmatori terrestri è molto limitata, ma il vero salto di qualità lo hai fatto in termini di poteri… ma avrai tutto il tempo per scoprirli, ed imparare ad usarli! In questo, purtroppo, io non posso aiutarti, ma dovrebbe venirti naturale! Essendo qualcosa che i plasmatori terrestri adulti sviluppano in maniera innata!” spiegò Annin. “Hehehe! Mi chiedo che cosa dirà Tenshinhan quando gli racconterò tutto… sempre che mi riconosca!” commentò poi il plasmatore terrestre.
    Nel frattempo, gli altri guerrieri avevano fatto ritorno alla base sotterranea, informando gli altri dell’accaduto. Nel sentire della morte di Yamcha, Bulma cadde in ginocchio e scoppiò in lacrime. Era vero, non lo amava più da anni, ma gli voleva ancora un gran bene, e provava un immenso affetto nei suoi confronti. “Su, su! Bulma! Non piangere! Vedrai che il nostro amico Yamcha tornerà presto in vita!” la rincuorò Crilin. La gioia per la sconfitta del Dottor Gero, di Babidy e di Borjack era lenita dalla perdita di quello che per molti di loro era un caro amico. “Almeno adesso il piccolo Pual non sarà da solo…” commentò Oolong tra i singhiozzi. Passato il lungo momento di sconforto, fu però necessario tornare a guardare avanti, dal momento che la situazione in continua evoluzione, con entità malvagie che si manifestavano in ogni momento, imponeva la presa di celeri decisioni in merito al da farsi. “Io proporrei di andare a cercare le sfere del drago!” propose Goten. “Beh… vediamo se ce n’è qualcuna nelle vicinanze!” disse Marron prendendo il radar del drago. La figlia di Crilin osservò perplessa l’attrezzo, per poi agitarlo “Forse è rotto…” ipotizzò ella. Vedendo però che quello che appariva sul radar non cambiava, deglutì per poi commentare “Non è possibile!”. “Che c’è Marron?” chiese Crilin avvicinandosi alla figlia. “Sul radar… sono segnalate solo tre sfere!” affermò Marron. “Solo tre? Come può essere?” disse Bulma avvicinandosi e osservando anche lei il radar. “Considerando che io ne ho recuperata una, dovrebbero essercene ancora sei in giro! “ osservò Popo. “Eppure il radar non è guasto…” osservò Bulma dando un occhiato all’interno dell’apparecchio. “Forse qualcun altro sta raccogliendo le sfere!” ipotizzò Tenshinhan. “E’ quello che ho pensato anche io…” disse Bulma “Ma in quel caso dovrebbero comparire tutte raccolte in un punto!”. “Forse chi le sta raccogliendo, come noi, ha isolato le sfere in modo che non siano rintracciabili!” ipotizzò poi Crilin. “Sarebbe un guaio! In questo modo non potremmo completare la raccolta!” disse nervosamente Piccolo. “Beh… neppure loro comunque possono farlo, visto che una ce l’abbiamo noi!” osservò Videl. “Esattamente… abbiamo fatto bene a prenderne una, a suo tempo!” asserì Goten. “Comunque, ora cosa facciamo?” chiese Bulma, preoccupata. “L’unica cosa che possiamo fare è contendere le sfere rimaste a coloro che le stanno cercando! Se riusciamo a sconfiggerli, potremmo anche sapere dove si nascondono e tengono le altre… “ asserì Piccolo. Tutti furono concordi con il namekiano, anche se questo avrebbe significato tornare subito sul campo di battaglia. In quel momento, però, una frase gettò tutti i presenti nello sconforto. “Noi dobbiamo andare, però…” disse, infatti, dispiaciuto Arier. “E’ passato un giorno ormai, da quando siamo tornati nel regno dei vivi… il nostro tempo è scaduto ormai!” gli fece eco Elore, anche lei con sommo rammarico. “Oh no!!! Non ci avevamo proprio pensato!!!” imprecò Crilin, che si era totalmente dimenticato come ai defunti, per mezzo della sibilla Baba fosse concesso di tornare in vita soltanto per ventiquattro ore. “Non ci voleva! La potenza di Arier ed Elore ci avrebbe fatto davvero un gran comodo!” commentò nervosamente Piccolo, consapevole di come se ne stessero per andare i due guerrieri più forti della squadra GT, lui escluso. “Dispiace anche a noi lasciarvi così… ma non abbiamo altra scelta! Vorremmo restare, ma non dipende dalla nostra volontà… se ci trattenessimo qui più a lungo svaniremmo comunque e torneremmo nell’aldilà, ottenendo solo di finire negli inferi in quanto trasgressori” spiegò lo zefiriano.
    Ultima modifica di Final Goku II; 07-07-2008 alle 23:27

  3. #293
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    “Tranquillo… lo sappiamo sin troppo bene! Abbiamo già vissuto questa situazione con mio padre!” rispose Goten, ricordandosi di quanto avvenuto ai tempi di Majin Bu. “Mi mancherete, abbiate cura di voi! Siete persone adorabili, e meritate ogni buona sorte!” disse Elore, con voce rotta dal pianto, abbracciando uno alla volta tutti quanti. “Salutateci le ragazze! In loro riponiamo le nostre maggiori speranze! Senza nulla togliere a te, Piccolo!” disse Arier. “Tranquillo!” sorrise ironico il namekiano “Non sono così stolto da pensare che la mia forza sia paragonabile a quella di Bran! Hehehe!”. In quel momento, però, l’attenzione dei presenti fu attirata dal rumore di una porta che si stava aprendo. Tutti si voltarono in direzione dell’ingresso della stanza dello spirito e del tempo e si resero conto di come non si fossero sbagliati: qualcuno stava uscendo dalla stanza. “Pan!!!” esclamò Videl. La figlia di Gohan sorrise alla madre e a tutti gli altri, altrettanto contenti di rivederla, per poi chiudersi la porta alle spalle. “E Bra? Dov’è mia figlia?” chiese perplessa Bulma. “Lei resta la dentro ancora un po’… non era soddisfatta del risultato che aveva ottenuto!” spiegò Pan. “Io invece sono a posto così! Quindi intanto sono uscita!” asserì la nipote di Goku. “Hai raggiunto anche tu il secondo livello?” chiese Goten avvicinandosi alla nipote. “Naturalmente, zio!” annuì la nipote, per poi sorridergli divertita “Ti vedo in forma! Sei più forte rispetto all’ultima volta!” si complimentò la ragazza dai capelli corvini. In quel momento, però, qualcosa attirò la sua attenzione. Ella si voltò di scatto verso Zangya. “Tu!!! Cosa ci fai qui?” ringhiò rabbiosa la ragazza, che non si era certo scordata di cosa le donna dai capelli arancioni aveva fatto alla madre. Istintivamente, in preda alla collera, si trasformò in Super Saiyan II, emanando un’intesissima luce dorata, attraversata da una moltitudine di saette. Lungo la schiena di Zangya corse un brivido, i suoi occhi incrociarono quelli color smeraldo della figlia di Videl, accigliati in un’espressione di ferale ferocia. In quel momento però Videl si frappose tra Zangya e Pan, calmando la figlia e spiegandole come stavano le cose. Pan, a quel punto, si quietò e tornò normale, quindi, rivolta a Zangya disse “Quello che hai fatto a mia madre non me lo scordo, ma se mia madre dice che hai avuto dei dolori nella tua vita, e lei ti ha perdonato, direi che non c’è ragione per cui io debba serbarti ancora rancore!”. Il tono di Pan era abbastanza freddo, a dire il vero, ma era tutto sommato comprensibile… avrebbero imparato ad andare d’accordo col tempo. La figlia di Gohan si voltò e vide suo zio Goten a capo chino con espressione abbattuta. “Che c’è, zio?” chiese preoccupata Pan. “Mi hai superato un’altra volta!!! Peste!!!” imprecò scherzosamente il figlio di Goku, a cui comunque, la cosa un pochino rodeva veramente. Pan sorrise e fece la linguaccia allo zio. Sebbene fosse oramai cresciuta, la divertiva sempre essere considerata una peste da Goten, e stava volentieri al gioco. La nipote di Goku fu aggiornata della situazione, e si unì anche lei ai saluti ai due zefiriani. “Beh, io in ogni caso propongo di muoversi domani… tra un po’ sarà notte e siamo tutti molto stanchi per la battaglia, Pan a parte! Quindi è meglio che riposiamo!” propose Piccolo. Tutti concordarono con la decisione del namekiano, ed andarono a riposare. Avevano tutti bisogno di essere in perfetta forma per le battaglie del giorno dopo. “Ghiru! Ghiru!” fece intanto il robottino Gill avvicinandosi a Pan “Ah ecco qui il mio robottino! Mi fai tu un po’ di compagnia mentre tutti dormono?” disse la nipote di Goku appoggiando affettuosamente sulle ginocchia il suo vecchio amico, il quale emise dei sommessi versi che manifestavano come, malgrado fosse solo una macchina mutante, sapesse apprezzare un gesto di affetto di una persona a cui voleva bene.

    LIVELLI DI COMBATTIMENTO SQUADRA GT (DOPO PARTENZA DI ARIER ED ELORE)

    Tartaruga 1
    Oolong 1
    Marron 2
    Bulma 6
    Dende 40
    Mr.Satan 60
    Gill 100
    Karin 338
    Jiaozi (Adulto) 5.000.000
    Crilin 25.000.000
    Videl 27.000.000
    Tenshinhan 30.000.000
    Mr.Popo 43.000.000
    Goten 45.000.000
    Pan 50.000.000
    Hurricane Crilin Extreme 230.000.000
    Ice Videl Extreme 240.000.000
    Rock Tenshinhan Extreme 250.000.000
    Goten Super Saiyan 337.000.000
    Pan Super Saiyan 350.000.000
    Zangya 500.000.000
    Goten Super Saiyan II 550.000.000
    Pan Super Saiyan II 600.000.000
    Piccolo 950.000.000
    Ultima modifica di Final Goku II; 25-12-2009 alle 13:37

  4. #294
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    Ohibò! Finalmente qualcun altro s'è ramentato delle sfere! Sarà Ghiller!? Mah!
    Oh! Cosi i 2 Zefiriani se ne vanno, peccato... chissà se per sempre!? O torneranno! Bho! Cmq, se ben ramento (), c'era qualcuno, coi suoi interessi, che potrebbe anke fare qualcosa x loro... chissà!
    Chissà Tensing quando rincontra Riff, ma anke gli altri... però con quel livello anke considerando i poteri) non mi pare possa granché...

  5. #295
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    mi ero completamente dimenticato del fatto che gli zefiriani se ne dovevano andare, per fortuna ora ci sn le guerriere saiyan e soprattutto jiaozi! che con ten faranno un'accoppiata vincente
    "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

  6. #296
    No, non QUEL GT L'avatar di GT!
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    Noooo!!! Jaozi è diventato un piccolo Edward Elric!!!(questo lo dovrò proprio disegnare, sì sì!)
    Per il resto, Dio mio! Mi ero scordata del limite di tempo che lega Arier ed Elore al mondo terreno! E mo', come farà la nostra squadra senza due preziosi aiutanti?

    Preoccupante la storia delle sfere del Drago, anche se non credo Ghiller c'entri qualcosa...per lo meno, stavolta!
    Nolite te bastardes carborundorum

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  7. #297
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    EPISODIO 138: UNA MALVAGIA COALIZIONE

    Nel frattempo, all’insaputa dei difensori della Terra, una nave spaziale, identica in tutto a quella che, un tempo, il malvagio Freezer utilizzava per i propri viaggi interplanetari, si aggirava attorno all’atmosfera del pianeta azzurro, monitorando per mezzo di sofisticatissimi satelliti, quanto stava ivi accadendo. Una donna dai capelli biondi, vestita di abiti bianchi osservava, tramite un monitor, la battaglia appena conclusasi tra i difensori della Terra e i malvagi guerrieri al servizio di Babidy. Ella sorrise sarcastica e si alzò in piedi, accigliando i propri occhi glaciali in un’espressione che lasciava intuire come quanto aveva visto non differisse da quello che si aspettava. “Come immaginavo, Babidy si è lasciato eliminare come l’idiota che era! Prima di morire ha persino invocato l’aiuto del maestro Ghiller! Devo dire che mi ha fatto quasi provare compassione…” disse la donna, lasciando comunque intuire come l’ultima frase da lei detta fosse da ritenersi nulla più che una battuta, in quanto il suo tono era di profonda derisione per l’ingloriosa fine in cui era incorso il mago. “Quello sciocco di certo non immaginava come Gero non fosse l’unico ad essere nulla più che una pedina manovrata dal maestro Ghiller! Devo dire che fargli credere di star ingannando Gero, senza farlo rendere conto di come noi stessimo a nostra volta manovrando lui è stata un’idea geniale! Non trovi anche tu, sorellina?” chiese un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri, molto somigliante a colei che per prima aveva preso la parola, della quale era, infatti, il gemello. “Beh… non credo che la genialità del maestro sia mai stata messa in discussione da chiunque lo abbia conosciuto… gli ignoranti possono anche definirlo un genio del male, ma, anche ai loro occhi, sempre di genio si tratta!” rispose la sorella. Ad un tratto un voce attirò l’attenzione dei due fratelli, non fosse altro che per il fatto che colui che aveva preso la parola altri non era che colui di cui stavano parlando in quel momento “Hehehe! Mi rincresce ammettere di aver ascoltato la vostra conversazione a vostra insaputa! Reputo origliare qualcosa di alquanto sconveniente! Tuttavia, se così si può venire a conoscenza del fatto che i propri sottoposti, anche in assenza del proprio capo, ne parlano comunque in termini tanto lusinghieri… perché privarsi del piacere di maturare questa consapevolezza?” a parlare era stato proprio Ghiller, un essere umano dai lunghi capelli bianchi e degli inquietanti occhi rossi. Chiunque lo avesse precedentemente conosciuto, quando ancora era in vita, avrebbe, tuttavia stentato a riconoscerlo dal punto di vista della corporatura che, un tempo molto asciutta, anche se non gracile, si presentava ora molto più muscolosa, dando una maggiore sensazione di potenza, bene inteso che il corpo, manteneva comunque un certo bilanciamento, compensando l’aumento della massa muscolare, con un relativo innalzamento dell’altezza dell’uomo. Indossava un maglione nero a collo alto e un paio di pantaloni lunghi color beige. Ciò che però saltava all’occhio da subito era il fatto che, legata attorno alla vita, era chiaramente visibile qualcosa che nessun essere umano avrebbe dovuto avere: una coda! E per la precisione, una coda del tutto simile a quella di un saiyan, solo di colore bianco, come i suoi capelli. “Dico bene, C-17 e C-18?” chiese poi Ghiller rivolto ai due gemelli che parlavano di lui. C-18 come detto vestiva di un abito bianco molto attillato, che ne risaltava le curve. Il top senza maniche che indossava ne lasciava scoperto l’addome ed era aderente in modo da risaltarne il seno, oltre a questo indossava una corta gonna, simile a quella che portava i primi tempi in cui il Dottor Gero l’aveva risvegliata. Oltre a questo indossava delle calze semitrasparenti sempre in tonalità bianca, che ne coprivano le gambe, ma al contempo ne mettevano in risalto la squisita forma. C-17 invece vestiva con dei jeans di colore nero e, sotto una giacca blu scuro delle dimensioni di un impermeabile, indossava una maglietta dello stesso colore dei jeans. I due cyborg non dissero nulla, ma si limitarono ad annuire, con C-18, in particolare, che sorrise a Ghiller denotando una certa complicità nei suoi confronti. “Maestro Ghiller, cosa facciamo, ora che Babidy è stato eliminato, e con lui il Dottor Gero e tutti coloro che era riuscito a porre sotto il proprio controllo?” chiese C-17. “Agiremo domani! Dopo la battaglia contro Borjack i nostri nemici saranno andati a riposare in un luogo segreto…” rispose Ghiller. “Mi dispiace di averli persi di vista, maestro, ma dovunque essi si trovino, si tratta di un luogo fuori dalla visuale del satellite!” si scusò C-18, ma Ghiller le sorrise e le accarezzò leggermente la guancia, gesto che la donna ricambiò chiudendo gli occhi e sorridendo, strusciandosi lievemente sulla mano dell’umano. “E’ tutto a posto… in ogni caso a noi servono in forze, in quanto non abbiamo ancora raccolto abbastanza energia da loro! E se sono sfiniti per lo scontro appena sostenuto, non credo potremmo ottenere molto da loro attaccandoli ora! Non pretendo certo di spillare sangue dalle rape!” rispose con tono lascivo Ghiller mentre continuava ad accarezzare C-18. “Comunque, ora che Babidy è morto, toccherà a voi, miei cari, scendere sul campo di battaglia, e portare a compimento entrambi gli obbiettivi, vale a dire il risveglio di Mecha Bu, e il recupero delle sfere del drago mancanti!” concluse l’umano per poi allontanarsi, prossimo a recarsi in un’altra stanza. “Dite a C-14, C-15 e C-19 di tenersi pronti! Saranno loro i primi ad entrare in azione! Oltre a loro verranno mandati in supporto anche gli uomini di Lady Polaris!” disse Ghiller per poi varcare la porta, che conduceva ad una stanza molto più grande della precedente. Al centro della stessa si ergeva ciò che Crilin, Tenshinhan e Videl erano convinti di avere distrutto: l’enorme involucro che conteneva l’arma finale creata da Ghiller, con l’assistenza di Babidy, Gero e della misteriosa Lady Polaris: il famigerato Mecha Bu. Innanzi ad esso, a braccia incrociare, lo osservava una creatura dalla pelle verde, maculata di nero, stesso colore delle ali da insetto che aveva sulla schiena. “E’ stata una buona idea quella del falso involucro donato a Babidy, che in realtà altro non era che un centro di assorbimento energetico ausiliario che convogliava l’energia al vero uovo, che è quello che abbiamo davanti! Peraltro per tutta la sua esistenza quello sciocco è rimasto convinto di aver custodito il vero uovo!” disse la creatura, avvertendo la presenza di Ghiller nella stanza. “Che vuoi farci, mio caro Cell? Ritenevo che, così facendo, il maghetto si sarebbe impegnato di più a cercare di difenderlo!” rispose l’umano, sogghignando sornione. L’essere perfetto si voltò verso Ghiller, e sorridendo, se possibile in maniera altrettanto sinistra, commentò “Certo però che siamo arrivati a malapena a metà dopo le ultime battute dello scontro avvenuto in precedenza! Sinceramente mi sto un pochino spazientendo…”. “Beh, mi fa piacere che anche tu ti sia preso a cuore la riuscita del progetto… e sinceramente la cosa mi sorprende un pochino! Non pensavo ti interessasse conquistare la galassia!” disse Ghiller. “Si può sempre cambiare idea, no?” tagliò corto l’essere perfetto. A dire la verità Ghiller aveva delle riserve nel fidarsi di quell’essere. Egli stesso a suo tempo aveva contribuito alla sua creazione, e conosceva bene le sue caratteristiche, che lo rendevano imprevedibile e potenzialmente pericoloso. Pertanto l’albino manteneva nei confronti di Cell una certa diffidenza, ma al contempo era consapevole di come egli fosse il suo alleato più potente, e fintanto che condividevano il fine comune di risvegliare Mecha Bu, non vi sarebbero stati problemi di sorta. “Beh, se ti annoi, perché domani non ti rechi anche tu sulla Terra e collabori? Finora non lo hai fatto in quanto ti ritenevi troppo forte per loro, ma visto e considerato che Borjack, che era più forte di te, è stato battuto, forse non sarà una totale perdita di tempo!” propose Ghiller. “Puntualizziamo che Borjack è diventato più forte di me solo in seguito al potenziamento di Babidy… oltre a questo, io non commetterei certo errori grossolani di supposta onnipotenza come ha fatto lui! In ogni caso prenderò in considerazione questa eventualità!” rispose Cell, per poi chiedere con aria provocatoria “Ti diverte davvero molto?”. “A che ti riferisci?” chiese Ghiller. “ A far finta che l’androide con le fattezze di C-18 che hai creato, rappresenti ciò che in realtà tu non puoi avere, vale a dire la vera C-18!” lo provocò l’essere perfetto. “Non capisco dove tu voglia andare a parare! C-18, C-17 e tutti gli androidi che ho ricostruito attraverso il miglioramento dei progetti originali sono superiori sotto ogni aspetto ai precedenti! Sono più potenti e al tempo stesso più controllabili!” ribatté nervosamente Ghiller, con un tono molto alto, quasi a volerlo urlare.

  8. #298
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    “Non ti inquietare, Ghiller! L’importante è che tu non commetta sciocchezze sotto l’impulso della gelosia per il fatto che Crilin è riuscito ad avere C-18, e tu no! Non ho nessuna intenzione di vedere il piano andare a monte perché tu non sei capace di controllare i tuoi ormoni!” lo riprese aspramente Cell. Ghiller ringhiò rabbiosamente. Come si permetteva quella creatura, che senza di lui non sarebbe mai nemmeno nata, di riprenderlo con tanto imperio e con tale boriosa superiorità. I suoi occhi rosso sangue incrociarono quelli violacei di Cell, il quale, impassibile, mormorò con tono ascetico “Non fare il duro con me, Ghilly… anche dopo la trasformazione sai perfettamente che contro il sottoscritto non potresti farcela!”. In quel momento, il battibecco tra i due venne interrotto da una voce femminile “Suvvia, signori! Non litigate! Abbiamo così tanti nemici da cui guardarci che non mi sembra affatto il caso di aprire delle faide interne!” disse una figura di bassa statura, completamente avvolta da un mantello di colore nero, che, tanto era piccola colei che lo portava, veniva trascinato in gran parte sul pavimento quando lei si muoveva. L’unica parte visibile era la testa, che rivelava una figura in tutto simile a quella di Freezer al suo primo stadio evolutivo, con le lunghe corna appuntite che si innalzavano dai lati del capo e il robusto elmo osseo con una placca di colore rosso, differentemente da quella di Freezer che era viola, in perfetto risalto al centro di esso. “Ha ragione, Lady Polaris…” asserì Ghiller, per poi congedarsi e recarsi verso le proprie stanze. “Senti Cell” disse poi Polaris rivolta all’essere perfetto “Capisco che i trascorsi tra voi non siano stati dei più sereni… ma dobbiamo cooperare per la riuscita del nostro piano! Se non vi è unità di intenti nelle nostre azioni potrebbe finire male!” aggiunse poi la changeling. “Si, hai ragione, e so che parli con cognizione di causa!” annuì a sua volta Cell. “Infatti… hai visto come sono finiti mio marito Cold e i miei due figli maschi Cooler e Freezer? Questa è la diretta conseguenza del fatto di aver tradito me e Ice… se fossimo rimasti tutti e cinque insieme, non saremmo mai stati fermati da nessuno! Ma è andata così… e stavolta voglio assicurarmi di essermi circondata delle persone giuste!” disse ella. In quel momento, la porta si aprì, e un uomo dalla corporatura robusta fece il suo ingresso della stanza. Indossava un’uniforme tipica dei guerrieri dell’impero di cold, di colore nero e grigio. Anche lui, come Ghiller, aveva una coda. Ciò che però differenziava i due era il fatto che questi era un saiyan vero. Aveva la carnagione tendente allo scuro e capelli neri sparati verso l’alto. In mano teneva una sfera del drago, l’ultima da egli recuperata, e che si apprestava a consegnare alla propria signora. Il saiyan fece un leggero inchino, indice più di rispetto che di timore, in quanto tra lui e Lady Polaris si era instaurato un rapporto di reciproca fiducia, e porse l’oggetto alla changeling. “Ecco la sfera! Non è stato difficile entrarne in possesso! Del resto chiunque avrebbe potuto pensare di ostacolarci era impegnato a combattere altrove!” disse questi. Lady Polaris annuì e sorrise. I suoi tratti erano femminili e decisamente più dolci rispetto a quelli del figlio Freezer, e nel guardarla negli occhi si provava un senso di quiete, che portava a fidarsi di lei. “Grazie, Toma! Tu e gli altri avete svolto un lavoro esemplare! Ringrazio voi saiyan per esservi prestati a questo compito che poco si addice a dei guerrieri come voi… ma domani vi darò un altro incarico che certamente vi gratificherà maggiormente! Ci sarà da combattere!” disse la changeling, rivolta a quello che, in vita, era stato il miglior amico di Bardack. “Non aspettavamo altro!” commentò il saiyan con un sorriso compiaciuto.

  9. #299
    No, non QUEL GT L'avatar di GT!
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    Oh...mio....DIO!!!
    Sapevo già di Cell, Polaris e Ghiller, e pure della storia di 18 (ovvio, in quanto ideatrice di Ghiller so ogni intreccio possibile), ma TOMA!!!Questo sì che mi ha preso alla sprovvista, credevo che uno come lui, in quanto amico di Bardack, non servisse un changeling...

    E Mecha Bu, ahi ahi ahi. Qualcuno ha gioito troppo presto, me inclusa. Prevedo giorni grigi,grigissimi, neri, per la squadra dei "nostri".
    Nolite te bastardes carborundorum

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  10. #300
    Senior Member L'avatar di goku super sayan III
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    ricordavo la madre di freezer (anche se mi sfugge questo/a ice) e cell lo avevo in mente da tempo ma toma!!!! e anche i cyborg sn stati una bella idea
    ora manca solo broly all'appello
    "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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