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  1. #161
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    ciao, Oplita … ho letto il primo capitolo … complimenti … davvero bella la tua fic., con molti particolari ke favoriscono l’immaginazione delle scene … e poi hai avuto la mia stessa idea dei cyborg … mi è piaciuta l’idea ke hai avuto di ambientarla nel futuro di Trunks … anke xkè xme è 1mito Trunks del futuro … e 1f****o quello del GT … 1 po alla volta continuerò a seguirti
    Grazie mille. Sono contento che tu abbia iniziato a seguirmi.
    A dire il vero, però, come vedrai nei prossimi capitoli del prologo, non è ambientata nel futuro, manel presente.
    Di seguito inizio la saga di Rack. Mi dovete scusare il triplo post, ma metterò due episodi.
    Finalmente, con questa saga si capirà il perchè del nome della mia FF... Finalmente, dopo Tarles, Broly e Paragas, vedremo altri sopravvissuti, ma non voglio fare spoiler...
    Ultima modifica di Oplita XXX; 25-07-2008 alle 15:54
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  2. #162
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    Rack

    Episodio 1


    Erano passati ormai diversi anni dal torneo di arti marziali che aveva visto protagonista il giovanissimo Ub e la pace regnava sulla Terra… o, per meglio dire, regnava la noia, in quanto il principale protagonista di ogni avventura, Goku, si allenava in continuazione con la reincarnazione di Majin Bu e si allenava duramente anche Vegeta, principe dei saiyan, nelle sue palestre ad elevatissima gravità.
    A dirla tutta, loro erano forse gli unici guerrieri Z che continuavano imperterriti i loro allenamenti, mentre gli altri si concedevano un riposo, eufemismo per dire che in realtà si erano rammolliti…
    In ogni caso, è in questo periodo che Goten e Trunks, i quali ormai non si vedevano dal torneo, organizzarono una rimpatriata.
    Erano cresciuti, ormai erano degli adolescenti, ma la loro indole, soprattutto quella di Goten, non era cresciuta per niente: continuavano ad essere giocherelloni e vivaci quando si ritrovavano.
    Goten era ormai poco riconoscibile per chi lo ricordasse ai tempi di Majin Bu: aveva tagliato i capelli per evitare l’inconveniente di essere scambiato per il padre e ora li portava dritti in testa con un ciuffo proteso in avanti; ormai aveva una predilezione per l’abbigliamento comodo, come T-shirt e jeans, invece delle solite casacche da allenamento di quando era bambino. Trunks invece, rimaneva inconfondibile, con il suo caschetto lilla ed il suo sguardo profondo: si era affermato come l’erede ufficiale di Bulma e aveva ideato diversi nuovi marchingegni; sicuramente non sapeva di essere completamente diverso da un altro Trunks, del quale forse non conosceva l’esistenza, che molti anni prima, era venuto dal futuro, che era perennemente triste e imbronciato.
    In occasione di quella rimpatriata, avevano scelto di portare con loro due ragazze carine: Goten una coetanea di nome Valese, dallla folta chioma bruna e dagli occhi da cerbiatto, Trunks una ragazza dallo sguardo dolce e dei corti capelli biondi di nome Doomie. Tanto per cambiare, Goten decise di fare lo sbruffone, per colpire le fanciulle, così suggerì in un orecchio a Trunks: “Perché non le portiamo al promontorio…. È un posto carino…” al compagno non sembrò una cattiva idea, così entrambi presero in braccio le proprie ragazze e le sollevarono in volo per raggiungere la meta stabilita. Le ragazze non sembrarono sorprese di vedere quell’abilità dei ragazzi: segno che probabilmente i due erano stati così incauti da mostrare quella mossa diverse altre volte.
    Arrivarono ad una pianura erbosa che si sporgeva su un gigantesco promontorio a strapiombo, sulla superficie del quale era ben in evidenza una piccola sporgenza antistante ad una caverna.
    Goten, a quella vista, ricordò un racconto del fratello, Gohan, che gli aveva descritto gli orrori che un tempo stavano in quell’anfratto, creazioni di un pazzo che osava chiamarsi scienziato…
    Curioso, abbandonò per un attimo Valese, che nel frattempo gli si era avvicinata con la dolce intenzione di stampargli un bacio e corse verso il precipizio, gettandosi di testa nel vuoto, atterando leggermente proprio nella fessura naturale, addentrandosi nel buio.
    Man mano che entrava nell’oscurità, gli occhi si abituavano, ma in realtà continuava ad esserci troppo buio, così chiuse per un attimo le palpebre e quando le riaprì le pupille erano diventate verdi, mentre i capelli si erano drizzati cambiando il colore in oro: tutto l’ambiente era rischiarato a giorno dall’aura gialla del supersaiyan.
    Così continuò ad avanzare, in discesa, sempre più giù, fino ad arrivare in un enorme atrio: sapeva cosa c’era lì un tempo, ma soprattutto, sapeva che suo fratello aveva distrutto tutto per evitare altri guai. Man mano che andava avanti, ciò che vedeva erano solo mucchi di macerie, e ogni passaggio sollevava polvere. Poi urtò un grossissimo sasso, messo in modo trasversale, quasi in modo innaturale. Ci si appoggiò, poi senza alcuno sforzo, lo sollevò e lo frantumò, rivelando alla sua vista un buco della dimensione di un uomo. Identico a suo padre Kakaroth per la sua curiosità infantile, scese per il condotto sottostante al buco per diversi metri, finchè il cilindro di titanio non si allargò, rivelando una sala gigantesca. Stranamente qui tutto sembrava al suo posto, diversamente dal resto dell’ex laboratorio. Aumentò ancora l’espansione della sua luce aurea, capendo che era tutto vuoto lì dentro, ma poi guardò più attentamente e, nel fondo della cavità, vide un’altra galleria scavata nella roccia.
    Tornò velocemente dal compagno che nel frattempo, stava annoiando le ragazze parlando delle sue ultime invenzioni. “Quindi, ho perfezionato il processore inventato da mia madre, aumentando la portata del macchinario… Ehi, Goten, dove ti eri cacciato?!?” “Ho scoperto una cosa fantastica, nella grotta qui sotto, una cosa davvero incredibile, devi venire!!!” Ma fu interrotto da Valese, che tossicchiò un po’ imbarazzata e un po’ arrabbiata per il comportamento da bambini dei due prestanti ragazzi: “Forse io e Doomie siamo di troppo… la nostra presenza non è gradita? Se volete ce ne andiamo… abbiamo degli amici in zona a cui chiedere un passaggio…” Goten le si avvicinò intenerito e la baciò, poi disse dolcemente: “Scusa, tesoro, non era mia intenzione rovinare questa serata, ma mio padre mi ha insegnato a non lasciare mai le cose strane senza prima capire cosa sia che le rende strane…” Poi vedendo l’espressione rapita della fanciulla, aggiunse con un sorriso: “Che ne dici di rimandare ad un’altra sera? Ti prometto che non ci sarà nulla a disturbarci…” Valese doveva ancora riprendersi dalla reazione del ragazzo quando disse, completamente rossa in viso: “Come vuoi tu… So che sei un ragazzo impegnato…” mentre Trunks pensava sollevando al cielo lo sguardo rassegnato: “Dannato Goten, un ragazzo impegnato… un gran bastardo, piuttosto, un bastardo che non finirà mai di stupirmi, nonostante ormai conosca bene la sua indole…” poi si rivolse all’altra ragazza, che se ne stava silenziosa a guardare il tramonto: “Doomie… mi dispiace...” Lei, come risposta gli sorrise senza proferire parola, poi tornò a guardare il sole che si tuffava nel mare.
    I due ragazzi, con un cenno della testa, volarono in basso, addentrandosi nella cavità, e trasformandosi in supersaiyan, fino a che non arrivarono nel salone finale. Si posero di fronte all’apertura misteriosa e Trunks proferì parola: “Ora mi devi spiegare che diavolo siamo venuti a fare qui…” “Bè, mio fratello mi ha raccontato più volte, quando ero piccolo, di questo laboratorio, ma non mi aveva mai descritto questa sala e questo corridoio… inoltre non mi spiego come mai solo questa zona sia stata risparmiata dalla distruzione…” “E va bene. Andiamo.”
    La galleria non era rivestita di titanio, come la sala precedente, e sembrava scavata con dei colpi energetici… Se non fosse stato per la super velocità dei due ragazzi, ci avrebbero messo settimane a percorrerlo interamente, invece non ci misero più di un paio di minuti.
    Arrivarono in un’altra grande stanza, questa volta rivestita, e quando ci entrarono, delle luci investirono i loro sguardi, costringendoli a distogliere un attimo lo sguardo, poi davanti a loro apparve una figura strana, simile ad un grande insetto, con dei connotati umani, di colore verde, ricoperto di macchie e con due ali nere lucide. Esordì con una frase ad effetto: “Benvenuti, terrestri. Spero che abbiate già fatto testamento scritto, perché io sono Cell, l’essere perfetto, e non avrò pietà per chi mi disturba!” Goten sobbalzò: “Che diavolo ci fa qui Cell?!?” e si mise in posizione di guardia. Trunks scoppiò a ridere. Il compagno rimase sorpreso: “Eh? Che hai da ridere?!?” “Ahah… quello è un ologramma tridimensionale che sta a guardia degli ingressi della Capsule Corporation da dopo il torneo di Cell. Lo riconosco dalla frase che dice… Certo che sei proprio un idiota! Non ti sei accorto che non ha aura?” Goten, evidentemente sollevato, si rilassò: “Giusto… ma non ti sembra strano che siamo arrivati alla Capsule?!?” Trunks smise di ridacchiare, e cominciò ad sfregarsi lentamente le mani sul mento, in riflessione… “Intanto disattiviamo l’insetto…” Si mise di fronte al singolare personaggio e pronunciò con tono solenne la parola d’ordine: “Sparisci, cicala!!!” Cell si inchinò leggermente, suscitando l’ilarità generale e poi si dissolse.
    I due continuarono ad avanzare nella stanza, rimanendo sempre più stupiti di ciò che appariva davanti agli occhi, illuminata da decine di faretti proiettati: dinanzi a loro si prospettava l’imponente sagoma di un’astronave, di dimensioni incredibili.
    I due si avvicinarono, raggiungendo una piccola postazione: Trunks cominciò ad armeggiare in silenzio sul touch screen della consolle e ad un certo punto dalla superficie del mezzo si staccò un portello, che scese fino a terra. Goten, rimasto fino a quel momento a bocca spalancata senza spiccicare una parola, esclamò: “Diamine! Entriamo, vero?” Trunks fece di sì con la testa ed entrambi si avviarono verso l’imponente figura.
    Attraversarono un mezzo perfettamente arredato, dotato di ogni confort, poi, alla fine della visita, giunsero ad una stanza diversa, nella quale si trovava una teca di vetro gigantesca, riempita di un liquido. All’interno c’era un essere assai strano, sicuramente non terrestre, dalla pelle tra il verde e il marrone, piena di rughe e con delle macchie scure qua e là. Era collegato all’esterno con dei cavi.
    All’improvviso aprì gli occhi e si volse verso i due stupiti ragazzi: “Io sono Shama, Colui che Risponde, uno degli Otto Saggi Supremi. Cosa avete da chiedermi, giovani saiyan?”
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  3. #163
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    Rack


    Episodio 2


    Goten e Trunks non si capacitavano ancora di ciò che avevano davanti agli occhi: come faceva quell’alieno a sapere che loro due erano dei saiyan? E cosa ci faceva alla Capsule Corporation?
    L’individuo parlò ancora: “Voi due siete Trunks e Goten, non è così? In un certo senso vi conosco già. Ho già visto Trunks e conosco il fratello di Goten.” I due erano enormemente stupiti per ciò che diceva il vecchio e Goten chiese: “Lasciamo perdere per un attimo il fatto che tu conosca i nostri nomi… Com’è possibile che tu conosca mio fratello? Io non sapevo della tua esistenza, lui non me ne ha mai parlato…” Shama sospirò, come era solito fare prima di rispondere: “Ebbene, l’ha fatto per tutelarti, perché spesso l’ingordigia di conoscenza, come quella del Dottor Gelo che mi teneva in schiavitù può essere altamente nociva: le mie conoscenze vanno oltre ogni limite che voi possiate immaginare. Le mie conoscenze vanno oltre la nascita dell’universo intero… Ecco perché sarbbe stato meglio non incontrarci, ma ormai il destino ha voluto così… Quindi, se volete chiedermi qualcosa, è mio dovere rispondervi…”
    Questa volta fu Trunks a parlare: “Come mai ti trovi qui alla Capsule Corporation?” “Presto detto: fu un’idea di Gohan trasportarmi lontano dalla sala del laboratorio, così lui e Trunks scavarono la lunga galleria che sicuramente avete attraversato, trasportando l’astronave fino a qui. All’inizio, per i primi tempi mi veniva a trovare molto spesso, con tante infantili domande, e io, con pazienza, gli rispondevo, ma quando ha cominciato ad andare a scuola ha smesso di venire, carico di impegni… e io sono rimasto qui solo fino ad oggi…” Trunks abbassò la testa in segno di assenso, ma poi qualcosa lo scosse: “Ma come diavolo è possibile che io ti abbia trasportato se non mi ricordo di te?!?” “Non eri tu il Trunks che mi ha trasportato, o meglio, era il Trunks di un’altra linea temporale, venuto da un tragico futuro” Goten annuì: “Gohan mi aveva detto di quel personaggio: ci aiutò durante il Cell Game, vero?” Shama si limitò ad annuire molto lentamente.
    Trunks rese la parola: “Senti, Goten, se questa è casa mia credo sia meglio avvertire tutti che sono qui, soprattutto Gohan, che a quanto pare ne sa qualcosa…” Goten fu d’accordo: “Si, va bene, ma direi di chiamare anche mio padre e il tuo… non so perché ma questa faccenda puzza non poco di bruciato.
    Non passò molto prima che cinque curiosissimi saiyan stessero davanti alla teca, interpellando i due ragazzini autori della scoperta, Gohan conversava con Shama, un po’imbarazzato per averlo abbandonato tanti anni, mentre Goku e Vegeta, come due bambini, avevano spiaccicato la loro faccia contro il vetro per cercare di veder meglio…
    Il primo a parlare, dopo le numerose domande riguardo l’identità di Shama, fu Goku, che chiese ciò che un tempo era già stato chiesto al Saggio: “Senti, Shama, c’è una domanda che mi affligge da tanto tempo, non voglio che la risposta si riveli in un modo oltremodo spiacevole, come è già successo… Vorrei sapere se nell’universo ci sono altri Saiyan…” Vegeta si girò velocemente verso il rivale, con gli occhi sbarrati, evidentemente stupito dalla domanda che aveva posto: per una volta lo considerò intelligente. Shama sospirò: “Come già una volta risposi a tuo figlio, si, ci sono altri saiyan nell’universo, sparpagliati in pianeti, sistemi e addirittura galassie diverse.” Goku chinò il capo, evidentemente soddisfatto, mentre prese la parola Vegeta: “Di questi saiyan che dici, ce n’è qualcuno che dimora su qualche pianeta vicino alla Terra?” “Ce ne sono diversi, ma non sono esattamente vicini alla Terra, in termini di mezzi terrestri. Il più prossimo dovrebbe essere Eftron, nel quale vive da molti anni un Saiyan” Goku esclamò: “Urca! Speriamo sia pacifico! Gli ultimi saiyan che abbiamo incontrato non erano di certo cordiali… non voglio nemmeno provare a ricordare Broly…” Gohan annuì: “E non dimentichiamoci Tarles, che a suo tempo ci diede non pochi problemi, come anche Radish, Nappa, e, scusami, Vegeta, anche tu…” Il principe si girò dall’altra parte, nascondendo un evidente sorriso compiaciuto.
    Trunks disse: “Chissà se questa astronave riesce a portarci su quel pianeta… sarei curioso di vedere un nuovo saiyan, visto che di quelli che avete nominato ho visto solo quella bestia di Broly…”
    Vegeta si rivolse al figlio con fare stranamente protettivo: “Se qualcuno andrà lì non sarai di certo tu, pivello, e neanche Goten: non vi allenate da anni, quindi è da escludere.” Goku annuì: “E credo che lo stesso discorso valga per Gohan: anche se è diventato veramente fortissimo mi sembra stupido portarlo con noi, sarebbe un ulteriore rischio. Meno siamo ad andare, meno di noi rischieranno di lasciarci le penne…” Gohan si stupì: “Ma papà..” “No, figliolo, oggi no. Non mi va proprio di metterti per l’ennesima volta in pericolo, soprattutto ora che hai una fmiglia…”
    Gohan annuì con forza, trattenendo la propria riluttanza all’idea: “Quando avete intenzione di partire?” “Oggi stesso, che domande!!!” risposero all’unisono Kakaroth e Vegeta.
    Così per un paio d’ore Bulma fu chiamata a scoprire come funzionasse l’astronave: l’esitò fu molto interessante per i due zucconi saiyan. “Ebbene, l’astronave è alla portata di due inetti come voi…basta la pressione di un paio di tasti e di una levetta. Le coordinate del pianeta su cui dovete arrivare le ho già impostate, così come le istruzioni per il ritorno.” Dopo aver mostrato i comandi e dopo che i due fecero segno di aver compreso, fu il momento di partire.
    I due saiyan si denudarono completamente degli abiti casalinghi davanti ad un’ormai abituata Bulma e indossarono i loro completi preferiti procurati loro da Goten e Trunks: Goku la sua casacca arancione con la maglia e la cinta blu, Vegeta un completo aderente simile a quello che indossava contro Majin Bu, ma di colore nero.
    Così salirono a bordo del mezzo e Goku salutò i figli con un gesto della mano.
    Dopodichè i due saiyan videro sugli schermi che il viaggio sarebbe durato circa una settimana, quindi programmarono un pesante allenamento, idea che soddisfece molto Vegeta, ansioso di scoprire i metodi di preparazione del rivale.
    Le giornate passavano simili tra l’oro: circa 13 ore di combattimento al giorno, mentre per il resto i due mangiavano gli squisiti manicaretti che il mezzo automatico forniva e riposavano in delle cuccette speciali, che oltre ad essere comodissime, avevano un effetto simile ai senzu, ma molto potenziato, in quanto permettevano agli esausti saiyan di recuperare completamente le energie perdute durante gli allenamenti. I due saiyan andarono stranamente d’accordo e addirittura ogni tanto si fermarono a chiacchierare come due vecchi amici dei figli e soprattutto delle mogli e delle loro qualità: si scoprì che Vegeta era molto soddisfatto di Bulma, in ogni campo.
    A nove giorni dalla partenza dalla Terra un altoparlante dalla voce femminile avvertì i due viaggiatori di recarsi nella sala comandi, dalla quale sarebbe stato possibile osservare l’ormai vicinissimo Eftron dalla gigantesca vetrata panoramica.
    Era abbastanza simile alla Terra, solo che la superficie degli oceani era meno vasta e le terre emerse presentavano meno monti e alture rispetto alla superficie terrestre. Inoltre si notavano delle enormi macchie verdi, sicuramente delle grandissime foreste.
    La gigantesca astronave individuò una possibile pista di atterraggio e scese velocemente ma stabilmente verso il suolo.
    Appena atterrati i due saiyan scesero con un piccolo volo, e si sgranchirono le gambe, come se fossero stati stretti all’interno del mezzo. L’accoglienza degli abitanti del pianeta fu timorosa e incerta. Vegeta ad un certo punto, stanco di aspettare e di scorgere tra i cespugli dei movimenti furtivi, urlò: “Diamine! Uscite allo scoperto! Che aspettate?”
    Ad un certo punto quella che sembrava una delegazione ufficiale, formata da dieci alieni, in formazione, armati con lance e scudi, oltre a delle armature leggere e degli elmetti che coprivano la grossa testa. Erano abbastanza bassi per lo standard terrestre, ma i due saiyan scoprirono che quei soldati erano anche molto alti per lo standard eftroniano.
    Avevano un aspetto strano, quasi grottesco, con le teste tonde, la carnagione verdastra e gli occhi a palla leggermente sporgenti dalle orbite.
    Quello che poteva essere il loro comandante si fece avanti, parlando lo stesso idioma di Vegeta: “Salve, stranieri. Benvenuti sul pianeta Eftron, se venite in pace, altrimenti saremo costretti a respingervi. Io sono il generale Thradd ed è mio compito accertarvi delle vostre intenzioni.”
    Questa volta parlò Goku: “Salve, Thradd. Noi veniamo in pace. Siamo due Saiyan in cerca di u nostro simile. Ci è stato detto che qui risiede uno di noi.”
    Calò il silenzio: era evidente che gli eftroniani non si aspettavano una richiesta del genere.
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  4. #164
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    Allora Oplita ho letto il primo episodio della saga Rack e mi sembra davvero interessante (soprattutto perchè Goten e Trunks sono protagonisti per adesso)
    quando torno leggo anche il secondo e commento meglio

    Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
    Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
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  5. #165
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    Bellissima storia! Bella intricata e con molti cambiamenti di fronte! Scrivi davvero bene!

    L'unica cosa che non mi convince è Goku che dice "Spero che sia pacifico...", o forse lo dice ma in realtà pensa "Spero che voglia fare a botte..."


  6. #166
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    Bellissimo! Ah, cosi Gohan si scorda dei poveri anziani in vetrina... tsk, tsk, tsk!
    Bene! Finalmente vedremo questi fantomatici saiyan! Chissà come andrà con Rack...

  7. #167
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    Citazione Originariamente Scritto da Oplita XXX Visualizza Messaggio
    Grazie mille. Sono contento che tu abbia iniziato a seguirmi.
    A dire il vero, però, come vedrai nei prossimi capitoli del prologo, non è ambientata nel futuro, manel presente.
    Di seguito inizio la saga di Rack. Mi dovete scusare il triplo post, ma metterò due episodi.
    Finalmente, con questa saga si capirà il perchè del nome della mia FF... Finalmente, dopo Tarles, Broly e Paragas, vedremo altri sopravvissuti, ma non voglio fare spoiler...
    resta cmq interessante ... voglio proprio vedere ki sono gli altri saiyan

  8. #168
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    Nooo!!! cavolo Goten e Trunks nn partono ,spero almeno che ricomincino ad allenarsi ,mentre il viaggio di Goku e Vegeta anche se breve mi è piaciuto sono molto curioso di scoprire chi sia il nuovo sayan..

    Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
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  9. #169
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    Citazione Originariamente Scritto da Final Goku II Visualizza Messaggio
    Bellissima storia! Bella intricata e con molti cambiamenti di fronte! Scrivi davvero bene!

    L'unica cosa che non mi convince è Goku che dice "Spero che sia pacifico...", o forse lo dice ma in realtà pensa "Spero che voglia fare a botte..."

    Bè, il fatto che sia pacifico allude semplicemente a qualcosa del genere: "Speriamo non sia toccato come Broly... quello sì che mi ha combinato male.. se ho vinto è solo per una botta di c**o"
    Magari se è "pacifico" si allena lo stesso...

    Citazione Originariamente Scritto da AlphaOmega Visualizza Messaggio
    Bellissimo! Ah, cosi Gohan si scorda dei poveri anziani in vetrina... tsk, tsk, tsk!
    Bene! Finalmente vedremo questi fantomatici saiyan! Chissà come andrà con Rack...
    Più Gohan cresce e più diventa inetto... (a parte il Mystic, s'intende...)
    Ah, con Rack le idee e gli spunti vengon fuori come funghi...

    Citazione Originariamente Scritto da Blade II Visualizza Messaggio
    resta cmq interessante ... voglio proprio vedere ki sono gli altri saiyan
    Ora che arrivi alla saga di Rack vedrai il primo!

    Citazione Originariamente Scritto da GoTeo Visualizza Messaggio
    Nooo!!! cavolo Goten e Trunks nn partono ,spero almeno che ricomincino ad allenarsi ,mentre il viaggio di Goku e Vegeta anche se breve mi è piaciuto sono molto curioso di scoprire chi sia il nuovo sayan..
    Già, Trunks e Goten non partono, ma questo non vuol dire che nella mia FF non avranno un ruolo, anzi, ho già programmato
    Spoiler:
    Non vi conviene aprire
    Spoiler:
    Ma a pensarci bene
    Spoiler:
    Non è solo una mia idea
    Spoiler:
    Una fusione da adulti...


    Inoltre, nella mia Galleria, ho fatto diversi lavori su Rack, dei quali solo un paio decenti. Se volete il link è nella mia firma.
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  10. #170
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    Episodio 3


    Gli alieni erano ancora stupiti della richiesta, e da qualche secondo avevano cominciato a vedere con un occhio diverso i due visitatori: avevano paura.
    La delegazione arretrò con una mossa impercettibile, poi il generale prese parola: “Allora la vostra ricerca è stata vana. Qui da noi non c’è nessun Saiyan! Potete tornarvene da dove siete venuti…”
    Vegeta era visibilmente adirato: “Quel dannato vecchio sott’olio ci ha detto un mucchio di cavolate. Ora che ritorno dentro…” Ma poi Goku gli mise una mano su di una spalla: “Calmati, Vegeta, non c’è motivo di arrabbiarsi con Shama, lui non ci ha mentito.” “Cosa? Ma che diavolo dici?!?” “Dico solo che il saiyan qui c’è, eccome… solo che lo dobbiamo trovare noi, a quanto pare… questi qui non sono assolutamente d’aiuto…”
    Ora gli alieni non avevano solo paura, ora era il terrore che li assaliva… Avevano capito che la loro bugia non aveva fatto presa… quei due individui non erano stupidi.
    Thradd si rivolse ancora ai due difensori della Terra: “Dovete andarvene, ora è un ordine! Non potete turbare in questo modo la tranquillità di Eftron! Il saiyan che cercate non c’è, ed è inutile che continuate a darci fastidio. Rientrate entro dieci secondi nel mezzo e vi risparmieremo… dieci… nove…”
    Goku fece un impercettibile cenno con la testa a Vegeta, il quale colse al volo. “D’accordo, ce ne andiamo.” “Sei… cinque…” I due Saiyan indietreggiarono verso la porta “Tre.. due…” Ma l’uno non arrivò: i due guerrieri urlarono all’unisono, sprigionando un aura pazzesca, e liberando tutta la potenza del Super Saiyan. I combattenti dorati stavano davanti all’astronave con espressione divertita, mentre i ranghi dei soldati eftroniani si scompaginavano, Thradd ululava ordini, minacciava i disertori, che nel frattempo aumentavano di numero.
    Vegeta disse con voce pacata: “Uno…” mentre Goku sorrise. La sortita forse aveva avuto effetto: dalla folla emerse una figura molto più alta degli eftroniani, avvolta in un mantello grigio, con un cappuccio calato, che lasciava intravedere solo un mento, un mento umano, o meglio, un mento saiyan…
    Avanzò in mezzo agli alienucoli che fuggivano in preda al panico, fino ad arrivare di fronte all’astronave; Goku e Vegeta si guardarono soddisfatti e ritornarono normali.
    Lo strano individuo si mise perfettamente immobile, in osservazione… aveva un’altezza a metà tra quella di Goku e quella di Vegeta: sembrava la corporatura di un ragazzo…
    Attaccò a parlare: “Chi siete, saiyan?” Rispose Goku: “I nostri nomi sono Go… ehm… Kakaroth e Vegeta, siamo dei saiyan provenienti dal pianeta Terra e siamo sopravvissuti al massacro ad opera del tiranno Freezer. E tu? Chi sei?”
    Il sinistro figuro si tolse il cappuccio, rivelando il suo aspetto: era un ragazzo, non aveva più di sedici o diciassette anni, con una folta capigliatura, distribuita in ciuffi sulle spalle, era il saiyan con i capelli più folti che Goku avesse mai visto dopo suo fratello. L’espressione era dura, ma non troppo, attenta ad indagare le intenzioni dei due stranieri. “Il mio nome è Rack, figlio di Thoka e Neesia. Vivo qui da quando sono piccolo… i miei genitori ed io siamo venuti a vivere qui alla mia nascita” Goku annuì e poi chiese: “Se vivi con i tuoi genitori com’è possibile che Shama ha rilevato la presenza di un solo Saiyan?” Rack si rabbuiò mentre rispondeva: “I miei genitori non sono più qui tra noi… Sono stati assassinati da un saiyan malvagio… tanti anni fa. Ormai l’unico saiyan rimasto sono io…” Vegeta parve interessato: “Un saiyan malvagio? Di chi parli, ragazzo?”
    Il saiyan alzò lo sguardo, pieno di rabbia: “Il suo nome era Tarles… un guerriero di basso livello ma spietato… era riuscito a succhiare una parte dell’energia del pianeta e ha annientato i miei genitori…” Goku gli chiese: “Ma perchè ti ha lasciato in vita?” “Semplice: ha visto in m un alto potenziale, mi ha preso per un allenamento futuro… Voleva farmi crescere prima di uccidermi, così mi lasciò vivo qui… Io lo sto ancora aspettando per vendicarmi. È questo l’anno nel quale sarebbe dovuto venire…” Poi fece una pausa, come shockato, guardò fisso Goku, mentre lo stupore lasciava il posto alla rabbia: “A quanto pare quel momento è arrivato…” I due saiyan si guardarono, stupiti. Rack continuò, ringhiando: “Fate finta di non capire? Tarles!!! Ti ho riconosciuto!!!” disse puntando l’indice contro Kakaroth, che parlò con estrema calma: “Ehi, amico, ti stai sbagliando… Io non sono Tarles, anche se in effetti gli assomiglio molto… Sai, ho da darti una bella notizia: io sono proprio colui che l’ha fatto fuori, anche se devo ammettere che è stato un osso duro, ai suoi tempi…” Non fece in tempo a finire: la rabbia di Rack non aveva fine: “Smettila di mentire. Sei ridicolo! Sappi che questi piccoli esseri, gli eftroniani, nonostante mi abbiano dato non pochi problemi, mi hanno cresciuto, e mi hanno insegnato un sacco di cose interessanti… Oltre agli insegnamenti dei miei genitori saiyan, quando erano ancora vivi, ho scoperto delle abilità innate… E oggi è il giorno della mia vendetta! Preparati, Tarles, ti eliminerò prima che tu te ne renda conto!!!” Detto ciò gettò a terra il mantello, rivelando un abbigliamento da combattimento, completamente grigio, formato da una semplice casacca e dei pantaloni dello stesso tessuto; indossava degli stivali stranamente simili a quelli di Vegeta e dei polsini molto allungati di un materiale duro misterioso, bianchi con una striscia nera sui bordi. Cominciò ad urlare con tutto il fiato che aveva in corpo, poi il suo corpo sprigionò una luce pazzesca, di colore giallo, mentre i capelli si drizzavano colorandosi d’oro e le pupille diventavano verdi.
    Un’onda d’urto partì dal suo corpo e scagliò lontano tutti gli eftroniani che non erano scappati.
    Rack squadrò i due saiyan, che stavano immobili sulla soglia dell’astronave, per nulla sorpresi. “Cosa? Credevo di spiazzarvi con questa trasformazione… Che vi prende?!? Volete dire che…” Goku finì la frase: “Sì… avevamo capito che eri un Super Saiyan quando hai parlato di abilità innate.” Rack sorrise: “Anche voi lo siete?” I due saiyan rimasero in silenzio, e Goku sorrise, poi si mise in posizione di guardia: “Non so come fare a convincerti che non sono Tarles, ma se vuoi combattere, per me va benissimo. Vegeta?” Il rivale, interpellato, inarcò le labbra in un sorriso: “Mettiamo fine alla noia di questi anni, Kakaroth!”
    Rack pose fine alla conversazione usando la super velocità e portandosi dietro a Goku, che avvertì il movimento e si teletrasportò altrove, fuori dalla portata dell’avversario. Quest’ultimo si portò in alto: “Vediamo che sai fare contro questo…” portò le mani in alto, mentre preparava un attacco di ki giallo, poi gridò: “Revenge Ray!!!” e portandosi le mani in avanti, scagliò verso Goku una potente onda. Kakaroth sorrise e portò le mani a lato del corpo, scandendo le sillabe dell’attacco che aveva sempre preferito: “Ka…Me…Ha…Me…” Il ki azzurrognolo si formò tra le mani messe a cestello, poi il guerriero esclamò: “HAA!!!” e nello stesso tempo, portò in avanti le braccia, sparando l’onda e si trasformò in Super Saiyan, potenziando ulteriormente l’attacco e dotandolo di riflessi dorati. I due attacchi si scontrarono in cielo, ma nessuno dei due era stato caricato al massimo, né Goku né Rack, da perfetti saiyan, avrebbe voluto intraprendere un combattimento per poi concluderlo dubito dopo…
    Le onde esplosero in un boato, mentre i due super saiyan si trovavano di fronte, per nulla provati dalla fatica, sorridevano compiaciuti: sarebbe stato un combattimento stupendo.
    Rack si slanciò in avanti, così come Goku, fino ad incontrarsi a mezz’aria, scontrando i pugni in una pioggia di scintille. Poi il ragazzo, tenendo ancora in tensione il pugno, effettuò una capriola all’indietro, cercando di colpire con entrambi i piedi uniti il mento di Goku, che, prontamente, lasciò la presa del pugno e sferrò un calcio volante alla testa di Rack. Egli evitò il colpo, abbassandosi ed esponendo la schiena ad un potente pugno a due mani dell’avversario, che lo scagliò lontano. A pochi centimetri dal terreno Rack frenò la caduta, toccando una roccia con un piede e ripartendo all’attacco, con un nuovo slancio.
    Sembrava volesse colpire Goku con un potente pugno, ma all’ultimo momento, si scansò, si portò alle spalle indifese di Kakaroth e lo colpì con un calcio rovesciato, scagliando il nemico lontano, poi scomparve e apparve nuovamente alle spalle di Goku, mollandogli un altro calcio e ripetendo la stessa mossa cinque o sei volte, con velocità crescente. Finché il saiyan più esperto, con un sorriso, scomparve, facendo perdere l’equilibrio a Rack, che stava per tirargli l’ennesimo calcio e riapparve a pochi centimetri da lui, afferrandogli le mani e cominciando a tirargli delle potenti testate, una dopo l’altra, implacabili, senza tregua. Poi caricò un ki in una mano e piantò il pugno nello stomaco dell’avversario, provocando una rumorosa esplosione.
    "I was born and raised from the sea..." =Sonata Arctica=
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