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  1. #1231
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    Nel frattempo, proprio in quella torre, Annika stava vegliando sul sonno di Chang. Colei che veniva definita “la piccola” da Cerisa e dai suoi compagni, aveva appena estirpato dal corpo del saiyan ogni traccia della polvere magica di Garlic con grande facilità, il che denotava come, malgrado la giovane età, fosse dotata di facoltà decisamente fuori dal comune. Era definita “la piccola” in quanto era decisamente la più giovane del gruppo, non avendo ancora compiuto diciott'anni, ma quella non era l'unica ragione. Il suo sguardo era innocente al punto da sembrare quello di una bambina molto più giovane rispetto alla sua età anagrafica. Se i suoi grandi occhi neri erano davvero lo specchio della sua anima, allora chiunque avrebbe subito dovuto comprendere come l'anima di Annika fosse assolutamente pura e cristallina. Da un certo punto di vista era anche un po' buffa, in quanto i suoi tratti fanciulleschi e il suo aspetto giovanile erano abbastanza in contrasto con la sua ragguardevole statura, superiore al metro e novanta! I suoi tratti somatici e la forma delle orecchie la identificano inequivocabilmente come originaria di Klien. I suoi capelli color ebano scendevano sciolti come una cascata lungo la sua schiena.
    Con sguardo amorevole, e colmo di gioia per il fatto che il proprio sempai fosse ormai libero dalla maledizione della polvere magica, Annika accarezzò il viso di un Chang ancora addormentato. Il saiyan reagì a quello spontaneo gesto d'affetto aprendo lentamente gli occhi, segno di come ormai avesse recuperato le forze e fosse ormai pronto a riprendere completamente conoscenza. Egli sorrise nel riconoscere, pur ancora non ben definito, dal momento che la sua vista era ancora un po' offuscata, il dolce viso della “piccola”. Ad un tratto, però, l'apertura delle palpebre subì una repentina accelerata, e Chang assunse un'espressione buffamente sorpresa, accentuata dal fatto che la sua bocca si fosse aperta al punto che la mandibola sembrò potersi staccare da un momento all'altro dal resto della faccia. Annika era a cavalcioni sopra di lui, e indossava soltanto una camicetta di pizzo bianco e delle mutandine. La ragazza assunse un'espressione interrogativa. Non capiva il motivo di una simile reazione. “Annika! Cosa stai facendo!?” urlò Chang. “Ehi! E' questo il ringraziamento per essermi presa cura di te!? Io ti accudisco e tu mi urli contro!?” gli urlò contro di rimando Annika. “Lo devi proprio fare standomi in cima in quel modo!!?” urlò il saiyan, che trovava quella posizione abbastanza imbarazzante, nonché tale da rendere difficile non posare istintivamente gli occhi sul fisico della ragazza... un'altra cosa che era molto lontana dall'essere tipica di una “piccola”, e che tale abbigliamento non celava un granché. “Sto più comoda!!” urlò ancora più forte Annika, che sentiva di star dicendo qualcosa di assolutamente ovvio. “E vestita in quel modo!!!?” insistette Chang. “Forse non te ne sei reso conto, ma oggi fa un caldo insopportabile!!!” ribatté l'altra. “Perché continuiamo ad urlare!!!!?” chiese il saiyan. “Non lo so!!!! Hai iniziato tu!!!!” concluse la ragazza originaria di Klien.
    I due fecero un lungo respiro e si calmarono. Chang conosceva Annika abbastanza bene da sapere che le motivazioni che aveva addotto in merito al proprio comportamento erano sincere. Era una ragazza dall'animo puro e fin troppo ingenua perché nella sua mente potesse essersi fatto strada un qualunque pensiero malizioso. Annika da par suo continuava a non capire come mai Chang si fosse agitato tanto, probabilmente aveva fatto un brutto sogno prima di risvegliarsi, e dunque era nervoso e incline ad arrabbiarsi senza un vero motivo. Il suo carattere era l'altro motivo per cui veniva definita “la piccola”. Infatti era decisamente più ingenua, e in certi ambiti ignorante, di quanto non fosse normale per la sua età.
    “Scusami Annika! Non dovevo arrabbiarmi con te! Grazie per esserti presa cura di me!” sorrise il fratello di Nappa. “Prego! L'ho fatto volentieri! Ti voglio molto bene, lo sa... uh?” la “piccola” smise di parlare, e assunse nuovamente un'espressione perplessa. Chang divenne letteralmente viola. La ragazza si tolse dalla posizione per poter vedere cosa fosse ciò che aveva sentito precedentemente urtarle il sedere, e vide un rigonfiamento del lenzuolo all'altezza dell'inguine del saiyan. Chang, guerriero valoroso animato da ideali forti e da uno spirito solido, ma in quel momento si era lasciato cogliere alla sprovvista, non avendo ancora ripreso pieno controllo di se, e dunque la vista e il contatto con quella splendida creatura in abiti decisamente succinti gli erano costati un brutto scherzo da parte dei suoi ormoni.
    “Non vorrei che fosse un effetto collaterale della cura... vediamo...” fece perplessa Annika apprestandosi a sollevare il lenzuolo per controllare. “No! Sto benissimo! Credimi!” trasalì Chang afferrando il polso di Annika mentre con l'altra mano le spingeva la testa all'indietro. “Non fare il duro! Lasciami controllare!” insistette la ragazza, opponendosi al tentativo del fratello di Nappa di allontanarla. Chang era una persona che era solita minimizzare quando riportava ferite, da buon guerriero saiyan, e la consapevolezza di tale attitudine spingeva Annika a voler insistere, animata da una sincera apprensione. Era ben lontana da immaginare quale fosse il motivo per cui Chang non voleva essere aiutato. “Lasciami stare!” insistette il saiyan che ormai aveva assunto un'espressione decisamente comica, figlia dell'imbarazzo, che molto raramente aveva fatto capolino sul suo viso, vista la sua personalità generalmente retta e seria. “No!” protestò Annika.
    “Chang!!!”. Il saiyan e Annika si voltarono di scatto e videro Zaina ferma sulla porta osservare con espressione a dir poco perplessa la scena. Tutto quello che aveva avuto modo di vedere era un Chang praticamente nudo, coperto solo da un lenzuolo, e Annika in camicetta di pizzo con la testa in prossimità delle parti intime di lui, il quale stava cercando di forzarle la testa con la mano mentre lei gli si rivolgeva con parole di protesta. “Cosa le stai facendo?” chiese la morphim sulla cui fronte iniziò a gonfiarsi una vena. In realtà lei era la prima a stentare a credere che le cose stessero come sembravano. Se veramente ne fosse stata convinta sarebbe già stata addosso a Chang con l'Aidumken al massimo a tempestarlo di pugni. Nondimeno, di natura era piuttosto gelosa, dunque pretendeva spiegazioni immediate... ed esaustive.
    “Zaina! Diglielo anche tu che non deve fare sempre l'eroe! Non posso curarlo se non mi da modo di vedere cosa sta succedendo qui sotto!” disse indicando il rigonfiamento che tanta perplessità aveva suscitato nella mente pura ed ingenua di Annika. La morphim rivolse al proprio compagno uno sguardo tuttaltro che rassicurante. Chang sorrise di circostanza come a voler dire “Ti posso spiegare”.

  2. #1232
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    In quel momento arrivò anche Cerisa, la quale diede un'occhiata alla situazione e scoppiò a ridere, immaginando quanto potesse essere imbarazzato Chang, contrariata Zaina e soprattutto sconcertata Annika. “Hahahaha! Annika! Non ti preoccupare! Quella di Chang non è altro che una reazione fisiologica che nulla ha a che vedere con la polvere magica!” spiegò la donna. “E cosa l'ha causata?” chiese la ragazza inclinando la testa di lato, con espressione incuriosita. “Tu tesoro! Hehe! Ma tranquilla. Non c'è nulla di male.” sorrise Cerisa, per poi spiegare “Diciamo che è una reazione naturale del corpo maschile quando un uomo vede una bella ragazza!”. “Che strano fenomeno... non ci avevo mai fatto caso. Probabilmente perché di solito quando vedo Chang, lui indossa i pantaloni. In altre parole è come se il suo corpo mi facesse un complimento!” disse Annika, certa di aver finalmente capito come stavano le cose. “Diciamo di si!” annuì Cerisa. “Allora grazie Chang!” fece la ragazza con un sorriso gioioso. “P...prego!” rispose il saiyan, contento di come quella vicenda imbarazzante stesse per volgere al termine. “Beh... direi che Chang non ha più bisogno delle mie cure. Mi sembra si sia ripreso totalmente. Penso che andrò in giardino a godermi un po' di fresco. Qua dentro fa davvero caldo.” disse Annika per poi salutare i propri compagni e lasciando la stanza.
    “Sono mortificato Cerisa. Non mi spiego come possa avere avuto una reazione di questo genere di fronte alla piccola.” disse Chang. “Non ti preoccupare. Non è successo nulla dopotutto. Comprendo anche la tua reazione. Il tempo passa, e Annika cresce. Ormai è una splendida donna. Dunque direi che la tua reazione è stata del tutto naturale.” lo rassicurò Cerisa. “Malgrado ciò, tu la tratti ancora come una bambina.” intervenne Zaina. “Forse dovrei cominciare a trattarla come una donna e aiutarla ad emanciparsi maggiormente.” rispose la donna, affacciandosi sul terrazzo, guardando Annika seduta sotto un albero intenta a fare una ghirlanda di fiori. “Ma io la vedo felice così, e per me la sua felicità viene sopra ogni altra cosa. Inoltre fintanto che lei continua a vedere in me una madre mi sento più tranquilla, in quanto posso proteggerla meglio. Non sono mai stata una madre, ne ho mai avuto modelli a cui ispirarmi in merito, visto che di fatto la mia non l'ho mai conosciuta, e della vera madre di Annika preferirei non sprecare tempo a parlare, dal momento che non esiste vocabolo in nessuna lingua dell'universo che possa definire un essere tanto orribile. Spero di starmi comportando nel modo giusto. Io la amo infinitamente. Per lei rinuncerei a tutto.” disse Cerisa, cercando conforto in coloro che per lei non erano e non sarebbero mai stati dei subordinati, bensì dei compagni, e degli amici. “E hai già rinunciato a tantissime cose per lei. E so quanto ti sia costato e ti costi tutt'ora. Sei una persona meravigliosa” disse Zaina posando la mano sulla spalla della donna dai capelli neri. Cerisa posò la sua mano su quella dell'amica e la strinse forte, in segno di apprezzamento per quelle parole “Sono contenta che la pensi così...”. La donna fece un lungo respiro e si ricompose, ritrovando il sorriso. Sapeva di non dover fingere ne trattenersi di fronte ai suoi più cari amici. Nondimeno lo faceva molto raramente, in quanto sapeva che loro la vedevano come una leader, e non sarebbe stato un comportamento consono al suo ruolo rattristarli troppo con i suoi dubbi interiori. “Bene! Andrò a fare due chiacchere con i nostri ospiti!” asserì Cerisa, lasciando a sua volta la stanza.
    “Bene! Direi che ho poltrito sin troppo.” disse Chang apprestandosi ad alzarsi per indossare i suoi vestiti nuovi, che Annika aveva avuto la premura di preparargli, visto che quelli che aveva indossato prima erano ormai da buttare. Zaina però si frappose tra il proprio compagno e il vestiario “Direi che non c'è tutta questa fretta. Prima mi è sembrato quasi che quella polvere magica ti abbia cambiato almeno un po'. E che adesso tu abbia una predilezione per le ragazzine...” disse la morphim con sorriso provocatorio. Chang stette al gioco “Mah... potrebbe anche essere. Tanto per verificare, potresti ricordarmi cosa mi piaceva prima?”. Zaina sorrise e chiuse a chiave la porta della stanza. In breve, vicino ai vestiti del saiyan, giacquero abbandonati anche quelli della sua amata. La “reazione fisiologica” di Chang non lasciò spazio a dubbi su chi tra le due preferisse, e di certo non si trattava della “piccola”.

  3. #1233
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    E dolcisinfundo...

    Due splendidi disegni di VirusImpazzito, che ovviamente ringrazio dal profondo del cuore.
    Spero che ne farà anche altri, rappresentando altri personaggi della mia storia.


    (Da sinistra verso destra. Shora, Mirai Trunks e Ice)


    (Da sinistra verso destra. Mirai Trunks Super Saiyan IV, Cell (Assorbito se stesso dell'universo presente), e Ice (Forma suprema in seguito alla rottura del sigillo del proprio potenziale))

  4. #1234
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    Ooh! Finalmente un nuovo episodio! Assolutamente stupendo che getta una nuova, e inquietante, luce su Klien e la sua storia, non vedo l'ora di saperne di più!
    Sopratutto, sospetto qualcosa su quella figura misteriosa nella visione di Ice...

    Nel mentre, c'è un intermezzo comico e sessuale XD

    ps purtroppo non vedo le immagini XD

  5. #1235
    adventure dipendente L'avatar di pappa
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    Che bello un nuovo capitolo e anche bello lungo!
    Klien é un pianeta moltro intrigante e misterioso...ho proprio voglia di saperne di più...Molto simpatica la scenetta tra Chang e le altre donne del gruppo...uno spasso.

    Adesso spero di aspettare un po' meno per il prossimo ahahaha

    P.S. ieri l'Adventure ha compiuto di 10 anni! Buon compleanno

  6. #1236
    Ho le Palle Piene L'avatar di VirusImpazzito
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    Bel capitolo, e anche lunghetto.

    Si aggiungono nuovi tasselli alla caratterizzazione di Ice, che diventa sempre più altezzosa e si allontana dall'essere una mera copia di freezer al femminile. Chiaramente sono doti che si apprezzano meglio al di fuori delle scene di combattimento, nelle quali è costretta a darci dentro con la violenza, pur di venirne a capo.

    Suscita suspense tutta la scena della visione di Ice. Era veramente una allucinazione, o un volto alternativo di Klien camuffato? Quanto di quello che Ice ha visto a che fare con Dyamans? Come al solito, sorgono più misteri di quanti se ne risolvano.

    Divertente anche tutta la sequenza della reazione fisiologica, e la caratterizzazione di Annika.
    Ultima modifica di VirusImpazzito; 26-06-2014 alle 16:50

  7. #1237
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    bel capitolo chissà cosa riguarda la visione che ha avuto ice

  8. #1238
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    Wow l'episodio di Ice mi ha lasciato un po stucco! Sinceramente non so cosa pensare, tanto più che anche Annika è una Klien
    Per quanto riguarda propio Annika direi che l'episodio ero-comico con Chang ci ha fatto ben comprendere la personalità dell'adolescente.
    "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

  9. #1239
    Demente precario L'avatar di Final Goku II
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    EPISODIO 234: DISTRUZIONE IMPERSONIFICATA

    La sete di distruzione di Broly sembrava non conoscere limite. Non importava quanti pianeti avesse già distrutto, e quante razze aliene avesse già cancellato dall'esistenza. La sua furia, accentuata dalla disillusione di poter fare a pezzi l'odiato Kakaroth, non accennava a placarsi. Non ci aveva messo molto a scovare e uccidere tutti i Cell Junior e a realizzare di essere stato ingannato e ciò, se possibile, lo aveva reso ancora più incontrollabilmente sanguinario. Lo stratagemma di Cell aveva salvato Pan, Bra e gli altri difensori della Terra da una fine certa, ma aveva di fatto condannato a morte una quantità inaudita di innocenti. Tale consapevolezza era del tutto inaccettabile per i guerrieri GT, i quali però erano consapevoli di non possedere la forza necessaria per contrastare il Super Saiyan leggendario, il cui potere nel corso degli anni era cresciuto oltre ogni immaginazione.
    I movimenti di Broly erano costantemente monitorati da Zakuro, il quale sfruttava una delle sfere magiche di Bibidi per osservare il fratellastro, alla ricerca di un possibile suo punto debole al fine di portare a compimento i suoi piani, ancora avvolti dal mistero. L'osservazione si era rivelata fino a quel momento del tutto infruttuosa, dal momento che, minuto dopo minuto, il meticcio realizzava come Broly fosse una macchina di morte praticamente perfetta. Pur lungi dallo scoraggiarsi, Zakuro era visibilmente e comprensibilmente contrariato. “L'ho visto combattere, ma i suoi avversari erano troppo inferiori a lui... non ho potuto capire granché da degli scontri talmente a senso unico. Era difficile comunque sperare in qualcosa di diverso. La forza di quel bestione sembra illimitata. Di certo non posso affrontarlo adesso. Forse farei meglio a concentrarmi su altro... vederlo distruggere cose e massacrare inermi non è altro che una perdita di tempo per me.” pensò Zakuro, il quale decise di lasciar perdere Broly e dedicarsi alle altre proprie faccende che aveva lasciato in sospeso. Il primogenito di Paragas fece per allontanarsi dalla sfera, ma una voce lo dissuase dall'interrompere l'osservazione. “Fossi in te aspetterei ancora un po' prima di smettere di guardare, amico mio! La faccenda potrebbe diventare estremamente interessante da un momento all'altro.” disse Bibidi, entrando nella stanza. “Hai già ultimato il rituale di potenziamento di Auber e gli altri?” chiese sorpreso Zakuro, il quale immaginava che per completare il risveglio del loro potenziale ci sarebbe voluto molto più tempo. “No... al momento l'ho interrotto.” rispose il mago, che alla richiesta da parte del mezzosangue sul motivo, proseguì “Per quanto i miei poteri siano grandi, ho pensato che da degli individui tanto deboli avrei potuto ottenere ben poco con un potenziamento come quelli che conferisco di solito. Del resto è gente che non combatte seriamente dai tempi della distruzione del pianeta Vegeta, e dunque il loro livello è abbastanza inadeguato per i nostri scopi... per questo ho deciso di tentare un piccolo esperimento per renderli più utili e più difficili da battere per i nostri nemici.”. Zakuro annuì “Immaginavo che anche tu nutrissi questa perplessità. Procedi pure come ritieni opportuno. Ti sei sempre dimostrato un alleato meritevole di fiducia”. Il padre di Babidy fece una leggera riverenza in segno di apprezzamento per gli elogi del mezzosangue. “Comunque sia... cosa intendevi dire quando affermavi che potrebbe valere la pena continuare ad osservare Broly? Hai detto che la situazione potrebbe diventare interessante da un momento all'altro. Sai forse qualcosa che io ignoro?” domandò il fratellastro del leggendario Super saiyan. Il mago sorrise “Ti ho raccontato la mia storia, tempo fa... rammenti quale fu la causa della mia sconfitta?”. Zakuro annuì “Il Kaiohshin dell'Est ti uccise approfittando del fatto che avessi rinchiuso Majin Bu nella sfera.” “Esatto... e ti sei mai chiesto perché io sia stato costretto a rinchiudere Majin Bu?” chiese Bibidi. “Da quel che ho capito lo hai sigillato perché era pericoloso. Perché non riuscivi a controllarlo. Temevi che potesse eliminarti come poi ha effettivamente fatto con tuo figlio”. Rispose il meticcio. “Tutto giusto tranne l'ultima frase. Contrariamente a Babidy io non sarei mai potuto essere ucciso da Majin Bu. La mia capacità di controllarlo era molto superiore alla sua. Del resto è comprensibile. Bu l'ho creato io, mentre mio figlio se ne è solo appropriato. Io non avrei avuto bisogno di pronunciare formule magiche per rinchiuderlo nella sfera, oltretutto non avrei mai commesso l'errore di abbassare la guardia con lui, dunque egli per me non ha mai rappresentato un pericolo in tal senso. Prova ne è che non ho mai avuto la necessità di rinchiuderlo nella sfera neppure quando era nella sua forma originale, che come sai era quella nella quale era più scatenato e pericoloso.” spiegò Bibidi. “Mentre paradossalmente lo hai rinchiuso quando ha assorbito il Dai Kaiohshin... il che è curioso, dal momento che si trattava della sua forma meno potente, nonché più senziente. Qual'è stato il motivo di una simile decisione?” chiese Zakuro, abbastanza perplesso. “Assodato che mai, in nessuna sua forma, Majin Bu avrebbe potuto nuocermi direttamente, il Majin Bu che ho rinchiuso nella sfera rappresentava per me una minaccia peggiore rispetto alla sua forma originale, proprio in quanto senziente, per quanto a livello abbastanza infantile. Era dispettoso, e non potendomi attaccare direttamente, mi dimostrava la propria insofferenza contravvenendo deliberatamente ai miei ordini. In particolare, il Bu originale era si una furia scatenata, ma era abbastanza gestibile in ottica di distruzione galattica, anche perché era molto infantile. Proprio come un bambino dopo un po' si stufava anche di distruggere pianeti e sterminare popoli. Il Majin Bu grasso invece sembrava aver capito come non mi andasse a genio che distruggesse più pianeti rispetto a quanto gli ordinassi, e dunque per dispetto continuava ad oltranza nella sua opera di devastazione, ignorando le mie intimazioni a smettere.” raccontò il mago. “Capisco... del resto non avrebbe avuto senso governare su un universo ormai ridotto totalmente a pulviscolo interstellare.” comprese il fratello di Broly. Bibidi però scosse la testa “Il punto non è questo... in quel caso avrei comunque atteso che tutti i miei nemici venissero annientati. Se l'ho rinchiuso, pur sapendo che l'ultimo Kaiohshin era ancora in circolazione e che presumibilmente non aspettava altro che un occasione per farmi la pelle, era perché sapevo che su Majin Bu, e quindi su di me, pendeva una spada di Damocle molto più spaventosa, nel caso avesse perpetrato oltre un certo limite la sua opera di devastazione. Del resto... distruggere sconfinate porzioni di universo è prerogativa di un essere contro il quale il mio Bu non avrebbe avuto nessuna possibilità. E si tratta di un'entità irascibile, la quale avrebbe potuto non apprezzare particolarmente il fatto di essere esautorato da quello che è sempre stato il suo ruolo. Dunque sono convinto che anche Broly, che sta visibilmente eccedendo nella distruzione indiscriminata di ogni cosa, finirà per contrariarlo, e a quel punto lo scontro sarà inevitabile. Direi che è questione di momenti prima che il tuo fratellino si trovi faccia a faccia con qualcuno in grado di rivaleggiare con lui in fatto di potenza. Dovresti aver capito di chi sto parlando... deve aver fatto visita al pianeta Vegeta non molto tempo prima della sua distruzione.” Zakuro aveva capito eccome, e sorrise divertito a quella prospettiva. Se le ipotesi di Bibidi erano fondate, presto Broly avrebbe avuto a che fare con un avversario formidabile, e quella sarebbe stata l'occasione giusta per vederlo all'opera seriamente in battaglia.
    Non era certo la prima volta che parte dell'universo cadeva vittima della furia distruttrice di entità maligne. Lo stesso Majin Bu ne aveva distrutti in quantitativo considerevole nell'arco della propria esistenza. Nessuno però aveva mai causato tanta distruzione in un lasso di tempo infimo come stava facendo Broly. La collera del Super saiyan leggendario minacciava il sistema intergalattico a livello strutturale, mettendo a repentaglio l'equilibrio tra creazione e distruzione. Per ogni pianeta che veniva distrutto, un altro ne nasceva, pur in un'ottica temporale che prevedeva archi di tempo lunghissimi, nell'ordine dei milioni di anni, a volte miliardi. Broly però stava eccedendo, rischiando di causare una pericolosa asimmetria del creato. Un atto del genere non poteva essere tollerato da chi di questo equilibrio era un attore dalla notte dei tempi, l'unico che era depositario del diritto di compiere distruzioni su così larga scala, se necessario.

  10. #1240
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    Broly interruppe la propria opera di distruzione. In mezzo a tutte quelle minuscole aure terrorizzate, che aveva percepito spegnersi una dopo l'altra con sadico piacere, ne aveva improvvisamente percepito avvicinarsi un altra che aveva catalizzato la sua attenzione. Era una forza spirituale che risultava ragguardevole persino per un mostro di potenza come il Super saiyan leggendario, e che bruciava senza alcuna esitazione, alimentata da una collera della quale il figlio di Paragas sentì di essere il destinatario. Con un ghigno di folle compiacimento, il guerriero dai capelli verdi si voltò, verso colui che per primo venne percepito da lui come un degno avversario, da quando era tornato in vita. Se ne stava in piedi su un asteroide, con le mani dietro la schiena. Il suo aspetto era assai particolare, dai connotati animaleschi che lo rendevano assai simile a un gatto cornish rex. Indossava abiti simili a quelli tradizionali egiziani, con un copri spalle di colore nero con striature blu, rifiniture argentate e un disegno romboidale arancione al centro del petto. Lo stesso tipo di disegno era presente in un drappo che scendeva dalla sua cintura, che condivideva il colore con il copri spalle, se si eccettuavano le rifiniture che erano dorate. Delle tre figure romboidali di cui si accennava in precedenza, solo uno era di colore arancione, mentre i due soprastanti erano in tinta grigio chiaro. Portava dei pantaloni a sbuffo blu che gli giungevano sino alle caviglie, e ai piedi calzava delle scarpe a punta color marrone, serrate ai piedi da delle cavigliere di un metallo simile all'oro terrestre. Dello stesso materiale erano gli anelli che portava attorno al collo e ai ai bicipiti e le lunghe polsiere che si estendevano lungo entrambi gli avambracci, oltre ad un piccolissimo orecchino che portava all'orecchio sinistro. La sua pelle color ametista brillava lucente, circondata dalla sua immensa aura violacea, mentre i suoi occhi gialli dalle pupille nere fissavano torvi il Super saiyan leggendario.
    “Beh? Che hai da guardare, gattaccio?” ghignò Broly con tono di scherno. “Cosa sto guardando? Un pallone gonfiato senza cervello che insultandomi ha commesso il suo ultimo, stupido, erroreeee!!!” urlò spalancando minacciosamente le fauci il nuovo arrivato, la cui collera che già provava fu ulteriormente fomentata dall'atteggiamento irriverente del saiyan. Nessuno poteva permettersi un fare tanto temerario di fronte a Bills, il dio della distruzione, senza incorrere in amare conseguenze. L'aura del dio divampava minacciosa attorno al suo corpo. Bills era in piena collera, e lo scontro tra titani con Broly era ormai inevitabile. Il figlio di Paragas, per nulla intimorito, scoppiò in una fragorosa e cavernosa risata, figlia del proprio compiacimento per avere di fronte finalmente qualcuno contro cui valesse la pena di battersi. “Hahahaha! Vediamo se riesci a dare fondamento alle tue minacce! Sacco di pulci!” rispose Broly, opponendo la propria colossale aura verde smeraldo a quella di Bills.
    Con una risata folle e malvagia, il leggendario Super saiyan si scagliò contro il dio della distruzione. Broly alla carica era uno spettacolo spaventoso, un inno alla potenza più primordiale e incontrollata. Colui che nacque lo stesso giorno del grande Son Goku, sferrò un potente pugno che Bills riuscì ad evitare con difficoltà, come si evinceva anche dalla sua espressione. Pervaso dalla collera, probabilmente la divinità non si era resa immediatamente conto della potenza di colui che aveva di fronte, nondimeno la sua formidabile maestria nella lotta gli aveva permesso di evitare di essere colpito. Il figlio di Paragas non diede tregua al rivale, e continuò ad attaccare con furia ferale. Bills, messo alle strette, riusciva ad eludere le offensive con sempre maggiore difficoltà, tanto che ad un certo punto fu costretto a proteggersi alla bene e meglio con le mani, venendo comunque sbalzato all'indietro dalla smisurata forza del nemico. Bramoso di sangue, Broly gli si scagliò nuovamente contro, ma venne colto alla sprovvista dalla rapida ripresa di Bills, il quale eseguì una capriola in volo per poi scagliarsi a sua volta contro il saiyan leggendario, cogliendolo con la guardia abbassata, e colpendolo in pieno volto con un violentissimo destro d'incontro. Il dio della distruzione ghignò soddisfatto, ma il suo compiacimento si tramutò in stupore quando si rese conto che il suo colpo non aveva avuto nessun effetto sul nemico, il quale non aveva neppure cambiato espressione. Broly sorrise divertito “Sembra che tu sia un insetto piuttosto vigoroso.... ma pur sempre un insetto!” ghignò provocatorio, per poi sferrare un violentissimo calcio alla bocca dello stomaco di Bills, il quale sgranò gli occhi e si piegò in due per la potenza del colpo subito. Il saiyan colpì ripetutamente la divinità la quale accusava ogni colpo senza riuscire a reagire. Lo scontro stava assumendo i connotati di un massacro, con il guerriero saiyan che dominava la contesa. Ad un certo punto Broly afferrò con una mano la testa di Bills per poi gettarsi in picchiata in direzione di una cometa che transitava nelle vicinanze. Il mostro leggendario si fece incontro al corpo celeste e quando la distanza tra lui e il meteorite fu ormai del tutto nulla, fece schiantare violentemente il dio della distruzione sulla stessa, in un'immane esplosione di luce. Non appena la luce si diradò, Broly, del tutto illeso malgrado fosse stato investito in pieno dalla deflagrazione della cometa, commentò “Forse non dovevo farlo fuori così presto... è stato il primo avversario, da quando sono tornato nell'universo dei viventi, a opporre una qualche resistenza. Beh... ormai è andata così. Ora non mi resta che trovare colui che più di chiunque desidero uccidere...”. Nel ripensare a ciò, per l'ennesima volta nella sua esistenza, la mente di Broly fu attraversata dai ricordi dei suoi primi giorni di vita, quando quell'insopportabile nullità, con il suo incessante strillare lo aveva esasperato al punto da indurre egli stesso a versare lacrime e singhiozzare. Solo un folle come Broly poteva considerare un simile fatto come un affronto e un valido motivo per odiare qualcuno che ai tempi altro non era che un bambino innocente. “Kakharot...” mormorò il Super saiyan leggendario in uno dei suoi momenti di isteria, per poi urlare a pieni polmoni quell'odiato nome, come se confidasse che colui che cercava, e che non aveva idea di dove fosse, lo potesse udire “KAKHAROOOOOOT!!!!”. “Kakharot? E cosa avresti contro Kakharot, o meglio, Son Goku?”. Nell'udire queste parole, Broly si voltò nella direzione da cui proveniva la voce, e vide Bills, abbastanza impolverato ma tutto sommato illeso. “Dunque... sei ancora vivo...” disse Broly. “Se davvero pensavi di battermi allora sei ancora più stupido di quanto pensassi. Non potrai mai sconfiggermi. Mettitelo bene in testa. Come se non bastasse hai cattive intenzioni nei confronti del mio amico Goku. E questo non fa che accrescere la mia voglia di farti a pezzi... ma prima lascia che ti dica una cosa. Tu non riuscirai mai a uccidere Goku, o Kakharot, come preferisci... ora come ora avresti di certo la forza di riuscirci, almeno se consideriamo la sua forza l'ultima volta che l'ho incontrato, ma sono più che certo che lui riuscirebbe comunque a batterti. Perché lui è qualcuno che è riuscito a guadagnarsi la stima e il rispetto mio e di Whis, perché è un vero guerriero, nell'anima prima ancora che nel corpo. Tu invece... sei soltanto un gorilla schizzofrenico. Non varrai mai un decimo di Kakharot! Neanche dovessi vivere fino alla fine dell'universo! Questa è la realtà!”. La stima di Bills nei confronti di Goku era autentica e profonda, e la consapevolezza di come quel saiyan avesse la capacità di cavarsela nella situazioni più disperate era ben viva nel suo animo. Nondimeno, era intenzione del dio della distruzione provocare Broly. Un atteggiamento di sfida volto a dimostrargli come non avesse alcuna paura di lui, nonostante la smisurata forza che aveva dimostrato nelle prime battute dello scontro. Il figlio di Paragas si infuriò nell'udire quelle parole, che gli fecero tornare in mente il giorno in cui venne sconfitto da Goku molti anni prima, e quello in cui il suo spirito era apparso ad aiutare Gohan e Goten a ucciderlo definitivamente. Le sue mani erano bramose di distruggere colui che aveva avuto l'ardire di rivolgergli quelle parole inaccettabili, ma non appena provò ad attaccare Bills, questi lo spinse via solo con la forza della sua aura, protendendo la mano verso di lui. Il guerriero leggendario si schiantò contro un asteroide vagante sprofondandone all'interno di diverse decine di metri. Ancora intontito, Broly sollevò lo sguardo e vide Bills con la mano ancora protesa verso di lui, e un'espressione seria e feroce in volto. Il dio della distruzione aveva deciso di attingere al cento per cento della sua forza, contrariamente a quanto aveva fatto contro Goku quando si erano battuti più di venti anni prima, e gli era bastato usare il settanta per cento del suo reale potere. Chi sarebbe stato il vincitore di quello scontro tra guerrieri che incarnavano l'essenza stessa della distruzione?

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