Se volete farvi o fare un regalo di natale non troppo costoso (circa 7 euro), ma di grande spessore per la mente e l’animo acquistate il libro “La torre della Solitudine” scritto da Valerio Massimo Manfredi, un libro snello (circa 300 pagine) scritto molto bene e dalla lettura piacevole e scorrevole, perché questo libro è speciale? Semplicemente per la storia che vi è dietro, una storia che amalgama sapientemente l’infinito passato e l’infinito futuro dell’uomo, che a una lettura più attenta e che va oltre alla pura narrazione dei fatti rivela e apre la mente a suggestivi ragionamenti, all’essenza dell’uomo al fatto che le sue più oscure angosce non sono pericoli annidati nel mondo che lo circonda ma è la sua stessa essenza, la sua duplice e nello stesso tempo inscindibile natura, la sua anima oscura e votata al male e allo stesso tempo la sua stessa anima che può da sola illuminare d’immenso l’universo. Non per niente i più crudeli nemici nel libro sono un popolo con il volto sempre coperto, ma che se verrà scoperto porterà alla pazzia il più saggio degli uomini, incapaci di capacitarvi di vedervi riflesso se stessi. Un libro dove miti di età indefinibilmente antica (parliamo di popolazioni antefaraoniche) si leggano e si fondono con un misterioso messaggio proveniente dall’infinità dello spazio, e precisamente dal cuore della costellazione dello Scorpione, da una sorgente affiancata e nello stesso oscurata dalla Stella Antares (che è finora la più grande stella conosciuta), dove l’essenza dell’uomo e del suo destino, del suo rapporto con Dio, Dio inteso, per chi è credente, con il Dio degli ebrei e dei Cristiani, come l’Allah dei Mulsumani o come gli dei Indiani, cioè in definitiva Dio inteso come divinità, e per chi , come il sottoscritto, si crede indegnamente, forse illudendosi, di essere un uomo di scienza, un Dio inteso come la coscienza dell’uomo come entità, come “razza” umana, con l’unico messaggio ancora presente sulla terra, un ammonimento, lasciato all’uomo dallo stesso Dio, inciso su una tomba in sette lingue diverse (egiziano antico, babilonese, assiro, sanscritto, ebraico, greco e latino), una tomba custodita nella torre, la stessa torre che è, essa stessa, un immensa antenna radio, costruita nella notte dei tempi, per captare il messaggio che arriverà dallo spazio e che si presenta (per chi ha visto il film) come il contatto di “contact”, un unica scritta, che si narra sia la voce di Dio quando scopri l’atto più blasfemo dell’uomo, l’atto che nello stesso tempo lo liberò dall’ignoranza ma lo dannò per l’eternità dal paradiso, la scritta recita: “NESSUNO UCCIDA CAINO!” che a ben pensarci racchiude in se una profonda verità, una verità come direbbe l’agente Mulder, che è la fuori ma che è tutta da scoprire e soprattutto ogni persona deve scoprire la propria.

Magari un scritto soltanto una marea di deliranti cavolate, complice un’immaginazione troppo fervida, e un febbre che avanza a causa di un forte raffreddore, forse nessuno leggerà o meglio intuirà quello che ho intuito io dietro le semplici pagine scritte, comunque sono sicuro che rimarrà una piacevole lettura.