Originariamente Scritto da
Gogeta_89
grazie, Creed. Goditi anche questo allora.
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Ma grande saggio, come faremo? Chissà dove sono andate a finire quelle tre pesti
Incha stava accendendosi una nuova sigaretta, con la mano sinistra a coprire l’accendino. Aspirò intensamente, e la nuvola di fumo che scaturì dalla sua espirazione fu molto densa. Sembrava rilassato, ma in realtà era più agitato del grande saggio.
E va bene, stupido. Andrò a cercarli io stesso e non osare cercare di fermarmi altrimenti t’ammazzo!
… Sei tu il capo.
Sbattendo la porta di legno, il vecchio saggio mezzo sayian scese rapidamente le scale del condominio, giunse nel cortile. Si guardò attorno, onde evitare di essere visto mentre spiccava il volo, rapido come una saetta. Mentre solcava il cielo limpido, ripensava ad alcune delle informazioni che aveva ricevuto. S’era vista nel cielo una grande cometa, poi perduta dentro una foresta, e nessuno ebbe il coraggio di andare a vedere.
Bene, - pensò il vecchio – i ragazzi sono sicuramente lì. Kejii è troppo curioso per lasciarsi sfuggire un’occasione simile. Devo sbrigarmi, già so cosa vorranno fare, quei tre pazzi.
Grazie alla sua notevole velocità, in pochi minuti giunse sul luogo del presunto “impatto”. Gli occhi non aiutavano molto la sua percezione del mondo esterno, così chiuse gli occhi concentrandosi. Certo, la percezione del’aura non era proprio perfetta come avrebbe potuto essere un tempo, ma sicuramente avrebbe funzionato per breve distanza. Ancora un attimo, qualche secondo e …
Eccoli! Maledizione, sento distintamente quella della ragazza, ma perché le aure degli altri due sono così deboli? Presto, devo fare presto!
Così dicendo, corse verso l’origine della sua percezione, e trovò davanti ai suoi occhi i due ragazzi stesi per terra a pancia all’aria, e lì accanto Hikaru, a bocca aperta. Appena questa vide il vecchio gli corse incontro, dicendo affannosamente che li aveva trovati così, stesi, probabilmente avevano preso una botta. Il vecchio sorrise, avrebbe risolto lui la situazione.
Sta tranquilla – sussurrò con la sua voce calda – Hikaru, che ci vuole ben altro per ferire questi due. Guarda qui. – tossì per schiarire la voce, dopodiché urlò – Il pranzo è pronto, Kenji! Urbick, Kenji ti ha sfidato a duello!
DOV’E’ IL PRANZO?
COME OSA SFIDARMI ANCORA?
I due si alzarono contemporaneamente, guardando il vecchio e ripetendo quelle domande. Ridendo, Hikaru gli spiegò quello che era successo.
Dopo che al vecchio vennero esposti i precedenti avvenimenti, rimase molto perplesso
Con i capelli biondi? E con un’aura potente, mmh … possibile che ci siano super sayian ostili?
Non lo so vecchio, Ma io vado ad uccidere quel bastardo!
Urbick stava per volare via, ma una salda mano esperta e piena d’esperienza afferrò la sua caviglia sinistra impedendogli d’andar via.
Ci vuole calma in situazioni simili, irruente ragazzino. Non si conosce la loro forza, non sappiamo quanti sono.
Anche Kenji, però era d’accordo ad andare a combatterli subito. Era abbastanza nervoso per quello che era successo, ed anche imbarazzato per la brutta figura che aveva fatto. Quei bastardi dovevano capire che lui non aveva avuto paura. Hikaru era l’unica più razionale, e mentre l’anziano tratteneva con le braccia le caviglie di entrambi ( che s’agitavano come galline prese per il collo ), tentava di organizzare una sorta di strategia di contatto. Per sicurezza, i tre si sarebbero nascosti fra i rami alti, azzerando l’aura, mentre il vecchio avrebbe aumentato la sua per richiamare l’attenzione dei presunti invasori. Sembravano oramai essere d’accordo, ma vennero interroti da Urbick e Kenji.
Grande Saggio, quello che abbiamo visto era un inetto! Ci ha solo preso alla sprovvista! Potrei farlo fuori anche da solo, non mi serve nemmeno l’aiuto di Kenji!
E se invece cercassimo di spiarli? Cerchiamoli, su!
Incredibile ma vero, la strategia di Kenji sembrava buona. Azzerarono l’aura, dirigendosi verso un’aperta pianura lì vicino. Colpiti da un tremendo stupore, osservarono quell’esercito di sconosciuti. Immenso. Tutti loro erano biondi, con i capelli ritti verso l’alto. Urbick inghiottì la sua saliva, consapevole del fatto che se fosse andato da solo sarebbe stato sopraffatto dopo pochi minuti. Ascoltarono tutto il discorso del loro capo. Rimanevano solo delle domande insolute alle loro menti: chi erano? Perché ci tenevano così tanto a colpire la terra?
Oh, abbiamo degli ospiti.
Non ebbero il tempo di scappare, un raggio energetico colpì l’albero sopra il quale erano appostati, e cadde, facendoli rovinare al suolo. Si rialzarono tutti e subito. Con un gesto rapido e d’intesa, Hikaru e Kenji portarono via il vecchio svenuto, svanendo in pochi istanti. L’orgoglioso e potente Urbick rimase lì, con sguardo serio e pensieroso, verso il biondo imponente che li aveva scoperti.
Così, ci spiavate.
Era che urlavate così forte che tutto il pianeta avrà sentito le vostre parole.
Il generale (almeno, dalla divisa diversa dalle altre si intuiva che lo fosse) rise. Poi si fece serio di colpo, come ad annunciare un qualcosa di serio. Con le braccia conserte, Urbick stette ad ascoltare. Osservò la lunga giacca nere del corpulento generale svolazzare al vento, la sua faccia grossa e tonda solcata da alcuna ferita. Gli occhi come smeraldi verdi. Maledizione, erano davvero super sayian.
Voglio il vostro capo.
Sono io - ? capo di chi? Pensò il ragazzo, che mantenne vivo il gioco.
Ancora meglio. Sayian. Chiediamo la vostra resa, e non sarà fatto alcun male a nessuno di voi. – dato che il rosso che aveva davanti non rispondeva, ma lanciava solo occhiate di rimprovero, disse – vedo che avete ancora voglia di fare i duri. Siete così orgogliosi, spietati guerriere. Straordinari, davvero.
Come mai non hai pensato a farmi circondare dai tuoi uomini per impedirmi di fare qualunque cosa?
Non ce ne sarà bisogno. Sto solo avviando una trattativa con te. Basterebbe uno schiocco delle mie dita, un urlo, e quel branco di militi che ho alle mie spalle ti sarà addosso. Sono tranquillo. Ora, se vuoi rispondere alla mia domanda: accettate di considerarvi sconfitti o volete la guerra?
Non coinvolgiamo tutti i sayian. Combattiamo fra noi: io sono il migliore dei guerrieri sayian, tu sei il più forte dei tuoi animali. Te contro me, chi uccide l’altro potrà dire che il proprio popolo sia il più forte.
La tua proposta mi alletta, ma non posso accettare. Vedi, noi Senchan abbiamo aspettato questo momento per troppo tempo. Il vostro leggendario Goku doveva ancora nascere. Da allora …
Urbick ascoltò tutto quello che il generale disse così stupefatto che on si rese conto di avere un’espressione sbigottita sul volto. Il loro era il popolo dei Senchan, un popolo che migliaia di anni prima era stato sterminato da un solo sayian bambino. I ben pochi sopravvissuti da quel momento si ripromisero di vendicare i loro morti. Ma essendo un popolo fondamentalmente debole, dovettero ricorrere all’imitazione: così, rapivano bambini sayian quando giunsero sul loro pianeta, di nascosto, e ne studiavano la genetica. Volevano diventare come loro.
E quindi – Urbick riprese la sua aria da “Re” – a tuo dire, sareste riusciti a divenire come noi.
Non come voi. Meglio di voi.
Tutto questo è assurdo. Non ti concederò una guerra così inutile.
Se non interverrete voi, noi verremo ad uccidervi nelle vostre stesse case, finché anche l’ultimo sporco sayian non sarà morto. Vi conviene organizzarvi. Il mio esercito aspetterà il tuo fra una settimana, proprio qui, in cielo. Da quel momento, se vi sarete presentati, comincerà la nostra battaglia decisiva. Se non ci sarete … distruggeremo voi e questo stupido pianeta.
Urbick si sentì cadere le braccia. Esercito … in una settimana … erano forse più forti di un super sayian … come diavolo avrebbe fatto? Urbick, per la prima volta da quando era nato, si sentì impotente, disarmato, e forse anche impaurito.
Avrai la tua guerra, Generale.
Spero vi sia piaciuto, un pò di misteri sono stati svelati, ma il bello deve ancora venire. ^^