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  1. #21
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    EPISODIO 113: CONTRO GOKUA E ZANGYA

    Quando due titani si affrontano diventa inevitabile che essi finiscano, consapevolmente o meno, con il designare l’intero pianeta come campo di battaglia. Non c’era dunque da stupirsi se i guerrieri Z, impegnati nella lotta contro gli scagnozzi di Borjack, avevano finito con l’allontanarsi anche di diversi chilometri dal luogo dove aveva avuto inizio la battaglia. Gli spostamenti di Goten e Gokua risultavano particolarmente facili da ricostruire in quanto i letali fendenti del malvagio luogotenente di Borjack avevano fatto scempio di tutto ciò su cui si era abbattuta la propria mortifera spada. Fortunatamente, Goten non faceva parte della corposa lista di ciò che l’arma di Gokua aveva reciso, e la lama del diabolico guerriero si era dovuta accontentare di tagliare in due rocce, aprire profonde falde nel terreno e persino mozzare corpi nuvolosi, tanto era affilato quel maledetto strumento di morte. La consapevolezza di quanto avrebbe potuto rischiare se fosse stato colpito da quella spada sembrava, tuttavia, non inquietare particolarmente Goten, il quale ostentava tutta la propria tranquillità tenendo le mani inforcate nelle tasche dei pantaloni della tuta da combattimento arancione che indossava. Una quiete sorniona, non canzonatoria, più che altro un voler palesare all’avversario come lo scontro fosse completamente nelle mani del figlio di Goku. A rendere chiaro chi dei due fosse in vantaggio era il vistoso affaticamento palesato da Gokua. Quel guerriero dorato era sfuggito a ogni attacco sferrato dall’alieno dai capelli arancione, e lo aveva fatto senza mai dare l’impressione di fare sul serio, senza degnarlo nemmeno di un contrattacco. “Del resto… in ogni gruppo c’è una mela marcia!” commentò Goten. “Cosa dici? Ti prendi gioco di me?” rispose Gokua palesemente adirato. “So cosa ciò significhi meglio di quanto tu creda…dal momento che mi sono sentito nella medesima situazione per moltissimo tempo! Tu non sei allo stesso livello dei tuoi compagni!” lo accusò il secondogenito di Goku. “Non dire assurdità!” sbraitò Gokua attaccando Goten, tentando di colpirlo ancora una volta con la propria spada, con l’intenzione di tagliarlo a metà all’altezza della vita, ma al saiyan bastò fare un salto per evitare il colpo, per poi atterrare provocatoriamente sulla punta dell’arma, restando in equilibrio su di essa, sotto lo sguardo attonito del rivale. “Non puoi esserne realmente inconsapevole! Per me la tua è solo paura! Paura di metterti in discussione, e di riconoscere che, dopotutto, non sei nulla di speciale come guerriero!” disse ancora Goten. Gokua non rispose, si limitò a ritrarre bruscamente la spada obbligando Goten a scendere da essa, quindi cercò di colpire nuovamente il Super saiyan di secondo livello con la propria spada, ma stavolta il colpo non venne evitato da Goten, bensì bloccato. La lama della spada era stata bloccata tra l’indice e il medio del guerriero dorato. “Bastardo! Lascia la mia arma!” urlò Gokua, senza però riuscire a smuovere di un millimetro la propria spada. Con una semplice torsione del polso Goten spezzò in due la spada di Gokua, per poi contrattaccare colpendo l’alieno con un violento pugno all’addome, facendolo piegare in due dal dolore. Goten rimase ad osservarlo accasciarsi per terra, il colpo era stato violentissimo, e il seguace di Borjack non riusciva nemmeno più a respirare. Il figlio di Goku scrutava il proprio avversario con i suoi occhi smeraldini, in totale controllo della situazione. L’espressione del guerriero di secondo livello era tuttavia seria, per nulla rilassata. Qualcosa non tornava nella piega che la situazione stava assumendo, e l’esperienza aveva insegnato a Goten come, in certe circostanze, fosse consigliabile non abbassare la guardia. “No, non ci credo! Per quanto sia accettabile l’idea che in un gruppo vi sia un membro più debole rispetto agli altri, non mi spiegherei come Borjack possa aver mantenuto al proprio fianco uno come te se questo fosse realmente il massimo che sei in grado di fare! Ho percepito la forza dei tuoi compagni e, per quanto mi costi ammetterlo, penso che difficilmente avrei la meglio anche contro uno solo di loro! Pertanto credo che nemmeno tu stia facendo sul serio! Non aspettare dunque che si presenti un’occasione propizia per sfoderare il tuo asso nella manica! Perderesti solo tempo dal momento che non sto aspettando altro!” disse il saiyan. Gokua ridacchiò mentre lentamente si rialzava “Bravo! Sei un tipo perspicace! Hai indovinato su tutta la linea! Fossi in te però non avrei così tanta voglia di scoprire la reale entità dei miei poteri, dal momento che ciò coinciderà con la tua dipartita! Se però hai tanta fretta di morire… io non ho alcun interesse a dissuaderti da tale proposito!” disse l’alieno. Il medaglione che Gokua portava al collo iniziò a brillare intensamente di una luce verde abbagliante. “Sta attingendo a un potere particolare…” constatò tra se e se Goten. La pelle di Gokua assunse una tinta più chiara, e la sua muscolatura crebbe esponenzialmente, al punto da ridurre a brandelli la parte superiore del proprio vestiario, e la sua capigliatura color arancione assunse una tinta scarlatta. “Molto bene! Ora possiamo fare sul serio!” affermò Gokua. Goten lo fissò in passibile, poi sorrise sornione “Pensavo peggio…” pensò tra se e se.
    Nel frattempo, molto distante dal luogo in cui Goten e Gokua si stavano scontrando, anche Zangya ed Elore si stavano cimentando in un violento corpo a corpo. I colpi si susseguivano con una ferocia che sarebbe stata insospettabile basandosi solamente sul fisico delle due guerriere. I loro colpi risuonavano come tuoni nei cieli della vallata che sorvolavano. Elore stavolta aveva deciso di non ricorrere alle proprie facoltà evasive, aggredendo invece Zangya sin dalle prime battute dello scontro con violenti pugni e calci, sferrati a piena potenza concentrando le molecole d’aria di cui la zefiriana era composta in modo di renderli il più efficaci e letali possibili. Non senza provare un senso di sorpresa, Elore si rese conto di come la seguace di Borjack riuscisse a difendersi con disinvoltura e a contrattaccare con una prontezza tale da mettere in difficoltà la compagna di Arier. Lo scontro, tuttavia, era da considerarsi praticamente alla pari, e nessuna delle due guerriere riusciva a mettere a segno un colpo. Nemmeno Zangya, infatti, riusciva a superare le difese dell’avversaria, cosa che la stupiva in misura ancor maggiore rispetto a quanto era rimasta sorpresa Elore, in quanto una tale resistenza era qualcosa che andava totalmente contro ogni previsione che Zangya avesse potuto prendere in considerazione dopo aver percepito l’aura della zefiriana, decisamente inferiore alla sua. “Devo ammettere che sei riuscita a sorprendermi! A quanto pare sei molto più forte di quanto immaginassi! Sei un’avversaria temibile… lo devo riconoscere” disse Zangya, sorpresa ma non spaventata. “Hehe! Anche tu picchi duro, dolcezza! Non ho mai incontrato una donna tanto forte in tutta la mia vita terrena e postuma!” rispose Elore. “Ah… quindi anche tu sei una defunta! Come me!” osservò Zangya. “Si… però io sono una brava ragazza! Vengo dal Paradiso!” rispose Elore con un sorriso irridente e provocatorio. Zangya ghignò “Non ho mai sopportato i bravi ragazzi…”. Elore a quel punto si fece seria “Stai mentendo”. La sicurezza con cui la zefiriana aveva pronunciato quelle parole aveva lasciato Zangya interdetta, aveva tutta l’aria di qualcuno che parlava con cognizione di causa. Zangya si scosse. Che sciocchezze andava a pensare? In che modo Elore avrebbe potuto conoscerla? Era semplicemente una ficcanaso restia a farsi i fatti suoi e che si atteggiava a saputella. “Tu non sai nulla di me!!!” urlò Zangya protendendo le dita verso Elore, avvinghiandola nei suoi filamenti. “Presa!” esclamò Zangya con tono trionfale.
    I fili di energia della donna avevano completamente immobilizzato la zefiriana, che non riusciva più a muovere un muscolo. “Sei spacciata! Nessuno può sfuggire alla mia morsa! Dovresti essere molto più forte di così per riuscirci! Anche fossi potente quanto me non avresti nessuna possibilità di cavartela! Dimenati finché vuoi, ma non riuscirai a spezzare questi fili!” esclamò compiaciuta Zangya. Elore era rimasta per un attimo sorpresa dalla tecnica dell’avversaria, ma non sembrava affatto in preda al panico, anzi, fissava i fili di Zangya con aria incuriosita, con i suoi grandi occhi azzurri dall’aria ingenua, come una bambina sopra la quale fossero cadute delle stelle filanti. “Davvero una bella tecnica! Raffinata ed efficace! Hai stile, Zangya!” disse Elore con tono tranquillo, per poi fissare negli occhi Zangya “Sei la seconda persona che incontro che la utilizza”.

  2. #22
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    “Ah si?” chiese sorpresa Zangya. Era la seconda affermazione strana di Elore nel giro di pochi istanti. Quella dei filamenti di energia era una tecnica tipica di Borjack, era stato proprio lui ad insegnargliela. Come era dunque possibile che Elore la conoscesse? Zangya si irritò, con Elore ma principalmente con se stessa “Si sta divertendo a confondermi! E io mi sto facendo suggestionare come una cretina! Provo biasimo per me stessa! Che cosa mi succede? Da quando sono diventata così credulona?”. In preda all’ira, Zangya strinse la morsa dei filamenti su Elore la quale assunse un’espressione sofferente “Ahia! Stronza! Mi fai male!” si lamentò la zefiriana con tono indispettito. Zangya ringhiò “Sono stufa del tuo atteggiamento! Sei l’avversaria più irritante che abbia mai incontrato! Possibile che non riesca nemmeno a patire seriamente ne a provare paura per una fine oramai inevitabile? Sei stupida fino a questo punto?”. “Ehi piano con le offese tu! Io non ti ho fatto niente!” rispose Elore “E poi io non sono affatto spacciata! E ora te lo dimostro!”. Zangya scoppiò a ridere “Hahaha!!!! Ma come te lo devo dire che i miei fili non possono essere distrutti? Più ti agiti e più la morsa si stringe! Essi traggono forza dalla stessa energia che tu vorresti usare per forzarli!”. “Ma chi ha parlato di romperli?” chiese Elore con un sorriso furbetto, per poi ridurre la densità delle proprie molecole rendendosi eterea. Diventata praticamente aria, per la zefiriana non fu difficile divincolarsi dalla morsa dei filamenti di Zangya. “Cosa? Che succede? Come mai i miei fili non riescono a fare presa su di lei?” pensò la zardiana incredula. Lo stupore di lei fu ancora maggiore quando Elore svanì completamente. “E adesso??? Dove è andata?” pensò Zangya mentre si guardava intorno. La zefiriana, dopo una fase di studio, aveva dunque deciso di ricorrere ai propri poteri più caratteristici, quelli che contro i guerrieri Z l’avevano fatta sembrare imbattibile, prima che Pan e Bra ricorressero alla fusion. “Visto che prima mi hai insultata senza motivo…” disse Elore, materializzatasi sopra Zangya, che nel sentire la voce della zefiriana si era voltata nella direzione da cui essa proveniva “…ora mi tocca farti molto male! Così almeno avrai una motivazione valida per avercela con me? Capisci, no?” disse Elore gettandosi in picchiata contro Zangya, mantenendo le punte dei piedi protese in avanti, quindi prese a girare vorticosamente centrando la zardiana in pieno addome. Elore si era trasformata in una vera e propria trivella d’aria che spingeva Zangya verso il basso mentre le infliggeva a ripetizione ferite da taglio alla pancia. L’impatto col suolo fu violentissimo e sollevò un’immensa coltre di polvere e frammenti di roccia. Elore si alzò in volo e rimase ad osservare il punto dell’impatto. “Se devo essere sincera pensavo di ottenere dei risultati migliori… invece Zangya ha incassato questo attacco riportando danni relativamente lievi… è davvero molto potente” pensò tra se e se Elore. Come la zefiriana aveva preventivato, Zangya riemerse rapidamente dalla polvere pronta a ricominciare la lotta. “Usa pure tutti i trucchetti che vuoi! Ma io sono più forte! E la vittoria spetta a me! E’ solo questione di tempo!” affermò Zangya con somma sicurezza. Elore da parte sua non disse nulla. Era molto meglio concentrare le proprie attenzione al come contrastare la controffensiva della guerriera dai capelli arancione, che si preannunciava più che mai violenta.

  3. #23
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    EPISODIO 114: INCONTRO COL DOTTOR GERO

    “Quando un leone pregusta di affondare le proprie zanne sulle carni di una gazzella, di certo non si cura dei topolini che fuggono…” commentò Babidy osservando nella propria sfera di cristallo come Videl, Crilin e Tenshinhan fossero ormai giunti nelle vicinanze della base. “Ce ne sbarazzeremo in fretta… dopotutto sono solo degli esseri umani! Non si tratta del genere di avversario da cui dobbiamo temere qualcosa!” disse il Dr.Gero affiancandosi al proprio alleato per osservare i tre intrusi che, atterrati nella vallata, cercavano l’ingresso della base. “Te ne occupi tu?” chiese Babidy ruotando gli occhi in direzione dell’ex scienziato del Red Ribbon. “Perché? Tu che fai?” domandò Gero. Babidy iniziò a camminare in direzione dell’uscita della stanza dove si trovavano mentre parlava “Mi ritiro nelle mie stanze a guardare come se la cava Borjack! Di fronte ai miei poteri quei tre esseri umani non sono che insetti! Me ne libererei in un istante, e ti toglierei tutto il divertimento! In ogni caso, se le cose dovessero prendere una piega imprevista, vedrò di darvi una mano! Ma spero proprio che tu non ne abbia bisogno!”. “Molto bene… in ogni caso ci penseranno C-24 e C-25 ad aiutarmi! Anche se penso che potrei batterli anche da solo quei tre bambocci!” annuì Gero. Babidy sogghignò “Bene… in ogni caso assieme a loro c’è anche Yamcha… io lo avrei anche risparmiato per altre evenienze, ma mi sembrava così ansioso di rivedere i suoi vecchi amici che non me la sono sentita di dirgli di no! Hehehe!”.
    “Da questa parte!” urlò Tenshinhan, rivolgendosi a Crilin e Videl. I tre terrestri si erano sparpagliati in quella vasta vallata alla ricerca dell’entrata della base del Dottor Gero e di Babidy, e a quanto pare l’ex discepolo della scuola della gru era riuscito a trovarla. “Spostandoci così velocemente non è stato difficile metterla a setaccio…” commentò Videl. Tenshinhan batté con il piede sul terreno sottostante sentendo un rimbombo, che tradiva come sotto di esso vi fosse scavato un tunnel. Quindi protese il palmo della mano verso il basso, scagliando un ki blast e aprendo un varco nel suolo. Il terrestre sorrise, non si era sbagliato. Una profonda galleria artificiale che si estendeva in profondità, verso il basso, si presentava dinanzi ai suoi occhi. “Ottimo! Andiamo!” disse Crilin, calandosi nel tunnel, seguito dai suoi due compagni.
    Dopo essere scesi in profondità per diverse decine di metri essi giunsero alla pavimentazione della base, e innanzi a loro si presentava un lungo corridoio che conduceva ad una grande porta in metallo argentato. I tre terrestri si scambiarono un cenno di intesa ed iniziarono ad avanzare giungendo sino alla porta per poi varcarla. Il terzetto si ritrovò in una grande stanza al centro della quale era ubicata una scalinata, la quale sembrava condurre ad altre stanze sopraelevate. Prima ancora però che i terrestri potessero considerare l’eventualità di salire, una voce catturò la loro attenzione. “E così ci incontriamo di nuovo… cari Crilin e Tenshinhan…”. Sulla sommità dalla scalinata era apparso il Dottor Gero. “Tu!” ringhiò Crilin fissando Gero con aria minacciosa. “Per quanto riguarda la ragazza… non mi sembra di conoscerla! Molto carina devo dire…” constatò il malvagio scienziato leccandosi le labbra manifestando come la sua mente fosse in quel momento attraversata da chissà quali sordidi pensieri. “Fatti una doccia fredda, vecchiaccio! Vediamo se dopo che ti avrò ammazzato avrai ancora voglia di provocare!” urlò indignata Videl. Tenshinhan si voltò verso la propria compagna di battaglie, preoccupato da come essa si stesse lasciando provocare dal malvagio scienziato “Cerca di stare calma Videl”. Il Dottor Gero sorrise malvagiamente “Ah… vorresti ammazzarmi eh? Allora sei qui per combattere… sarà, ma con quella faccia mi sembri brava a fare ben altro…” sibilò lo scienziato passando allusivamente la propria mano a pochi centimetri dalla sua zona inguinale. “Ma come osi??? Iper flash!!!” urlò Videl scagliando il proprio colpo di energia contro lo scienziato malvagio. “No! Videl!” urlò Crilin, consapevole della mossa azzardata compiuta dalla figlia di Satan. Gero fissò con aria compiaciuta l’attacco di Videl avvicinarsi, quindi protese i palmi delle mani aperte innanzi a se. Il colpo della donna venne totalmente assorbito dal dispositivo del vecchio, lasciando completamente di stucco colei che lo aveva lanciato”. “Ma… cosa diavolo è successo?” esclamò Videl. “Devi stare attenta, Videl! Il Dottor Gero è capace di assorbire gli attacchi di energia dai palmi delle mani! E ciò lo rende ancora più forte!” spiegò Tenshinhan. “Dannato… mi ha provocata di proposito! Sono stata una sciocca!” pensò Videl tra se e se. “Grazie per la tua energia, cocca…anche se non era un granché! Non penso di essere diventato molto più forte con un attacco così debole!” commentò beffardamente il Dottor Gero. A quel punto Crilin fece un passo in avanti e disse “Lasciatelo a me! Per favore!”. “Vorresti affrontarmi da solo? Hahaha! Sei un povero pazzo!” lo derise Gero. Crilin strinse i pugni e fissò lo scienziato con un sorriso malvagio, come di colui che pregusta di consumare una vendetta attesa per molto tempo “Devo ringraziare il destino che mi ha dato l’opportunità di incontrarti! Finalmente potrò fartela pagare per tutto il male che hai fatto a C-18! E quando avrò finito con te toccherà anche a quell’altro pazzoide di Ghiller! Sempre che sia in giro anche lui…”. Il Dottor Gero rimase interdetto da una tale dimostrazione di sicurezza, e in parte intimorito dalla feroce determinazione del terrestre. Poi si ricompose… era assolutamente certo di non avere nulla da temere da lui. “Patetico… faresti molto meglio ad evitare di addossarti i panni del vendicatore da quattro soldi! Non sei in grado di sconfiggermi! E non solo… dovrai dimostrarmi di essere all’altezza di batterti con un cyborg quale io sono! Se vorrai misurarti con il sottoscritto dovrai prima sconfiggere i miei Saibarangers*!”. “Saibarangers?” chiese Crilin perplesso. Al comando del Dottore, cinque esseri minuti comparvero attorno a lui. Avevano l’aspetto dei saibaimen, ma si differenziavano da essi per la colorazione particolare. Solo uno di essi era del consueto colore verde, mentre gli altri erano rispettivamente: rosso, giallo, rosa e azzurro. “Sembrano dei Saibaimen…” constatò Tenshinhan. “Già… ma ho l’impressione che questi siano più forti…” ipotizzò Crilin. Il marito di C-18 non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che il Saibaranger rosso si scagliò contro di lui ad una velocità sorprendente, colpendolo con una violenta testata allo stomaco, e schiantandolo contro una parete. “Crilin!” urlò Videl voltandosi verso l’amico, ma così facendo finì col distrarsi venendo a sua volta atterrata da un calcio volante del Saibaranger rosa. Tenshinhan, diversamente dalla donna, mantenne la concentrazione, preparandosi a fronteggiare l’attacco dei mostriciattoli. Quello azzurro tentò di colpire un terrestre con un’artigliata, ma il guerriero riuscì a bloccargliela, venendo però colpito dai lati dagli altri due Saibarangers rimasti. Ten viene così costretto ad abbandonare la presa, venendo colpito a sua volta dal Saibaranger azzurro. I tre cominciarono a picchiarlo dai vari lati, con il terrestre impossibilitato a difendersi da tutti contemporaneamente. Il Dottor Gero osservò lo spettacolo con aria tranquilla e rilassata “Come immaginavo… non valgono niente…” pensò tra se e se. In quel momento però, Tenshinhan venne circondato da un bagliore di luce, e lo stesso accadde per gli altri due terrestri. “Ma… che succede?” si chiese il Dotto Gero. Non appena il bagliore si diradò, i terrestri riapparvero con addosso i rispettivi Cyber Cloth. “Bene, ora comincia il secondo round…” disse Tenshinhan per poi spostarsi con la super velocità alle spalle del Saibaranger azzurro colpendolo con una Rock Dodompa da distanza zero, disintegrandolo, e lasciando di stucco il Dottor Gero. “Sembrano diventati improvvisamente più forti… dunque anche Yamcha doveva la sua forza in parte a quelle strane tute da combattimento…” pensò lo scienziato, per poi voltarsi, attirato dagli strilli di dolore del Saibaranger rosso. Quando lo scienziato ebbe posato lo sguardo sulla sua creatura, essa era però già stata tagliata in mille pezzi dalle lame di vento di Crilin. E dopo di questo, un rumore sordo… un rumore di ghiaccio che si spacca. Il Saibaranger rosa non aveva avuto nemmeno il tempo di emettere un fiato prima di essere congelato da Videl, e conseguentemente ridotto in frantumi. “Devo ammettere che li ho giudicati troppo precipitosamente… non sono troppo sicuro che riuscirei a sconfiggerli se li affronto insieme ora che utilizzano quelle armature” pensò Gero preoccupato.

  4. #24
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    Oramai erano rimasti solo i Saibarangers verde e giallo, che indietreggiavano spaventati innanzi ai tre terrestri. Ad un tratto però un raggio di luce emerse dal pavimento avvolgendo Tenshinhan e Videl. “Cos’è questa luce?” chiese Vide guardandosi attorno. Crilin volse lo sguardo verso Gero per constatarne eventuali responsabilità, e trovò conferma di questa ipotesi nel vedere lo scienziato azionare un meccanismo nella parete di destra che delimitava le scale. Troppo impegnati a combattere, Tenshinhan e Videl non avevano potuto evitare di essere travolti dalla luce. Non appena la luce si diradò, i due terrestri erano scomparsi, e con loro i due Saibarangers superstiti. “Che cosa gli hai fatto???” urlò Crilin a Gero, il quale rispose “Li ho solo trasferiti in un’altra zona della base! Sai, cominciava a diventare troppo affollato qui!”. “Come ci sei riuscito?” chiese Crilin. “Diciamo che è una trappola che ho congeniato con l’aiuto di Babidy per i casi di emergenza! Comunque non preoccuparti, i tuoi amici sono in buona compagnia! Huhuhu!” ridacchiò lo scienziato. Crilin sorrise e avanzò verso Gero “Allora non hai capito…” disse il terrestre con tono flemmatico e tranquillo “…loro non sarebbero intervenuti! Perché il tuo solo e unico avversario sono io!”. Gero, si mise in posizione di guardia “Non montarti la testa, terrestre… con me non sarà facile come coi Saibarangers… e per C-18, anziché un vendicatore, sarai solo un caduto da rimpiangere”.
    Nel frattempo, da tutta altra parte, all’interno della grande base, Tenshinhan e Videl si erano appena sbarazzati dei Saibarangers rimanenti, e cercavano di capire dove si trovavano. “Dove siamo finiti?” chiese Videl “Non ne ho idea… deve essere uno dei trucchi di quel maledetto dottore…” rispose Tenshinhan. Ad un tratto una voce li fece sussultare. “Videl! Tenshinhan!”. “Questa voce… Yamcha! Sei tu?” chiese Tenshinhan volgendo il proprio sguardo ad un angolo buio, dal quale, dopo pochi attimi, emerse parzialmente, ancora avvolta dalla penombra, la figura dell’amico. “Yamcha! Sei vivo!!!” esultò Videl. Yamcha sorrise sarcasticamente, e il sorriso di trasformò presto in una sonora risata “HAHAHAHA!!!”. Tenshinhan e Videl rimasero interdetti “Ma… Yamcha! Che hai?” chiese la donna, perplessa. Yamcha cessò di ridere e riprese a parlare “Ma certo… Yamcha! Il perdente… colui che non sa fare nulla! Che deve essere salvato dalla propria inettitudine! Questo avete sempre pensato di me! Confessatelo!” disse il terrestre con tono colmo di rancore. La figura di Yamcha emerse dall’ombra, e solo allora Tenshinhan e Videl poterono vedere la “M” sulla sua fronte, chiaro segnale di come oramai fosse diventato un seguace di Babidy. “Oh… no!” esclamò Videl, mentre Tenshinhan non disse nulla, ma si limitò a ringhiare la propria rabbia. Il treocchi non poteva però immaginare come per lui le sorprese non fossero ancora finite. Per la seconda volta nell’arco di pochi minuti, udì una voce familiare. “Perché fai così, Tenshinhan? Dovresti essere contento che il tuo amico sia diventato tanto potente! O hai rinnegato i miei insegnamenti al punto da farti scrupoli anche sul modo di conseguire il potere?”. “Non è possibile… ma…maestro!” balbettò Tenshinhan. Dall’ombra infatti emerse, nella classica tuta da combattimento di colore verde e giallo della scuola della Gru, l’omonimo eremita, il maestro di Tenshinhan. “Dunque anche lei è tornato dagli inferi? Allora perché non percepisco nessuna forza spirituale in lei?” chiese Ten. La risposta arrivò, ma non fu l’eremita della gru a rispondere, ma la voce di qualcuno che apparve dall’altra parte della stanza. Ancora una volta era una voce familiare. “Perché siamo cyborg… “ disse il nuovo arrivato. “Tao Bai Bai!” esclamò Tenshinhan riconoscendolo. Non era più il Tao Bai Bai parzialmente ricostruito che aveva incontrato al Tenkaichi di molti anni prima… aveva riacquisito le proprie sembianze originarie, chiaro segnale di come fosse stato trasformato in un cyborg con una tecnologia molto più avanzata di quella utilizzata dal Red Ribbon la prima volta. “Non rivolgerti mai più a me chiamandomi così… io ora sono il cyborg numero 25! E finalmente ho il potere di lavare col sangue l’onta del tuo tradimento!”

    * I Saibarangers sono dei nemici tratti dal videogioco Dragon Ball Z Budokai 2 per Play Station 2.

  5. #25
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    EPISODIO 115: KAIOHSHIN CONTRO DAIMASKO

    “A prima vista sembra un bestione che basa il proprio stile di combattimento unicamente sull’uso della forza bruta! Ciò lo renderebbe un avversario non particolarmente difficile da affrontare per me! In ogni caso è meglio stare in guardia, ed evitare che lo scontro si trasformi in un combattimento ravvicinato! Non ci vuole un genio per capire che un mio pugno arrechi, rispetto ad uno suo, un danno alquanto differente” pensò tra se e se Kaiohshin fissando Daimasko. “Non nutro il desiderio di battermi contro di lei, Kaiohshin! Pertanto mi permetta di insistere! Desista dal suo proposito di varcare questa porta!” disse il guardiano. “Per essere un bestione sembra piuttosto ragionevole, e per nulla assetato di sangue! Chissà cosa avrà combinato in vita per finire nel Limbo! Ha tutta l’aria di essere un guerriero valoroso e leale… perché dunque l’accesso in Paradiso gli sarà stato precluso? Forse è solo apparenza?” pensò Pai Ku Han osservando la scena che gli si presentava innanzi. “Se il motivo che mi spinge a tentare questa impresa fosse futile me ne sarei già andato, credimi Daimasko! Tuttavia così non è, pertanto mi dispiace, ma a meno che tu non ti faccia da parte temo che lo scontro sia inevitabile…” rispose Kaiohshin. “E sia! Nulla di personale…” disse Daimasko per poi scagliare il suo possente martello da guerra contro la divinità. L’arma roteava ad altissima velocità contro Kaiohshin che si spostò rapidamente per evitarla. Non appena però l’arma lo ebbe sopravanzato, e la divinità ebbe tentato di localizzare nuovamente Daimasko, questi vide come il guardiano si fosse come volatilizzato. “Ma dove è andato? Si è spostato? Da non credere! E’ rapidissimo per la sua mole! Eppure l’ho perso di vista solo per un istante!” pensò Kaiohshin. Ad un tratto udì una presenza alle sue spalle. L’acuta divinità si rese conto della situazione in una frazione di secondo, e ciò risultò la sua salvezza. L’iniziale lancio del martello da parte di Daimasko era stato solo un diversivo. In realtà l’enorme guerriero aveva già previsto che Kaiohshin avrebbe evitato il colpo, e si era spostato dietro di lui, afferrando al volo la sua stessa arma, pronto a colpire alla schiena l’avversario con tutta la sua forza. Kaiohshin eseguì una rapidissima torsione del busto in modo da volgere le braccia in direzione dell’avversario, dunque con la sola forza del Ki si diede una spinta all’indietro, allontanandosi da Daimasko e, al contempo, allontanando quest’ultimo da se. Malgrado questo il martello del guardiano riuscì a colpire, sia pure di striscio, l’avversario. Il dolore che Kaiohshin provò gli rese chiara l’idea di quanto devastante sarebbe stato l’impatto se Daimasko lo avesse centrato in pieno “Ha una forza mostruosa! Ed è anche furbo e veloce! Non c’è che dire… il mio ritorno a combattere in prima linea è stato consacrato dall’incontro con un avversario degno di un Kaiohshin!” pensò la divinità, scagliata comunque a Terra dal colpo. Daimasko invece non cadde, riuscì con una piroetta a cadere in piedi, e la sua mole fece il resto, permettendogli di fare presa sul terreno in maniera salda. Il guardiano non era disposto a lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione che gli si presentava di colpire l’avversario in un tale momento di vulnerabilità. “Kaiohshin! Signore! Stia attento!” urlò Pai Ku Han vedendo in pericolo la divinità, ma Darbula gli mise una mano sulla spalla allo scopo di tranquillizzarlo “Non preoccuparti! Quella vecchia canaglia non si lascia di certo battere con così poco !” disse con un sorriso divertito l’ex re dei demoni, mentre gli tornavano alla mente gli scontri avuti in passato con quello che in un certo senso era il suo rivale di sempre. Non era un caso se, quando aveva accettato di mettersi al servizio di Babidy allo scopo di aumentare la propria potenza, lo aveva fatto soprattutto in ottica di uno scontro con lui. Daimasko era pronto ad abbattere il proprio martello sull’avversario, il quale però sorrise con astuzia e protese la mano in direzione del guardiano. “Ma… cosa succede? Il mio… il mio braccio! Non riesco a muoverlo!” biascicò incredulo il guerriero, rendendosi conto di come ogni mobilità del suo arto anteriore destro fosse stata totalmente interdetta. “Ecco… finalmente comincia a fare sul serio…” commentò Darbula con compiacimento. Kaiohshin, senza variare la postura del braccio eseguì un leggero movimento di polso, indice e pollice, e così facendo ruppe in due il martello di Daimasko, con somma incredulità da parte di quest’ultimo. “Questa è dunque la formidabile abilità psicocinetica di Kaiohshin di cui mi avevi parlato, Darbula? Non c’è che dire! Non hai esagerato nel tuo tesserne le lodi” commentò Zeneyu. Pai Ku Han da parte sua, essendo l’unico a non essere al corrente delle facoltà della divinità, si limitò a tenere lo sguardo colmo di stupore, fisso sul duello. Kaiohshin si alzò in piedi e protese anche l’altra mano verso Daimasko, quindi allargò lentamente le braccia facendo in modo che Daimasko compisse lo stesso movimento. In quel modo aveva posto l’avversario in una condizione di estrema vulnerabilità, portando le sorti dello scontro palesemente a favore della divinità. Kaiohshin mosse lenti passi in direzione dell’inerme avversario, per poi colpire con un violento calcio la gamba di Daimasko facendo cadere in ginocchio il guardiano. Solo in quella situazione di totale sicurezza Kaiohshin ruppe il blocco psicocinetico allo scopo di poter attaccare a piena potenza l’avversario. La divinità colpì ripetutamente l’avversario sferrando degli attacchi a mani aperte che non toccavano direttamente il corpo del malcapitato, ma lo colpivano tramite l’incanalamento della potenza dell’aura. Dunque con una spinta più decisa Kaiohshin scagliò lontano da se Daimasko, il quale, stordito dai colpi, non riuscì a frenare l’inerzia dello spostamento andando a collidere contro una parete di roccia, che crollò seppellendolo. “Ora capisci perché, pur essendo sempre stato più forte di lui, ho sempre ritenuto Kaiohshin un avversario temibile?” chiese Darbula rivolgendosi a Pai Ku Han. “Che potere tremendo!” commentò in risposta il guerriero della galassia dell’ovest. “Basta così! Lo scontro non ha più ragione per continuare! Ho volutamente evitato i tuoi punti vitali, Daimasko! Se dovessi morire nuovamente trovandoti già nell’aldilà spariresti per sempre!” disse Kaiohshin. Per tutta risposta Daimasko espanse la propria aura scagliando lontane le rocce che in precedenza lo seppellivano. “Non sembra proprio una dichiarazione di resa…” commentò Zeneyu. “Ciò che dice mi è fin troppo chiaro, Kaiohshin! Ed è proprio per evitare che ciò possa accadere che non posso lasciarvi passare!” disse il guerriero. “Spiegati!” lo esortò Kaiohshin, incuriosito da quanto Daimasko aveva appena detto. “Il custode del secondo portale si chiama Shadow… ed è un assassino efferato e sadico! Che prova piacere nel torturare e uccidere chiunque gli capiti a tiro! Non mi capacito di come un simile individuo non bruci tra le fiamme dell’inferno! Ma questo è quanto! E concedervi di passare vorrebbe dire farvi finire tra le sue grinfie! Per questo sono deciso ad impedirlo con tutte le mie forze!” spiegò il guardiano. “Il tuo proposito ti fa onore, Daimasko! E io stesso non mi spiego, se la tua descrizione di questo Shadow corrisponde al vero, come mai si trovi qui e non negli inferi! Rivelandomi questo tuttavia non mi hai fermato! Anzi, in quanto divinità è mio dovere verificare se e come Enma possa aver commesso un errore tanto grossolano!” rispose Kaiohshin. Daimasko imprecò rabbiosamente quasi ruggendo, tradendo la propria natura di ibrido tra uomo e bestia “Lei non capisce! Se lei si batte con Shadow, morirà! Lui è molto più forte di me!” ruggì il guardiano. Kaiohshin sorrise “Beh… mi pare di averti dimostrato di essere pure io più forte di te! Questo dovrebbe tranquillizzarti!” disse la divinità. “Se mi convincerà della veridicità di quanto afferma la lascerò andare più serenamente! Ma quanto fatto finora non lo considero come una dimostrazione sufficiente! Sappia che non ha ancora visto tutto di me!” ribatté Daimasko per poi scagliarsi contro Kaiohshin. “Il suo senso del dovere gli fa onore, ma quanta testardaggine!” pensò la divinità preparandosi a riprendere il combattimento. Il guardiano si muoveva a zig zag, spostandosi rapidamente a destra e a sinistra mentre avanzava. “Fa così per impedirmi di inquadrarlo nel mio blocco psicocinetico! Non è certo un bisonte! Testardo si, ma abbastanza acuto dall’imparare una lezione quando la subisce!” pensò Kaiohshin. Oramai Daimasko era arrivato molto vicino a Kaiohshin e sferrò un pugno contro di esso, che però venne facilmente evitato dalla divinità spostando la testa “Questo modo di fare però ha delle controindicazioni! Allungare la traiettoria del proprio movimento rende l’azione più lenta, e da modo all’avversario di prevederla!” commentò tra se e se la divinità, che ora aveva l’addome di Daimasko ben esposto al suo contrattacco. “Ti ho in pu… ehi ma… cosa succede!?” sussultò Kaiohshin, che già pregustava la possibilità di sferrare il colpo risolutore, ma si rese conto che qualcosa non andava. Il proprio braccio era completamente ricoperto di una folta peluria, e penzolava inerte privo di forza. “Deve essere un potere particolare! Forse lo abbiamo sottovalutato!” commentò Darbula, per la prima volta preoccupato.

  6. #26
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    “Dannazione!” imprecò Pai Ku Han. Zeneyu da par suo assisteva impassibile, come se la cosa non lo turbasse affatto. “Mi spiace Kaiohshin! Ma lei non è l’unico a possedere delle abilità particolari! Il mio pugno era una finta, uno specchietto per le allodole! Quello che realmente volevo era far cadere anche solo una ciocca della mia peluria su di lei!” affermò Daimasko, mentre i peli, dopo il braccio, cominciarono a coprire completamente il corpo della divinità, che sentiva tutte le proprie forze abbandonarla. “E’ un potere tipico delle creature della mia razza! Non appena il nostro pelo morto entra in contatto con il corpo di un essere diverso da noi, esso agisce come fosse vivo, attaccandosi ad esso e assorbendone l’energia spirituale! Questa lo alimenta, fino a che non ricopre tutto il corpo della vittima, svuotandolo completamente di ogni forza! Non c’è modo di invertire il processo! Mi limiterò a svuotarla del potere combattivo! Non voglio ucciderla, come ho già detto!” spiegò Daimasko, mentre Kaiohshin si era oramai trasformato in un ammasso di pelo. “Accidenti! Ha perso…” commentò Darbula mentre Pai Ku Han stringeva i denti colmo di disappunto. “Non ne sono convinto! Non scordatevi dell’altro potere che possiede Kaiohshin da quando si è unito con quel Kibith di cui mi hai parlato te, Darbula!”, l’ex demone fissò sbigottito colui che era stato il suo allievo, quindi volse di nuovo lo sguardo alla divinità dell’Est. “Ma sicuro! Non avevo considerato a cosa l’unione tra quei due potesse comportare! Non c’è che dire, sei uno che ascolta davvero bene, Zeneyu, se arrivi a ipotizzare cose che sfuggono persino a coloro che te le hanno raccontate in origine!”. Esattamente come aveva previsto Zeneyu, ad un certo punto la peluria cadde, come se si trovasse sospesa nel vuoto, e sotto di essa, Kaiohshin non c’era più. La divinità aveva utilizzato il teletrasporto! Daimasko non conosceva questa abilità e non si trovò preparato al contrattacco della divinità. Il guardiano si voltò ma non vide altro che Kaiohshin congiungere le braccia innanzi a se per poi scagliare una poderosa onda di energia azzurra contro di lui. Privo di ogni difesa Daimasko ne fu travolto in pieno e stramazzò al suolo, definitivamente sconfitto. “Sei… forte Kaiohshin! Hai vinto! E riconosco che potresti avere concrete possibilità contro Shadow! “ disse debolmente Daimasko. “Hai combattuto bene, Daimasko! E ti prometto che non mi farò ammazzare!” sorrise Kaiohshin. Daimasko sorrise di rimando. “Posso farti una domanda?” chiese la divinità. Daimasko annuì. “Come mai un guerriero valoroso come te non è stato ammesso al Paradiso?” domandò Kaiohshin. Daimasko rise debolmente “Veramente Re Enma mi aveva effettivamente mandato in Paradiso! Ma sono stato io a chiedere di venire qui!” spiegò il guardiano. “Che cosa???” domandò incredulo Kaiohshin “ E come mai??? “. Daimasko sorrise “Perché sono innamorato… e colei che amo trascorre l’eternità qui! E per me il vero Paradiso è stare dove c’è lei!”. A Kaiohshin luccicarono gli occhi “ Ma che bella storia! Devi amarla davvero moltissimo!”, “Puah… quante smancerie!” brontolò Darbula, buono si, ma sempre ex signore degli inferi, e molto poco avvezzo a certe storie sentimentali (almeno quando era nel pieno delle proprie facolt&#224. “Beh, che dire? Spero di poterla incontrare un giorno!” disse Kaiohshin. “Hehe! Lo auguro anche a voi! Anche perché la guardiana del terzo portale!” disse Daimasko. Il quartetto sussultò. “ Accidenti! Deve essere bella forte la tua donna!” commentò Kaiohshin che già si immaginava una specie di Daimasko truccato e vestito in abiti femminili, a prendere brutalmente il posto della leggiadra donzella che aveva fatto capolino nella propria mente in origine. “Beh perdonaci se non ci tratteniamo ulteriormente ad ascoltare tutte le qualità della tua ragazza ma abbiamo un po’ di fretta!” tagliò corto Pai Ku Han, anche lui poco avvezzo a faccende sentimentali. Il quartetto di guerrieri varcò quindi il primo portale, che conduceva alla seconda area di combattimento, dove avrebbero incontrato il famigerato Shadow.

    KAIOHSHIN CONTRO DAIMASKO

    Kaiohshin 350.000.000
    Daimasko 400.000.000

  7. #27
    Uomo Tigre
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    Grande!
    Io mi ero fermato a leggere proprio al capitolo 103 perchè poi non ne trovai più su DBA!
    Sono contento che il più grande scrittore di questo sito sia tornato a postare

  8. #28
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    Ecco qui!

    Terrò il topic aggiornato con i nuovi capitoli!

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da Uomo Tigre Visualizza Messaggio
    Grande!
    Io mi ero fermato a leggere proprio al capitolo 103 perchè poi non ne trovai più su DBA!
    Sono contento che il più grande scrittore di questo sito sia tornato a postare

    Ti ringrazio! Sono lusingato!

    Buon prosseguimento allora!

  10. #30
    Senior Member L'avatar di AlphaOmega
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    Gaudio e tripudio!
    Eh!? (n.d. tutti...)
    Ehm..sono lieto ke abbia preso questa decisione! Ho molto apprezzato questa sua ff (ke tra l'altro mi ha dato il coraggio di provare a realizzare la mia)!
    La trovo 1 opera suberba! 1 sublime capolavoro!
    I miei migliori complimenti!

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