Hai detto proprio tutto? Allora ti dico anch'io qualcosa: è davvero un segno inequivocabile di superficialità e arroganza il mancare rispetto al prossimo in modo così automatico e del tutto gratuito, ma non avere rispetto nemmeno di fronte al dolore altrui è indice dell'ultima miseranda feccia del mondo, quei liquami che dante non si sogna di menzionare nemmeno all'inferno...a voi la parola perche io ho detto tutto nel titolo
Fai l'esperimento, io l'ho fatto:Non saprei, io ho sempre visto le due cose strettamente legate. In fondo, ricordiamo che gli squilibri psicologici sono pur sempre messi in atto da disfunzioni nella gestione dei neurotrasmettitori, che suppongo possano derivare da malattie a tutti gli effetti. Per quanto le mie limitatissime conoscenze in ambito medico possano aiutarmi nell'esprimere questo parere.
Passa un mese chiusa in camera. Il tuo cervello fisiologicamente reagirà in un certo modo. Dopodichè inizia ad uscire e a frequentare ambienti sociali. Il tuo cervello fisiologicamente reagirà in un altro modo. Non sono le sostanze che ti spingono a stare bene o a stare male, quello è il meccanismo, la spiegazione fisica di certe sensazioni negative e positive ma parte tutto dalla personalità e dalle esperienze vissute.
Poi solitamente la malattia è un alterazione fisiologica... E certe volte resto perplesso quando vengono viste malattie ovunque, mi chiedo quali siano i parametri.
Quando si parla di fisico si può parlare di mal di schiena ma parlando di psiche rischio di essere etichettato malato solo perchè mi mostro un poco riservato...
Ritengo ad esempio che ci siano stati diversi casi di "suicidi consapevoli"... Uno psichiatra definirebbe malato chiunque avesse pensieri suicidi a priori. Stesso discorso vale per le persone che hanno difficoltà ad interagire con gli altri esseri umani. Mi avrebbero riempito di psicofarmaci un schopenhauer questi assassini di personalità, altro che dottori
Ultima modifica di IISNT; 18-03-2008 alle 23:09
Stare un mese chiuso in camera non crea dipendenza, il problema di uscire dall'anoressia invece è proprio questo. Secondo me il problema non è a livello conscio, come nel tuo esperimento, ma a livello inconscio, e lo stesso vale per altre malattie come la depressione (che non è affatto quella comunemente intesa, ma un problema ben più grave). E' ovvio che l'input sia a livello psicologico, ma l'evoluzione delle cose la fa diventare una vera malattia. Pensate solo a quanto è difficile smettere di fumare, e in quel caso sei consapevole dei danni
Che poi spesso si faccia presto a definire certi stati emotivi malattie, su questo sono daccordo
Concordo 100%. E devo dire poiMi avrebbero riempito di psicofarmaci un schopenhauer questi assassini di personalità, altro che dottori
che leggendo ste robe davvero mi sento mortificato: tutta la propaganda post ww2 ha inculcato nella gente un cinismo agghiacciante il quale di pari passo con lo stereotipo del self-made man, il superuomo di niethze visto però in maniera contraria utiliraristica e parassitaria ha distrutto ogni barlume di umanità nelle menti. Si, umanità. Perchè la persona umana, e non è una basttutaccia, normalmente tende a partecipare emotivamente del mondo che ha attorno. Se vedo uno che soffre, normalmente provo compassione. Adesso il dolore da fastidio invece. Mamma che schifo! Mi viene la puzzeeeeetta sotto il naso! Brrr!!! E che fai, poi? Ti giri dall'altra parte... Ecce homo? Ma dove?! Indifferenza e autismo emotivo. E poi? Il dolore è umiliante, è da deboli. Te lo cagano in faccia da 50 anni e +, vedi abbondanti defecate di merda berlusconiana... l'individuo forte che si fa largo a gomitate non soffre, è uomo, lui! E' un coglione, invece, nel senso proprio del termine: coleo,is,colui,cultum,colere----->assistere (ad eventi) ma non parteciparvi. La gente prova vergogna di star male, di soffrire. E invece il dolore è parte della vita e va si combattuto ma anche (e soprattutto) rispettato. Ecco gli "extraterrestri umani": prendete quel capolavoro di poesia che è stalker (il fllm di Andrei Tarkovsky , non il gioco) li proprio alla fine: "Questi scenziati, questi artisti di oggi... NON CREDONO + A NIENTE...". Soffrire vuol dire essere vivi, altro che deboli! E' proprio chi non accetta il dolore, chi lo nasconde o ne prova disprezzo ad esserlo davvero.Tornando più strettamente IT, onestamente tutto ciò che ho da dire è che ho sempre trovato fastidiose le persone che espongono in maniera tanto plateale la propria sofferenza. Chiaro, in fondo è una questione di carattere, ma in generale il mettere in mostra il proprio dolore in modo del tutto gratuito è un modo di fare che mi urta non poco.
Esattamente Francesca. Ormai è sempre più evidente che questi disturbi psichiatrici sottendono un substrato di alterazioni nel pattern dei neurotrasmettitori cerebrali. E' riduttivo relegare questi disturbi ad un'alterazione dello "spirito"....voglio dire....le concezioni Hegeliane le possiamo ritenere ormai anacronistiche. Oggi dobbiamo sforzarci di essere quanto più positivisti possibile. Noi siamo fatti di atomi di Carbonio e Idrogeno e anche le alterazioni della psiche derivano da una "cattiva miscelazione" di questi ultimi (tanto per usare un linguaggio elementare). Tra l'altro è assodato che i farmaci contro la depressione vanno a modificare il metabolismo e la farmacodinamica di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina. Per cui le possiamo ritenere vere e proprie "malattie", in quanto sottintendono un'alterazione organica, tangibile dei normali processi fisiologici cerebrali.
E' chiaro poi che l'ambiente, il vissuto personale influiscano molto sull'evoluzione della malattia ma limitandosi ad agire su un terreno di per sè già alterato.
Ultima modifica di c1cc10; 19-03-2008 alle 14:50
[SIGPIC][/SIGPIC]last.fm
I meccanismi sono gli stessi, la differenza nel mio caso è che ho scelto consapevolmente di fare questo e di sentirmi "depresso" e senza voglia di fare niente, un depresso solitamente arriva a questo attraverso esperienze la cui percezione dipende ovviamente anche dal suo carattere.
Continuo a dire che i meccanismi non centrano nulla.
Prendendo un depresso, magari un bipolare 1 per non complicarci troppo la vita, tendente a deprimersi e a chiudersi, andando ad analizzare ciò che l'ha portato a diventare così si potrebbe già capire cosa manca alla persona in questione, spingerla a cercare gli impulsi giusti e automaticamente il suo cervello vivendo quello di cui lui ha bisogno creerà un certo tipo di sostanze che possono farlo uscire come possono non farlo uscire da una certa situazione.
In casi estremi i medicinali possono anche essere usati, anche se ritengo sia una soluzione forzata e incompleta, che può tuttavia aiutare a far trovare alla persona in questione un pò di stabilità. Purtroppo se approfondiamo questo discorso finiamo in filosofia in quanto è pure normale che una società di questo tipo crea esaurimenti che vengono poi oppressi in modo innaturale.
Tuttavia a parer mio prendere psicofarmaci dev'essere la soluzione più estrema possibile. Se domani vado da uno psichiatra sono sicuro al 200% che mi riscontrerebbe chissàcchè e mi farebbe prendere qualche bella goccina... Il mio amico ha provato ad andare gli diede addirittura del bipolare 2... Lui sarà pure bipolare due, in quanto ha periodi in cui è più giù alternati da periodi in cui è euforico, tuttavia percepita nel modo giusto questa non è una malattia è la sua personalità e lui stà benissimo così. Bisogna sviluppare alle persone una propria coscienza di quel che sono e di quel che vogliono e di quel che gli circonda altrimenti non si va da nessuna parte. Altro che vedere malattie ovunque a dare farmaci a gogo.
Traduco il tuo terreno alterato con: personalità particolarmente emotiva, debole, fragile. Ebbene in base a cosa dici che questo è terreno alterato e non semplicissima personalità definita "terreno alterato" solo perchè tende a provare determinate sensazioni? (angoscia, tristezza, ma anche euforia a seconda della depressione)?E' chiaro poi che l'ambiente, il vissuto personale influiscano molto sull'evoluzione della malattia ma limitandosi ad agire su un terreno di per sè già alterato.
Stronzate. Perdona il termine ma lo sono del tutto. Ho conosciuto persone che hanno attraversato il calvario e ne ho passato uno anch'io, e ti posso testimoniare per esperienza che non si tratta affatto di neurotrasmettitori e stronzate varie, come vanno fieri gli yenkyes. E' anzi ulteriore merda che si va aggiungere alla propaganda da decenni, il capro espiatorio facile e risolutivo per lavarsi bocca e coscienza. "Depressione", "disturbi di questo e quello"... tutte stronzate: sono tutti lutti non elaborati. Situazioni troppo forti che "accoppano la mente". Da cui si guarisce non con derisioni e tonnellate di farmaci, ma rimuovendo le cause che le hanno generate. E quelle cause sono sempre e solo eventi di vita, altro che nervi "sfigati" che decidono a un tratto di disfunzionare... Gli esperimenti! Cacchio gli esperimenti sulle cavie! Torturano quelle bestiole come nemmeno all'inferno potrebbero fare e le induco in stati depressivi cronici, poi smettono di torturarle e le imbottiscono di merda. Le bestiole non "guariscono" per la merda, ma per il solo fatto che hanno smesso di torturarle. E' la vita che non si arrende finchè non spezzi il collo. Nel 3d l'ho scritto a @ciccio: il grande modello dorato che imitiamo come sublimi coglioni, la grande america di dio, vede uno sfacelo di umanità: 6-7 persone su 10 si imbottiscono di schifezze ma questo li fa stare ancora + male, perchè una pillola non cambia la sovrastruttura criminale di un'istituzione criminale, ne il sostrato marcio di una società dove la gente è alienata della sua umanità, della sua umanità cacchio altro che religione o lavoro!Esattamente Francesca. Ormai è sempre più evidente che questi disturbi psichiatrici sottendono un substrato di alterazioni nel pattern dei neurotrasmettitori cerebrali. E' riduttivo relegare questi disturbi ad un'alterazione dello "spirito"....voglio dire....le concezioni Hegeliane le possiamo ritenere ormai anacronistiche. Oggi dobbiamo sforzarci di essere quanto più positivisti possibile. Noi siamo fatti di atomi di Carbonio e Idrogeno e anche le alterazioni della psiche derivano da una "cattiva miscelazione" di questi ultimi (tanto per usare un linguaggio elementare). Tra l'altro è assodato che i farmaci contro la depressione vanno a modificare il metabolismo e la farmacodinamica di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina. Per cui le possiamo ritenere vere e proprie "malattie", in quanto sottintendono un'alterazione organica, tangibile dei normali processi fisiologici cerebrali.
E' chiaro poi che l'ambiente, il vissuto personale influiscano molto sull'evoluzione della malattia ma limitandosi ad agire su un terreno di per sè già alterato.
Per motivi professionali sono costretto ad avere una visione abbastanza meccanicistica della faccenda. Se mi chiedete che cos'è un ricordo io vi rispondo che è una proteina fosforilata presente nei corpi cellulari dei neuroni della materia grigia. E non mi aggrappo a questa convinzione per pura comodità o per ristrettezza di vedute, ma lo faccio con ferma convinzione. Non sappiamo ancora un emerito cazzo del funzionamento del cervello per cui siamo ancora portati a credere alle favolette della personalità, dell'emotività e robe varie.
Fra 100 anni la psicanalisi sarà un pittoresco ricordo di archeomedicina.
[SIGPIC][/SIGPIC]last.fm