EPISODIO 108: LA DECISIONE DI PICCOLO

“Devo riconoscerlo Babidy… questa volta sei riuscito quasi a disgustarmi… non ti fermi davanti a niente, e non ti preoccupa spargere del sangue se questa serve a raggiungere i tuoi scopi!“ commentò il Dr.Gero rivolto al proprio alleato. Babidy stava sgraziatamente stravaccato su uno sorta di trono ubicato nella sala comandi, tenendo il gomito appoggiato al bracciale del medesimo, sorreggendo il proprio grosso capo con l’esile mano. Il malvagio mago, nel sentire il commento dell’ex scienziato del Red Ribbon sorrise ironico e rispose “La considererò una lode, per quanto, indubbiamente, espressa in termini molto poco consueti”. “Questo perché tu sai che da questo punto di vista io non sono molto diverso da te” ridacchiò il dottore. Era davvero strano, e per certi versi squallido, come quei due esseri abbietti, sempre in conflitto tra di loro trovassero una certa complicità unicamente nell’esaltazione della reciproca perfidia. “Spero soltanto che quel Borjack e i suoi uomini non eliminino troppo in fretta quei ragazzi… se tirano subito le cuoia non si libererà abbastanza energia per risvegliare Mecha Bu” osservò Gero preoccupato egli stesso dell’inaudita potenza manifestata da Borjack già prima che Babidy lo potenziasse, e che con il sortilegio del Mago doveva essere aumentata a dismisura. “Non preoccuparti! Borjack ama troppo il potere per rischiare di fare qualcosa che possa indurmi a privarlo della forza che gli ho conferito! Ed è troppo sicuro di se per prendere in considerazione l’eventualità che io lo stia utilizzando come uno strumento per raccogliere l’energia necessaria per far nascere la nostra arma suprema! Del resto egli al momento si sente assolutamente onnipotente, e non immagina che la potenza che ha ora in realtà non è che poca cosa se paragonata a quella che avrà Mecha Bu non appena lo avremo risvegliato!” rispose Babidy. “Hai ragione! Se i miei calcoli non sono sbagliati la sua potenza dovrebbe essere ancora superiore rispetto alla più potente creatura che io abbia mai creato, vale a dire il Super Cyborg numero 17! Mecha Bu unirà il meglio delle nostre conoscenze diventando una creatura dalla potenza illimitata, ma al contempo perfettamente controllabile! L’arma finale e definitiva! E chissà… magari potremmo utilizzare proprio quel pallone gonfiato di Borjack come primo avversario per mettere alla prova la potenza della nostra creatura!” propose Gero. Babidy sogghignò divertito “ E poi sarei io quello disgustosamente cinico…” i due malvagi scoppiarono all’unisono in un’oscura risata, oscuro presagio del fatto che, se anche Borjack fosse stato sconfitto, impresa comunque da ritenersi disperata, una minaccia ancora più grande e infernale avrebbe continuato ad aleggiare come una cinerea nube sulla Terra e sull’intera galassia.
Nel frattempo, il gruppo dei difensori della Terra si apprestava alla partenza alla volta della base di Babidy e del Dr. Gero. L’attenzione generale venne però richiamata da Piccolo, il quale chiese ad Arier e ad Elore di appartarsi con lui poco distante, mentre Goten e i terrestri sarebbero rimasti li in attesa, in quanto ciò che il namekiano aveva da dire, era rivolto unicamente agli zefiriani. Piccolo, Elore e Arier si fermarono ai piedi di una montagna non molto distante, il resto de gruppo poteva ancora vederli in lontananza, ma non avrebbero potuto in alcun modo sentire quanto i tre alieni si stavano per dire. “Ho preso una decisione, Arier! Voglio tentare con il potenziamento! Non ho voluto parlarne con gli altri perché non voglio che si preoccupino per me! Devono restare concentrati sulla battaglia… e non considerare l’eventualità che la prossima volta che mi vedranno io possa essere un loro nemico!” disse il nemakiano. Schietto, senza preamboli, aveva dichiarato la propria scelta senza mezzi termini e senza dilungarsi inutilmente. Del resto lui era sempre stato così: le sue scelte erano sempre molto ponderate, ma al contempo chiare e convinte. Nulla avrebbe potuto fargli cambiare idea. I due zefiriani rimasero in silenzio per qualche istante, poi Arier prese la parola “ E sia… “. “Soltanto una cosa ti chiedo! Portami lontano da qui! Non vogliono che gli altri assistano, e in più voglio essere lontano il più possibile dalla base… è nascosta sottoterra, pertanto esiste la remota possibilità che se la mia mente dovesse essere sconvolta dalla presa di sopravvento da parte della mia parte malvagia, questo possa influire anche sulla mia memoria e, pertanto, io possa non ricordarmi dove si trova la suddetta base, e quindi almeno Dende e gli altri non correrebbero pericoli immediati, e ci sarebbe il tempo perché Pan e Bra completino l’addestramento nella stanza dello spirito e del tempo… nel caso voi non riusciate a fermarmi!” chiese Piccolo. “Saggia scelta…” commentò Arier, per poi rivolgersi ad Elore “Tesoro, tu e gli altri avviatevi intanto… io sono più veloce di tutti voi, quindi vi raggiungerò in breve!”. Elore annuì “Ho piena fiducia in te!” disse la dolce zefiriana con un tenero sorriso per poi dare un bacio a fior di labbra all’amato. Quindi senza aggiungere altro raggiunse il resto del gruppo, mentre Arier e Piccolo si avviavano in una direzione diversa. “Dove stanno andando Arier e Piccolo?” chiese Crilin non appena Elore li ebbe raggiunti. “Ci raggiungono tra un po’! Noi intanto andiamo!” tagliò corto Elore sopravanzando il gruppo invitandoli a seguirla. “Elore non è mai stata così seria… pare turbata! Speriamo che vada tutto bene…” pensò Goten notando lo strano atteggiamento di quella ragazza, solitamente sbarazzina e serena come un venticello primaverile, improvvisamente incupitasi e fattasi tesa e preoccupata. Quasi a voler troncare ogni eventuale discussione, Elore aveva subito aumentato la velocità imponendo al gruppo un’andatura spedita. Quindi il resto del gruppo iniziò ad andarle dietro silenziosamente.