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  1. #991
    Senior Member L'avatar di AlphaOmega
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    Strano Sei stato proprio tu a riconoscere Latan appena si è accennato alla spada
    Lo ha salvato appena entrati nella dimensione, da Lady Agares e garlik Jr.

  2. #992
    Full Metal Alchemist
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    Bel capitolo anche se un po' corto ma necessario; anziché giocare d'azione hai usato la logica che non guasta.
    In ogni caso ottimo lavoro come sempre

  3. #993
    Senior Member L'avatar di goku super sayan III
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    Citazione Originariamente Scritto da AlphaOmega Visualizza Messaggio
    Strano Sei stato proprio tu a riconoscere Latan appena si è accennato alla spada
    Lo ha salvato appena entrati nella dimensione, da Lady Agares e garlik Jr.
    !!!! è vero, come ho fatto a dimenticarlo
    "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

  4. #994
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    seguita dal primo a questo episodio quando andrai avanti? comunque sei una bomba! scrittura perfetta così come lo stile veramente wow

  5. #995

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    quando continui??

  6. #996
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    Scusate. Il lavoro e la mancanza di ispirazione mi stanno rallentando oltremodo. Spero di poter completare al più presto il nuovo capitolo.

  7. #997

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    Grazie di cuore Final

  8. #998
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    Lo dico io prima di voi: Finalmente!

    EPISODIO 208: CONTRATTO DEMONIACO

    Darbula era sempre stato troppo pragmatico perché tornare dopo tanto tempo a percorrere i corridoi di quello che un tempo era stato il suo palazzo reale potesse portarlo ad essere rallentato dai ricordi che facevano capolino nella sua mente salvo poi esserne scacciati dalla premura che il demone aveva di raggiungere il prima possibile Kaiohshin e sincerarsi della sua incolumità. Oltre a questo, man mano che si avvicinava alla sala del trono egli iniziava a realizzare con sempre maggiore concretezza quello che aveva sempre stentato a credere: l'oscura aura di Baldaar aleggiava in tutto l'edificio in tutta la propria oppressiva oscurità ed era di un'entità tale da andare di molto oltre l'immaginazione di colui che del possessore di tale oscuro potere era il padre. “E' ora” pensò tra se e se Darbula, trovandosi di fronte alla porta della sala dove percepiva chiaramente Baldaar lo stesse attendendo e nella quale riusciva ad avvertire debolmente la presenza di Kaiohshin, a malapena percepibile in quell'aeree totalmente saturo dell'oscurità emanata dal nuovo sovrano dei demoni. Colui che era stato il complice di Babidy aprì le ante dell'imponente porta e mosse alcuni passi risoluti all'interno della stanza prima di fermarsi e osservare la situazione che gli si presentava innanzi. Non era sua intenzione dare a vedere come anche il cuore di un demonio come lui fosse pervaso da un senso di paura e soggezione nell'apprestarsi ad incontrare un essere tanto incredibilmente malvagio e potente. A tradire le emozioni di un Darbula che era riuscito a mantenere un contegno invidiabile per la situazione in cui si trovava vi erano solo delle rade gocce di sudore freddo sulla sua pelle scarlatta. Baldaar era di fronte a lui, e le sue fattezze erano il ritratto stesso della potenza.
    “Benvenuto padre! Ti stavamo aspettando!” disse Baldaar con un tono di voce per lui poco usuale. Era serio, e non sembrava in alcun modo intenzionato a provocare il padre o a mortificarlo in virtù della propria immensa inferiorità. Anche Kaiohshin ne rimase quasi sorpreso. Pur mantenendo il proprio atteggiamento regale e parlando dal pulpito di colui che si ritiene superiore a chiunque era evidente come Baldaar nutrisse nei confronti del padre un rispetto che era sua assoluta prerogativa. Neppure sua madre o le sue sorelle potevano vantare tanta considerazione ai suoi occhi. “Sei cresciuto davvero molto, figlio mio! Hai a dir poco surclassato ogni mia aspettativa in merito alla potenza e alla malvagità che ipotizzavo tu potessi raggiungere!” disse Darbula mentre camminava in direzione del grande tavolo quadrangolare situato al centro della sala. La sedia più grande era occupata da Baldaar, mentre su una di quelle laterali era seduto Kaiohshin, che Darbula salutò con un cenno del capo. Quando l'ex sovrano fu giunto a pochi metri dal tavolo una sedia si spostò, mossa dalla telecinesi di Baldaar. Un tacito invito a sedersi in modo da trovarsi esattamente di fronte al figlio. La quarta sedia, cioè quella di fronte a Kaiohshin, era invece ancora vuota. “E' orgoglio o disprezzo quello che avverto nelle tue parole, padre? Non riesco a comprenderlo!” chiese il nuovo re della dimensione demoniaca. “E' disprezzo, figlio mio! Ma non nei tuoi confronti! Sarebbe da parte mia un atto di ipocrisia prendere le distanze da qualcosa che io stesso ho contribuito a creare! Se sei divenuto quello che sei anche per colpa dei miei insegnamenti!” rispose Darbula sedendosi. “Non colpa, padre! Merito! Ed è proprio per questo che provo per te un rispetto che il tuo cadere in disgrazia rinnegando il tuo stesso credo dovrebbe precluderti! E' stata l'ambizione a spingermi a sottomettere tutti i casati e a fare mio il potere di cui ciascuno di loro era depositario! La tua stessa ambizione! L'ambizione che ti ha spinto a seguire il mago Babidy per espandere il tuo dominio sul mondo della luce! L'ambizione che tu mi hai insegnato essere ciò che realmente dona la forza a un sovrano! E la veridicità di quanto affermavi è proprio qui, di fronte ai tuoi occhi! “ rispose Baldaar. “Sbagli figlio mio... in questo momento ti senti invincibile, ma un giorno sarà la tua stessa ambizione a portarti alla rovina!” ribatté Darbula. “Parole vuote! Sproloqui degni di una mente traviata per la quale provo biasimo e pena! Questo non sei tu, padre! E' stato un artificio a renderti la parodia di te stesso che ora mi si presenta innanzi! E' stata l'opera di qualcun altro a forzare il tuo essere e a trasformarti in quello che sei ora! Lo puoi negare?” lo incalzò il figlio. Darbula non seppe che cosa rispondere. Sapeva perfettamente che quanto Baldaar affermava era vero. Quando era finito nell'aldilà per mano di Majin Bu era stato privato di ogni barlume di cattiveria da Re Enma. Inizialmente questa non doveva essere altro che una punizione per l'ex sovrano della dimensione demoniaca e solo successivamente gli era stata restituita la propria personalità in modo da poter sfruttare le sue abilità guerriere mettendole al servizio della giustizia. Per quanto Darbula fosse profondamente convinto della propria conversione il fatto che questa fosse stata in origine forzata e indotta da terzi era impossibile da negare. “Come immaginavo... non mi sbagliavo sul tuo conto! Comunque sia veniamo al motivo per cui ti ho fatto venire qui! Io ti rivoglio al mio fianco, padre!” asserì Baldaar. “Che cosa? Ma sei uscito di senno? Io non potrei mai appoggiarti! Non sono più quello di un tempo!” ribatté Darbula. Anche Kaiohshin rimase sorpreso, sebbene non osasse mettere bocca nella discussione tra i due. “Quel che dici è vero... tuttavia tu sai che esiste un modo per farti tornare il demone che eri!” fece il figlio col sorriso allusivo di qualcuno cosciente del fatto che il proprio interlocutore sapesse di cosa stesse parlando. Il padre assunse un'espressione sorpresa, che però lasciò presto il posso ad un amaro sorriso. “Già... avrei dovuto immaginare che nemmeno un potere leggendario come quello ti fosse precluso!” commentò. “Di che potere state parlando?” chiese Kaiohshin, trovando il coraggio finalmente di proferire parola. Fu Darbula a rispondere “Il contratto demoniaco”. “Contratto demoniaco? E di che si tratta?” chiese la divinità. “Si tratta di un antico e potente incantesimo che permette di trasformare chiunque in un demone dall'animo crudele e spietato... o farlo tornare tale nel caso lo fosse stato in passato!” spiegò Darbula. “Dunque il tuo non è il primo caso di un demone che si sia convertito al bene...” osservò Kaiohshin. “No, infatti! Ci sono stati altri casi in passato! Qualcuno di loro è anche riuscito a raggiungere il mondo della luce e a vivere mischiandosi con gli abitanti della galassia senza che mai nessuno venisse a conoscenza del suo passato di demone!” rispose l'ex alleato di Babidy.

  9. #999
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    “Capisco... comunque sia non è la prima volta che sento di incantesimi in grado di piegare la volontà...” disse la divinità. “Se stai parlando del potere di controllo mentale di Babidy è meglio che te ne dimentichi, in quanto ogni paragone sarebbe forviante! Il potere del contratto demoniaco è infinitamente superiore. In primo luogo risulta del tutto impossibile da contrastare. Nessuno può firmare il contratto e sperare di resistere all'incantesimo! Orgoglio, purezza d'animo, barriere mentali... nulla di tutto questo potrebbe in alcun modo impedire al contratto di sortire il proprio effetto! Inoltre è completamente irreversibile! Praticamente nel mio caso tutto quanto fatto in questi anni verrebbe completamente cancellato, e io tornerei ad essere lo stesso demone che ero un tempo!” concluse Darbula. “Nondimeno...” disse una voce che Baldaar e Kaiohshin conoscevano ma che suonava invece del tutto ignota alle orecchie di Darbula “Trattandosi di un contratto è necessario che entrambi le parti in causa siano d'accordo nello stipularlo!” disse Yusaku apparendo da dietro una colonna per poi avvicinarsi alla tavolata per occupare il posto a sedere rimasto precedentemente vuoto. Kaiohshin rivolse uno sguardo colmo di disprezzo al nuovo venuto, del quale aveva avuto modo di conoscere la perversa malvagità. Per tutta risposta il consigliere di Baldaar sorrise alla divinità in modo irriverente e provocatorio. Kaiohshin distolse lo sguardo da quell'essere che egli trovava persino più viscido e irritante di quanto non avesse considerato in passato Babidy, per poi rivolgersi a Baldaar. “Quello che non comprendo è la necessità di stipulare un contratto di tal genere! Darbula non potrebbe sfuggirti in nessun modo! Per quale motivo un essere onnipotente come te dovrebbe voler scendere a compromessi?” chiese la divinità dell'est. “E' vero! Potrei trattenervi tutti quanti qui con la forza, e costringere mio padre ad obbedirmi! Perché tuttavia dovrei accontentarmi di una sottomissione forzata quando posso riottenere il Darbula che ho conosciuto e rispettato? Certo... per ottenere questo risultato ho dovuto pormi lo scrupolo di mantenere la possibilità di avere una contropartita piuttosto convincente! Immagino che abbiate capito entrambi a cosa io alluda!” rispose il supremo demone. “Si...” sorrise amaramente Kaiohshin che poi aggiunse con espressione colma di sdegno “Finalmente ho capito come io possa essere giunto vivo fin qui! Fin da quando ho messo piede in questa dimensione la tua intenzione era quella di rendermi uno strumento di ricatto! Io, Darbula e Zeneyu siamo stati soltanto pedine del tuo gioco sordido e infame!”. “Parole dure e risolute per essere pronunciate da un essere tanto debole! La presa di coscienza di essere una pedina di scambio ti ha ringalluzzito al punto da pensare di poterti esprimere con così poca creanza? Non ti sopravvalutare! Se mi sono preso il disturbo di scendere a compromessi per riavere mio padre al mio fianco è soltanto perché in fin dei conti mi importa poco o nulla che tu viva o muoia! Tuttavia ti diffido dallo stuzzicarmi, perché potrei decidere di mandare tutto l'accordo all'aria e porre fine alla tua esistenza in un istante! Ritieniti anzi fortunato di aver ricevuto un avvertimento! Se continuerai a mancarmi di rispetto non ne avrai un secondo!” rispose Baldaar minaccioso. Kaiohshin non avrebbe saputo dire se le parole del demone fossero sincere o soltanto un bluff volto a intimorirlo, tuttavia la collera che provava dentro di se superava la paura che nutriva nei confronti dello spaventoso interlocutore. Egli durante il suo viaggio aveva imparato a conoscere il nuovo Darbula e aveva visto con i suoi occhi i suoi sforzi per espiare a tutto il male che aveva commesso in passato e quanto le malefatte commesse pesassero come un macigno sul suo animo. Darbula meritava pienamente la possibilità di redimersi e di poter condurre un esistenza felice come solo una persona conscia di star percorrendo la via della giustizia poteva vivere. L'idea di costringerlo a rinunciare a tutto questo tornando ad essere colui che lo stesso Darbula disprezzava era agli occhi di Kaiohshin la più atroce e profonda delle ingiustizie. La divinità aveva visto con i suoi stessi occhi come persone che avevano compiuto azioni malvagie in passato fossero state in grado di cogliere la seconda possibilità che a loro era stata offerta. Piccolo, Vegeta, persino Majin Bu! Perché a Darbula tale possibilità doveva essere negata? Era ingiusto. Crudelmente ingiusto. Kaioshin batté violentemente con i palmi della mani sul tavolo scattando in piedi, determinato a far valere con forza le proprie rimostranze e opporsi al crudele disegno di Baldaar. Non era la ragione a guidarlo, ma il sentimento d'odio nei confronti dell'ingiustizia. Prima però che potesse proferire parola una sfera di energia lo centrò in pieno petto spingendolo all'indietro e mandandolo a sbattere contro un muro. La violenza colpo ricevuto in maniera inaspettata da qualcuno più potente di lui fu sufficiente a far perdere i sensi a Kaiohshin, la cui attenzione era troppo catalizzata da Baldaar perché potesse attendersi un attacco da qualcun altro, e in particolare dalla stessa persona che egli intendeva difendere dal compiersi di un destino tanto ingiusto quanto oggettivamente inevitabile. Darbula abbassò il braccio ancora proteso in avanti dopo aver scagliato il proprio attacco a tradimento nei confronti di Kaiohshin per poi rivolgersi al figlio “Siamo io e te a dover stipulare il contratto, Baldaar! Pertanto mi sono preso la libertà di mettere a tacere chi non ha voce in capitolo in questa stipula!”. Baldaar sapeva perfettamente che Darbula aveva agito in tal modo per impedire a Kaiohshin di perpetrare un atteggiamento pericoloso che avrebbe finito col provocare lo sdegno del signore dei demoni con conseguenze funeste, tuttavia, in perfetta coerenza con il disinteresse che provava per le sorti della divinità si limitò ad annuire e a esortare il padre a esporre le proprie condizioni per la stipula del contratto demoniaco. “Stupido... cosa speravi di ottenere con una sceneggiata dinanzi a mio figlio? Pensavi che facendoti uccidere da lui egli non avrebbe avuto più modo di ricattarmi? In quel caso avrebbe ucciso anche me... perché per ciò che sono ora egli non nutre il minimo interesse! Sarei inutile ai suoi occhi! Firmare questo contratto è l'unico modo per permettere che almeno tu possa metterti in salvo! Con tutta probabilità l'amicizia nata tra noi ti ha spinto ad agire d'impulso senza riflettere bene sulle conseguenze delle tue azioni! Il fatto che tu abbia dimostrato di essere disposto a dare la vita per qualcuno che un tempo era tuo acerrimo nemico ti rende una persona degna di lode, e si tratterebbe di un gesto che non dimenticherei mai sei, ahimè, la mia memoria non fosse destinata a essere cancellata nel momento stesso in cui la magia del contratto demoniaco pervaderà il mio corpo facendomi tornare lo spietato essere di un tempo! Spero che comprenderai il mio gesto volto salvarti e a permetterti di uscire da questa dimensione e a proseguire il tuo viaggio che, con l'aiuto di Zeneyu, ti porterà certamente a diventare una grande divinità! La bontà d'animo l'hai sempre avuta, la forza di volontà l'ho vista crescere in te sempre di più dopo ogni esperienza che abbiamo vissuto insieme! Sono certo che nell'Elysium otterrai il potere e maturerai la saggezza di cui ancora difetti e che ti porta ad agire impulsivamente! E quando l'avrai maturata, non avrai più bisogno della mano di qualcuno di maggiormente assennato a impedirti di compiere pur adorabili sciocchezze!” pensò Darbula per poi dichiarare “Io Darbula, a condizione che Kaiohshin e Zeneyu possano lasciare sani e salvi questa dimensione, accetto di tornare ad essere un demone in tutto e per tutto! E di scordare tutto quanto avvenuto dopo la mia morte per mano di Majin Bu! Rinnegando ogni redenzione e ogni sentimento che io abbia maturato al di fuori di questo mondo!” esclamò perentorio l'ex braccio destro di Babidy. “Molto bene... reputo le tue condizioni accettabili, padre! Dammi soltanto il tempo di sincerarmi sull'effettiva possibilità di soddisfare una di esse!” acconsentì Baldaar.

  10. #1000
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    “E' incredibile... finora nessuna delle mie tecniche ha avuto effetto! Possibile che il vizio demoniaco non sia efficace contro di lui?” pensò Lilith dopo l'ennesimo attacco andato a vuoto nel proprio combattimento contro Latan. In realtà definirlo combattimento era un po' forzato in quanto di fatto si trattava più che altro di una serie di offensive andate a vuoto da parte della madre di Baldaar, con l'angelo caduto che si limitava a neutralizzare ogni offensiva con facilità, senza nemmeno contrattaccare. “Non capisco le sue intenzioni! Mi sta prendendo in giro? Perché non mi attacca? Sembra quasi che non gli interessi battermi, per quanto temo ne avrebbe tranquillamente la possibilità! Quella spada... materializzatasi al posto del suo braccio destro! Il suo potere viene da li! Ne sono certa! E' un potere misterioso, terribile! Un potere che rende inefficace il mio vizio demoniaco! A parte mio figlio non ho mai incontrato nessuno di così potente! Ma da dove salta fuori? Perché proprio ora? E cosa vuole da me?” pensò Lilith, quando ad un certo punto la voce del suo signore risuonò nella sua mente “Lilith... ascoltami bene!”. “Baldaar, mio signore! Io...” fece la donna demone nel tentativo di informare il proprio figlio di quanto stesse accadendo nella speranza di ricevere da lui un aiuto, ma Baldaar non le diede modo di parlare. Lei doveva soltanto ascoltare e rispondere a quanto da lui chiesto, il resto non aveva importanza. “Zitta! Ti ho detto di ascoltarmi! Non mi risulta di averti dato il permesso di parlare!” la ammonì Baldaar. Lilith mugolò un verso di scusa e assenso nei confronti di colui che aveva dato alla luce ma del quale era totalmente e incondizionatamente sottomessa. Mentre ascoltava ella comunque non perse di vista Latan, per non farsi sorprendere da un'eventuale offensiva a tradimento, che tuttavia non ebbe luogo, coerentemente col totale esimersi dall'attaccare dell'angelo caduto da quando si era parato innanzi alla donna demone. “Colui che accompagnava mio padre e Kaiohshin, è ancora vivo?” chiese Baldaar. “Si” rispose Lilith. “Bene! Portalo qui immediatamente!” le ordinò il sovrano dei demoni. L'ex consorte di Darbula avrebbe voluto mettere al corrente il figlio dell'ostacolo che le si era parato innanzi, rappresentato da Latan, ma fu proprio l'angelo caduto ad anticipare Lilith ed evitarle di dover contraddire un ordine di Baldaar. “Oh bene... a quanto pare si sono decisi! Non farlo attendere! Sai meglio di me che non è depositario della virtù della pazienza! Hehehe!”. Così dicendo l'angelo caduto sparì, lasciando interdetta la donna demone. “Mi ha ostacolato apposta affinché non uccidessi Zeneyu? Quello sconosciuto era dunque d'accordo dal principio con mio figlio?” si chiese Lilith, la quale non poteva avere un quadro chiaro della situazione in quanto allo scuro degli accordi stipulati tra Baldaar e Latan in sua assenza. “Avrei potuto dirle direttamente che ero un suo alleato... però con tutta probabilità non mi avrebbe creduto! Del resto Baldaar non è tipo da aver bisogno di allearsi con qualcuno! Inoltre avevo voglia di divertirmi un po'!” pensò Latan, che nel frattempo si era portato in prossimità del palazzo per mezzo del teletrasporto.
    “Le tue condizioni saranno accettate!” sentenziò Baldaar per poi plasmare con il proprio potere un foglio di luce color ocra sul tavolo, sul quale erano riportate, in lettere color rosso sangue, le condizioni concordate tra i due. “Addio Kaiohshin, e addio Zeneyu, spero che non ci incontreremo mai più!” parole che sarebbero normalmente suonate in contrasto con l'affetto che il demone provava per loro, ma in realtà figlie del fatto che il Darbula che avrebbero eventualmente incontrato sarebbe stato colui che mai avrebbe voluto loro si trovassero innanzi, perché colui che avevano conosciuto e amato sarebbe morto nel momento stesso in cui le condizioni del contratto fossero state poste in essere e loro avessero lasciato la dimensione demoniaca. Con gli occhi colmi di tristezza e con una lacrima di dolore che per la prima e ultima volta avrebbe solcato quel volto di demone, Darbula afferrò la grottesca penna di luce cremisi apparsa al lato del foglio e con un gesto rapido e deciso firmò, sancendo la fine di colui che avrebbe voluto essere e il ritorno dello spietato sovrano di un tempo.

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