Seiryu..so che Ryu vuol dire drago (Ryuken=pugno del drago=Ryu=drago) mi piace il nome che hai scelto per il bimbo.LA NASCITA
In una piccola cittadina di campagna un neonato sta emettendo i suoi primi vagiti.
Nella stanza di un ospedale una famiglia è riunita attorno al miracolo della nascita ed è intenta a contemplare quel prezioso dono che il buon Dio gli aveva concesso.
Il piccolo bambino dopo un paio di lamenti smise di piangere,era strano come si fosse già zittito,in fondo era appena venuto alla vita eppure sembrava così calmo e pacato,nulla lo preoccupava e tra le morbide coperte della sua culla riposava soave.
Una donna posta su di un letto parallelo alla culla lo fissava con dolce sguardo,finalmente il suo primo genito era venuto alla luce,quasi non ci credeva.
Nonostante fosse stanca e stremata dopo il parto si poteva osservare chiaramente la gioia che la pervadeva dall’interno.
Il suo primo bambino era finalmente nato.
Dei lunghi capelli color castano gli scendevano lungo alla schiena fin quasi a toccar terra,avevano delle sfumature più accese in alcuni punti e ricordavano il colore della corteccia di un albero a primavera.
Gli occhi felici in di quel meraviglioso momenti erano leggermente più chiari rispetto ai capelli e donavano alla donna un particolare sguardo.
Esile di corporatura era stesa sul quel letto intenta a contemplare il bambino che dormiva beatamente.
-Oggi è il primo giorno dell’anno del Drago e incredibilmente sei nato tu -faticava in modo vistoso a parlare ma non per questo decise di smettere-voglio chiamarti come quella gloriosa bestia che da nome a questo magnifico anno……,benvenuto tra noi Seiryu-
Una figura anziana posta nella vicinanza della donna osservava tutto con sguardo attento e felice.
Anch’egli era molto contento di quell’evento,di quel miracolo che la vita poteva offrire,il miracolo della nascita.
Uno sguardo felice faceva capolino sul volto dell’anziano signore che colmo di gioia osservava il piccolo bambino indifeso posto tra le morbide e calde coperte della culla.
Indossava un abito verde chiaro con sfumature lungo le braccia più scure,l’indumento era tendenzialmente largo ma lui sembrava indossarlo senza nessuna difficoltà nonostante questo toccasse vistosamente il suolo rendendo per chiunque difficoltosa la camminata.
Non aveva capelli,la vecchiaia doveva averglieli portati via consegnandogli in cambio qualcos’altro di sicuro più prezioso.
Gli occhi possedevano lo stesso colore del vistoso abito,erano verdi,di un verde molto chiaro quasi spento,come quello delle foglie prima dell’autunno.
Con la mano destra si lisciava i due lunghi baffi brizzolati che aveva ma senza mai distogliere lo sguardo dal piccolo che dormiva il più placido dei sonni,il suo primo effettivo sogno.
La divisa che l’anziano portava aveva un qualcosa di particolare,di estremamente vistoso,era l’emblema di un piccolo drago che gli adornava la schiena.
Il fiero animale era raffigurato con la fauci aperte e in posizione di attacco.
A prima vista vedere che la figura di quell’imponente animale era posta sul vestito di un vecchio poteva essere un controsenso,un anziano paragonato ad un drago non poteva che essere una sciocchezza,visto anche il modo come la portava.Non si era degnato nemmeno di renderla pari al suo corpo,ma evidentemente non gli importava più di tanto.
Per ora la cosa fondamentale era quel piccolo bambino che aveva di fronte a lui,il piccolo Seiryu.
-Complimenti per l’ottima scelta figlia mia,non potevi trovare un nome migliore.Come ben sappiamo sono in molti a desiderare che il proprio figlio nasca sotto questo glorioso anno ma purtroppo solo a pochi viene consegnato questo grande onore-
-Hai proprio ragione-rispose la donna affaticata
-Non parlare,devi essere molto stanca riposati e non pensare a niente,questo deve essere soltanto un momento felice-
La madre del bambino sentite quelle parole fece in tempo a smorzare un sorriso prima che le sue palpebre ormai stanche e smunte si chiudessero lasciando spazio a Orfeo che l’avrebbe condotta tra le sue braccia.
L’anziano signore a passi lenti si diresse verso la finestra di quell’ospedale,i raggi solari filtravano all’interno irradiando leggermente il bel volto della donna che ora riposava soavemente proprio come la sua creatura.
La aprì e una leggera folata di vento gli accarezzo il volto ormai vistosamente segnato dal tempo,tante erano le rughe che lo solcavano,il povero vecchio appariva come smunto e spento ma era tutt’altro che così.
Il suo sguardo si dirigeva verso il cielo limpido e chiaro come non mai,era felice su questo non c’era dubbio ma qualcosa interiormente lo turbava,un piccola macchia scura lo mordeva dall’interno.
-Tu figlio è nato ma tu non sei quì,perché?-bisbigliò a bassa voce,non voleva assolutamente disturbare il sonno della sua adorata figliola.
-Toglimi le mani di dosso!-gridò prima di lasciar partire un pugno contro colui che gli stava davanti.
L’uomo colpito cadde all’indietro contro un tavolo di legno che non potè fare a meno di spaccarsi in due.L’aria in quel locale si stava facendo parecchio elettrica,gli sguardi dei presenti non lasciavano trasparire nulla di buono,come le loro mani che come dei serpenti si avvicinavano ai più vicini oggetti contundente .
-Kentaro abbiamo scoperto il tuo trucco,sei un vile baro ed ora pagherai con la vita per tutti i soldi che ci hai portato via con l’inganno!-sbraitò un uomo davanti al ragazzo che aveva scagliato il primo pugno.
Costui poteva avere all’incirca ventidue anni,un età che si differenziava parecchio rispetto a quella media presente in quel locale.Erano tutti degli uomini di mezza età,avranno avuto come minimo quarant’anni a testa,di certo in quell’istante una cosa li accomunava: una rabbia crescente verso quel ragazzo dall’aria minacciosa.
Era li in mezzo a tutti,pian piano stava venendo circondato da un maggior numero di persone pronti a dargli battaglia per un qualche motivo.
Da sotto la T-shirt bianca aperta sul collo si poteva notare una muscolatura prorompente e ben sviluppata,bicipiti vistosi si contraevano dando segno che qualcosa stava per succedete.
Le gambe,coperte da dei pantaloni neri, si stavano distanziando l’una dell’altra come per mettersi in una posizione di guardia.
-Questa volta ti abbiamo scoperto!Riuscivi a vincerci tutte quelle volte solo perché baravi,truccavi il gioco e così in modo più che facile ti intascavi i nostri soldi!-gridò un altro individuo.
Prima di rispondere il ragazzo interpellato si scostò i capelli che gli scendevano sugli occhi,avevano una forma molto particolare,nessuno li portava in quel modo solo lui,poteva essere riconosciuto da chiunque solo per i suoi capelli.
Erano in prevalenza dritti,neri come la pece e soprattutto tutti tirati all’indietro.
Questo schema si ripercorreva su tutta la testa fatta esclusione per la parte frontale.
Infatti sopra la fronte scendevano lisci e perfetti come le acque di una cascata quasi da impedirgli di vedere chi gli si prostrava davanti.
Con la mano che poco prima aveva truffato quegli incalliti giocatori d’azzardo ora si spostava delicatamente i capelli ai lati delle tempie per poter osservare al meglio coloro che gli muovevano quelle accuse.
-Mi spiace ma non è certo colpa mia se siete un branco di idioti e non vi accorgete quando uno vi sta truffando.Sono semplicemente più intelligente e soprattutto più furbo di voi e con la mia furbizia ambisco alla vittoria come avete potuto osservare-
Quelle parole gettarono il locale nel silenzio,la rabbia in quel momento sembrava aver otturato i centri nervosi di tutti.
Il barista dietro al suo bancone osservava le due parti senza proferire parola,un movimento sbagliato o addirittura un affermazione errata poteva costargli molto se non la vita.
Anche i pochi presenti non coinvolti direttamente nello scontro rimanevano in totale silenzio,nessuno aveva il coraggio di proferire parola.
Gli uomini che fino ad un attimo fa scalpitavano per picchiare quel ragazzo ora invece ad occhi sgranati lo guardavano increduli davanti a cotanta presunzione e superbia.
Quell’ innaturale silenzio continuava a dominare su tutti finchè non ci fu la goccia che fa traboccare il vaso.
La bocca del ragazzo pian piano iniziò ad aprirsi lasciando intravedere un sorrisetto di scherno che andava a colpire direttamente quel po’ di orgoglio che quegli uomini,se così potevano essere chiamati,avevano.
I denti del truffatore luccicarono per un istante,un misero istante prima che la tempesta potesse scatenarsi.
-Uccidiamolo!-gridarono in coro.Come se uniti sotto un’unica bandiera in cinque si lanciarono contro colui che aveva osato gabbarli al gioco, la loro primaria questione di vita,anzi,forse la sola che veramente li spingeva a continuare a tirare avanti.
-Dannato Kentaro pagherai con la vita la tua sfrontatezza!!-gridò il primo assalitore.
Ebbe il tempo di finire quelle parole che il ragazzo attaccato gli prese un braccio e con abile gesto lo spezzo facendolo cozzare contro un suo micidiale pugno.
Le prime grida di dolore iniziarono a spargersi nell’aria.
-Forza,chi è il prossimo?-esclamò il ragazzo mentre si preparava ad accogliere la furia dei restanti assalitori.
Le descrizioni sono pressoché perfette e scritte benissimo anche se ho notato molti errori di distrazione, come spezzo invece di spezzò e alcune frasi dove manca qualche virgola, ma niente di grave comunque.
Come trama ancora non posso dare un giudizio perché siamo agli inizi, so solo che questo Kentaro (Yabuki Kentaro è il mangaka che ha fatto Black Cat ) mi piace molto come personaggio, davvero molto figo e mi piace combatte e soprattutto come insulta
Sta venendo veramente benone, continua così mbare!