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    Libertà viva nel cuore... L'avatar di Lynd
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    Ohi, è da un sacco di tempo che non faccio visita alla mia FF...ma dopo più di un anno, eccomi nuovamente qui per...postare il capitolo 59 T_T! Finalmente ce l'ho fatta, quasi non mi sembra vero!
    Prima di tutto, ringrazio di cuore XD forever, mi farebbe molto piacere averti tra i lettori, e naturalmente potrai recuperare con tutta la calma necessaria ^^!

    Adesso...buona lettura

    Capitolo 59. Solo un semplice zaffiro

    L’enorme salotto della lussuosa villa del moro Campione del Mondo, era avvolto da una sottile tensione che tuttavia si poteva percepire nell’aria lievemente viziata. Era ormai pomeriggio inoltrato e su Satan City stavano calando, leggere e sinuose, le ombre del crepuscolo, mentre il cielo dalle sfumature violette era cosparso all’orizzonte da piccoli cumuli scuri che preannunciavano un’argentina pioggia notturna. Tutti i saiyan erano accomodati presso un divano in pelle nera, gli occhi sbarrati e gli animi increduli dinanzi al dettagliato racconto che Brando stava facendo loro a proposito dell’attacco avvenuto poche ore fa. Anche le donne del folto gruppo ascoltavano in perfetto silenzio, Chichi di tanto in tanto sobbalzava sulla poltroncina, quando il giovane dagli occhi verdi ricordava le parole e le azioni del guerriero di ghiaccio. Soltanto Bu ed Heizel non mostravano alcuna particolare emozione, il mostro rosa si limitava a spalancare la bocca ogni tanto, per poi ritornare pensieroso. Il Goldwariano invece sembrava che stesse pigramente esaminando la quantità di liquido miracoloso che gli era rimasta, mentre a capo chino lasciava che i suoi folti ciuffi aurei gli celassero lo sguardo e gran parte del volto.
    -Dunque, facci capire bene- intervenne Vegeta portandosi una mano sotto il liscio mento, -Inizialmente, tu e Yamcha insieme non avevate la benché minima speranza di spuntarla contro di questo essere, poi, come per magia, il tuo gingillo ha cominciato a brillare infondendoti una forza che tu, semplice umano, non potresti neppure sognare di possedere. Al che, quella specie di ghiacciolo vivente non ha più saputo combinare nulla, sopraffatto dalla potenza del ciondolo- rifletté riassumendo in poche parole la lunga esposizione del biondo, che annuì energicamente.
    -Mmh, adesso che abbiamo fatto il punto della situazione, rimane un fondamentale dubbio: perché costui voleva avere ad ogni costo la pietra di Brando? Se essa è capace di infliggergli danni, tanto da indurlo alla ritirata per non subire la totale sconfitta, in teoria egli non potrebbe affatto utilizzarla a suo favore, anche perché, m’è parso di capire, che questo cimelio sembra scegliere colui a cui donare il suo potere- disse Gohan, ottenendo l’approvazione generale.
    -Nonostante ciò, credo che la gemma faccia molto più che scegliere il proprio portatore, poiché Brando ha affermato che questa si è attivata solo quando lui ha riscoperto il valore del coraggio, avendo fede nei propri ideali…e nella gemma stessa- s’intromise Bulma alzandosi e cominciando a camminare innanzi ai presenti.
    -E con questo, a quale conclusione vuoi giungere?- le chiese incuriosito il predone del deserto.
    -Semplice, ch’essa gode appieno di una personalità unica, non è comune materia formata da atomi, immobile e soggetta ai cambiamenti del tempo o di coloro che ne fruiscono, piuttosto ha il bisogno di creare un legame con la persona che la possiede…un legame indissolubile, di fiducia appunto- concluse la scienziata incrociando le braccia al petto, soddisfatta di avere svelato tale mistero.
    -Urca, il tuo discorso non fa una piega!- esclamò concitato Goku battendo le mani.
    -Ti ringrazio, ma le sole parole serviranno a ben poco, se questo tizio decidesse di tornare a reclamare la pietra…e ci cogliesse impreparati. Ora, saputo ciò che attiva i poteri ancestrali, resta solo da rendere il nostro nuovo amico pienamente capace di utilizzare con cura e all’occorrenza tale potere, senza la necessità che qualcuno prima venga ridotto in fin di vita. Vegeta, ti prego di assolvere tu questo compito, quello di forgiare Brando alle battaglie, mentre io sottoporrò in un primo momento il minerale a degli esami chimici, per constatare la possibile presenza di elementi sconosciuti o extraterrestri- disse la madre di Trunks, dirigendosi con passo deciso verso l’ingresso della dimora e facendo intendere agli altri che non bisognava perdere altro tempo. Il principe dei saiyan, udite le parole della moglie, emise uno sbuffo spazientito per poi dare un tacito consenso alla richiesta della donna, indi si alzò anch’egli afferrando per un braccio il portatore che si ribellò appena.
    -Io, se permettete, se proprio devo sottoporre il mio amato corpo alle fatiche di rozzi allenamenti, ebbene, voglio che sia Goku il mio maestro, e non quest’individuo dai modi così sgarbati!- si lamentò il giovane esteta, cercando di liberare il braccio dalla ferrea presa del moro.
    -Ascoltami bene giovanotto: in primo luogo, niente e nessuno ti concede il diritto di rifiutare il Principe come tuo maestro, e in secondo, per quanto mi riguarda, potrei benissimo toglierti di mezzo! Perciò, siine onorato e taci per una buona volta!- gli sibilò Vegeta provocandogli un brivido di terrore lungo la schiena. I presenti si lasciarono sfuggire una leggera risata, vedendo come il rivale/amico di Goku avanzava verso il cortile esterno trascinandosi di peso il povero Brando, ormai rassegnato a non poter trascorrere più di qualche ora con l’ammirato e adorato saiyan dai capelli a stella. Poco dopo, anche coloro che erano rimasti decisero che per quella sera era meglio ritornare alle proprie case meditando sull’incombente e particolare minaccia che stava profilandosi all’orizzonte sempre più, Yamcha salutò con un cenno e con un grosso respiro si librò nel cielo, ove s’intravedevano già i punti luminosi delle stelle. Chichi, assieme al piccolo Goten, si posizionò accanto al marito, il quale aveva già due dita sulla fronte, pronto per il teletrasporto.
    -Gohan tesoro, aspettiamo solamente te!- esclamò la donna dalla bella chioma corvina, chiamando il figlio maggiore che stava ancora salutando Videl.
    -Sì, eccomi- disse lui dopo aver posto un casto bacio sulla bianca fronte della giovinetta, la quale ricambiò con un solare e dolce sorriso. Fece quindi per raggiungere il resto della famiglia, quando si accorse del taciturno guerriero dorato, il quale non si era mai mosso dalla sua postazione e pareva non averne l’intenzione.
    -Heizel, perché te ne stai qui? Vieni con noi, sei uno della famiglia ormai- gli sussurrò avvicinandosi a lui e riflettendosi nelle chiare iridi arancioni dell’altro. Heizel non rispose né mostrò alcuna espressione sull’austero e bel viso, tuttavia Gohan poté cogliere un luccichio di gratitudine mista a sorpresa negli occhi dell’amico, che staccatosi dalla parete andò ad unirsi a coloro che sarebbero stati più di semplici amici. Dopodiché tutti e cinque scomparvero dall’atrio della casa di Satan, il quale tirò un sospiro di sollievo lasciandosi cadere sul divanetto di gusto floreale posto proprio sotto un enorme dipinto che lo raffigurava in veste di Campione.
    "L'uomo non vivrà in questo modo in quanto uomo, ma in quanto in lui c'è qualcosa di divino" Aristotele Mia FF: "Al di là delle apparenze". 59° Cap!

  2. #1182
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    Brando non aveva mai visto, in tutta la sua giovane e dorata vita, uno stabilimento dalle dimensioni tanto colossali che fungesse anche da abitazione per i fortunati proprietari, giacché quando giunse di fronte alla Capsule Corporation il cui viale ciottolato sfavillava per via della moltitudine di piccole luci al neon, sentì che il suo cuore aveva perso un battito per poi iniziare a trottare dall’emozione. Sulla candida cupola spiccavano le due “C” dipinte in nero lucido con un carattere sobrio e cubitale, le piccole e numerose finestrelle dalle imposte in metallo inossidabile sembravano scintillare alla luce della luna e dei faretti che, come una corona, circondavano il cornicione dell’edificio. Il piccolo Trunks, ridacchiando e osservando sornione il magnifico lavoro fatto in tempi record dalla squadra assunta a spese di Satan, attraversò il vialetto in corsa raggiungendo il portone principale, il quale si aprì appena egli posò il suo palmo su uno scanner che lo riconobbe.
    -Ehi, e questa novità?- domandò piacevolmente meravigliata Bulma, accarezzando amorevolmente la testa al figlio e scompigliandogli la morbida chioma violetta.
    -Ecco…è una sorpresa che ho voluto farvi, mentre eravate in vacanza…eh eh- le rispose il ragazzino grattandosi la nuca con aria innocente. La scienziata sorrise scambiando uno sguardo gioioso col marito, che si lasciò sfuggire un risolino incrociando le braccia al petto e scuotendo il capo.
    -Wow, è incredibile! Che lusso! Non solo avete una serra botanica, un giardino d’inverno che sembra un bosco incantato, una palestra, un laboratorio con macchinari d’ultimo ingegno…ma è anche una casa, una splendida casa!- esclamò il biondo ospite spalancando contemporaneamente la rosea bocca e gli occhi, subito dopo ch’ebbe visitato velocemente la struttura.
    -Beh, siamo pur sempre alla Capsule Corporation caro Brando- commentò pacata la padrona di casa, indossando guanti azzurri, camice bianco e occhialini e dirigendosi verso l’avanzatissimo laboratorio.
    -E’ tutto favoloso! E adesso avrò anche l’indicibile onore di potere assistere agli studi di una mente brillante come te!- disse sognante il giovane, apprestandosi a seguire la turchina nella stanza ove ella esaminava i minerali.
    -Signorino, ti ricordo che ho il compito di temprarti al combattimento- intervenne Vegeta comparendo improvvisamente alle spalle del Difensore, che deglutendo si voltò per incontrarne lo sguardo estremamente severo.
    -Il mio tesoro ha ragione, puoi consegnarmi la gemma affinché la esamini, non ci vorrà molto, nel frattempo potrai abituarti alla Gravity Room e utilizzare poi il potere dello zaffiro- chiarì Bulma preparando l’occorrente per l’analisi, porgendo la mano per ricevere il prezioso ciondolo. A malincuore l’esteta sciolse il gancetto della catenina facendo scivolare la pietra, con estrema cura la lasciò tra le mani della donna che con espressione attenta la posizionò sotto una speciale teca. Con una lieve paura aleggiante sul viso impallidito, il ragazzo inspirò profondamente andando dietro, rassegnato come un condannato che sale al patibolo, al principe già pronto per l’allenamento e con un ghigno poco rassicurante dipinto tra le labbra sottili. Insieme attraversarono un interminabile corridoio tappezzato da quadri di sapore futuristico, le pareti chiare rischiarate debolmente da abat-jour ch emanavano una soffusa luce rossastra. Il pavimento era totalmente ricoperto dalla moquette blu notte che continuava fino alla fine, ove una porta grigia all’apparenza parecchio robusta permetteva l’accesso alla sala indubbiamente preferita dal saiyan. Il moro poggiò la mano destra ricoperta da un candido guanto, come la gemella, sulla spessa maniglia di metallo, con una lieve spinta data con la spalla egli spalancò la porta entrando per primo, richiudendola con un leggero tonfo quando anche il biondo fu entrato. L’ambiente aveva una forma vagamente circolare, molto ampio, addossato presso un muro spiccava un agglomerato di marchingegni che Brando non immaginava neppure potessero esistere. Vegeta, trattenendo una risatina malvagia all’espressione sbigottita del ragazzo, si diresse verso un sistema che pareva un super computer e sullo schermo ultrapiatto apparvero delle cifre accanto al simbolo che l’esteta riconobbe essere quello della gravità.
    -Adesso ci divertiamo un po’, damerino…sono proprio curioso di vedere se sei in grado di resistere qui- mormorò il padre di Trunks fregandosi le mani e squadrando compiaciuto come il giovane, seppur appena piegato sulle ginocchia, non sembrava risentire eccessivamente dell’aumento di gravità.
    -Cosa mi sta succedendo? Perché mi sento quasi cadere sotto il mio peso?- chiese smarrito il portatore, che stava cominciando a sudare e a percepire come pian piano il suo corpo stesse cedendo.
    -Tsk, ti avevo sottovalutato! Stai rispondendo discretamente alla gravità 30…dopotutto hai resistito, a detta tua e di quel predone, a decine di gradi sotto zero- osservò il principe aumentando poi la cifra di cinque unità. A quel punto però Brando cadde bocconi asciugandosi faticosamente la fronte e il mento, e quando l’altro, imperterrito, continuò ad accrescere il numero facendolo giungere a 45, egli si stese prono sul pavimento, stremato.
    -I…insomma! Tu…mi vuoi morto, lo so, ti sto antipatico e per questo vuoi eliminarmi! Oh, ti ringrazio solo che mi stai uccidendo così…senza deturpare il mio angelico aspetto!- disse lui con tono drammatico, provocando il riso nel saiyan.
    -Ah, sei divertente damerino! Tuttavia, mi dispiace sul serio deludere le tue aspettative, ma sto facendo questo per Bulma e per te, per fortificarti e non farti ammazzare dal primo che capita- gli rispose il moro con inusuale pazienza, riportando la gravità a livello 1. In quel momento qualcuno bussò energicamente alla porta per poi fare timidamente capolino: era la turchina che, con un sorriso che palesava l’accettazione tipica di uno studioso che non riuscirà mai a comprendere certi misteri, aveva riportato lo zaffiro al legittimo proprietario.
    -Eccola! Sembra pure più rifulgente di prima! Cosa hai scoperto?- riuscì a dire il biondo girando con sforzo la testa verso di lei.
    -Purtroppo nulla che già non sapessi: la struttura molecolare è quella di un semplice minerale, non ho riscontrato alcuna particella aliena o sconosciuta, è un normalissimo e comune zaffiro levigato peraltro sì con cura ma con una tecnica non professionale. A quanto pare essa non vuole svelarmi le sue capacità, d’altronde ha già qualcuno a cui svelarle…- spiegò la donna restituendo il gioiello al ragazzo, che adesso era animato da un bagliore nuovo, che sfolgorò appena la pietra sfiorò nuovamente il petto del Difensore. Vegeta parve capire il significato di quella luce e ghignando lasciò che un’aura prima bianca e poi dorata avvolgesse il suo corpo, con un cenno fece intendere alla moglie di lasciarlo solo col portatore, immediatamente aumentò nuovamente la gravità assumendo la posa da combattimento. Anche Brando venne circondato da un intenso bagliore azzurro, le sue iridi mutarono la loro naturale pigmentazione riprendendo esattamente le sfumature della gemma, l’intero fisico si rinvigorì. Adesso, pensò il principe fra sé e sé, quel giovane spaurito sarebbe stato un ottimo compagno di allenamenti, mentre andava rendendosi conto di come la Fede potesse fare tanto, avere un potere talmente grande da infondere forza e coraggio nei cuori più timidi.
    "L'uomo non vivrà in questo modo in quanto uomo, ma in quanto in lui c'è qualcosa di divino" Aristotele Mia FF: "Al di là delle apparenze". 59° Cap!

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