… ed io vi giuro su quanto ho di più caro al mondo, vi giuro sulla mia famiglia, sulle mie origini, vi giuro dinanzi al nostro Dio che il sogno d’ognuno di noi si avvererà!
La folla sbraitava composta, un enorme esercito pronto alla battaglia. L’animo di ognuno di loro venne accesso come un’immensa torcia. Ogni parola che attraversasse le loro orecchie veniva da loro recepita come nuova benzina sul fuoco. Ancor più cariche di tensione le parole giungevano fino all’ultima fila dell’esercito, tramite dei veloci passaparola.
Vi giuro, compagni, che questa guerra poterà il nome di tutti voi. Non un solo nome, non una sola vostra parola rimarrà muta nella storia! Le vostre azioni, la nostra guerra, segnerà la storia! SOLDATI!
A quell’urlò tutti tacquero eccitati, come se fosse pronto un qualcosa per tutti loro. Non aspettavano altro che la scintilla che li facesse esplodere come un’immensa bomba. Migliaia, forse milioni di soldati i file ordinate, tremanti dall’eccitazione, febbricitanti d’attesa.
SOLDATI! La parola d’ordine è una sola: VINCERE!
La miccia era stata accesa, ed in pochi attimi raggiunse tutte quelle piccole bombe impazzite. Quasi con le lacrime agli occhi, tutti i presenti urlarono quella parola come se lo stesso Zeus tonante avesse lanciato le sue saette su tutta la terra.
Ed io, mio popolo – sussurrò fra se e se uno dei soldati con i pugni così stretti da farsi sanguinare le mani – ti giuro che i Senchan vinceranno!
Nel gridare verso il cielo stesso tutta la sua furia combattiva, aprì la mano, lasciando che le gocce di sangue crollassero al suolo, con un rimbombo del tuono. Quel soldato aveva stretto un patto di sangue ed ora era obbligato a vincere.

***
…E cosa diavolo vogliono questi pazzi?
Grande Saggio, vogliono sconfiggere tutti noi, vogliono eliminarci per sempre.
Quanti sono?
Secondo i rapporti superano di gran lunga il milione di unità.
Il nervosismo era palpabile. Nell’oscura stanza del vecchio saggio dalla lunga barba bianca, il messaggero giaceva con le spalle al muro, tra i denti una sigaretta che sapeva, ormai quasi di filtro. L’uomo era così preoccupato da altro che non s’era accorto che la sua sigaretta era arrivata al limite. Si scottò le labbra, così la sputò per terra, strusciandosi le labbra con l’avambraccio.
Cosa dovremmo fare?
Il Grande Saggio stava ad occhi chiusi e braccia conserte. In quegli occhi così calmi, a guardarli bene, si svolgeva una grande manifestazione di tensione. I nervi gli si agitavano attorno alle palpebre, facendo si che si agitassero come attraversate da piccole scariche elettriche.
Messaggero Incha, lo sai benissimo che non siamo organizzati come un esercito. Siamo tutti allo sbaraglio. Sono ben pochi quelli organizzati, quelli sui quali potremmo contare. E’ un gran bel guaio maledizione!
Preso da uno scatto di nervi, il vecchio Saggio lanciò un urlo, portandosi le mani alla testa. Perse così per un attimo il controllo e la sua aura si espanse rapidamente per tutta la camera, facendo scricchiolare le pareti. Incha inarcò giusto il sopracciglio destro, era abituato a simili scatti, che ogni volta terminavano dopo pochi attimi con il fiatone. Difatti, con il fiato rotto, la sua voce roca pronunciò poche significative parole.
Ho un’idea. Sapranno loro cosa fare. Incha, fai venire qui Hikaru, Kenji e Urbick.




GoTeo, questa era la fine del paragrafo di ieri, ci mettiamo d'accordo poi per il prossimo in fondo qualche sorpresa devi averla anche tu. Ti ringrazio ancora perché questa storia mi ispira tantissimo.
Cmq grazie ai commenti precedentemente ricevuti
Spero vi piaccia anche questa seconda metà del paragrafo! Fatemi sapere, ciao gente!