Intanto, nella dimensione demoniaca, stava accadendo quanto di più distante si possa immaginare dalla gioia e dall'allegria che caratterizzavano l'incontro tra Avan e la sorella Eràn. Una carneficina inaudita, un'orgia di sangue e violenza spaventosa.
Dal varco dimensionale aperto da Baldaar e Latan, che collegava la dimensione demoniaca al Cauldron ancestrale, uscivano orde di antiche entità malvagie imprigionate da milioni di anni in quello che di fatto poteva ritenersi l'inferno degli antichi. Bramosi di sangue e resi ancora più aggressivi dalle sofferenze patite per un periodo di tempo interminabile, mostri ed esseri maligni di ogni sorta uscivano urlando dal varco dimensionale, aggredendo coloro che avevano avuto l'ardire di aprirlo. Non potevano immaginare quanto la gioia perversa per essere tornati in libertà sarebbe stata di breve durata. Se era vero che Baldaar e Latan non erano nelle possibilità di distogliere l'attenzione dai rispettivi compiti, ovvero tenere aperto il varco dimensionale con la smisurata energia spirituale di colui che si era autoproclamato dio dei demoni e il cercare di localizzare Dyamans in una dimensione sconfinata come il Cauldron ancestrale da parte dell'angelo caduto, altri valenti e spietati guerrieri del male si opponevano alla loro avanzata, e non certo con metodi delicati. Ben presto però, Lilith, Kabal, Minossia e Yusaku avevano capito come fosse superfluo da parte loro sprecare energie in una battaglia in cui il solo Darbula spadroneggiava, dando sfoggio della forza e dei nuovi poteri acquisiti dopo essere divenuto un tutt'uno con il leggendario demone Norgaal, uccidendo nemici come mosche. Colui che era tornato a fregiarsi del titolo di sovrano della dimensione demoniaca rideva sadicamente mentre, sospeso in aria, generava quelle che sembravano essere delle semplici raffiche di vento, ma che al solo contatto con i nemici tramutava i medesimi in statue di pietra che in seguito finivano polverizzate. L'unione con Norgaal aveva aumentato esponenzialmente le capacità che già Darbula possedeva, permettendogli di pietrificare i nemici con una facilità ed un efficacia molto superiori rispetto a quanto non era in grado di fare prima. Oltre a questo, dalla mano destra emetteva lingue di fuoco di dimensioni colossali, e dalla sinistra centinaia di piccoli globi di energia violacea che deflagravano al minimo contatto con il bersaglio. “Si! Eccolo finalmente! E' lui il Darbula di cui ho deciso di essere compagna! Potente e spietato! Lui è il mio uomo!” esclamò Lilith con orgoglio e ammirazione. Sembrava di aver fatto un salto indietro nel tempo. Darbula era tornato lo spietato demone che era quando Lilith lo aveva conosciuto, inoltre era tornato ad essere molto più forte della stessa donna demone che mai avrebbe accettato di essere consorte di qualcuno che non fosse quantomeno suo pari in termini di potenza e malvagità. In tal senso il divario esistente tra lei e il marito era divenuto persino più grande rispetto a quanto non fosse molti anni prima, e se la potenza di Darbula non aveva del tutto sconvolto Lilith era solo perché questa aveva vissuto per anni al fianco di Baldaar, il cui potere rimaneva comunque inavvicinabile e incomparabile persino per il mostro che era diventato il proprio consorte. Nessuno del gruppo dimostrava sorpresa per la potenza dimostrata da Darbula, ognuno per un proprio motivo. Yusaku, in virtù dei propri poteri divinatori non poteva certo essere sorpreso da ciò a cui stava assistendo, Minossia invece era da sempre un'autentica statua di ghiaccio che non aveva mai lasciato trapelare le proprie emozioni da quando era passato al servizio di Latan, quanto a Kabal probabilmente aveva assunto un'espressione meravigliata, ma dal momento che il suo volto era celato da una maschera nessuno avrebbe potuto verificare se ciò fosse vero o meno.
Intanto Avan ed Eràn avevano percorso velocemente in volo il percorso che divideva il tempio della Kaiohshin dell'Ovest da quello appartenente alla divinità del Nord. “Eccoci. Quello è il tempio dove vive Lotus, giusto?” chiese Avan rivolgendosi alla sorella. “Si, esatto! Entriamo.” annuì Eràn. Esteriormente il tempio di Lotus si presentava come del tutto uguale a quello della divinità dell'ovest, e così come era avvenuto quando Avan era entrato nel tempio della sorella, il varcarne l'ingresso fu come entrare in un'altra dimensione. Avan ed Eràn si ritrovarono sulla riva di un enorme lago, cosa che non sorprese affatto la divinità dell'est, dal momento che ben ricordava quale fosse la più grande passione di Lotus: la pesca. Non passarono che pochi istanti prima che Avan sentisse urlare il proprio nome e vedesse una barchetta avvicinarsi alla riva. In piedi sopra di essa, la divinità del nord salutò allegramente i nuovi arrivati, mentre procedeva all'attracco. “Ragazzo mio! Che bello rivederti!” disse Lotus prendendo le mani di Avan tra le proprie in segno di saluto. “Anche io sono felicissimo di vederti, Lotus” rispose Avan con un sorriso. “Vedo che ci sei anche tu, Eràn. Stiamo organizzando una rimpatriata?” chiese il dio del nord. La divinità dell'est spiegò a Lotus le motivazioni del suo viaggio. “Devi averne passate di tutti i colori, ragazzo mio! In particolare sei stato davvero in gamba a superare i portali del Limbo.” commentò Lotus. “Dici questo perché non hai idea di cosa è diventata la dimensione demoniaca negli ultimi tempi. Credimi, ne sono uscito vivo per miracolo, e di certo da solo non ce l'avrei mai fatta. Comunque sia è una storia lunga, che mi evoca ricordi non proprio piacevoli, dunque preferisco parlarvene una sola volta, quando saremo tutti insieme” rispose il Kaiohshin dell'est. “Capisco. Non fatico a crederlo comunque. La dimensione demoniaca è sempre stata probabilmente il peggior luogo dell'universo, e sapere che le cose sono ulteriormente peggiorate mi mette i brividi.” annuì il Kaiohshin del nord, per poi aggiungere “Beh... direi che non è il caso di indugiare allora. Andiamo ad avvisare anche Karn e poi raggiungiamo Yachin, sperando che almeno lui sappia qualcosa in merito a come tornare ad essere un unico Kaiohshin.”. E così il terzetto di Kaiohshin lasciò la dimora di Lotus per dirigersi verso il tempio dove la divinità del Sud trascorreva l'eternità.