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  1. #1
    Libertā viva nel cuore... L'avatar di Lynd
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    Libera di andare dove lo spirito mi trasporta...
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    Dunque, vorrei postare una FF che sto scrivendo, dato che mi č venuta l'ispirazione. Via con il primo capitolo!

    Elenco di Capitoli
    Capitolo 1

    Capitolo 2. Tra incubo e sentimento (1° parte)
    Capitolo 2. Tra incubo e sentimento (2° parte)

    Capitolo 3

    Capitolo 4. Confessioni

    Capitolo 5. Un essere senza cuore

    Capitolo 6

    Capitolo 7. Proposte di viaggio

    Capitolo 8. Prenotazioni e...partenza!

    Capitolo 9. Primi problemi (1° parte)
    Capitolo 9. Primi problemi (2° parte)

    Capitolo 10. La distruzione della CC (1° parte)
    Capitolo 10. La distruzione della CC (2° parte)

    Capitolo 11 (1° parte)
    Capitolo 11. (2° parte)

    Capitolo 12. Arrivo (1° parte)
    Capitolo 12. Arrivo (2° parte)

    Capitolo 13 (1° parte)
    Capitolo 13 (2° parte)

    Capitolo 14

    Capitolo 15. La nuova forza di Piccolo

    Capitolo16

    Capitolo 17

    Capitolo 18. Un pomeriggio di passione

    Capitolo 19. Una giornata importante

    Capitolo 20

    Capitolo 21. Un'importante lezione

    Capitolo 22. Serenitā ritrovata

    Capitolo 23

    Capitolo 24. Nuovi alleati

    Capitolo 25. Trunks contro Heizel

    Capitolo 26. Fusion!


    *L'elenco, ora finalmente corretto, continua nel mio prossimo post!


    Capitolo 1
    Era una bella e fresca serata, le stelle illuminavano il cielo che era di un intenso blu scuro e la luna argentea diffondeva la sua soffusa e magica luce. Tutta la cittā dell’Ovest, ma non solo, si accingeva a riposare dato che probabilmente l’indomani molte persone sarebbero dovute andare a svolgere gli obblighi: lavoro, scuola, faccende di casa… Ormai poche luci domestiche si potevano notare e anche queste ultime si stavano spegnendo per lasciare posto ai sogni, alle speranze che la notte regala ma che il mattino si riprende. Proprio in questa grande cittā, in una delle stanze della casa pių grande e famosa, sede della Capsule Corporation, qualcuno ancora non accennava a lasciare tutto e a ricominciare il mattino seguente. Beh, forse codesta persona stava facendo qualcosa di veramente importante… Ma di chi si trattava? Tutti sapevano chi abitava lė: i coniugi Briefs, con i loro numerosi animali, la bella e raffinata figlia Bulma Briefs, lo strano e muscoloso marito di lei che usciva raramente, un certo Vegeta, venuto da chissā dove e il figlio della coppia, un bambino tanto grazioso quanto intelligente, tento forte quanto dolce, Trunks. Sė, somigliava tantissimo alla madre, con gli occhi grandi e azzurri e i capelli di un particolare colore, un lillā. Certo, aveva preso qualcosa anche dal padre, come la forza e la determinazione. Studiava e si allenava, cercava di accontentare entrambi i genitori, anche se mentre l’una era contenta e fiera, l’altro, uno scapestrato a parere della gente, non era mai soddisfatto. Ma in fondo gli voleva un gran bene e il ragazzino sapeva ciō, tanto che infatti adorava il padre e cercava, se non di raggiungerlo, di ottenere anche metā di tutta la sua potenza, sottoponendosi a duri e lunghi allenamenti. Non mancavano perō episodi comici che strappavano un sorriso anche a Vegeta.
    L’esterno dell’enorme casa era illuminato da piccole luci che rendevano suggestivo il viottolo e l’area intorno. Da una stanza si potevano udire, nel silenzio generale, rumori di attrezzi da palestra. Chi li stava facendo doveva per forza: primo, avere un fisico incredibilmente resistente, dato che da quando aveva cominciato a usufruire di quella palestra casalinga, cioč dall’alba, non si era fermato un attimo, e secondo non doveva alzarsi per andare a lavorare. Sicuro, era mantenuto dalla buona moglie, questo pensavano le persone, nonostante fossero state salvate da lui e dall’altro parecchie volte, fino all’ultima minaccia di un mostro rosa presuntuoso e mangione, un pazzoide…Majin Bu.
    Vegeta comunque era cambiato parecchio rispetto a com’era prima, sanguinario e spietato. Adesso stava a casa, certo chiuso dalla mattina alla sera o in palestra o nella stanza gravitazionale, ma era presente. Allenava anche il figlio e volendo era meno duro, se era stanco lo lasciava riposare o addirittura lo incoraggiava, pure per gli affari scolastici. Ora sė che poteva essere definito un padre perfetto, non proprio affettuoso ma ottimo…per un saiyan.
    L’orologio della stanza degli attrezzi scoccō l’una di notte e una musichetta si espanse per l’abitacolo: era davvero tardi. Bulma dormiva giā da un pezzo, anche Trunks naturalmente. Egli dunque, tutto sudato, con la sua tradizionale tuta blu e gli stivali bianchi, alzō lo sguardo verso l’odioso oggetto.
    “Ah, razza di guastafeste! So che č notte, non c’č alcun motivo di ribadirmelo! E poi odio quella melodia mielosa! Mi dā sui nervi… Va beh, c’č anche domani… Spero solo che a qualche sciocco non venga in mente di attaccare nuovamente la Terra. No, tutti sanno che io e Kakaroth siamo i migliori! Perō, anche se so di avere ammesso che lui č il numero uno, ciō non significa che non tenterō sempre di superarlo…” pensō Vegeta mentre afferrava una asciugamano. Dopo essersi rasciugato, la gettō a terra e andō a rinfrescarsi con una bella doccia tiepida, cospargendo il corpo statuario di una schiuma soffice e azzurra. Passata un’altra mezz’ora uscė dal bagno tutto profumato, con una canottiera grigia aderente e dei pantaloncini neri pių larghi. Avanzando silenziosamente per il corridoio, si fermō davanti alla porta della cameretta di Trunks, la aprė un pochino e sbirciō: il piccolo era disteso sul letto, le coperte erano fuori posto e stava perfino per cadere tirandosi tutti i peluche. Perciō si decise ed entrō: doveva pur sistemare il figlio, no? Dovere di padre. In effetti lo spostō con innaturale delicatezza verso l’interno del giaciglio, gli rimboccō le coperte e rimise a posto i numerosi pupazzetti di pelo, che lui non sopportava perché lo facevano starnutire e non la finiva pių. Nonostante ciō fece tutto con la massima discrezione e gettando una ultima occhiata al ragazzino, uscė chiudendosi la porta alle spalle. Adesso toccava a lui andare a dormire, e si diresse direttamente verso la camera matrimoniale ed entrato, si coricō stando attento a non svegliare la moglie che, rosea, dolce e bella, stava dormendo con un sorriso sulle labbra.
    Ultima modifica di Lynd; 20-09-2008 alle 00:31

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