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Discussione: Kin

  1. #11
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    Grazie mille anche a te, Il Nicco^^
    Effettivamente la storia non é molto originale per adesso ma più avanti spero di riuscire a inserire qualche elemento un po' innovativo. Per quanto riguarda Asuka mi sono ispirato al personaggio di Kaname Chidori quindi se hai visto Full Metal Panic! troverai che le due hanno un carattere piuttosto simile.
    Il preside, Ryusuke Takahashi, rulla di brutto
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)


  2. #12
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    No, devodire che Full Metal Panic! me l'hanno consigliato in tanti ma ancora non l'ho visto, magari un giorno, in un lontano futuro...(vista che a Baldissero prendiamo sì e no 7 canali televisivi e non mi va di cercare su internet, sono pigro)

    E Ryusuke Takahashi rulla

  3. #13
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    CAPITOLO III


    PERCEZIONE



    “Kinta...Yakku...mi sembra quasi di essere finita in una qualche favola...”
    Asuka era seduta a gambe incrociate sull'umida erba presente nel cortile esterno e osservava con aria distratta l'azzurro cielo in cui nuvole dalle mille forme vagavano senza meta. La gentile brezza primaverile accarezzava dolcemente la sua morbida pelle mentre un tiepido sole faceva del suo meglio per riscaldarla con i suoi raggi dorati.
    Tutti gli eventi di quella strana mattina venivano rivissuti mentalmente dalla giovane speranzosa di riuscire a trovare una spiegazione razionale per ognuno di essi, spiegazione in cui non era ammessa la presenza dei Kinta o degli Yakku. Purtroppo per quanto si sforzasse non riusciva a trovare una spiegazione capace di competere in quanto a logica con quella che Ankoku le aveva fornito e questo, anche se lei non lo avrebbe mai ammesso, forniva maggiore credibilità alle parole del ragazzo.
    “Cavolo questa storia mi sta veramente facendo impazzire...ma perché diavolo gli ho impedito di cancellarmi la memoria? Sarebbe stato così bello poter tornare a vivere una vita tranquilla e priva di grosse preoccupazioni...”
    Ma anche se diceva così istintivamente Asuka sapeva che perdere quei ricordi sarebbe stato negativo per lei anche se per ora non riusciva ancora a capire perché.
    “Certo che qui si sta davvero bene” osservò la ragazza accorgendosi di quanto fosse piacevole starsene placidamente seduta sull'erba ad osservare le nuvole in una così bella giornata.
    Esitò per un attimo, timorosa di potersi sporcare l'uniforme scolastica, poi si sdraiò sul morbido tappeto erboso, rilassandosi completamente.
    -Com'è rilassante...- pensò mentre un sorriso si dipingeva sul suo volto. Chiuse gli occhi, lasciando che fossero gli altri sensi a vedere per loro. Il suo naso respirava l'intenso profumo dei fiori selvatici; la sua pelle morbida veniva piacevolmente solleticata dai fili d'erba e le sue orecchie non udivano altro che il dolce cinguettare degli uccelli e il rumore del vento che soffiava tra le fronde degli alberi. Tutte le preoccupazioni sembravano così lontane in quel momento....
    -Volendo potrei anche addormentarmi qui...tanto nulla potrebbe disturbarmi...assolutamente nulla...
    “Asuka -chan!”
    La squillante voce di Ichigo Satou rovinò completamente la pace di Asuka costringendola ad aprire gli occhi e a rizzarsi a sedere per voltarsi ad osservare l'amica che correva verso di lei.
    “Oh, Asuka-chan allora sei veramente qui! E' da più di dieci minuti che ti cerco per tutta la scuola!”
    “Mi cercavi? E' forse successo qualcosa?” chiese la ragazza, leggermente preoccupata. E se la polvere di Ankoku non avesse funzionato appieno? E se i ricordi di qualcuno non fossero stati cancellati?
    “Certo che é successo qualcosa? E mi stupisco che tu non te ne ricordi già più! Decisamente stai invecchiando troppo in fretta!”
    “Ehm...di che cosa stai parlando?”
    Asuka era sempre più preoccupata. E se l'amica avesse visto qualcosa?
    “Del pestaggio di Ankoku!”
    “Oh, quello...”
    “Sono andata subito ad avvertire la sensei Watanabe come mi avevi chiesto di fare ma quando sono tornata insieme a lei davanti alla classe non ho trovato ne te ne Ankoku. Così io e la sensei ci siamo messe a cercarvi per tutta la scuola e alla fine io sono riuscita a trovarti. E ora dimmi: che fine ha fatto Ankoku?”
    “Ehm...ecco lui...é andato a prendere un manga”
    Una risata isterica riempì l'aria inducendo le due amiche a voltarsi entrambe attraversate da un pessimo presentimento. La sensei Watanabe le fissava con aria folle ed enormemente furiosa.
    “Lo sapevo...in realtà non c'è stato nessun pestaggio, vero?!”
    “No, sensei...” mormorò Ichigo, temendo per quello che sarebbe potuto succedere.
    “Vi siete divertite a farmi perdere tempo, eh?! E io che sono stata così stupida da preoccuparmi veramente per quel teppista!”
    “Signorina Watanabe le giuro che non ci siamo inventate nulla. Ankoku é stato brutalmente picchiato davanti ai miei stessi occhi e questa é la pura verità” affermò Asuka.
    “Se é stato veramente ridotto così male al momento non dovrebbe essere già in grado di andare a comprare un manga, giusto?”
    Nessuna delle due ragazze riuscì a contraddire l'affermazione della sensei. In realtà Asuka avrebbe potuto farlo, ma anche se avesse iniziato a parlare di Kinta e Yakku dubitava che la professoressa le avrebbe creduto. Era frustante sapere la verità e non poterla dire a nessuno.
    “Per punizione entro domani dovrete comporre un tema di dieci pagine sul bullismo, così capirete che non é un argomento su cui mentire”
    “D-dieci pagine?!” esclamarono all'unisono le due ragazze.
    “E fate che siano privi di errori ortografici”
    Detto questo la sensei Watanabe attraversò il cortile a lunghe falciate diretta verso l'edificio scolastico lasciando le due amiche particolarmente sgomente per l'arduo compito che le aspettava.
    “Dieci pagine...certo che quando vuole la sensei sa essere maledettamente malvagia...” osservò Asuka.
    “Non penso sia così. La signorina Watanabe sembrava veramente preoccupata per Ankoku e credo che abbia trovato intollerabile l'ipotesi che noi potessimo averle mentito su un fatto tanto grave. E' davvero una brava insegnante che anche se non lo da a vedere tiene moltissimo ai suoi alunni” ribadì Ichigo,
    Asuka sorrise.
    “Credo che tu abbia ragione, Ichi-chan”
    “Però c'è una cosa che proprio non mi torna, Asuka-chan”
    “Di che si tratta?”
    “Io so che Ankoku é stato veramente picchiato e non penso che possa essere uscito indenne da un simile trattamento. E allora com'è possibile che in dieci minuti si sia ripreso e sia andato a comprare un manga?”
    -Oh, Ichi-chan....vorrei poterti dire che Ankoku ha usato i suoi poteri di Kinta per riprendersi completamente...ma non posso farlo..e anche se lo facessi probabilmente tu non mi crederesti-
    “Bé, che vuoi farci? In fondo é un otaku e gli otaku non si fermano di fronte a nulla quando si tratta di manga o anime”
    L'amica restò per un po' in silenzio a meditare sulla risposta, poi sorrise e disse: “Probabilmente hai ragione”
    “Comunque trovo strano che tu gli abbia permesso di andarsene in quelle condizioni, non é da te”
    La domanda di Ichigo mise nuovamente in difficoltà Asuka che sinceramente aveva sperato di riuscire a cavarsela senza dover subire un simile interrogatorio.
    “Bé, vedi...io non avevo intenzione di lasciarlo andare ma lui ha approfittato di un mio momento di distrazione per scappare. In fondo non era ridotto poi così male da non riuscire a camminare”
    “Capisco....ma perché quando questo é successo non sei venuta ad avvertire me e la sensei?”
    -Cavolo non ricordavo che Ichi-chan fosse così dannatamente acuta...-
    “Quando é scappato ho provato a inseguirlo per un po' ma poi ho perso le sue tracce e senza sapere come sono arrivata qui. Essendo un po' stanca per la lunga corsa non ho resistito alla tentazione di sdraiarmi sull'erba per riposarmi un po'”
    “Bé, questo spiega tutto” disse l'amica per poi sorridere.
    Asuka ricambiò il sorriso ma in cuor suo si sentiva un verme. Quante luride bugie, quanti sporchi inganni volti a proteggere un terribile seguito di cui ora iniziava a pentirsi di essere venuta a conoscenza....
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  4. #14
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    Completamente stavolta Asuka si costrinse a percorrere quei tre metri scarsi che ancora la separavano dalla sua casa. Sia psicologicamente che fisicamente era distrutta e anche solo camminare le costava fatica. Non aveva mai desiderato così tanto in tutta la sua vita buttarsi sul suo morbido letto e dormire per ore. Raggiunta la sua abitazione la ragazza vi ci si fiondò dentro, esclamando: “Sono tornata!”
    Nessuno le rispose.
    “Strano, non c'è nessuno....”
    Si chiuse la porta alle spalle e fu allora che notò un bigliettino attaccato ad essa. Lo afferrò con la mano destra e lo lesse: “Asuka, io e tua sorella siamo andate alle terme per rilassarci un po' e non torneremo prima di sera. Avevamo intenzione di invitare anche te ma visto che non tornavi abbiamo immaginato che avessi delle faccende da sbrigare a scuola”
    Quando ebbe finito di leggere il biglietto scritto da sua madre Asuka lo strappò in mille pezzi urlando: “Le terme?! Ma sono secoli che voglio andarci! Dannato Ankoku! E' tutta colpa tua!”
    Gettò i frammenti del foglio a terra per poi attraversare il lungo corridoio a passi veloci fino a raggiungere la porta che conduceva alla sua camera. La varcò e ignorando il disordine che si presentò davanti ai suoi occhi si fiondò sul suo letto dove rimase sdraiata ad osservare il bianco soffitto con gli occhi che faticavano a stare aperti.
    Avrebbe dovuto svolgere il tema per la sensei Watanabe ma era troppo stanca per poterlo fare in quel momento esattamente com'era troppo stanca per riordinare la sua camera. L'unica cosa che voleva fare era a dormire....E senza nemmeno rendersene conto lo stava già facendo...
    La ragazza dormì per parecchie ore godendo di un sonno tranquillo e privo di sogni. Quando si svegliò il caldo sole era già tramontato e la luna piena spiccava alta nel cielo notturno illuminando la Terra con la sua pallida luce.
    “Che ore sono?” mormorò la giovane con la voce ancora impastata dal sonno.
    Diede un'occhiata alla sveglia appoggiata sul comodino e vide che erano già le nove di sera.
    “Accidenti...non pensavo che avrei dormito così tanto”
    Sbadigliando si stiracchiò per poi scendere agilmente dal letto. La stanchezza se n'era completamente andata lasciando il posto ad una nuova carica di vitalità di cui Asuka avrebbe sicuramente avuto bisogno per svolgere il tema assegnato dalla sensei. Si sedette di fronte alla disordinata scrivania, prese un foglio pulito da una risma presente su di essa e dopo aver fatto un po' di spazio si preparò ad iniziare a scrivere. Purtroppo prima che potesse scrivere anche una sola lettera il suo stomaco le ricordò con grande insistenza di essere completamente vuoto.
    “Sarà meglio mettere qualcosa sotto i denti prima di mettersi a lavorare” disse la giovane per poi alzarsi ed uscire dalla stanza. Percorse il corridoio fino a raggiungere la spaziosa cucina dove trovò sua madre e sua sorella intente a guardare la televisione.
    “Buonasera” le salutò soffocando uno sbadiglio.
    “Buonasera, Asuka. Hai dormito bene?” chiese la signora Fujiko Numajiri sorridendo alla figlia. Era una donna giapponese sulla quarantina premurosa, gentile e di bell'aspetto. Di costituzione era piuttosto minuta (la figlia la superava di parecchi centimetri) ed aveva lunghi capelli corvini e penetranti occhi neri identici a quelli di Asuka.
    “Sì, ho dormito benissimo”
    “La cosa non mi stupisce. Quando si tratta di dormire sei una campionessa, sorellina” disse una provocatoria voce femminile appartenente a Momoko Izumi, la sorella minore di Asuka. Era una ragazzina di tredici anni scatenata e dispettosa che non perdeva occasione per litigare con la sorella nei confronti della quale si sentiva superiore e per dimostrarlo la chiamava spesso sorellina. Aveva capelli mossi di media lunghezza color rosa shocking (ovviamente tinti), una carnagione perennemente abbronzata e gli occhi identici a quelli di sua madre.
    “Taci, Momo-baka” replicò Asuka.
    “Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così!” esclamò la sorella alzandosi dalla sedia.
    “E io ti ho detto mille volte di non chiamarmi sorellina!”
    “Che ci posso fare se sei così immatura da sembrare più piccola di me?”
    “Ah, adesso sarei io l'immatura?! Non eri forse tu che hai fatto una scenata pazzesca quando la mamma ti ha impedito di vedere i cartoni?”
    “Adesso basta!” tuonò la signora Fujiko battendo le mani sul tavolo.
    “Ha cominciato lei!” dissero le due sorelle all'unisono indicandosi a vicenda.
    “Non mi interessa! Se non la smettere vi darò una punizione esemplare!”
    “Sarebbe la seconda della giornata...” disse Asuka prima di riuscire a trattenersi.
    “Cosa? Non mi dirai che durante il tuo primo giorno come rappresentante di classe sei riuscita a prenderti una punizione, vero?”
    Momoko scoppiò a ridere.
    “Sarebbe proprio da te una cosa del genere, Asu-baka”
    Asuka messa alle strette afferrò un sacchetto di patatine per poi dirigersi a tutta velocità verso la sua camera dove si chiuse dentro.
    “La mamma non deve sapere che mi sono beccata una punizione o non mi farà più uscire per un mese....sarà meglio inventarsi qualcosa...”
    Dopo aver mangiato le patatine la ragazza iniziò a svolgere il tema, cercando di scrivere il più grande possibile per occupare spazio. Con uno sforzo immane riuscì a riempire tutte le dieci pagine richieste seppur ribadendo più volte gli stessi concetti e facendo frequenti ripetizioni. Finito il lavoro si addormentò di colpo sulla scrivania, completamente spossata.
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  5. #15
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    Il mattino successivo un Asuka molto simile ad uno zombie si trascinava lentamente lungo la strada che praticava ogni mattina per raggiungere la scuola. Nonostante fosse riuscita a dormire un paio d'ore dopo aver finito il tema si sentiva ancora terribilmente stanca e si chiedeva come avrebbe fatto a non addormentarsi in classe.
    Rispetto alla giornata precedente il clima era decisamente peggiore: un vento molto forte soffiava sulla città trascinando violentemente con se le foglie degli alberi e i colorati petali dei fiori mentre giganteschi nuvoloni grigi minacciavano di riversare sulla terra il loro piovoso contenuto da un momento all'altro.
    “Uff...sono stanchissima...il tempo é orribile....ho fatto un tema schifoso....peggio di così non può andare...”
    Appena la ragazza finì di parlare udì un rumore di passi che si avvicinavano a lei.
    “Cioa, Asuka” disse Ankoku raggiungendola. Quel giorno il ragazzo indossava l'uniforme scolastica maschile esattamente come aveva promesso di fare al preside Takahashi
    “....Mi sbagliavo...a quanto pare non c'è limite al peggio...”
    “A quanto pare non sei molto contenta di vedermi”
    “Secondo te come potrei esserlo? Per colpa tua ho scoperto l'esistenza di esseri che speravo esistessero solo nella fantasia, ho mentito alla mia migliore amica e alla sensei per coprire il tuo segreto beccandomi una punizione a dir poco atroce....E soprattutto per colpa tua non sono potuta andare alle terme! Sai da quanto tempo é che muoio dalla voglia di andarci?!”
    Di fronte alla sfuriata della ragazza Ankoku sorrise con aria colpevole.
    “Dai non prendertela così tanto...Aspetta un attimo. Hai detto che hai mentito per proteggere il mio segreto?”
    “Sì. Ho detto a Ichigo che nonostante il pestaggio che avevi subito ti eri recato a comprare un manga sospinto unicamente dalla tua volontà di otaku. Non potevo certo dirle che avevi usato i tuoi poteri di Kinta per curarti”
    “Bé, grazie mille per la copertura. Però se adesso mi faccio vedere in giro privo di lividi potrebbe essere un problema....”
    Il ragazzo rifletté per un po' su una possibile soluzione a questo problema ma senza trovarne. Poi il suo sguardo ricadde su Asuka e un'idea brillante gli attraversò la mente. Si guardò intorno con fare circospetto e quando vide che oltre a loro due non c'era nessuno in quella zona disse alla ragazza: “Tu sei arrabbiata con me, giusto?”
    “Sì”
    “E se qualcuno mi vede privo di lividi sono nei guai, vero?”
    “Ovvio”
    “Allora tirami un pugno”
    Asuka si voltò a fissare il ragazzo con espressione incredula. Non poteva credere di aver capito bene.
    “Devo tirarti un pugno?”
    “Mi sembra l'unica soluzione. Tu potrai sfogare la tua rabbia e io avrò una copertura perfetta”
    “Ma per lasciarti un livido dovrò colpirti molto forte!”
    “Che c'è non te la senti di farlo? Lo sapevo...sei solo una ragazzina smidollata incapace di dimostrare le sue parole con i fatti” disse Ankoku, con disprezzo.
    Quelle parole ferirono profondamente la giovane che con ira si avventò sul ragazzo per poi tempestargli il volto di violentissimi pugni in cui ripose tutta la rabbia accumulata negli ultimi giorni. Quando fu stanca di colpirlo si alzò ansimante per contemplare il suo operato. La faccia di Ankoku era piena di grossi lividi violacei e dal suo labbro inferiore colava del sangue vermiglio.
    “E ora chi é la smidollata?!” esclamò Asuka per poi allontanarsi a lunghi passi dal Kinta.
    Dopo qualche secondo una risata allegra la costrinse a voltarsi e ciò che vide la lasciò a bocca aperta. Il ragazzo si era rialzato e ora la fissava con un espressione a dir poco soddisfatta dipinta sul volto.
    “Wow, non pensavo che la mia provocazione avrebbe funzionato così bene”
    “Non ci posso credere!” esclamò la giovane, indignata “Lo hai fatto apposta!”
    “Sì, lo ammetto. Era l'unico modo per convincerti a picchiarmi seriamente”
    Asuka dovette trattenersi dal picchiarlo nuovamente.
    “Ma almeno ti ho fatto male?” chiese, speranzosa.
    “Assolutamente no. Un essere umano non é certo in grado di fare del male a un Kinta. Al contrario un Kinta se attaccasse un umano con i suoi poteri potrebbe persino ucciderlo ed é per questo che evito sempre la rissa: ho troppa paura di perdere il controllo ed uccidere qualcuno” disse Ankoku, con grande serietà.
    Udendo le profonde parole del ragazzo Asuka si sentì tremendamente in colpa e subito smise di guardarlo negli occhi.
    “Perdonami....”
    Il Kinta la fissò con sguardo interrogativo.
    “Ieri...ieri ti ho accusato di non avere un briciolo di dignità perché non avevi risposto ai colpi di quel ragazzo....ma ora che ho scoperto il vero motivo per cui non hai reagito ho capito di averti giudicato male. Ti prego di perdonarmi”
    Ankoku sorrise e dopo essersi avvicinato alla ragazza le accarezzò la testa con la mano destra, dolcemente. A quel contatto Asuka arrossì violentemente anche se cercò, invano, di non darlo a vedere.
    “Non hai nulla da farti perdonare, tranquilla. Ieri non eri certamente a conoscenza della mia vera identità o dei miei poteri per cui avevi tutto il diritto di accusarmi di essere un vigliacco. E forse lo sono veramente....”
    La giovane sollevò il capo e vide i verdi occhi del giovane riempirsi di tristezza.
    “Ankoku...c'è qualcosa che non va?”
    “Vedi...devi sapere che la punizione per i Kinta che usano i loro poteri sugli esseri umani é la morte. ..ed io non riesco a capire perché ho così paura di uccidere gli esseri umani...ho paura di essere giustiziato o ho paura di spegnere la vita di un'altra persona? Non riesco proprio a capirlo....”
    Per un po' tra i due ragazzi scese un opprimente silenzio a causa del fatto che entrambi erano immersi dei propri pensieri. Poi, dopo qualche secondo, Asuka pose fine al silenzio dicendo: “So di non conoscerti molto..anzi forse non ti conosco per niente...eppure non credo che tu sia una persona egoista, non lo penso assolutamente. Certo é possibile che tu abbia anche paura di essere giustiziato ma non credo che sia solo quello che ti spinge a non aggredire gli esseri umani”
    Ankoku fissò la ragazza nei profondi occhi neri con intensità per poi sorriderle e dirle: “Ti ringrazio, Asuka”
    Fu in quel momento che Ichigo Satou entrò nella strada in cui si trovavano i due compagni di classe e vederli così vicini ed intenti a guardarsi negli occhi la indusse a pensare alla cosa sbagliata.
    “YATTA! Asuka-chan si é finalmente trovata il ragazzo!”
    Udendo le parole dell'amica Asuka arrossì ancora di più e voltandosi verso di lei disse: “Ichi-chan non é assolutamente come pensi tu...”
    “E' inutile che tenti di nasconderlo, ormai ti ho scoperto!”
    Ichigo era a dir poco euforica per l'amica e nonostante i numerosi tentativi ne Ankoku ne Asuka riuscirono a farle capire che le cose non stavano come pensava lei. Fortunatamente però riuscirono a farle giurare di non andare in giro a spettegolare sulla loro presunta relazione.
    Giunti a scuola i tre ragazzi entrarono direttamente nella loro classe dove la sensei Watanabe vedendo il volto pieno di lividi del Kinta fu costretta ad ammettere che le due ragazze non avevano mentito e per scusarsi con loro annullò la punizione che aveva assegnato il giorno precedente.
    “Nooooo! Tutta quella fatica sprecata!” esclamarono Asuka e Ichigo all'unisono, stando ben attente a non farsi sentire dalla sensei che nel frattempo era andata a chiamare il preside Takahashi per far punire da lui i bulli che avevano picchiato Ankoku. Questi stavano letteralmente tremando di paura in quanto sapevano bene di che cosa era capace “L'imperatore”.
    Poco dopo la sensei Watanabe tornò insieme a Ryusuke Takahashi il quale non sembrava molto contento di ciò che era successo....
    “Come avete osato picchiare il cosplayer più bravo che io abbia mai visto, eh?!”
    “Ci perdoni, signor Takahashi!” esclamarono all'unisono i teppisti inchinandosi al suo cospetto.
    “Per voi sono L'imperatore, capito?!”
    “Certo, imperatore!”
    “Ora mi seguirete nel mio ufficio e una volta lì deciderò qual'è la punizione più adatta a voi!”
    “Sì, sua eccellenza!”
    Prima di uscire seguito dai bulli che ora tanto bulli non sembravano il preside salutò vivacemente Ankoku il quale rispose dicendo: “Cioa, Ryusuke”
    “Oserei dire che il preside é leggermente di parte” disse Asuka rivolta ad Ichigo.
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  6. #16
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    Le prime tre ore scolastiche passarono senza nessun avvenimento degno di nota. Ankoku leggeva tranquillamente i suoi manga nascondendoli dietro ai libri di testo, Ichigo da brava,fangirl, scriveva il primo capitolo di una fanfiction incentrata sulla coppia Asuka X Ankoku e Asuka seguiva la lezione, prendendo appunti ogni cinque minuti circa. Poi, all'inizio della quarta ora, accadde qualcosa di veramente strano...
    All'improvviso Asuka provò una sensazione a dir poco strana che non aveva mai provato prima in vita sua: la sensazione di perdere senza apparente motivo l'uso di tutti e cinque i sensi. Non poteva più sentire, non poteva più vedere, non poteva più annusare, non poteva più assaporare e non poteva neppure toccare..però poteva percepire. Già, ora che i suoi sensi erano annullati un sesto senso sino ad ora sconosciuto aveva invaso il corpo della ragazza portandola a percepire l'avvicinarsi di un grande male....Lentamente davanti ai suoi occhi apparve l'immagine di ciò che stava percependo, l'immagine di una creatura che conosceva bene...
    Improvvisamente i sensi della ragazza così com'erano scomparsi fecero il loro ritorno e lei poté riprendere contatto con la realtà.
    “Ankoku” bisbigliò.
    “Che c'è?” chiese il ragazzo distogliendo lo sguardo dal manga che stava leggendo.
    “Ho..ho percepito la presenza di uno Yakku....sarà qui a momenti...”
    “Cosa? Ma questo non é poss...”
    Appena prima che potesse finire la frase anche i sensi del ragazzo si annullarono e anch'egli poté percepire la presenza dello Yakku.
    -Come..come diavolo é possibile che questa umana abbia percepito uno di quei mostri prima di me?!- pensò il Kinta, completamente sconcertato.
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  7. #17
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    Ok, la trama si sviluppa, tipica situazione giapponese che si ricava da molti manga/anime...beh, finora nulla di realmente degno di nota, se non la caratterizzazione sempre migliore dei personaggi

    P.S. Ryusuke rulla!

  8. #18
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    Uno sviluppo interessante... Mi piace. Continuerò a seguirti, la storia mi interessa,anche se i capitoli sono veramente lunghi.. Vabè, io adoro leggere! Mi piacerà vedere come continua ^^
    "I was born and raised from the sea..." =Sonata Arctica=
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  9. #19
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    Vi ringrazio moltissimo^^
    So che per adesso la storia non é nulla di troppo diverso dal solito ma più avanti penso che riuscirò ad introdurre degli elementi originali. Comunque sono felice che la caratterizzazione dei personaggi proceda bene, é un aspetto su cui punto molto.
    Evvai anche in questo capitolo il mitico Ryusuke ha fatto la sua comparsa XD
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  10. #20
    Uomo Tigre
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    Comincio dicendo che detesto Asuka.
    Gli è bastato poco per diventare così antipatica ai miei occhi
    Ha detto ad Ankoku che faceva schifo perchè non si era difeso e invece lei si era rasegnata a venir trafitta dal mostro,patetica.
    Poi cos'ha contro gli Otaku???
    Comunque molto bravo Meta,ottime descrizioni,dialoghi molto buoni ma secondo me hai affrettato un pò la comparsa vera e propria di Ankoku.
    Hai già fatto vedere che non è un tipo normale e secondo me avresti dovuto aspettare un pò di più ma sono soltanto mie considerazioni
    Al più presto leggerò anche l'altro capitolo

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