Urbick giaceva con la schiena poggiata ad un albero, a fissare il cielo. In piedi di fronte a lui Kenji. Erano una coppia di amici davvero strana. Due caratteri completamente opposti, forse per questo si attraevano a vicenda. Litigavano in continuazione, ma alla fine si riappacificavano sempre. Con loro, Hikaru, una ragazza fortemente convinta che la forza dei mezzi sayian dovesse essere utilizzata per altri scopi, non per gli scontri da baraccone.
Hikaru, che scopi vuoi che perseguiamo? Ma dai … il male del mondo c’è non basterebbero certo loro a risolvere tutti i problemi. Sta zitta un po’.
Niente, il tono di Urbick non ammetteva risposte. Kenji ora guardava il cielo, con le braccia dietro la testa, i suoi bei capelli neri lunghi fino alla spalla a svolazzare nel vento. Sempre il sorriso stampato sulle labbra, aveva. I suoi due amici avrebbero giurato che fosse in grado di guardare il sole senza bruciarsi gli occhi, tanto era allegro e sorridente.
Ragazzi, avete mai pensato che bello sarebbe vedere una grossa cometa cadere di giorno sulla terra? – il suo tono era pieno di entusiasmo, di allegria – giuro che se la vedo le corro dietro!
Sempre il solito sognatore! – sopraggiunse un gruppetto di ragazzi, probabilmente semplici umani ben allenati, circa in sette – Chi vi credete di essere, voi tre?
Hikaru non rispose, perché non voleva baruffe. Così, si sedette accanto ad Urbick, ignorandoli, sussurrando all’orecchio dell’amico dai capelli rossi di non reagire. Kenji, socievole com’era, si avvicinò a passettini veloci, allargando le braccia
Avanti ragazzi, andiamo a farci una bella partita a pallone tutti insieme, vi va?
La risposta non fu così socievole come si aspettavano. Un pugno in faccia raggiunse presto l’ingenuo Kenji, che cadde a terra a massaggiarsi la guancia.
Ragazzi, non fate così!
Abbiamo deciso di sfidarvi – aggiunse una voce burbera di quello più vicino – uno alla volta. Avanti, vi gasate di essere tanto forti … fatecelo vedere! PRONTI RAGAZZI!
Si misero tutti in una posa da combattimento da karate. Probabilmente, tutte cinture nere. Hikaru sospirò.
Urbick ci pensi tu?
Non mi sporco le mani per così poco, ci pensa quel cretino di Kenji, semmai.
Ma io non voglio picchiarli!
Giusto il tempo di dirlo, che il più grosso dei sette gli fu addosso, a cercare di colpirlo con un calcio in faccia. Di tutta risposta, Kenji rotolò su un lato, rendendo inutile l’attacco dell’umano. A questo punto, il mezzo sayian pensò fra se e se che in fondo non era stato lui a volerlo, quindi avrebbe potuto rispondere. I sei che rimanevano risero a vedere quella goffa mossa del loro amico, che perse momentaneamente l’equilibrio, prima di tornare a sferrare rapidi attacchi verso il suo avversario. Questi, dal canto suo, non aveva voglia di farsi toccare di nuovo da quello lì, così evitò gli attacchi, per poi sferrare un gancio destro allo stomaco del giovane, che vomitò sangue crollando a terra.
Ops, forse ho esagerato – disse imbarazzato il giovane mezzo sayian – non volevo mi spiace.
RAGAZZI TUTTI ADDOSSO!! AAAHH!
O mamma!
In breve, Kenji dovette affrontare sei ragazzi contemporaneamente
Kenji! – urlò la ragazza – lasciali perdere!
Razza di stupida, come farebbe? Guardalo, si è fatto circondare. Rimproveralo piuttosto di non fare sul serio, li sta facendo divertire troppo. – alzò la voce – Kenji! MI STO ANNOIANDO, FINISCILI!
Con l’abilità di un giocoliere, il combattente stava destreggiandosi evitando pugni e calci avversari, usandoli spesso come trampolini per compiere piccoli salti. Non voleva far loro del male, così compì la mossa che faceva sempre spaventare tutti. Afferrò per il colletto un ragazzo, e lo sollevò in aria volando. Come previsto, tutti furono terrorizzati, e fuggirono a gambe levate portando con se il ragazzo ferito. Kenji tornò sulla terraferma, lasciando che anche l’ultimo se ne andasse.
Che ci volete fare, non l’ho fatta apposta
Sei uno stupido! Avresti potuto ucciderlo!
E perché non l’hai fatto? A che servono questi umani… RAGAZZI GUARDATE LA!
Nel cielo, una grossa cometa stava solcando il cielo, con un bagliore bianco incredibile.
CAVOLO! PRESTO RAGAZZI, TUTTI IN VOLO, VOGLIO VEDERLA Più DA VICINO!
Così, scattarono dalle loro posizioni alla massima velocità, circondati dalla loro aura bianca. Urbick volava a braccia conserte, annoiato. Hikaru era un po’ incuriosita, ma maggiormente non riusciva a capire come avesse fatto Kenji a prevedere una cosa simile. Durante il lungo percorso nel cielo, Kenji divorato dall’eccitazione compiva incredibili spirali, capovolte, rigiri nell’aria, ripetendo in continuazione “che bello una cometa, una cometa!”. Davanti ai loro occhi, oramai ad un chilometro dal fenomeno celeste, la cometa attraversò l’atmosfera, dirigendosi ad incredibile velocità verso una foresta.
Oddio! DISTRUGGERA’ TUTTO!
Nella più totale impotenza, i tre osservarono quel corpo chiaro correre, correre, sfiorare le punte degli alberi, giungere nel bel mezzo dell’erba lontana e…
Com’è che non succede niente?
Nessuna esplosione. Tutto era sparito in un’onda invisibile. Nessun rumore, come se fosse stato solo un miraggio.
Ragazzi, andiamocene, ho paura.
Hikaru, ma che dici! Andiamo a vedere magari sono Alieni! – Kenji era eccitatissimo all’idea di vederli – di Andiamo Urbick? Ti prego!
Urbick era sospeso nel cielo, a braccia conserte ed a occhi chiusi, lasciando che il vento gli agitasse i rossi capelli e gli carezzasse la pelle un po’ più scura dei suoi amici. Stava riflettendo sul da farsi.
Se Hikaru è con noi, propongo di circondare il luogo dell’impatto, e scandagliare ogni centimetro della foresta. Non era una suggestione, l’abbiamo vista in tre maledizione. Però non è possibile che non sia esplosa. Dovremmo essere tutti all’altro mondo. Ora, andiamo, io a nord, tu ad ovest e Hikaru ad est.
Ma io a dire il vero…
Ubbidisci, donna!
E i tre lampi andarono a posizionarsi lì dove suggerito dal rosso. In ognuno di loro ribolliva una certa paura, eccitazione, curiosità. Cosa avrebbero scoperto?
Ecco a voi, gente ^^ GoTeo, fammi sapere che ne pensi :P
grazie di aver letto ^^20