Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    The Cadarn L'avatar di Derfel
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    Predefinito Bando di Scrittura - Scade il 15 settembre

    Ebbene ragazzi GameSurf vi propone una bellissima gara di scrittura, chiunque voglia partecipare dovrà scrive un racconto breve con le caratteristiche elencate in fondo al post, e lo dovrete postare in questo topic. Una raccomandazione, non VERGOGNATEVI perchè prima di tutto non saranno ammessi commenti di nessun tipo da parte dei concorrenti e degli utenti, dovrete semplicemente postare il vostro racconto che verrà letto da una piccola giuria che sceglierà il migliore.

    Caratteristiche racconto:
    - Deve avere più di 700 parole e meno di 2500
    - Genere: A vostra scelta

    Giuria: Derfel, IISNT.

  2. #2
    DemoneEccelso L'avatar di VedovaNera
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    Un giorno come tanti.....Il Mio Lavoro..si ...volontaria in un canile..365 povere anime abbandonate(come i giorni di un intero anno) Strano eh?
    Fatalità? Destino?..Non so...uno di loro stava male....malissimo..mi sentii impotente dinanzi a quella povera anima...Cercai di fare del mio meglio per salvarlo..Ma sembrava dirmi..Aiutami a morire..sto male...sono vecchio e stanco! Ho fatto il mio dovere per i miei padroni...Padroni? semmai amici e fedeli compagni (penso io)come del resto tu lo sei stato per loro...Mah..all'improvviso tutto mi fu chiaro...Ti hanno abbandonato perchè vecchio e malato,non avevi piu la forza di fare il TUO DOVERE..come spesso viene confuso con l'amore che il proprio amico ha per noi(in questo caso TU)e cosi...disperato...e senza poter parlare(per questo dono che solo Noi esseri umani abbiamo)hai cercato di far capire!
    Ma forse quella sera erano troppo occupati a godersi un ultima puntata di chissà quale soap...o telefilm per potersi prender cura di Colui che tanto li ha amati e considerati e difesi..Sino a perdere la Sua stessa Vita....
    Ed ora che sei qui in uno squallido canile e mi guardi con occhi tristi e stanchi...e supplichi la Morte...Io cosi impotente...di fronte a cosi tanto dolore non posso fare nulla che altro non sia...Dartela! E cosi pensando a quella ultima puntata a cui cotanto non si poteva fare a meno..Ora mi chiedo...Cosa devo fare? Quale ragione piu giusta mi spinge?Quale pensiero confuso e combattuto può aiutarti?..Ecco...Si ti aiuto...Dimentica le fatiche,le solitudini di giorni passati da solo a badare che tutto ciò intorno a te funzionasse come dovuto.
    Ma Ora sei Vecchio e Stanco..Già...Quindi ora non hanno più bisogno di te.
    e cosi si dimentica con un colpo di spugna ciò che è stato in tutti questi anni di sofferenze..anche per quella solitudine provata in loro assenza..Ma tanto che Importa!!!
    Ora chiedi la pace...Per quella maledetta Ultima Puntata,di una cosa cosi squallida da non dover esser presa nemmeno in considerazione rispetto alla tua stessa VITA!
    Dedicato ad un animale di nome CANE...Il Vero e Unico Amico di noi Umani..che mai saremmo traditi da questo Nome...Cane.
    Firmato VedovaNera.

    Un sorriso vi terrà compagnia e se avrete paura vi farà coraggio, perchè un sorriso è come il sole del mattino, illumina la strada e riscalda il cuore.

  3. #3
    DemoneEccelso L'avatar di VedovaNera
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    Grazie Derfel.
    Spero aderiscano altre persone..Ma sappi che per me non è una gara ma bensì scrivere ciò che si prova dentro ognuno di noi..se poi verrà premiata o no non ha importanza.
    Importante è esprimersi...Non Trovi?
    Un saluto a tutti coloro che vorranno scrivere e farsi conoscere..e leggere!
    Bacini come sempre da VedovaNera

    Un sorriso vi terrà compagnia e se avrete paura vi farà coraggio, perchè un sorriso è come il sole del mattino, illumina la strada e riscalda il cuore.

  4. #4
    The Cadarn L'avatar di Derfel
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    I vostri racconti non hanno più di 575 parole, quindi direi che li potete allungare un pochetto sennò non possono essere accettati. Oppure possiamo ridurre il numero di parole ma dopo non è più un racconto breve, ma una storiella.

  5. #5
    Senior Member L'avatar di michele longobardi
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    La macchina si fermò nel vialetto che portava a quella strana villa,era un posto lugubre,non certo un posto tranquillizzante,ma con quella bufera non si potava fare tanto gli schizzinosi. La ragazza scese dalla sua auto e corse sotto la pioggia velocemente verso il portone e senza battere ciglio bussò energicamente. Le luci erano accese quindi doveva esserci qualcuno,almeno lo sperava,la città più vicina distava ancora molto e la sua auto ormai era in panne. Provò di nuovo a bussare e dopo un po’ finalmente vide l’uscio aprirsi e comparire davanti a lei una persona che sembrava quasi non averla vista.
    Era un uomo sui cinquanta,ancora affascinante,con i capelli grigi,gli occhi di ghiaccio,la sua espressione era assente ma fiera. Indossava un lungo vestito nero e ai piedi degli scarponcini che facevano presumere alla ragazza che l’uomo stesse andando a letto.
    Finalmente la ragazza si decise a parlare:
    -Mi chiamo Christine Alcott e la mia macchina si è fermata,la prego,potrebbe farmi usare il suo telefono per chiamare un taxi? Le pagherei il disturbo.
    L’uomo fissandola sempre con quell’aria un po’ tetra,fece sentire la sua voce,era rauca ma non sgradevole:
    -Nella mia casa non c’è un telefono mi dispiace,non so proprio come poterla aiutare.
    -La città più vicina dista ancora un bel po’ se non le è di disturbo,potrei fermarmi qui almeno per questa notte?.Poi domani mattina potrei anche raggiungere la città a piedi e far venire qualcuno.
    -Non credo sia possibile,mi scusi ma sono molto stanco,io adesso vorrei andare a dormire…
    -La prego,non può lasciarmi qui in balìa della tempesta.
    L’uomo la guardò con curiosità da capo a piedi e poi con voce molto bassa disse:
    -Va bene,ma domani mattina dovrà andarsene.
    -Ok,non si preoccupi,domani me ne andrò via.
    Entrò e subito fu invasa da un forte odore di brandy,procedendo per l’ingresso vide un tavolo con due bicchieri colmi di quel liquore e lì per lì non capì il perché ce ne fossero due.
    Forse non era solo,era per questo che non voleva farla entrare,forse era in compagnia di una donna,non lo sapeva e decise di non fare domande a proposito,le sembrava già tanto essere riuscita ad entrare.
    -Lei come si chiama? Disse la ragazza dopo un po’.
    -Perché lo vuole sapere? Lei tra quattro,massimo cinque ore se ne andrà,e molto probabilmente dimenticherà il mio nome,perché allora dirglielo? Non sarebbe più bello conoscere il nome di una persona per poi non dimenticarlo mai?
    -Beh sì,ma è per fare conoscenza…
    -Oh nessuno vuole conoscermi,perché vorrebbe farlo lei,neanch’io voglio conoscermi.
    La ragazza era confusa,le risposte di quell’uomo erano alquanto strane,i suoi discorsi era tristi e di più lo era la sua voce. Decise di non insistere,in fondo era vero,tra un po’ se ne sarebbe andata da quella villa.
    -Comunque adesso le faccio vedere la stanza dove potrà cambiarsi e dormire aspettando la venuta di domani. A lei piace aspettare?
    -Come mi scusi?
    -A me molto,l’attesa è imprevedibile,la vita stessa è un’eterna attesa,di tutto ciò che poi verrà. Lei crede che dopo la vita ci sia molto altro,qualcosa di più intenso,di più importante della nostra esistenza terrena? Io sì.
    -Beh,a dir la verità,non me lo sono mai chiesto….
    -Peccato,i giovano d’oggi si fanno tante domande su cose così stupide e non pensano alle vere domande da porre alla loro esistenza.
    -Beh,forse ha ragione,ma io adesso è meglio che vada a cambiarmi,non vorrei prendermi un malanno.
    -Certo,venga pure.
    Salirono le scale a chiocciola e la ragazza si ricordò della sua paura infantile dì quelle scale,fin da bambina provava un certo disagio di fronte ad una scala a chiocciola e in quel momento sembrava ancora più forte.
    Raggiunta la stanza si congedarono e lei entrò. Era una gran bella stanza,un letto molto grande al centro,una finestra che in estate doveva offrire una vista molto bella,sulla sinistra il bagno e verso destra un vasto guardaroba.Andò in bagno si fece una doccia e lasciò i vestiti ad asciugare.
    Aprì il guardaroba,l’uomo le diede il permesso di prendere degli abiti puliti per dormire,e vide che all’interno c’erano molti vestiti femminili davvero belli. Eppure non aveva visto altre persone,tanto meno una donna,comunque non si fece tante domande,prese un vestito,lo indossò e andò a letto.
    Nella camera al piano di sotto vediamo l’uomo seduto sulla poltrona guardare fisso un quadro raffigurante una bellissima donna che sembrava quasi ricambiare il suo sguardo,se no fosse per un particolare,quella donna non aveva uno sguardo,al posto degli occhi due buchi che rendevano quel dipinto un qualcosa di spettrale,di orrendo.
    -Erika ti piacciono? Sono belli,li vuoi? Sai credo che ti sterebbero benissimo.
    L’uomo si lasciò scappare una risata spettrale,che non aveva niente di umano.
    -A me piacciono,dovresti essere contenta,abbiamo avuto questa fortuna. Su non mi rimproverare,lo sai che amo solo te. Adesso però se dici così mi fai arrabbiare,non essere stupida! Oh no,scusa,scusami tanto,non lo dico più,sai come sono fatto,il mio stupido orgoglio.
    Christine non riusciva a dormire così si alzò e andò giù,non era casa sua ma non credeva che quell’uomo si potesse infuriare se avesse fatto un giro in salone.
    Scese con cautela le scale,ricordandosi che non era più una bambina,andò in salone e cercò di fare meno rumore possibile per non svegliare quell’uomo,si avvicinò ad un grosso mobile a cui sembrava mancare un cassetto,provò a vedere che c’era dentro.
    -Christine non sei acasa tua,cosa fai? Pensò,però era curiosa,tutto sua madre.
    Tirò fuori degli articoli di giornale in cui si parlava di una certa Erika Hosborn,morta durante una semplice operazione alle cornee. La ragazza si irrigidì,non capiva il perché conservare dei giornali di 10 anni fa,e sempre lo stesso articolo.
    Forse la conosceva? Non lo sapeva,ma si era spaventata,era meglio tornare a dormire….per sempre,infatti un coltello da cucina prima infierì sulla sua schiena,il sangue ricoprì gran parte del pavimento,poi la testa della povera ragazza fu colpita ripetutamente fino a farla staccare dal collo,la curiosità è pericolosa,ma anche l’attesa può far diventare folli,e lui aveva atteso molto.
    Il quadro non era più così spettrale adesso quella donna poteva continuare a guardare con quegli occhi così ingenui,così appariscenti:
    -Erika sono belli vero? Ti stanno benissimo.

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