Ho iniziato ora questa fan fic,premetto che sarò lento a postare i vari capitoli,e il perchè è presto detto. Non voglio abbassare il livello dell'opera,quindi scrivo con calma. Beh a voi.

Avverto che non tratta assolutamente di Dragon Ball.


Capitolo I

Prologo.


<<Chissà se oggi andrò nell'Averno,o se le crudeli e selvaggie creature demoniache dovranno attendere ancora per avere le mie spoglie...penso proprio che mi avranno...>> cosi pensava il cavaliere,inginocchiatosi per terra nell'arena,con molte ferite,diversi tagli sulle braccia e sulle gambe,una ferita provocata da un'affondo fortunato di un nemico che lo stava dissanguando.
Si teneva il fianco per contenere il sangue ma con scarsco successo,tutt'intorno i nemici lo stavo circondando per spedirlo all'altro mondo e questa volte niente avrebbe salvato il nobile cavaliere.
Ma il cavaliere in cuore suo,anche essenso gravemente ferito e morente,non pensava a lui ma ad una donna,ella che lo aveva portato a finire dov'era ora,ella la quale aveva ardentemente desiderato per lungo tempo,ella la quale non s'era accorta del suo amore o non lo aveva voluto ricambiare,e ora lui stava morendo per lei...molte volte aveva detto dentro di se,di sentirsi pronto a dare la vita per ella,ma gli sembrava uno scherzo del destino morire proprio ora che lei si stava accorgendo dei suoi sentimenti,e sapeva che se lui fosse morto,lei sarebbe stata perduta,le sarebbe stato rubato il futuro,la giovinezza e sarebbe morta,appassita come un candido fiore in mano ai perfidi che l'avrebbero riempita di dolori e sofferenze varie...il cavaliere avrebbe voluto salvarla,aveva tentato ma aveva fallito,e ora se sarebbe morto,lei sarebbe morta con lui,non poteva permetterlo,ma il suo corpo e i numerosi nemici gli e lo impedivano.

Si asciugò la fronte che era imperlata di grosse gocce di sudore e sputò per terra,sputò anche sangue infatti doveva avere qualche cosa rotta in bocca,forse la gengiva.
Prese la spada con entrambe le mani,gesto che gli costò una fatica immane e tentò di alzarsi. La sua armatura in passato splendente e robusta era distrutta,ormai indossava solo dei pantaloni di lino e una maglia tutta strappata,entrambi,pantaloni e maglia erano sporchi di sangue.

Aveva la faccia che sembrava uno pallone,gorssi lividi intorno agli occhi,naso rotto e grumi di sangue incrostati nei capelli. Aveva anche una ciglia rotta,e un grosso sfegio sulla fronte. Sangue colante dalla fronte e sudore gli annebbiavano la vista,in più aveva la bocca secca e la gola gli ardeva,avevo un bisogno disperato di acqua.
Il cavaliere emise una risata roca,quasi isterica non sapeva cosa fare infatti. Tentò di alzarsi ma barcollò e cadde rovinosamente al suolo,della sabbia gli finì in bocca. Lagrime calde fuoriuscirono dai suoi occhi,si vergognava era stato umiliato davanti a tutti quei nemici,era un'umiliazione insopportabile,per lui un glorioso cavaliere.

Il cavaliere ritornò a pensare alla sua vita,passata dietro da un'amore impossibile,un'amore condannato e univoco sin dall'inizio,che non era contrapposto,aveva sacrificato tutta la giovinezza dietro di esso e ora stava arrivando la fine,culminando con il suo estremo sacrificio.
Avrebbe voluto vederle solo un'altra volta,e parlare confessarle il suo amore,e poterla baciare,solo un bacio e sarebbe morto felice.
Ma non c'era tempo,i nemici non lo finivano solo perchè non lo ritenevano un vero pericolo,anzi di divertivano a lanciargli pietre e a sbeffegiarlo mentre tentava invano di alzarsi. Si sarebbero divertiti cosi e poi lo avrebbero soppresso,nello stesso modo in cui si sopprime un cavallo azzoppato,con la stessa pietà che si ha con un cane.

Il cavaliere riuscì con uno sforzo estremo a mettersi in piedi e a tenere stretta nel pugno la spada,le gambe facevano fatica a tenerlo e la presa sulla spada non era sicura. La vista lo tradiva,non aveva una completa visione di quello che lo circondava,poichè un'occhio non riusciva ad aprirlo,era totalmente gonfio.

Guardò con occhi da pazzo,il sole che sembrava anch'egli avergli voltato le spalle,anche lui contrario alla sua missione,il cavaliere riabbassò lo sguardo poichè i raggi lo accecavano. Dopo barcollò verso uno dei nemici che lo stavano sbeffeggiando e urlò "Come permettete di prendervi gioco di me? Se non fossi cosi mal ridotto,vi farei assaggiare la lama della mia spada e che gran guai sarebbero per voi,sciocchi e sconsiderati".
Poi cercò di attaccarne uno,non era molto alto ma aveva un collo taurino,braccia possenti e una grossa faccia da maiale. Era il classico uomo al quale piaceva stare fino a notte inoltrata nelle locande a fare casini e svagarsi con le prostitute,ovviamente dopo una sbronza.
Infastidiva il cavaliere ridendo di lui,facendo orrende battute sulle donne della sua famiglia e lanciandogli sassi. In totale i nemici che lo circondavano nella grande arena erano circa una decina. L'arena però era vuota,solo un uomo stava godendo di quello spettaccolo,della rovina di un cosi grande cavaliere il quale era stato,anche se a vederlo ora non si direbbe.

<<Chi lo avrebbe mai detto che sarei finito cosi...è proprio strana la vita. Ora se devo morire,meglio farlo con'onore,con l'onore che mi ha accompagnato per tutta la vita.>>
Non si arrese e con uno sforzo estremo riusci' a rialzarsi,barcollante. Prese la spada in mano,strinse l'elsa come a trasmettergli le ultime forze,chiuse gli occhi ed evocò per l'ultima volta l'immagine della donna...la donna che aveva amato,un sogno....che lo aveva accompagnato per anni....non era riuscito ad averla,nonostante l'amore che provava per lei...ora però non aveva tempo per rimurginare,era tempo di concludere,in qualche modo,quella sua vita.

Attaccò cosi,gridando il nome della ragazza...