La morphim annuì e fece quanto le era stato chiesto. Ice, Arier e Ghiller erano sorpresi dal fatto di essere stati liberati, nondimeno nessuno di loro osò fare nulla, sapevano che Cerisa li stava guardando con occhi attenti, pronta a intervenire al minimo passo falso. “Tre persone assennate. Avevo messo in preventivo la possibilità che una volta libero almeno uno di voi si scagliasse contro di me come una furia. Invece vi siete dimostrati abbastanza svegli da capire subito come non fosse il caso. Comunque sia prima di parlare di faccende più importanti direi che è il caso che vi mettiate più a vostro agio.” detto questo la donna schioccò le dita, e la tenda dalla quale era uscita si aprì rivelando come dietro di esse vi fosse una tavola imbandita di ogni ben di dio. “Prego! Servitevi pure al nostro buffet! Per te, Arier, ci sono delle provette agli estratti d'aria che puoi degustare, non fare complimenti!” li invitò la donna. A questo punto Ice non riuscì più a mantenere il controllo. A suo modo di vedere quella Cerisa si stava dando troppe arie. Dopotutto lei era la più forte rappresentante della più temuta famiglia di tiranni spaziali, dunque quella donna avrebbe fatto bene a non prendersi troppa confidenza. “Adesso basta con i giochetti! Dicci per quale motivo ci hai...” urlò per poi sferrare un calcio al tavolo allo scopo di ribaltarlo. L'esito però fu quelli del tutto inattesi, in particolare per Ghiller, Arier, e soprattutto Ice. “Ahiaaaa!!! Ma porc.....che male accidenti!!!” fece la changeling cadendo a terra, tenendosi il piede dolorante. “Non ci posso credere...” esclamò un attonito Arier. “Ma... com'è possibile? Ice è una degli esseri più potenti della galassia. Il suo potere è paragonabile a quello di un Super Saiyan di quarto livello. E si è fatta male... tirando un calcio ad un tavolo?” mormorò Ghiller, con gli occhi spalancati e il tono colmo di incredulità. L'albino e lo zefiriano si voltarono di scatto in direzione di Cerisa, certi che fosse l'unica in grado di svelare quel fatto misterioso. “Beh... secondo voi vi avrei lasciati a briglie sciolte senza avere la certezza che foste del tutto inoffensivi? Io non ho nulla da temere da voi, ma la maggior parte delle persone di Klien non sono guerrieri, e avrebbero corso dei rischi eccessivi con degli elementi tanto pericolosi in circolazione.” spiegò la donna, che poi proseguì “L'intero pianeta è sotto l'influsso di un potente incantesimo. Fintanto che resterete su Klien non potrete più utilizzare l'aura, ne alcun potere straordinario, naturale o acquisito che sia, inoltre la vostra forza verrà ridotta fino a diventare irrisoria. Per esprimermi in termini congeniali a Ice... non importa quanto realmente siate forti. Qui su Klien il vostro livello di combattimento è pari a 1”. Prova ne era il fatto che il calcio di Ice non aveva neppure smosso di un centimetro il tavolo che aveva colpito. “Allora... anche la tua forza combattiva dovrebbe essere nulla, come lo è la nostra...” ipotizzò Ghiller. “Oh no... ti sbagli! Noi abitanti di Klien siamo immuni a questo incantesimo! Tuttavia sei un tipo troppo astuto perché io possa prendermi la libertà di svelarti il segreto, dunque non ti resta che prenderne atto, caro il mio Ghiller!” rispose Cerisa con un ghigno sornione e furbo. “Lo immaginavo... sembra dunque che non ci sia altra scelta... rimarremo qui e ascolteremo che cosa hai da dirci! Intanto cerchiamo di coglierne gli aspetti positivi.” disse l'albino avvicinandosi al tavolo del buffet e iniziando ad assaggiare le pietanze ivi disposte. Cerisa sapeva come certamente Ghiller non fosse il tipo arrendevole che aveva dato a vedere di essere, nondimeno in quel momento era del tutto innocuo, dunque era tutto sommato tranquilla, ma avrebbe tenuto gli occhi aperti. “Tsk... che grande guerriera! Ecco da dove deriva tutta la tua sicurezza... se potessi contare sulla mia forza ti farei abbassare la cresta!” pensò Ice rimettendosi in piedi mentre il dolore al piede iniziava a passarle. “Beh... non possiedo alcun potere, e la mia forza è insignificante. Sono una nullità insomma. Non mi sorprende che tu ti sia subito trovato a tuo agio in una condizione a cui dovresti essere abituato, Ghiller...” sibilò Ice, rivolgendosi all'albino. Sapeva che provare ad attentare alla sua vita in quella situazione sarebbe stato un tentativo privo di ogni possibilità di successo vista la presenza di Cerisa, inoltre in quel momento la sua forza e quella di Ghiller era totalmente alla pari, dunque ucciderlo non sarebbe stato per nulla facile per lei. Come se non bastasse la presa di coscienza che un giorno lei e l'albino sarebbero diventati alleati in quanto entrambi al servizio di Dyamans l'aveva portata a prendersi un po' di tempo per decidere cosa fare con lui, dopotutto aveva sempre ucciso sua madre, e per quanto per lei fosse più un fatto d'orgoglio che una questione d'affetto, era qualcosa che non poteva dimenticare. Intanto però la piccola soddisfazione una frecciata con la quale ribadire il proprio disprezzo nei confronti dell'ex assistente del Dr.Gero se l'era tolta con piacere. “Quando due persone hanno la stessa forza l'intelligenza ha un peso ancora più determinante, mia cara Ice, e vista la facilità con cui ti ho manipolata fossi in te terrei la bocca chiusa... in uno scontro di intelletti ti mangio in un boccone, come questa polpetta... ahm!” ribatté da par suo l'albino, per poi mangiare la polpetta in questione iniziano a masticare con il viso a pochi centimetri da quello di Ice, la quale ringhiò irritata. Gli sguardi che si scambiavano i due non lasciava spazio a dubbi. Forse un giorno sarebbero stati compagni, ma mai amici.
“Zaina! Che ne è di Chang e Antikor? Pensavo fossero insieme a te.” chiese Cerisa rivolgendosi alla sorella di Zarbon. “Chang è sotto l'influsso maligno di qualcosa che sulla Terra viene chiamata “polvere magica”, dunque Antikor ha deciso di portarlo dalla piccola perché se ne occupi lei!”. Cerisa sorrise sia per il fatto che ritenesse quella di Antikor una saggia decisione, sia per il naturale sentimento di profondo affetto che provava ogni volta che nella sua mente faceva capolino l'immagine di Annika, colei che Cerisa e tutti i suoi alleati chiamavano con affetto “la piccola”.